Agromeccanici Masarin e Marton l’unione fa la forza

Da destra, Fabio Masarin, Franco e Fiorenzo Marton, Luca Masarin e Daniele Danieli
Dal Trevigiano la storia (di successo) di due aziende che hanno deciso praticamente di fondersi pur mantenendo ragioni sociali separate

Quante volte ci siamo chiesti, vedendo trattori di due anni con 900 ore di lavoro, se e quando sarebbero mai stati ammortizzati questi mezzi? Tantissime, senza dubbio.

Se lo sono chiesto anche due famiglie di agromeccanici di Roncade (Tv), comune ai confini tra le province di Treviso e Venezia. E dopo esserselo chiesto, hanno deciso che era il caso di non avere trattori usati 300 o 400 ore l’anno. «Uno schema simile, semplicemente non è più sostenibile nella situazione attuale. Chi non fa lavorare le macchine almeno mille ore l’anno, perde dei soldi», dice senza mezzi termini Luca Masarin, che con il fratello Fabio è il giovane titolare di una delle due aziende. L’altra è guidata da una vecchia conoscenza di questa Rivista: Fiorenzo Marton, fino a pochi anni fa in società con il fratello Marino, ora ritiratosi dal lavoro. Visitammo i Marton una decina d’anni fa, per parlare della loro attività e in generale del contoterzismo nella zona a nordest di Venezia.

Irroratrice Lexis 3000 di Kuhn, uno degli ultimi acquisti dell’azienda Marton

Ai tempi, Fiorenzo, Marino e Franco, terzo fratello impegnato in azienda, ci avevano spiegato come la forte concorrenza in zona rischiasse di creare problemi alle aziende che cercavano di lavorare sulla qualità.

Verso la fusione

Da allora molte cose sono cambiate. Ad avviare il processo sono stati, da quanto capiamo, due avvenimenti ben precisi: la nascita di una nuova realtà del contoterzismo a Roncade e il pensionamento di Marino. «Se Fiorenzo fosse rimasto da solo, probabilmente avrebbe ridotto l’attività, arrivando forse ad abbandonarla. D’altra parte, noi da soli non saremmo arrivati dove siamo ora», ricorda Luca Masarin.

Coltivatore combinato He-Va: grazie a esso le aziende hanno abbandonato l’aratura

Negli stessi anni in cui Marino Marton si ritirava a vita privata, tuttavia, nasceva a Roncade la ditta dei fratelli Masarin, due giovani poco più che ventenni innamorati del lavoro in agricoltura. «Iniziammo con pochissime macchine, per pura passione, e l’incontro con i Marton fu naturale», spiega ancora Luca.

Case IH è uno dei marchi più rappresentati in azienda

Quando Fiorenzo rimase da solo, fu ancor più naturale iniziare una collaborazione stretta. «Già prima facevamo diverse cose assieme, ma dopo il pensionamento di Marino pensammo di dare continuità a una sinergia che si era già creata nei fatti». Dal canto suo, Fiorenzo così ricorda quella decisione: «Nel momento in cui mio fratello si ritirò dall’attività mi trovai a decidere cosa fare. Di lavoro ne avevamo in abbondanza, per cui approfittammo della conoscenza con i Masarin e decidemmo di continuare, su nuove basi».

Due aziende in una

Basi che somigliano tanto a quelle di una fusione, anche se per il momento le due aziende restano fiscalmente distinte. «In pratica ci comportiamo come se fossimo una realtà unica e questa scelta, per il momento, funziona bene», conclude Fiorenzo. «Pur avendo due ragioni sociali separate, abbiamo messo in comune le macchine: la botte per trattamenti, che è dei Marton, la uso quasi esclusivamente io, avendo imparato il mestiere da Marino.

Tra il rosso e il blu spunta anche un po’ di verde Deutz-Fahr

Qualcuno di loro, al contrario, usa i nostri trattori, per esempio il Luxxum di Case IH, per i lavori municipali. Diciamo che ognuno si è specializzato in un settore ben preciso: chi fa le strade, chi i trattamenti, chi la semina. Ognuno ha la sua macchina, senza stare a guardare se è intestata a un’azienda piuttosto che a un’altra. Siccome il rapporto è basato sulla fiducia, non siamo nemmeno eccessivamente formali nel conteggio delle ore fatte. A fine anno – riassume Luca – si fa il conto di quel che è rimasto e si divide in parti uguali». Naturalmente per far funzionare un patto di questo tipo serve in primo luogo, per l’appunto, la fiducia reciproca. «Quella è alla base di tutto, altrimenti nessuno sarebbe tranquillo sapendo che c’è qualcun altro sui tuoi trattori. Invece abbiamo tutti la certezza che le macchine saranno usate nel miglior modo e per il giusto tempo».

New Holland T7 dei fratelli Masarin, usato per lavori di media gravosità

Unirsi o scomparire

Come hanno spiegato bene i proprietari, l’alternativa a questa quasi-fusione sarebbe probabilmente stata la scomparsa di una delle due realtà, o forse di entrambe. «A mio avviso – prosegue Masarin – oggi una collaborazione più o meno stretta tra colleghi è indispensabile, se si vuol andare avanti. Senza questa scelta, come ho già detto, noi saremmo ancora una piccolissima realtà e forse la ditta Marton non esisterebbe più. Invece siamo come una sola azienda di dimensioni tutto sommato interessanti, per la zona.

Magnum 280: dieci anni dopo il Provato da voi è ancora in ottima forma

Una ditta, tra l’altro, a cui il lavoro non manca di certo e che per questo motivo riesce a far lavorare le proprie macchine per un giusto numero di ore. In media, ora i nostri trattori fanno mille ore l’anno, un traguardo al quale noi, da soli, non saremmo forse mai arrivati.

I lavori municipali rappresentano un’importante fetta di attività nell’azienda

Infine, lavorare con i Marton ci ha permesso di superare la naturale diffidenza che gli agricoltori hanno verso un giovane che fa questo lavoro». Per questo motivo, conclude Masarin, soluzioni di questo tipo sono a suo dire caldamente raccomandabili. «Mi sento di consigliare a tutti i colleghi di fare come noi. Collaborando si fatica meno e si fa più lavoro. Purtroppo, in questo settore c’è ancora tanta diffidenza e si punta a rubare i clienti piuttosto che condividerli».

Macchine con le insegne delle due ditte affiancate sotto lo stesso capannone. La miglior dimostrazione della collaborazione in atto concessionario Kuhn per la provincia di Treviso

Un errore che Marton e Masarin non commettono, evidentemente. Come pure si sono tirati fuori dalla lotteria delle chiamate, ovvero dalla condizione che spinge il contoterzista ad aspettare la telefonata del possibile cliente. «Fiorenzo e i suoi fratelli, in 35 anni di attività hanno selezionato un gruppo di clienti affidabili e soprattutto fiduciosi, che lasciano a noi ogni incombenza».

Nei capannoni delle due aziende non manca qualche macchina per il movimento terra

Questo perché, spiega Marton, la proprietà fondiaria è ormai ampiamente in mano a persone che fanno altro. «Ci sono industriali, professionisti, gente che si è trasferita altrove da anni. Hanno pochi ettari ma vogliono continuare a tenerli. Per questo si rivolgono a noi, chiedendoci di seguire l’intero ciclo di lavoro».

La collaborazione aziendale ha portato all’acquisto della prima mietitrebbia, una Case IH Axial Flow usata

Il risultato è evidentemente di grande vantaggio per gli agromeccanici: maggior possibilità di programmazione, clienti tranquilli e soprattutto telefono finalmente muto. «Ci siamo liberati dalla schiavitù del telefono che suonava in continuazione», chiosa soddisfatto Masarin.


Fedeli a Cnh

Oltre che dalla passione per il lavoro e dalla convinzione che sia meglio collaborare che farsi la guerra, le famiglie Marton e Masarin sono accomunate dalla scelta gruppo di riferimento per le macchine agricole: sotto ai loro capannoni troviamo parecchio rosso di Case IH, inframmezzato dal blu di New Holland. Si resta quindi sempre in ambito Cnh e nello specifico nell’orbita del consorzio agrario locale, concessionario per questi due marchi. I trattori vanno dal Magnum 280, già oggetto di un Provato da voi nel lontano 2011 e che ora ha superato abbondantemente le 10mila ore, ai piccoli Tl 70 e Luxxum 120, passando però anche per qualche Deutz, come l’Agrotron 100 dei Marton. Una sola macchina da raccolta, infine, ma di prestigio: una Case IH Afs 8010, presa usata dai fratelli Zangirolami, nota azienda romagnola di lavorazioni meccaniche.

Agromeccanici Masarin e Marton l’unione fa la forza - Ultima modifica: 2021-05-14T06:06:29+02:00 da Roberta Ponci

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