Alessandro Capparuccia e Nicola Di Battista, da dipendenti a contitolari

Da destra, Nicola Di Battista, Giovanni Cestola e Alessandro Capparuccia con tre dei loro dipendenti
L'appassionante storia dell'azienda Cestola snc a Morrovalle in provincia di Macerata

Più di una volta abbiamo sentito, in qualche notiziario, la bella storia degli operai che rilevano uno stabilimento in difficoltà e lo gestiscono come cooperativa o con altre formule che permettano comunque la partecipazione dei lavoratori all’amministrazione dell’azienda. Oggi raccontiamo una vicenda assai simile, ovviamente declinata secondo i criteri del contoterzismo italiano.

Lo spandiconcime Amazone con cui si è iniziato a fare concimazione a dosaggio variabile

I protagonisti sono Alessandro Capparuccia e Nicola Di Battista, classe 1993, fino a due anni fa trattoristi presso la Cestola Snc, storica ditta di lavorazioni agromeccaniche della provincia di Macerata. Ma in qualità almeno di co-protagonisti abbiamo anche i cugini Cestola, eredi dell’azienda che fu fondata dai rispettivi genitori: tre fratelli che dal 1955 in poi coltivarono terreni e ararono campi per gli agricoltori della zona, ovvero Morrovalle e dintorni, una decina di chilometri a sudest di Macerata.

Same, Lamborghini e New Holland sono i marchi degli utility in casa Capparuccia, Di Battista e Cestola

I tre fratelli, dunque, lasciano la ditta ai figli, uno per ciascuno. Questi ultimi la portano avanti fino al nuovo millennio e poi, per sopraggiunti limiti di età, come si dice, cominciano a passare la mano. Il primo dei tre si ritira nel 2015, il secondo, Sandro, quattro anni dopo. Il destino della Cestola snc sembra segnato: senza eredi a prenderne le redini, è destinata a chiudere, non appena l’ultimo Cestola rimasto in attività, Giovanni Cestola, deciderà di smettere. È a questo punto che qualcuno – forse i titolari, forse i dipendenti – ha una bella idea: in azienda ci sono due ragazzi volenterosi e capaci, perché non farli subentrare nella proprietà? «Lavoravamo qui da qualche anno, quando Sandro si è ritirato, e prendere il suo posto è stato in un certo senso naturale, soprattutto per non far morire l’azienda. Così ci siamo guardati in faccia e, approfittando delle buone condizioni che ci facevano i proprietari, abbiamo rilevato metà delle quote», spiegano oggi Alessandro e Nicola, soci alla pari con Giovanni, l’ultimo a rappresentare il nucleo originario della ditta. Una soluzione alla quale, da quanto capiamo, non è estraneo il presidente dell’Apima locale, l’arcinoto Silvano Ramadori, già presidente nazionale di Unima. «Abbiamo fatto la nostra parte, sostenendo questi due nuovi associati in un compito non facile come quello di rilevare un’azienda storica del nostro territorio, nonché già ben strutturata. Un’azienda che, in questo modo, ha la certezza di continuare a esistere e dare lavoro ai dipendenti». I quali sono tre, più uno stagionale. Che aggiunti ai tre titolari e agli avventizi della stagione dei raccolti, portano a una decina le persone che, del tutto o in parte, guadagnano il pasto quotidiano grazie alla Cestola snc.

Same, Lamborghini e New Holland sono i marchi degli utility in casa Capparuccia, Di Battista e Cestola

Conversione tecnologica

Forze giovani portano idee nuove e così, da due anni a questa parte, a Morrovalle è in corso una profonda riorganizzazione dell’attività. Con l’adozione, per esempio, delle nuove tecnologie: guide automatiche intercambiabili per tutti i trattori, concimazione a dosaggio variabile e presto anche semina di precisione. «Abbiamo fatto i primi investimenti grazie ai fondi dell’Agricoltura 4.0. Con queste guide universali possiamo adattare alla tecnologia satellitare anche i trattori più datati, mentre i più recenti dispongono di guida satellitare già installata», spiega Alessandro.

Per l’aratura e le lavorazioni pesanti si è scelto un cingolato John Deere

Il piano di investimenti ovviamente non si ferma qui: i due ragazzi stanno già pensando di rinnovare le macchine di alta potenza, probabilmente nella primavera del 2022. Un’irroratrice Mazzotti da 3mila litri per 25 m di barra, con tecnologia Isobus e controllo sul singolo ugello, è invece arrivata subito dopo l’ingresso dei due ragazzi nella società, siglato nel giugno 2019. «Siamo convinti che per reggere sul mercato si debba stare al passo coi tempi e oggi la tecnologia digitale è fondamentale. Anche per questo abbiamo iniziato a fare concimazione a dosaggio variabile, acquistando uno spandiconcime della Amazone che nella prima stagione si è comportato davvero bene». Chi parla, in questo caso, è Nicola, al quale nell’organizzazione aziendale è toccata la burocrazia. «Non certo la parte migliore: stare in ufficio a sbrigare pratiche non è il massimo, ma è necessario». A proposito di tecnologie, non possiamo dimenticare le già citate guide satellitari, che i terzisti considerano ormai irrinunciabili, anche su piccoli lavori. A maggior ragione, lo sono su attività complesse come la baulatura dei terreni.

L’alta potenza è rappresentata, oltre che da John Deere, da Fendt e da un T8 New Holland

Zona di ortaggi

L’area di Morrovalle e dintorni, dove opera la Cestola snc, è infatti terra di orticoltura: vi si coltivano insalate e spinaci, principalmente, con una forte presenza di quarta gamma grazie a un’azienda abbastanza nota – la Ambruosi e Viscardi – che da sola dona 300 ettari di lavorazioni ai terzisti. «Non si tratta di una superficie enorme, ma bisogna considerare che va ripassata più volte nella stagione, visto il ciclo breve delle insalate e la necessità di cura che hanno».

Buona presenza di macchine per il gruppo Cnh

Dicevamo, però, delle baulature. «Si tratta di un lavoro complesso – prosegue Alessandro – che richiede molta precisione, in quanto la larghezza deve corrispondere esattamente alla carreggiata del trattore. In questo caso la precisione della guida satellitare è di grande aiuto». In azienda sono presenti due baulatrici, da 1,75 e 2 metri, che possono anche essere abbinate, per baulature di oltre tre metri di larghezza, ovviamente adatte al pieno campo. «In questa zona facciamo orticoltura in campo aperto, non in serra. Un migliaio di ettari in tutto quelli che trattiamo come contoterzisti», confermano i giovani imprenditori.

Per il resto, nel Maceratese si praticano le classiche coltivazioni: grano in primo luogo e poi girasole, ma anche mais. «Per esso ci sono buone superfici, dovute ad alcuni impianti di biogas sorti in zona. Solitamente si avvicenda con il triticale, in un doppio raccolto. Per queste coltivazioni, come per grano, sorgo, orzo e girasole, facciamo il ciclo completo dei lavori, dall’aratura alla raccolta». Effettuata con tre mietitrebbie: due Claas – tra cui una Dominator Mega 204 ancora efficiente – e una Laverda M 304.

Botte Mazzotti MAF, uno degli ultimi acquisti in azienda

Realtà multimarca

Claas e Laverda per la raccolta, Mazzotti per i trattamenti. E i trattori? L’azienda in realtà non ha sposato alcun marchio in particolare, come si vede bene dalle foto che pubblichiamo. «Abbiamo un Same Explorer e un Massey Ferguson da 90 cavalli, un T4 da frutteto di New Holland e un Lamborghini 105. Salendo con le potenze, passiamo  ai John Deere serie 6R e 8000 Trac».

Panoramica di alcuni dei trattori in dotazione all’azienda maceratese

C’è spazio anche per un T8 da 330 cavalli, chiaramente New Holland, e infine per due Fendt: un 930 Vario e un 936 Vario. «Cerchiamo di comprare le macchine in base all’attività che dobbiamo svolgere e alla versatilità. Non scegliamo il marchio ma l’utilità del singolo mezzo, con la consapevolezza che per ammortizzarsi dovrà lavorare parecchio».

Se c’è una cosa che alla Cestola hanno capito bene è che i trattori per ripagarsi devono lavorare. I loro mezzi, in effetti, hanno una media di 1.300 ore l’anno. Ritmi a cui l’ammortamento è assicurato e i guadagni anche. A dimostrazione che per saper fare bene i conti non è indispensabile essere entrati negli “anta”.

L’area di Morrovalle e dintorni è a vocazione orticola (nella foto la sarchiatrice interfilare Remolite di Ferrari Costruzioni Meccaniche)

Un secolo di storia

La Cestola Snc nasce ufficialmente nel 1955, ma già da qualche anno il nonno dell’ultimo attuale titolare faceva lavori agricoli per i vicini con il suo trattore a petrolio. Era stato anche uno dei primi ad avere la patente per l’uso dei mezzi a vapore, nella zona di Macerata.

Oggi il contoterzismo copre circa l’ottanta per cento dell’attività aziendale. A completarlo arriva una settantina di ettari di terreno coltivato direttamente, principalmente grazie agli affitti. Diverse, anche, le aziende gestite in toto in un territorio in cui molti proprietari terrieri si dedicano ad altro e delegano quindi la coltivazione ai professionisti della meccanica.

Alessandro Capparuccia e Nicola Di Battista, da dipendenti a contitolari - Ultima modifica: 2021-12-02T10:01:00+01:00 da Roberta Ponci

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