Soia, diserbo preventivo sempre più determinante

Gli interventi di pre-emergenza sono determinanti soprattutto in caso di infestazioni di Amaranthus resistente per non incorre in forti penalizzazioni produttive e deleteri fenomeni di disseminazione
Il post rimane ancora valido negli oramai limitati areali esenti da ecotipi di Amaranthus resistente

I seminativi di questa coltura protoleaginosa sono concentrati esclusivamente nelle regioni della Pianura Padana (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte), con superfici che, dopo un netto incremento a partire dal 2021, si sono stabilizzate superando abbondantemente, secondo gli ultimi dati Istat, i 300.000 ettari. Oltre alle colture di primo raccolto, non sono da trascurare le ulteriori superfici destinate ai secondi raccolti, variabili di anno in anno soprattutto in relazione alla disponibilità di acqua e ovviamente all’andamento dei mercati. Nella generalità delle situazioni saranno da considerare le ricorrenti presenze delle specie graminacee sia a ciclo annuale, quali Echinochloa crus-galli, le differenti specie di Setaria e della più tardiva Digitaria sanguinalis, sia quelle delle sempre più invasive infestazioni della perenne Sorghum halepense da rizoma. Fra le malerbe dicotiledoni, la situazione può variare, oltre che in base all’areale di coltivazione, anche in relazione all’epoca di semina: in quella più anticipata è possibile riscontrare anche con le code delle emergenze delle poligonacee più tardive, quali Polygonum persicaria e lapathifolium e di alcune specie crucifere (Sinapis, Rapistrum), in ogni modo le tipiche infestanti della soia sono rappresentate da amarantacee, solanacee, chenopodiacee, Portulaca e da pressoché tutte le malerbe ruderali e di sostituzione, quali Abutilon theophrasti, Bidens spp., Acalypha, Xanthium spp., Galinsoga, Ammi majus ecc.

Per il controllo del sempre più difficile Chenopodium album, se non si è ricorsi a trattamenti preventivi, sono necessari precocissimi interventi di post-emergenza con la classica miscela di imazamox + tifensulfuron-metile ulteriormente addizionata di bentazone

Glifosate sì, s-metolaclor no

Il regolamento europeo di rinnovo del glifosate risalente allo scorso 28 novembre 2023 prevede ulteriori 10 anni di possibile utilizzo di questo importante principio attivo. Il successivo comunicato del Ministero della Salute italiano del 20 dicembre 2023 pone altre limitazioni, che riguardano l’eventuale presenza nei differenti formulati di coadiuvanti inaccettabili, e prevede dosi massime applicative per anno, che per uso agricolo sono pari a 1.400 g/ha, elevabili a 1.800 g/ha in presenza di specie invasive, peraltro non ben specificate. Fumata nera invece per quanto riguarda s-metolaclor che, da Regolamento di Esecuzione (UE) del 12 dicembre 2023, non è stato rinnovato. Il comunicato del Ministero della Salute del 15 gennaio 2024 indica come ultima data di possibile vendita dei numerosi formulati il 14 giugno 2024 e la possibilità di impiego da parte degli utilizzatori finali fissata al luglio 2024.

 

 

 

Tab. 1 - Erbicidi di pre-semina e di pre-emergenza
Principio attivo Nome commerciale Dosi Periodo di carenza (gg)
Pre-semina
Glifosate (360 g/l) Diversi 3-5 l/ha -
Glifosate (480 g/l) Roundup Platinum, ecc. 2-4 -
Glifosate (72%) Roundup Ultramax 1,5-2,5 -
Pre-emergenza
S-metolaclor Dual Gold, Antigram Gold 1-1,25 l/ha -
Petoxamide Mojang 600 1,5-2 l/ha -
Flufenacet + metribuzin Fedor 1-1,2 kg/ha -
Pendimetalin Activus ME, Most Micro, ecc. 1,5-2 l/ha -
Stomp Aqua 1-1,5 l/ha -
Pendimetalin + clomazone Bismark 2-2,5 l/ha -
Alcance Syntec, Stallion IT Syntec 2,5-3 l/ha -
Clomazone diversi 0,300-0,400 l/ha -
Metribuzin Feinzin 70 DF, Song 70 WDG, ecc. 0,200-0,300 kg/ha 60
Sencor 600 SC 0,300-0,350 l/ha 60
Metrobromuron Proman Flow, Praxim 2-3 l/ha -

Pulizia letto di semina e pre-emergenza fondamentali

L’azzeramento delle eventuali infestanti già emerse nella coltivazione della soia è una delle tappe fondamentali per semplificare la successiva gestione degli inerbimenti. Considerando l’epoca di semina relativamente medio-tardiva, che parte orientativamente non prima della fine del mese di aprile e che prosegue durante l’intero mese di maggio, è possibile eliminare le prime ondate di emergenza delle più importanti e pericolose malerbe sia graminacee sia dicotiledoni. Questo mediante le ultime lavorazioni di affinamento dei terreni o, soprattutto in caso di malerbe relativamente sviluppate, con i più risolutivi trattamenti con formulati a base di glifosate.

Escludendo i terreni ad alto contenuto di sostanza organica, dove in linea generale sono indispensabili unici o ripetuti trattamenti di post-emergenza, determinanti risultano poi le applicazioni subito dopo la semina con erbicidi ad azione residuale, con lo scopo preminente di impedire o quanto meno limitare le problematiche derivanti dalle sempre più diffuse popolazioni di infestanti resistenti agli erbicidi di post-emergenza con meccanismo d’azione Asl (imazamox, tifensulfuron-metile), con particolare riferimento alle differenti specie di Amaranthus e con non pochi casi anche di graminacee a ciclo annuale (Digitaria e Echinochloa). Considerando in primis le presumibili infestazioni di Amaranthus resistente, presenti oramai in tutte le aree più vocate alla coltivazione della soia (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia ed Emilia-Romagna nord-orientale), risultano fondamentali le applicazioni degli erbicidi ad azione specifica, quali metribuzin (Song 70 WDG, Feinzin 70 DF, Sencor 600 ecc.) e metobromuron (Proman Flow, Praxim).

Sempre più invasive ed anticipate risultano le infestazioni di Sorghum halepense da rizoma, con i primi preoccupanti casi di resistenza ai preparati ad azione specifica

Per completare la loro efficacia sulle malerbe a foglia larga, molto frequentemente gli stessi vengono associati a uno dei numerosi formulati a base di pendimetalin e anche a clomazone (Command 36 CS, Clematis ecc.), quest’ultimo caratterizzato da una buona efficacia sulle prime ondate di emergenza di Abutilon theophrasti, con la possibilità di utilizzare anche formulazioni pronte (Alcance Syntec, Bismark, Stallion IT Syntec). Se la storicità delle aziende evidenzia il rischio di forti infestazioni di specie graminacee a ciclo annuale, quali Echinochloa crus-galli, Setaria spp. e Digitaria sanguinalis, alle già complesse miscele ad azione preventiva possono essere ulteriormente addizionati preparati ad azione specifica, quali s-metolaclor (Dual Gold, Antigram Gold), all’ultimo anno di possibile impiego, petoxamide (Mojang 600) e flufenacet, quest’ultimo commercializzato unicamente in miscela pronta con metribuzin (Fedor).

Tutti i principi attivi utilizzati in via preventiva subito dopo le operazioni di semina sono più o meno fortemente condizionati dalla piovosità nei 10 giorni successivi all’applicazione, per cui in caso di andamento siccitoso risulta conveniente ricorrere a leggere irrigazioni di soccorso per aspersione (10-15 millimetri).

 

Tab. 2 - Erbicidi di post-emergenza a prevalente azione dicotiledonicida
Principio attivo Nome commerciale Dosi Periodo di carenza (gg)
Imazamox (25 g/l) Tuareg New, Pulsar Evo 1,2-2 l/ha -
Imazamox (40 g/l) Pulsar 40 SL 1-1,25 l/ha 90
Imazamox (80 g/l) Davai 0,5-0,65 -
Tifensulfuron-metile Harmony 50 SX, Refine SX 8-12 g/ha -
Bentazone + imazamox Corum 1,9 l/ha 60
Bentazone Basagran SG, Blast SG, ecc. 1,1 kg/ha -
Clomazone Sirtaki 0,300 l/ha -
Bifenox Valley 1 l/ha -

Strategia “solo post” con parsimonia

Se fino a pochi anni fa il controllo delle infestanti della soia era demandato pressoché esclusivamente a unici trattamenti di post-emergenza, questa strategia rimane ancora valida negli oramai limitati areali esenti da ecotipi di Amaranthus resistente, senza tuttavia la piena certezza di ottenere risultati risolutivi.

Inoltre, a differenza del mais dove, in caso di andamento pluviometrico ottimale dopo gli interventi preventivi, è possibile giungere alle operazioni di trebbiatura senza ulteriori interventi chimici, nella soia è generalizzato il ricorso ad applicazioni di post-emergenza per integrare o completare la parziale azione di precedenti interventi di pre-emergenza.

Nelle zone considerate ancora “tranquille” sono ancora diffusi interventi di post-emergenza con la classica miscela di imazamox (Davai, Pulsar Evo, Tuareg Evo) addizionato di tifensulfuron-metile (Harmony 50 SX, Refine SX), caratterizzata da ottima efficacia su amarantacee non resistenti, poligonacee, solanacee, crucifere, composite, nonché Abutilon theophrasti, Ammi majus e altre specie ruderali. I formulati a base di bentazone (Basagran SG, Blast SG), principio attivo che presenta una dose massima applicativa annua paria a 1.000 g/ha, elevabile a 1.250 g/ha in caso di presenza di infestati resistenti, risulta soddisfacentemente efficace su plantule di Amaranthus resistente solo nei primissimi stadi di crescita (2 foglie vere), con inoltre un ottimo controllo di Polygonum persicaria e lapathifolium, Chenopodium, Portulaca, Abutilon e una temporanea azione frenante lo sviluppo di Cyperus. Il bentazone è commercializzato anche in miscele già formulata con imazamox (Corum).

Tab. 3 - Graminicidi specifici di post-emergenza
Principio attivo Nome commerciale Ciclo infestanti Dosi Periodo di carenza (gg)
Propaquizafop Agil, Zetrola, ecc. annuali 0,8-1,2 l/ha 90
perenni 1,5-2 l/ha
Fluazifop-p-butile Fusilade Max annuali 1,5-2 l/ha 75
perenni 2-2,5 l/ha
Quizalofop-p-etile (50 g/l) Leopard 5 EC, ecc. annuali 1,5-2 l/ha 60
perenni 2-2,5 l/ha
Quizalofop-p-etile (120 g/l) Wish Top annuali 0,8-1 l/ha 84
perenni 1-1,25 l/ha
Quizalofop-p-tefurile Panarex annuali 0,5-1,5 l/ha 60
perenni 1,5-2,2 l/ha
Ciclossidim Focus Ultra, Stratos Ultra annuali 2-2,5 l/ha 56
perenni 4-5 l/ha
Cletodim (120 g/l) Centurion Pro annuali 1-1,5 60
perenni 2-2,5 l/ha
Cletodim (180 g/l) Brixton annuali 0,7-1,4 60
perenni 1,4
Cletodim (240 g/l) Exoset 240 EC, Centurion 240 Neo annuali 0,5-0,75 60
perenni 1-1,25 l/ha

Il problema Amaranthus resistente

I problemi causati dalla diffusione di popolazioni di amarantacee non più sensibili ai collaudati erbicidi caratterizzati da meccanismo d’azione Als, quali il classico Amaranthus retroflexus, Amaranthus hybridus, il più difficile Amaranthus tuberculatus e il veramente ostico Amaranthus palmeri, quest’ultimo attualmente ancora localizzato in aree del Veneto, come già ricordato sono da gestire in prima battuta con interventi preventivi con gli erbicidi notoriamente più efficaci, quali metribuzin e metobromuron. In caso si debbano eliminare ulteriori nascite con la coltura già emersa, come ad esempio nei terreni fortemente organici o causa parziale funzionamento di interventi preventivi, le strategie più efficaci prevedono trattamenti molto anticipati con il più risolutivo bifenox (Valley) e, in particolare sulle relativamente più semplici presenze di Amaranthus retroflexus, anche con bentazone.

Ovviamente, con applicazioni molto anticipate, si è esposti a generalizzate emergenze successive, per cui frequentemente è necessario procedere a un secondo trattamento per azzerare o eliminare tali infestazioni. Da ricordare che bifenox risulta estremamente efficace anche nei confronti di altre infestanti dicotiledoni, quali es esempio Abutilon e Portulaca oleracea.

Digitaria sanguinalis inizia a mostrare i primi sintomi di parziale sensibilità ai graminicidi specifici di post-emergenza

Graminacee annuali e perenni

Per quanto concerne il controllo di specifiche infestazioni di graminacee a ciclo sia annuale sia perennante, la disponibilità è molto ampia, con alcune differenze riguardo al periodo di sicurezza tra applicazione e raccolta e a livello di efficacia, ricordando che ciclossidim e cletodim sono particolarmente indicati nei casi di prevalenti infestazioni di Digitaria sanguinalis e di Setaria spp. Con presenza di infestazioni molto rilevanti il consiglio è svincolare l’applicazione dei preparati ad azione specifica con gli interventi rivolti alla gestione delle malerbe a foglia larga, evitando di utilizzare le dosi minime di etichetta. Questo per non incorrere in un indesiderabile incremento dei fenomeni fitotossici e in eventuali decrementi dell’azione graminicida, situazioni più probabili quando si opera su malerbe in non ottimali condizioni vegetative, per esempio a seguito di stagione siccitosa.

Sarebbe opportuno evitare la coltivazione della soia in terreni storicamente infestati da malerbe a ciclo perennate, quali ad esempio Cirsium arvense

Resistenze, vincoli legislativi e problematiche insolute

Come già ampiamente ricordato, le “bestie nere” della soia sono diventate le differenti specie di Amaranthus, molto frequentemente non più gestibili con i classici e collaudati erbicidi di post-emergenza. Ad aggravare la situazione sono in aumento le segnalazioni di D. sanguinalis e di S. halepense, non più sensibili anche a dosaggi sostenuti dei preparati graminicidi ad azione specifica. Mentre su Digitaria possiamo contare su una buona efficacia delle applicazioni preventive (petoxamide, flufenacet, s-metolaclor), la gestione di eventuali presenze di S. halepense da rizoma resistente è praticamente inattuabile, se non nei periodi intercolturali con applicazione di glifosate o nelle altre colture post in rotazione. Altri problemi sono causati dalle infestazioni di specie perennanti, quali C. arvensis, C. sepium, C. arvense ed Equisetum, senza dimenticare le specie ciperacee, il cui controllo attualmente risulta alquanto parziale e temporaneo.

Tab. 4 - Limitazioni d’impiego erbicidi della soia
Principio attivo Limiti
candidati alla sostituzione(pendimetalin, metribuzin, flufenacet, imazamox) massimo 3 interventi per anno
s-metolaclor impiegabile massimo una volta ogni 2 anni sullo stesso appezzamento indipendentemente da che venga applicato su barbabietola da zucchero, mais, sorgo, pomodoro, girasole, soia
bentazone impiegabile massimo una volta ogni 2 anni sullo stesso appezzamento indipendentemente da che venga applicato su sorgo, soia o medica
bifenox impiegabile massimo una volta ogni 2 anni sullo stesso appezzamento indipendentemente dalla coltura su cui è applicato

Per quanto riguarda infine i vincoli legislativi, sia nazionali sia regionali (vedi tab. 4), è bene ricordare che anche le aziende che si avvalgono dei contributi erogati a seguito dell’adesione all’eco-schema 4 della nuova Pac devono rispettare le norme tecniche dei disciplinari di produzione integrata. Oltre ai quantitativi contingentati di glifosate utilizzabili per anno e ai limiti temporali di utilizzo dei formulati a base di s-metolaclor, bentazone e bifenox, sono consentiti solo tre interventi con erbicidi candidati alla sostituzione. Considerando che in questo gruppo sono compresi sia erbicidi ad azione preventiva sia di post-emergenza classica, diventa opportuno definire anticipatamente le strategie di diserbo, al fine di non rischiare di andare incontro a problematiche limitazioni di disponibilità dei necessari trattamenti con la coltura già emersa.

Soia, diserbo preventivo sempre più determinante - Ultima modifica: 2024-02-28T10:00:08+01:00 da K4

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