Agromeccanici, il futuro dell’agricoltura è nelle loro mani

La nuova sede di UNIMA Ferrara
Unima Ferrara inaugura la nuova sede e rilancia sul ruolo dei contoterzisti

Il mondo degli agromeccanici continua a guadagnare spazio e ad aumentare la sua presenza nel settore agricolo e altrettanto fa Unima Ferrara. L’associazione provinciale ha, infatti, recentemente inaugurato la nuova sede nei pressi del quartiere fieristico della città estense, in una struttura moderna e notevolmente ampliata rispetto a quella precedente.

Nella stessa occasione Unima Ferrara ha organizzato un incontro «con l’obiettivo – ha detto il presidente Raffaele Viaggi – di dare un’informazione e una comunicazione corretta di quelle che sono le prestazioni di servizi per conto terzi che come aziende agromeccniche forniamo al settore agricolo e delle potenzialità che possiamo mettere a disposizione della filiera agricola. In altre parole, riteniamo che il ruolo dell’agromeccanico sia cruciale per lo sviluppo dell’agricoltura. E proprio per questo abbiamo cercato di organizzare un incontro non per parlare a noi stessi, ma aperto a tutto il settore agricolo, coinvolgendo tutte le competenze necessarie per creare valore aggiunto al nostro territorio». A supporto dell’importanza del settore agromeccanico oggi ci sono i numeri. «Il 75% delle 18mila imprese agromeccaniche oggi attive – ha riferito il direttore di Unima Ferrara, Michele Pedriali – opera in agricoltura e fornisce alle aziende agricole quasi il 50% del fabbisogno di meccanizzazione per le lavorazioni, con punte del 90% per la raccolta, del 75% per i trattamenti e del 65% per la semina. Le superfici agrarie interessate al contoterzismo sono 9 milioni di ettari (sui 16,5 milioni di superficie agraria totale) e sono 42mila gli addetti (titolari, collaboratori e dipendenti), il 60% dei quali è composto da giovani di età inferiore ai 35 anni». Ma quanto vale economicamente il contoterzismo in agricoltura? «Oltre 3 miliardi di euro – ha continuato Pedriali – con una dinamica molto chiara: tra il 2011 e il 2017 la Plv ha mostrato un andamento altalenante chiudendo con un +2,7%, mentre nello stesso periodo le attività di supporto hanno registrato un +15,8% e i servizi di contoterzismo un +16,7%. Senza dimenticare che le imprese agromeccaniche sono solo il 2% del complesso di aziende in attività in agricoltura, ma i loro investimenti incidono per il 25% del totale».

Un momento del convegno di Ferrara

Come si è arrivati a questo lo ha spiegato Adriano Facchini, esperto in marketing agroalimentare e territoriale, che ha accompagnato il pubblico in un suggestivo viaggio nel tempo. «Il futuro sarà ancora più complesso del recente passato e del presente – ha concluso Facchini – e le scoperte tecnologiche a supporto della sicurezza e dell’ambiente richiederanno preparazione, aggiornamenti e investimenti continui, che imporranno competenze specialistiche e dimensioni di lavoro che solo un “agroterzista” potrà sostenere».

Agricoltura di precisione e 4.0

A rappresentare gli agromeccanici più evoluti è intervenuto Marco Speziali, presidente di Confai Mantova, che ha illustrato come ha deciso di approcciare le tecnologie di agricoltura di precisione, agricoltura conservativa e cover crop, con tanto di vantaggi agronomici, ecologici ed economici. «La diffusione dei metodi di agricoltura di precisione e, ancor di più, di Agricoltura 4.0 – ha fatto presente Luca Rigon della concessionaria Agroservizi – non è significativa per vari motivi, ma per rimanere competitivi è necessario capire la strategicità delle tecnologie. Per questo nella primavera 2020 avvieremo nel Padovano un’azienda pilota per implementare le tecnologie attraverso l’intera filiera, raccogliere il maggior numero possibile di informazioni sul campo, estendere tecnologia e digitalizzazione attraverso il ciclo produttivo e misurare realmente i benefici ottenibili». Non è casuale, quindi, che Agroservizi abbia un partner speciale nella sua attività, il Polo Tecnologico di Pordenone, il cui direttore, Franco Scolari, ha ricordato che «per stimolare la crescita della ricchezza nazionale anche e soprattutto attraverso la trasformazione digitale (misura 4.0) delle aziende italiane, nella legge di Bilancio 2019 sono state previste diverse agevolazioni (super e iperammortamento per acquisto macchine intelligenti, interconnesse) che vanno sfruttate».

Il futuro passerà inevitabilmente anche dall’innovazione, e non solo quella in ambito agromeccanico. «Le biotecnologie sono trasversali ai tipi di sistemi agricoli (di precisione, conservativa, intensificazione sostenibile, agricoltura urbana, biologico, ecc.) – ha detto Silvio Salvi, dell’Università di Bologna – e offrono grandi opportunità per affrontare le sfide odierne dell’agricoltura. Purtroppo, lo scorso anno la Corte di Giustizia della Commissione Europea si è espressa equiparando le cultivar ottenute da gene/genome editing agli Ogm tradizionali, per cui di fatto, l’uso del gene/genome editing per il miglioramento genetico è per ora impossibile in Europa L’unica soluzione è mettere mano alla normativa con uno sforzo di dialogo e fiducia reciproca tra scienziati, divulgatori, operatori del settore e consumatori».

Taglio del nastro della nuova sede: da sinistra Michele Pedriali, Raffaele Viaggi, Alan Fabbri, Gian Carlo Perego (arcivescovo
di Ferrara), Simona Caselli e Gianni Dalla Bernardina

Le conclusioni sono state affidate alla politica. «Sinceramente siamo un po’ stanchi di essere considerati da tutti fondamentali e di non ricevere però nulla in cambio – ha detto Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani –; se è vero che l’agricoltura ha un ruolo importante, deve cominciare a pensare che senza il nostro contributo, non avrà futuro. È giunto il momento che le associazioni di categoria smettano di farci la lotta e inizino a considerarci parte effettiva del mondo agricolo». «L’agricoltura è un sistema da difendere – ha riferito Alan Fabbri, sindaco di Ferrara – per cui come amministrazione comunale cercheremo di andare incontro agli agricoltori, abbassando l’aliquota Imu su questo Comune e azzerando la Tari sui fabbricati rurali». «Sulla Pac lavoriamo a Bruxelles anche rispetto alla vostra posizione – ha concluso Simona Caselli, assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, rivolgendosi agli agromeccanici – e da parte mia non vedo problemi a lavorare sulle integrazioni di filiera e prevederle nel prossimo Psr. Il problema è la normativa a livello nazionale che non vi vede tra i beneficiari. Su questa partita, però, dovete trovare una condivisione con le associazioni agricole (che vedono la torta del Psr come una torta loro), ragionando sul fatto che c’è una filiera integrata che è il futuro».

Agromeccanici, il futuro dell’agricoltura è nelle loro mani - Ultima modifica: 2019-11-01T06:06:53+01:00 da Francesco Bartolozzi

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