Come contrastare la Fusariosi della spiga

I metodi di lotta e la gestione in pre-raccolta

L’intensità delle contaminazioni del frumento da fusariosi della spiga varia da anno ad anno, ma è stato rilevato che nei Paesi dell’Europa meridionale, in particolare nel Mediterraneo, i livelli di micotossine sono aumentati tra il 2010 e il 2019. Le concentrazioni tossigene registrate durante le stagioni vegetative del 2018 e del 2019, ad esempio, sono state le più alte nel periodo studiato.

Le cause dell’incremento dei casi

Le cause di questo aumento non sono ben conosciute, ma è verosimile pensare che i cambiamenti nelle pratiche agricole, i mutamenti climatici e la diminuzione dell’efficacia dei fungicidi siano tutti fattori che nel loro complesso possano avere contribuito a questo aumento dei danni. La lavorazione minima, ad esempio, in cui per ridurre il disturbo del suolo la terra viene coltivata riducendo al minimo l’aratura, è una pratica agricola sempre più comune che se da un lato è vantaggioso sia economicamente che per la salute del suolo, in quanto riduce la perdita di carbonio, dall’altro lascia dietro di sé i residui della coltura precedente e consente ai funghi patogeni di sopravvivere ai rigori invernali se la coltura precedente è anch’essa ospite del patogeno (es. mais e sorgo).

Anche i cambiamenti climatici possono favorire la diffusione della fusariosi. Il clima più caldo e umido che in questi ultimi anni caratterizza il periodo della fioritura del grano fornisce le condizioni ideali per l’infezione del fungo e la produzione di micotossine. L’ultimo tassello importante è rappresentato da una difesa fitosanitaria meno performante. La resistenza ai triazoli, una classe di fungicidi comunemente usata per il contenimento della malattia, è stata segnalata sempre più di frequente negli ultimi anni a livello europeo. L’esposizione ripetuta a questi fungicidi, fa sì che il problema sia destinato ad aggravarsi e che le specie fungine di Fusarium tendano ad essere sempre più resistenti a questi principi attivi.

I limiti di legge

La presenza di micotossine nel frumento può essere un problema molto grave, specialmente in annate particolari caratterizzate da un clima caldo e umido durante la fioritura. Nel 2010 per esempio, queste condizioni climatiche favorevoli alla malattia, portarono ad avere molte partite di grano contaminate oltre le soglie di legge da alcune micotossine. Il Reg. 1881/2006, modificato dal Reg. 1126/2007, riporta i limiti massimi ammessi per deossinivalenolo (Don) e zearalenone (Zea) nel frumento tenero non trasformato che sono rispettivamente 1.250 ppb e 100 ppb. Per il Don Il limite si alza a 1.750 ppb per il frumento duro. Il limite massimo per l’ocratossina è di 5 ppb.

Prevenzione agronomica

Il controllo della Fusariosi della spiga può avvenire, oltre che chimicamente (utilizzando seme debitamente conciato ed eseguendo un eventuale trattamento tra la fase di spigatura e la prima emissione delle antere), anche seguendo buone pratiche agronomiche (rotazione colturale, lavorazione del terreno, epoca e densità di semina, uso di varietà tolleranti) in grado di diminuire il potenziale di inoculo degli agenti patogeni e la relativa contaminazione micotossigena.

La rotazione colturale costituisce il mezzo più efficace per ridurre il rischio di contaminazione micotossigena. L’alternanza del cereale con colture che non ospitano le medesime specie di Fusarium (es. barbabietola da zucchero, medica, soia, patata ed altre orticole in generale) riducono la quantità d’inoculo dei funghi micotossigeni che si conservano nei residui colturali infetti. Al contrario, i ristoppi e le precessioni colturali con cereali autunno-vernini e soprattutto con i cereali primaverili-estivi (mais, sorgo) incrementano la carica di inoculo e pertanto il rischio di contaminazione micotossigena delle cariossidi. Nei Disciplinari di produzione integrata, per il frumento duro non è ammesso il ristoppio e quindi non può seguire un cereale autunno-vernino. Per ridurre il rischio di sviluppo della fusariosi, quando il frumento duro segue un cereale a ciclo primaverile-estivo i residui della precessione devono essere interrati con una lavorazione che effettui il rivoltamento del terreno. Per il frumento tenero é ammesso il ristoppio che può essere effettuato una sola volta nell’arco del quinquennio. Il frumento tenero può seguire l’avena, il farro, il frumento duro, l’orzo, la segale e il triticale ma è considerato un ristoppio. Al fine del calcolo del numero di colture nel quinquennio il frumento tenero non si differenzia dal frumento duro, farro e triticale perché tutte appartengono allo stesso genere botanico.

Le lavorazioni del terreno che comportino l’interramento di residui colturali, contribuiscono a ridurre fortemente il rischio di contaminazione micotossigena. Al contrario, semina su sodo e minima lavorazione, effettuate dopo mais e sorgo, sono tecniche che aumentano sensibilmente il rischio di contaminazione.

Fra le specie cerealicole si osservano frequentemente valori crescenti della tossina passando da orzo, frumento tenero e frumento duro. Inoltre, all’interno di ogni specie, esiste, tra le diverse varietà, un differente grado di suscettibilità nei confronti della Fusariosi della spiga. Tale variabilità è più accentuata tra le varietà di frumento tenero rispetto a quelle di frumento duro e di orzo. Nella scelta varietale, oltre agli aspetti produttivi e qualitativi, sarebbe pertanto fondamentale considerare il grado di resistenza alla malattia.

Semine troppo anticipate aumentano la densità della vegetazione in primavera e di conseguenza creano un ambiente potenzialmente più favorevole allo sviluppo della malattia. Sono pertanto da preferire le semine a partire dalla seconda metà di ottobre, compatibilmente con le caratteristiche dell’ambiente e della varietà. In linea generale, negli ambienti più freddi è consigliabile anticipare l’epoca di semina, mentre le semine più tardive sono indicate per le varietà più precoci e per quelle più suscettibili all’allettamento. Semine troppo fitte, analogamente alle semine troppo anticipate, possono creare condizioni favorevoli all’infezione.

In generale, evitare alle piante stress fisiologici in grado di renderle maggiormente predisposte alle infezioni fungine è un buon presupposto per ridurre il rischio di contaminazione micotossigena. La maggiore efficienza della concimazione azotata si raggiunge attraverso apporti frazionati ed intervenendo nelle fasi fenologiche più importanti ai fini produttivi e qualitativi (es. spiga a 1 cm, botticella). Sono da evitare eccessi negli apporti tardivi di azoto (fase di botticella), in quanto potrebbero prolungare il ciclo della coltura ed aumentare il rischio di contaminazioni tossigena. Anche la presenza di erbe infestanti è un elemento di forte stress per la pianta e quindi è importante mantenere pulito il terreno dalle erbe infestanti in modo da evitare competizione idrica e nutrizionale con la coltura in atto.

Controllo chimico

Quando le pratiche agronomiche non vengono impiegate correttamente il controllo chimico della malattia risulta indispensabile, soprattutto in annate a forte piovosità durante il periodo fiorale. Il momento ottimale per eseguire il trattamento necessario per contenere la malattia va posizionato in maniera preventiva, prima della eventuale pioggia e fra la fase di spigatura e fioritura (con almeno il 20% di emissione delle antere). Per quanto riguarda la scelta dei principi attivi, particolarmente efficaci rimangono i fungicidi appartenenti alla famiglia degli Ibe (difenconazolo, metconazolo, tebuconazolo, protioconazolo, bromoconazolo), e procloraz, e le miscele fra questi. I prodotti in miscela sono attivi anche nei confronti di altre malattie fungine come oidio e ruggini. Nel caso del contenimento biologico dell’avversità è stato recentemente autorizzato Pythium oligandrum microorganismo fungino che agisce sia per parassitismo nei confronti del fungo patogeno sia inducendo nella pianta la produzione di barriere biochimiche e morfologiche alla penetrazione del fungo patogeno. In questo caso il prodotto va applicato preventivamente nella fase di accestimento e in quella di spigatura. Come principio attivo ad azione di contatto è invece impiegabile il bicarbonato di K. Nei disciplinari di Produzione integrata sulla coltura sono ammessi due trattamenti indipendentemente dalle avversità. È fortemente consigliato, dopo mais e sorgo, seminare il frumento duro e le cultivar di frumento tenero Mieti, Serio e Trofeo, solo dopo l’interramento dei residui colturali. Interessanti esperienze sono in corso di valutazione mediante l’impiego di ceppi di Trichoderma sui residui della coltura precedente con la funzione di ridurre il potenziale d’inoculo dei funghi patogeni all’inizio della semina.

Gli autori sono del Servizio Fitosanitario, Regione Emilia-Romagna


La gravità della malattia

In campo, il complesso di specie di Fusarium patogene sverna sui residui colturali che, perciò, rappresentano la principale fonte di inoculo. Da questi, le spore fungine vengono veicolate dagli schizzi di pioggia, a più riprese, dalle foglie prossime al terreno fino alla spiga. In presenza di persistenti bagnature, le spore germinano invadendo i fiori, le glume e la spiga (fig. 1).

In genere attacchi precoci compromettono totalmente la formazione della cariosside, mentre attacchi del fungo più tardivi o di gravità apparentemente inferiore possono far sembrare la granella infetta apparentemente sana. La gravità della malattia in campo come anche la contaminazione micotossigena è pertanto legata sia all’inoculo conservato sui residui colturali, sia a particolari condizioni ambientali (elevata umidità, abbondanti precipitazioni) che si possono verificare a partire dalla fioritura fino alla maturazione latteo-cerosa delle cariossidi. L’accumulo delle micotossine ha sì, inizio in campo, ma può modificarsi nelle successive fasi di raccolta, stoccaggio e trasformazione. Il problema coinvolge quindi l’intera filiera produttiva che ha, tuttavia, la possibilità di incidere sul rischio di contaminazione delle derrate alimentari prodotte attraverso una corretta gestione della coltura in campo, della raccolta e del post-raccolta.

Come contrastare la Fusariosi della spiga - Ultima modifica: 2023-04-05T20:20:53+02:00 da K4

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