Agromeccanici Borello, specializzati in viticoltura

Valter Borello (a destra) con il figlio Alessandro
La famiglia Borello nell’Astigiano offre servizi soprattutto nella gestione a 360 gradi dei vigneti

Contoterzisti da generazioni, ma anche agricoltori. Anzi, con il passare degli anni, sempre più agricoltori: una strada che diversi hanno percorso, trasformandosi da agromeccanici in possidenti terrieri. E che sembra essere nel futuro della famiglia Borello, che vive e lavora ad Agliano, una decina di chilometri a sud di Asti, in piena zona del Barbera doc. Un vino che sta dando belle soddisfazioni, anche dal punto di vista economico, e che spinge quindi chi ha un po’ di fondi a investire sul vigneto. «I proventi della nostra attività, da qualche anno li stiamo impegnando nell’acquisto di terreni. Siamo arrivati a 25 ettari vitati e una quarantina di seminativi, ma l’obiettivo è crescere ancora. Finché, forse, non avremo più tempo per fare i contoterzisti». Chi parla è Valter Borello, che assieme al figlio Alessandro, poco meno che trentenne, gestisce l’attività di famiglia, nella quale lavorano anche due dipendenti fissi «In aggiunta abbiamo qualche stagionale nel periodo della neve, della trebbiatura e naturalmente della vendemmia», aggiunge il giovane agromeccanico.

Impegnati nel vigneto

I colli dell’Astigiano, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, sono un unico immenso vigneto. Si va dal celeberrimo Moscato all’altrettanta nota Barbera, senza dimenticare Grignolino e Freisa. In un contesto del genere, qualsiasi contoterzista deve, in un modo o nell’altro, misurarsi con la viticoltura. I Borello lo fanno al 100%, effettuando per i clienti quasi ogni lavorazione possibile, purché meccanizzata. «Partiamo dalla preparazione dei terreni per i nuovi impianti, dunque con scassi ed erpicature, per passare poi alle attività più tipiche del vigneto in produzione: prepotatura, cimatura, defogliatura, trattamenti e vendemmia. Oltre, naturalmente, al trasporto delle uve verso le cantine», riassume Alessandro. Lavori che i Borello eseguono anche sui loro terreni, avanzando tuttavia il tempo per la gestione dei clienti, quasi tutti nella zona di Agliano. «Potremmo lavorare molto di più, ma non ne abbiamo il tempo. La domanda è alta, ci mancano però le forze. Tra i nostri terreni che assorbono molte energie e la mancanza di personale, manteniamo il nostro parco clienti e rifiutiamo parecchie richieste», ci spiega Valter.

In primo piano Deutz-Fahr Agrotron 6160, una delle macchine più grandi dell’azienda. A fianco gli Arion di Claas, acquistati per trainare le barre delle mietitrebbie Claas e avere così l’intero cantiere di un solo colore
Carraro Tgf, un iper-specializzato per la viticoltura

La soluzione, ovvia, sarebbe assumere trattoristi. «Purtroppo, non è così facile. Anzi è il problema principale, per noi. Trovare persone capaci e con voglia di fare è quasi impossibile».

Questo, spiega Alessandro, anche per la particolarità del lavoro. «La viticoltura non è semplice, soprattutto quando si usano macchinari come quelli di ultima generazione. Alcune attività – penso in primo luogo alla vendemmia – non possono essere svolte da un neofita, perché c’è il rischio di fare grossi danni e compromettere il lavoro di tutta la stagione».

I Borello effettuano il servizio neve e ghiaccio per Agliano e un comune limitrofo
Anche John Deere ha una piccola rappresentanza nell’azienda della famiglia Borrello

Secondo Valter, il problema è anche legato alla scarsa propensione dei ragazzi per il sacrificio. «È vero che le macchine sono complesse e occorre attenzione, ma io credo che se un ragazzo ha passione per quel che fa, possa imparare in fretta. Purtroppo, ne vedo tantissimi che si arrendono alla prima difficoltà. Non parliamo, poi, di fare orari prolungati alla sera o lavorare nel weekend, cosa che in ambito di contoterzismo accade spesso, nei momenti cruciali della stagione. Appena sentono parlare di lavoro serale o domenicale, gli aspiranti trattoristi spariscono. Del resto, gli agricoltori non trovano nemmeno vendemmiatori, quindi stiamo parlando di un problema più generale».

Fendt 210 Vario, ultimo arrivato in azienda. Inarrivabile per comfort, secondo i proprietari
Trincia con spollonatrice della Dragone. Attrezzo altamente efficiente secondo i contoterzisti astigiani

Problema che, tuttavia, rappresenta anche un’opportunità per chi fa lavori in conto terzi. «Indubbiamente la forte domanda di vendemmia meccanica è legata alla difficoltà di trovare personale per la raccolta manuale», conferma Alessandro. Che aggiunge anche una nota sulla qualità del lavoro meccanizzato, dietro nostra richiesta. «La vendemmia a mano è sicuramente più precisa di quella meccanica, a patto che sia fatta dal proprietario dell’uva o dai suoi famigliari. Se viceversa dovessi paragonare la vendemmiatrice con il lavoro di una squadra di operai di una cooperativa, sceglierei senz’altro la vendemmiatrice».

La famiglia Borello dispone di una linea completa di attrezzature per la viticoltura meccanizzata
Vendemmiatrice Alma. Sebbene efficiente, sarà presto sostituita da una Pellenc

«Ormai il lavoro fatto da queste macchine – precisa Valter – è molto migliorato. Noi abbiamo una Alma, non più giovane ma che si comporta molto bene. Stiamo aspettando l’arrivo della nuova macchina: non più Alma, uscita di produzione, ma Pellenc. Se avessimo un bravo operatore, le terremmo entrambe e aumenteremmo l’attività in conto terzi, invece finiremo col vendere la Alma così come abbiamo venduto, anni fa, la seconda mietitrebbia».

Sconfinamenti nell’Alessandrino

I Borello oltre ai lavori in vigneto di cui ci siamo occupati finora hanno un secondo ramo di attività, legato al pieno campo. «Facciamo aratura, semine, preparazione del terreno e raccolta. La trebbiatura è nata con mio padre – ci racconta Alessandro – perché mio nonno, pur facendo il contoterzista, era contrario alla mietitrebbia. Mio padre e un suo amico, invece, quando avevano 18 anni comprarono una vecchia Laverda con il motore fuso e la rimisero in funzione, iniziando così la loro attività di trebbiatori. Attività che, peraltro, anche a me piace moltissimo ed è uno dei motivi per cui continuiamo a farla. Siamo scesi da due macchine a una sola, ma non me la sento di abbandonare del tutto la raccolta».

Randazzo è uno dei marchi più rappresentati per carri e vasche
La Lexion 630 Montana è l’unica mietitrebbia rimasta in azienda

Per la mietitura, i Borello tradiscono le colline e si spostano verso la pianura. «Facciamo la campagna nell’Alessandrino, dove vi sono appezzamenti più grandi. Qui da noi i terreni sono quasi completamente occupati dei vigneti, sono rimasti soltanto scampoli di terra, difficili da lavorare e da trebbiare. Nella zona di Fubine e Solero, invece, gli appezzamenti sono grandi e pianeggianti, raccoglierli è un piacere». Lo sconfinamento si limita però all’uso della mietitrebbia; per le altre lavorazioni i Borello restano vicini a casa. «Lo facciamo anche se lavorare qui in collina è più difficile e più costoso. I terreni sono piccoli, le rese orarie si dimezzano e i costi aumentano. Purtroppo non tutti se ne rendono conto, ma fare il contoterzista in area collinare è sicuramente più impegnativo. D’altra parte, in pianura gli agricoltori sono molto attrezzati e la maggior parte delle lavorazioni è fatta dall’azienda stessa».

Garage multimarca

Sotto i capannoni dei Borello troviamo macchine di vari colori. La mietitrebbia è una Lexion 630 Montana ed era Claas anche la Tucano 320 ceduta lo scorso anno. Sempre da Harsewinkel arrivano anche due dei trattori, due Arion 410. Acquistati, spiegano i proprietari, soprattutto per il trasporto delle barre di taglio, per avere cantieri mono-colore. Ci sono poi due Fendt (724 e 210), un Antonio Carraro da vigneto, un Deutz 6000 e un vecchio John Deere, oltre a qualche Fiat. «Abbiamo infine due cingolati, molto utili in collina», precisa Alessandro. Le attrezzature sono Alma (vendemmia), Alpego, Kuhn e Dragone. Il quale gioca in casa, avendo sede a Castagnole d’Asti. Con un parco macchine così variegato è d’obbligo chiedere un parere sui mezzi. «Diciamo che tutti hanno pro e contro. La vendemmiatrice è una buona macchina, che arriva a raccogliere 5 ettari al giorno. Anche le Claas sono ottime, soprattutto per l’uso in collina. Quanto ai trattori – continua Valter – pur con il rispetto per tutti, penso che Fendt sia un po’ sopra agli altri, per comfort. Mi riferisco soprattutto al 210 Vario; nel campo aperto molti hanno variazione continua e un buon comfort».

Panoramica sui carri utilizzati per i trasporti di uva e granaglie

«Con macchine come la cimatrice scavallante – continua Alessandro – il Fendt dà davvero il massimo, non ci si stanca di lavorare. Senza dubbio la comodità di guida è un suo grande pregio, è un tratto che non ti fa sentire le ore di lavoro».


 

Meglio il Barbera del grano

Quando visitiamo un territorio poco esplorato, è sempre buona cosa informarsi sullo stato dell’agricoltura. Lo facciamo anche per le colline astigiane. «Qui da noi c’è la doc Barbera d’Asti, un prodotto che sta andando piuttosto bene, dopo anni difficili. Abbiamo attraversato diverse crisi, ma al momento sembra che il Barbera tiri», ci spiega il giovane Alessandro Borello. Lo dimostrano la facilità con cui si vendono le uve e le quotazioni di mercato, ultimamente attorno ai 90 euro per quintale. «Noi conferiamo alla cantina sociale, che fa buoni prezzi, ma sento che anche il mercato non è male. Tuttavia, chi non avesse altre sponde, temo debba un po’ sottostare al volere dei vari commercianti».

Le cose vanno meno bene per i seminativi, come noto. «I prezzi sono sempre bassi, gli stessi da 50 anni potremmo dire. Fare reddito con il grano non è semplice e capiamo quando gli agricoltori, a fine stagione, faticano a pagare i conti. Purtroppo, anche noi abbiamo le nostre spese e quindi i soldi ci servono. Ma è una guerra tra poveri, mentre in viticoltura girano più soldi e allora gli agricoltori sono più propensi a spendere qualcosa».

Agromeccanici Borello, specializzati in viticoltura - Ultima modifica: 2021-03-09T08:29:20+01:00 da Roberta Ponci

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