Stefano Monticini, lo specialista dell’olivo

Stefano Monticini con il padre Bernardo
Stefano Monticini ad Arezzo presta servizi conto terzi esclusivamente in olivicoltura. Almeno per ora

Abituati a parlare di aziende agromeccaniche che coprono centinaia se non migliaia di ettari, su questo numero riferiamo invece di un’impresa iperspecializzata, che copre 50 ettari come attività conto terzi, oltre a possederne un paio in proprietà e altri otto in affitto.

Il motivo è presto detto. Quella di Stefano Monticini è un’impresa agromeccanica alle porte di Arezzo che lavora esclusivamente in olivicoltura e quindi 50 ettari sono più che sufficienti per garantirsi un’attività redditizia. L’azienda è nata nel 2013, quando Stefano aveva solo 26 anni. «Prima del 2013 lavoravo come dipendente presso un contoterzista – conferma Monticini – dopo di che ho deciso di provare a fare da solo, grazie anche all’incoraggiamento da parte di chi mi era vicino. Ho deciso di specializzarmi in olivicoltura perché è molto diffusa in questa zona e non c’erano persone in grado di gestire un oliveto, a partire dalla potatura per arrivare fino alla raccolta. Finora non ho avuto bisogno di assumere nessuno e quindi mi avvalgo solo di collaboratori stagionali».

Prima generazione

Quella di Monticini è la prima generazione, in quanto il padre, pur appassionato di macchine agricole, non era agricoltore, anche se possedeva un po’ di terra. Ma da piccolo Stefano era così attratto dalle macchine che, appena compiuti i 18 anni, andava ad aiutare un terzista durante la campagna del grano, guidando il trattore con rimorchio per il trasporto appunto del grano. «Le consideravo le mie vacanze estive – commenta divertito Stefano –».

In questi ormai dieci anni l’attività è cresciuta e si è allargata. «Siamo partiti da un trattore e ora ne abbiamo quattro – spiega Monticini – assieme a un furgone agricolo 4x4 e a diversi attrezzi, soprattutto trince. Io, infatti, seguo tutte le operazioni che si effettuano in un oliveto (tranne l’impianto, al momento), ma soprattutto trinciatura dell’erba, potatura, concimazioni minerali e organiche, trattamenti e raccolta. Quest’ultima la faccio solo con abbacchiatori ad ali, quindi non meccanizzata per esempio con i vibratori del tronco, perché queste zone sono collinari e gli oliveti sono stretti, tanto che a volte non si passa neanche con il trinciaerba. Quindi è difficile entrarci con le macchine, senza contare che dopo la gelata del 1985 gli olivi sono stati ricostituiti per lo più a 3-4 tronchi e quindi non sono particolarmente adatti a essere raccolti con il vibratore del tronco».

In realtà Monticini qualche “puntatina” fuori dall’olivo la fa. «Lavoro anche al ripristino dei terreni abbandonati, con un trincia per la pulizia e un escavatore a noleggio. Poi lavoro anche in una vigna dando mano a un altro contoterzista specializzato appunto in viticoltura. Si collabora, insomma, anche perché l’unione fa la forza. È inutile, infatti, farsi la guerra sui prezzi e arrivare ad accettare lavori sotto costo, perchè si finirebbe inevitabilmente per fallire. E poi in olivicoltura, sinceramente, di concorrenza ce n’è veramente poca».

Parco macchine in costante evoluzione

Tre trince, due frese, un erpice rotante, un aratro reversibile e uno fisso, alcuni estirpatori, da usare anche in campo aperto: Monticini non ha paura di espandersi. «Ambisco a crescere – aggiunge Stefano – per esempio potrei pensare anche alla frangitura delle olive o inserirmi nella viticoltura. Però mi piace fare il passo secondo la gamba, senza manie di grandezza. Non sono certo il tipo che fa investimenti azzardati». Per quanto riguarda il parco macchine, l’ultima comprata (nel 2020) è un trattore New Holland T3.70F. «Mi serviva un frutteto da 70 cavalli – spiega Monticini – dopo di che ho un 100 cavalli (T5050) e un “trattorino” (Boomer 25), sempre New Holland, e un Landini Mistral 50 («macchina azzeccatissima, in 5.000 ore nessuna rottura»). Come attrezzature mi servirebbe un trincia scavallatore che lavora sotto le file, tipo Spedo o Arrizza, uno spandiletame portato (tipo RenMark) da 1 metro cubo, adatto a spazi stretti, autocaricante e con distribuzione laterale), e un atomizzatore trainato. E mi servirebbe anche un escavatore, per l’attività di recupero terreni, rifacimento fossi, impianto vigneti ecc. Al momento giusto li acquisterò».

Appello ai giovani

L’areale in cui opera Monticini è un’oasi felice, con clienti selezionati che pagano regolarmente. «La nostra filosofia è quella di applicare sempre prezzi equi. Quest’anno, per esempio, con il gasolio alle stelle non avevamo alternative se non adeguare le tariffe. Per fortuna la siccità non ha pesato tanto sull’annata olivicola, almeno qui da noi, anche se chi ha irrigato ha prodotto di più. A proposito di irrigazione, per alcuni clienti ho installato un impianto con ali gocciolanti interrate, che secondo me funziona meglio di quelle esterne. L’attività agromeccanica dà grandi soddisfazioni – conclude Monticini – perché non c’è niente di più gratificante dell’iniziare un lavoro alla mattina e di vederlo completato alla sera. E per un giovane è anche divertente. Credo che l’attività agromeccanica abbia bisogno di energie fresche, perciò invito tutti i giovani a tuffarsi in questo mondo affascinante: in fondo basta credere in quello che si fa».

Stefano Monticini, lo specialista dell’olivo - Ultima modifica: 2022-11-03T09:09:43+01:00 da Francesco Bartolozzi

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