Nessuna voglia (e nessun programma) di entrare nel comparto trattori.
Corposo piani di investimenti sia in stabilimenti che in ricerca e sviluppo.
Pianificazione di una crescita che dovrebbe portare il giro d’affari a 1,4 miliardi di € nel 2020. Valore che sancirebbe il raddoppio del fatturato nell’arco di dieci anni (il valore 2010 era di poco superiore ai 650 milioni di euro).
Con questi atout Kuhn ha incontrato la stampa internazionale a Saverne, head quarter del gruppo francese.
Risultati significativi in un periodo complesso come l’attuale, che soddisfano Michel Siebert al vertice del gruppo alsaziano, ormai leader mondiale nel settore delle attrezzature agricole.
Siebert smentisce subito le voci di trattative d’acquisto o cessione: «Kuhn è un’azienda in salute che pensa alla crescita interna come fattore strategico, ma che valuterà eventuali opzioni esterne. Di certo vogliamo essere i controllori del nostro destino. Abbiamo ormai dieci famiglie di macchine e attrezzature e conosciamo bene i nostri punti di forza. Continueremo su questa strada».
Il rafforzamento prevede un cospicuo piano di investimenti, 150 milioni di euro nei prossimi tre anni. Indicativamente Kuhn investirà circa il 4% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo: considerando che si naviga con fatturati sopra al miliardo di euro e crescenti, siamo nell’ordine di 40-50 milioni di euro all’anno.
Torniamo ai numeri di bilancio. Che hanno un certo peso.
Kuhn ha chiuso il 2012 con un giro d’affari di 1,01 miliardi di euro (+19,1% sul 2011), un margine operativo (Ebit) di circa 120 milioni, in crescita del 31,2% sul 2011, e un aumento del 6,3% del numero di dipendenti (in totale 4.495).
Ancora migliori appaiono i dati del primo semestre 2013. Il fatturato cresce di un ulteriore 6,8% rispetto all’analogo periodo 2012, il portafoglio ordini del 10%, l’utile semestrale ha già superato gli 80 milioni di euro, mentre continua a crescere il numero di dipendenti (+2,6%, a 4.756 unità).
Superato abbondantemente già nel 2012 l’obiettivo definito per il 2015 (prefissato in 800 milioni di euro), l’orizzonte si allunga al 2020 e agli 1,4 miliardi di euro stimati da Siebert.
Intanto l’area alsaziana di Saverne e Monswiller diventa sempre più strategica grazie all’inaugurazione del nuovo centro per la formazione (7 milioni di euro d’investimento) e l’ampliamento dell’area ricambi, ora completamente centralizzata.
Sul fronte italiano, il responsabile della filiale Giovanni Donatacci sottolinea che l’ultimo anno è stato sostanzialmente in linea con il precedente (poco sotto i 24 milioni di euro) «anche se fare programmazione in Italia diventa sempre più complicato».
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