Taglia il traguardo dei dieci anni di attività Combi Mais, il progetto innovativo per uno sviluppo sostenibile della maiscoltura italiana sia per il food che per il feed. Nel 2023 ricorre, inoltre, anche il centenario della fondazione dell’Azienda agricola Folli della Famiglia Vigo a Robbiano di Mediglia (Lo) che ne ha promosso la realizzazione sperimentando in azienda le nuove tecnologie.
«Il mais è strategico perché con il mais alimentiamo zootecnia ed esseri umani – ha ricordato Mario Vigo, titolare, con il fratello Alberto, dell’Azienda Agricola Folli e ideatore del progetto –. Abbiamo iniziato lanciando il progetto a Expo e siamo arrivati alla campagna maidicola del 2023. Quest’anno ancora di più si è avvertita la necessità di produrre mais in modo sostenibile come risposta ai problemi dovuti alle crisi climatiche e geopolitiche e alla Pac, che premia l’aumento delle rese associato alla riduzione dell’impatto». Nel 2019 Combi Mais si era tra l’altro aggiudicato il Premio Nazionale di Confagricoltura per le imprese agricole innovative.
Nell’Azienda agricola Folli sono stati presentati, il 27 settembre scorso, i dati dell’edizione 10.0, ossia del decimo anno di applicazione. Quest’anno, come ha sottolineato Leonardo Bertolani, agronomo coordinatore dell’iniziativa, il protocollo colturale Combi Mais ha raggiunto una resa media in pieno campo di 162,9 quintali a ettaro per il feed (a fronte di una resa media dell’area di 145 quintali a ettaro) e di 175,9 quintali a ettaro per il food. Nel cuore del sistema sperimentale utilizzando nuove tecnologie si sono raggiunti, tuttavia, i 190,4 quintali a ettaro per il mais da alimentazione zootecnica.
Per quanto riguarda la redditività, considerando un prezzo di vendita di 22,4 euro al quintale, applicando il protocollo Combi Mais sale a 271 euro a ettaro a fronte dei 120 euro a ettaro che rappresentano la media del territorio. Per il mais a uso alimentare la redditività sale a 1.216 euro. E ancora, nella sperimentazione più spinta, raggiunge i 376 euro a ettaro.
Da 25 a 25mila ettari
Combi Mais, che si propone di massimizzare la resa e la redditività utilizzando meno risorse grazie all’agricoltura di precisione e partner tecnici che da tempo sono al suo fianco (Netafim per l’irrigazione a goccia, Unimer per la produzione di fertilizzanti, Cifo specializzata nella nutrizione, Maschio Gaspardo per la produzione di macchine per la lavorazione del terreno, Agriserv, società di contoterzisti, Bayer con il marchio Dekalb per Genetica e Selezione Ibridi, Crop Science per la difesa e FieldView per il supporto digitale; xFarm technologies, tech company leader nella digitalizzazione del settore agroalimentare, Agrisafe, Broker Assicurativo), è partito dai primi 25 ettari ed è arrivato, nel 2023, a 25mila ettari estendendosi a un rete di imprese. In questo caso il protocollo, come ha spiegato Bertolani, non è proprio identico, ma ne viene applicato uno similare, modulato su larga scala per adattarsi a un certo numero di aziende agricole.
Tab. 1 - Andamento produttivo del Combi Mais negli anni (t/ha)
2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | |
Feed | 15,3 | 13,2 | 15,9 | 15 | 16 | 15 | 18,2 | 16,8 | 16,2 | 16,3 |
Food | 12,6 | 12,1 | 12,2 | 17,6 | ||||||
Prove feed | 18,3 | 17,8 | 14,1 | 19,0 |
Fonte: Combi Mais
Maiscoltura strategica ma investimenti in forte calo
Vigo ha sottolineato il costante calo delle superfici investite a mais e la necessità di tornare a contare sulla redditività della coltura: «Nel 2010 in Italia avevamo 996mila ettari di mais che nel 2022 sono diventati quasi 564mila, di cui l’89% nella pianura Padana. Nel 2010 in Lombardia erano investiti a mais 330mila ettari di mais e nel 2022 ne sono rimasti abbiamo 28mila. Il calo è significativo e deve fare ragionare in termini di politiche di adattabilità, soprattutto da parte della Regione Lombardia. Aver perso gran parte delle superfici investite a livello nazionale rischia di provocare seri problemi alla filiera del feed e food italiano».
Entrando nel dettaglio in quest’ultima campagna a mais da granella sono stati investiti, a livello nazionale, 540mila ettari che hanno dato una produzione di 6,1-6,4 milioni di tonnellate, con rese in granella maggiori del 25% rispetto a quelle dell’annata 2021-2022 e in linea con quelle dell’annata 2020-2021.
«Tutti dicono – ha spiegato Vigo - che è necessario fare squadra; noi l›abbiamo fatta mettendo intorno al tavolo io, Leo Bertolani, tutti gli attori, diciamo della filiera del mais. Abbiamo, infatti, l’acqua, la nutrizione, la difesa con i biostimolanti, la meccanica e la parte assicurativa con un protocollo che ha raggiunto tutti gli obiettivi, in termini di resa, alta qualità, sicurezza sanitaria, sostenibilità e redditività».
Tab. 2 - Conto economico 2023
Resa | Prezzo | PLV | Costo produzione | Profitto | |
t/ha | €/t | €/ha | €/ha | €/ha | |
Feed tradizionale | 14,5 | 224 | 3.248 | 3.128 | 120 |
Food Combi Mais | 17,6 | 285 | 5.014 | 3.798 | 1.216 |
Feed Combi Mais | 16,3 | 224 | 3.649 | 3.378 | 271 |
Fonte: Combi Mais
Gli obiettivi raggiunti
«Siamo partiti con l’obiettivo – ha spiegato Vigo – di massimizzare la resa razionalizzando le risorse impiegate e dare così più redditività all’azienda agricola. In questi anni siamo passati, non solo come aziende agricole, tra tante difficoltà: la pandemia da Covid-19che ha portato degli squilibri, poi condizioni meteorologiche avversi come la siccità che hanno complicato la campagna maidicola dello scorso anno». Anche per quanto riguarda la qualità e sicurezza sanitaria i risultati delle analisi di quest’anno con il protocollo Combi Mais hanno evidenziato, come ha fatto notare sempre Vigo, livelli di aflatossine uguali a zero: «Negli ultimi dieci anni uno degli ostacoli alla produzione di mais è stato proprio rappresentato dai problemi di ordine sanitario. Arrivare a garantire l’assoluta sanità del prodotto è un modo per valorizzare il prodotto italiano».
In tema di sostenibilità il progetto Combi Mais ha anticipato, fin dai suoi esordi, alcuni concetti chiave, risolvendo anche, ad esempio il problema legato alla scarsa disponibilità dell’acqua. Il protocollo consente, infatti, di risparmiare il 30-35% delle risorse idriche, rendendo la coltura ancora più rispettosa per l’ambiente.
Oltre metà delle risorse Psr destinate all’innovazione
«Si tratta di un progetto – ha commentato l’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi – che coniuga qualità produttiva superiore e una quantità di acqua inferiore a quella che richiede una coltura di mais. Un progetto innovativo che cerca di costruire un pezzo di storia e guardare al futuro». Beduschi a questo proposito ha sottolineato che più della metà delle risorse del Psr verranno destinate all’innovazione che è anche il motore trainante del progetto Combi Mais.
Cesare Soldi, presidente della Libera di Cremona e dell’Associazione nazionale maiscoltori italiani, ha fatto il punto sull’annata maidicola: «Abbiamo affrontato una buona stagione meteorologica, ma dobbiamo ora gestire una situazione di mercato complicato con prezzi del mais che se dovessero scendere ancora sarebbero vicini al punto di pareggio, quindi non si avrebbe redditività». Soldi ha anche sollecitato l’avvio, da parte della politica, di un piano maidicolo per rilanciare la coltura.