Senza agromeccanici in Italia non si fa agricoltura di precisione

agricoltura di precisione
Dalla Bernardina: «Nei Csr le Regioni hanno riservato pochi spiccioli alla diffusione della precision farming. Contoterzisti unici a poter eseguire lavorazioni a rateo variabile»

«Solo nove Regioni hanno destinato fondi all’agricoltura di precisione nei Complementi dello sviluppo rurale elaborati in base al Piano Strategico della Pac 2023-2027. In tutto 34 milioni di euro, praticamente pochi spiccioli. Se da un lato questo è un aspetto decisamente preoccupante perché rischia di frenare il nostro Paese nel raggiungimento degli obiettivi ambientali posti dalla Ue, oltre a soffocare la competitività delle imprese agricole, dall’altro ribadisce il ruolo sempre più centrale degli agromeccanici per perseguire proprio le direttive imposte dall’Unione europea con Green Deal e Farm to Fork».

Con queste parole il presidente di Cai Agromec Gianni Dalla Bernardina, commenta le novità che arrivano dalle politiche agricole decise dalle Regioni italiane all’indomani dell’entrata in vigore della Pac 2023-2027.«Il Complemento dello sviluppo rurale – prosegue Dalla Bernardina – è uno strumento particolarmente importante, perché indirizza, regione per regione, i fondi Pac del II Pilastro. Già una dotazione finanziaria simile alla precedente programmazione ma a prezzi costanti e non correnti, considerando l’inflazione galoppante, limita la capacità di spesa delle imprese agricole. Se a questo aggiungiamo la beffa dei pochissimi soldi destinati alla precision farming: lo 0,21% dei sei miliardi della dotazione totale in mano alle Regioni, diventa decisamente impossibile pensare a progetti di agricoltura 4.0».

Gianni Dalla Bernardina

Con lavorazioni di precisione meno costi e più produttività

Il presidente di Cai Agromec suggerisce però una via d’uscita. «In un simile contesto diventa ancora più fondamentale il ruolo degli agromeccanici – ribadisce Dalla Bernardina – gli unici che, grazie alle macchine e alle attrezzature di ultima generazione di cui si sono dotati con importanti investimenti, possono eseguire lavorazioni del terreno di precisione, oltre a concimazioni e semine a rateo variabile, che permettono di ottimizzare i costi aziendali, ridurre l’impiego di mezzi tecnici e aumentare le rese, contribuendo in maniera decisiva alla sostenibilità ambientale ed economica delle imprese agricole».La superficie media delle aziende agricole italiane si aggira intorno ai 12 ettari. Un singolo agricoltore non può certamente riuscire a sostenere gli ingenti investimenti che occorrono per acquistare i macchinari più moderni, quelli che consentono di applicare l’agricoltura 4.0. Gli agromeccanici contribuiscono in tal senso a fare sistema. «Difatti non ritengo un caso che Regioni dove il ruolo dei contoterzisti è oggi più centrale in termini di ettari lavorati come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, non abbiano previsto stanziamenti per l’agricoltura di precisione».

«Le sfide che abbiamo davanti sono tante e ancora tutte da vincere – conclude Dalla Bernardina –. La nuova Pac presenta senz’altro tante criticità, ma come Cai Agromec continueremo a sostenere in tutte le sedi il ruolo degli agromeccanici, che con più di 30.000 macchine di ultima generazione già oggi svolgono l’80% dei lavori agricoli nel nostro Paese, con punte che arrivano al 90%. Trattori a guida satellitare, spandiconcime e seminatrici a rateo variabile, trebbiatrici con controllo della qualità del prodotto, sono solo alcuni esempi del contributo che gli agromeccanici, già oggi, possono dare per raggiungere gli obiettivi europei legati al Farm to Fork 2030 e le linee guida ministeriali per lo sviluppo dell’agricoltura di precisione».

Senza agromeccanici in Italia non si fa agricoltura di precisione - Ultima modifica: 2023-01-27T14:31:33+01:00 da Il Contoterzista

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