Dove va la meccanizzazione?

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L’edizione 2018 di Eima sarà una buona occasione per visionare le nuove tendenze. Soprattutto in funzione dell’evoluzione dell’agricoltura, italiana ed europea, verso il biologico

Prima di porsi la fatidica domanda sulla possibile evoluzione delle tecnologie di supporto alla produzione, sarebbe necessario rispondere a un quesito di portata molto più generale: dove va l’agricoltura?
È noto – e la Fao ce lo ricorda periodicamente – che la pressione demografica potrà portare, nel volgere di qualche decennio, ad una competizione sul cibo sempre più serrata, che potrebbe mettere fuori gioco le popolazioni economicamente più deboli. Le raccomandazioni della Fao non sono dirette agli agricoltori, ma al mondo della ricerca applicata: se questa farà bene il suo dovere, quando ce ne sarà bisogno avremo acquisito le nozioni per produrre di più, con meno risorse e nel rispetto dell’ambiente. Non avrebbe invece senso mettersi oggi a produrre più di quanto il mercato possa consumare: le derrate alimentari hanno una certa durata, che si misura in anni ma non in decenni; inutile quindi accumulare eccedenze, in un momento di ampia copertura e di scorte elevate. D’altra parte, la corsa all’incremento delle rese con le tecniche attuali rischia di rendere più difficili le condizioni future: i giacimenti di fosfati non dureranno in eterno, così come i combustibili fossili, ancor oggi largamente impiegati per la sintesi dell’ammoniaca e dell’urea.

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Oltre al “quanto produrre”, conta molto “cosa” (o come) produrre: nell’ultima edizione di Sana, la più antica manifestazione nazionale dedicata dall’alimentazione e all’agricoltura organica, è emerso che il settore biologico manifesta una crescita importante. C’è da attendersi, come prospettato da qualche inguaribile ottimista, che l’agricoltura biologica prenda il sopravvento su quella convenzionale? Chissà. Sicuramente i consumatori italiani sono molto attenti a ciò che mangiano e scelgono con cura maggiore di altri; tuttavia i cibi bio sono comprensibilmente più costosi degli altri (non solo a causa dei maggiori costi delle produzioni agricole) e questo oggi ha una certa importanza. Non è un caso poi che il potere d’acquisto pro capite sia alquanto diverso sul territorio nazionale: oltre alle storiche differenze fra Nord e Sud, la forbice è molto ampia anche fra grandi agglomerati urbani e campagna, fra centro e periferia, fra italiani e non.

Bio e convenzionale verso una convivenza pacifica
Tutto questo per dire che appare alquanto difficile che le tecniche “bio” possano soppiantare quelle convenzionali; è assai più probabile che le due tecniche conviveranno pacificamente, influenzandosi a vicenda, per il benessere di tutti. La pressione verso l’aumento delle produzioni biologiche, in questo momento, è più che giustificata, perché il mercato è in grado di assorbire più prodotto, ma senza esagerare: se si arrivasse anche qui ad accumulare eccedenze, ci sarebbe da temere un pericoloso effetto boomerang. Il differenziale fra prodotti convenzionali e biologici si sta infatti assottigliando, nonostante i disciplinari di produzione molto diversi, e se i prezzi all’ingrosso dovessero crollare i primi a farne le spese sarebbero proprio gli agricoltori.
Il discorso sul regime biologico ha tuttavia motivazioni strettamente connesse alla domanda iniziale: la meccanizzazione – intesa come tecnologia al servizio della produzione agricola – è il principale strumento per la difesa delle colture, quando non è possibile ricorrere ad altri mezzi. Una cosa, questa, che i consumatori non sanno: non si produce biologico con stuoli di contadini armati di falce, ma con una tecnica agronomica sofisticata, forse più di quella convenzionale. In quest’ambito una situazione sfavorevole può essere corretta con mezzi di difesa efficaci, che la chimica di sintesi ha sviluppato in anni recenti: concimi fogliari, fitoregolatori, presidi sanitari specifici e selettivi, permettono di salvare la produzione anche a tempo (quasi) scaduto. In regime biologico non è altrettanto facile, a causa di un’impostazione nata da un’eccessiva diffidenza verso la chimica e la tecnologia, che ha portato a situazioni assurde. Sono vietati per esempio i prodotti fitosanitari derivanti da sintesi organiche, ma sono ammessi quelli inorganici (solfato di rame) che sono “naturali” quanto i concimi chimici.

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In questo senso l’agricoltura biologica si può definire come il risultato di una convenzione che, pur contenendo qualche contraddizione, cerca di rispettare di più l’ambiente e dare prodotti con meno residui potenzialmente pericolosi. Ancor oggi il regime biologico divide gli agromeccanici, e specialmente quelli che si fanno pagare la raccolta a quantità, poiché le rese sono mediamente inferiori e si richiedono maggiori precauzioni in fase di raccolta, se non altro per la possibile presenza di specie infestanti.
Tuttavia il regime biologico deve essere visto come un’opportunità per il contoterzista, soprattutto ora che si sta diffondendo verso le realtà aziendali più ampie; fino a quando la scala è di qualche ettaro, si può intervenire con il lavoro manuale, ma se ci allarga un po’, ci vogliono le macchine. La necessità di attrezzature specifiche, in particolare per il diserbo non chimico, apre alle imprese agromeccaniche nuove prospettive, perché se è vero che i prodotti biologici garantiscono una migliore redditività, è anche vero che le macchine devono essere ammortizzate su ampie superfici. Non bisogna infatti dimenticare che uno dei fondamenti del regime biologico sta nella capacità di rendere difficile la vita a parassiti e infestanti, e quindi nell’avvicendamento colturale. Con 50 ettari di seminativi “bio” in rotazione quinquennale, avremo al massimo 20 ettari all’anno di colture lavorabili con le stesse macchine; se è prevista una leguminosa poliennale, le superfici disponibili annualmente si riducono considerevolmente. Una sarchiatrice a organi folli, di tipo polivalente, non ha un ammortamento annuo molto elevato, tuttavia l’esigua superficie dominata può rendere insostenibile il costo per ettaro; questo aumenta considerevolmente per le diserbatrici attive, ad acqua in pressione, vapore o fiamma diretta. È logico attendersi che queste macchine saranno gestite in larga misura dagli agromeccanici, che le potranno impiegare su una scala territoriale ottimale, con costi unitari sostenibili, benché superiori a quelli del diserbo chimico a causa della minore larghezza di lavoro.

Macchine progettate in funzione della produttività oraria
Le macchine che vedremo a Eima International sono state progettate in funzione della produttività oraria, tanto per l’agricoltura convenzionale quanto per quella biologica; non è neppure pensabile un passo all’indietro, verso modelli agricoli ormai sepolti dalla storia. L’agricoltura di autoconsumo continuerà ad avere un proprio ruolo economico e sociale, ma non si può produrre per il mercato con gli strumenti adatti per un orto familiare, almeno non ai prezzi che il mercato può pagare; 100 €/t di differenza fra convenzionale e biologico rappresentano un margine interessante solo se si opera con macchine efficienti e produttive, gestite bene.

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In questo senso, l’edizione 2018 di Eima sarà una buona occasione per visionare le nuove tendenze della meccanizzazione, che tengono conto dell’evoluzione dell’agricoltura europea, e sopra tutto italiana, verso il settore biologico. Lo sviluppo delle metodologie analitiche porta ogni giorno a scoprire effetti indesiderati in quasi tutti i prodotti di uso comune, e poiché l’agricoltura conta poco nei processi decisionali, può essere penalizzata più di altri settori quando si decide se vietare l’uso di qualche principio attivo. Il processo di revisione in atto, nei prossimi anni avrà pesanti ricadute sui prodotti fitosanitari autorizzati nelle pratiche agricole convenzionali, portando a ridisegnare le tecniche di difesa e a rivalutare gli interventi agronomici. In altre parole, le attuali distinzioni fra regimi – biologico e convenzionale – sembrano destinate a ridimensionarsi: avremo un “bio” più aperto all’evoluzione tecnologica e un’agricoltura tradizionale più sensibile agli aspetti ambientali e della salute umana.

Agromeccanici protagonisti anche nell’automazione
La meccanizzazione è destinata a ricoprire un ruolo sempre più importante, non legato solo alla macchina come la intendiamo ora – strumento meccanico per l’attuazione di un lavoro, ancorché governata da sistemi per l’automazione – ma ad un concetto assai più ampio. Come dimostrano le numerose segnalazioni e i riconoscimenti assegnati alle Novità Tecniche che saranno presentate in Eima (vedi articolo successivo), la macchina è diventata qualcosa di diverso, che comprende anche il mezzo con cui si realizza una certa tecnologia, la sua logica di funzionamento, il programma informatico o, guardando al futuro, quel sistema capace di imparare da solo. Senza arrivare all’intelligenza artificiale (per ora inferiore alla nostra), sono disponibili logiche assai sofisticate, in grado di far fare ad una macchina cose impensabili fino a pochi anni fa.
Le prime applicazioni di robotica sono già fra noi, e saranno visibili nella manifestazione bolognese, anche se la macchina che parte e se ne va a lavorare da sola è ancora piuttosto remota. Non per difficoltà tecnologiche, però: i robot capaci di imitare il lavoro dell’uomo sono a portata di mano, ma in agricoltura la marginalità è estremamente bassa, l’impiego è stagionale e la volatilità dei prezzi non consente di fare programmi, anche a medio termine. Un robot industriale capace di sostituire un uomo nella scelta di un pezzo e nella sua collocazione e montaggio al posto giusto può funzionare tutti i giorni 24 ore su 24, con minime soste per la manutenzione, potendo sostituire almeno 4 uomini (in una settimana ci sono 168 ore). Il costo complessivo di 4 operai, per i 3 anni di durata del robot (25.000 ore), corrisponde a quasi 400.000 euro (33.000 x 4 x 3), una cifra compatibile con il costo della macchina. Nel caso della raccolta di prodotti ortofrutticoli, se il tempo di lavoro incide per 30 giornate/uomo, operando giorno e notte un robot potrebbe far risparmiare 1.000 ore (30 x 8 x 4) per fila; su 4 file, si arriverebbe a 4.000 ore/anno, a cui però bisogna aggiungere 1.000 ore per la guida. Il risparmio netto di manodopera ammonta a 3.000 ore (4.000-1.000) che, al costo 20 €/ora, vela ben 60.000 euro; per essere ammortizzata la macchina dovrebbe però durare almeno 7-8 anni, cioè 21.000-24.000 ore, decisamente troppe per un impiego in campagna.
La soluzione esiste, ma richiede che la domanda si metta in moto; in altri settori – come telefonia, automotive ed elettronica di consumo – sono stati i grandi numeri a ridurre i costi della tecnologia. Non siamo tuttavia così lontani come il nostro esempio potrebbe far supporre, perché se il nostro “robot raccoglitore” costasse il 40% in meno (60.000 euro per fila), potrebbe essere ammortizzato in 12.000 ore, un valore già compatibile con la durata media di una macchina agricola.
Le considerazioni fatte mostrano come la meccanizzazione potrà sicuramente trovare nuovi equilibri, in funzione di una domanda più limitata nei numeri, ma certamente più esigente sul piano tecnologico, come risposta al crescente bisogno di qualità espresso dai consumatori finali. Le imprese agromeccaniche, dal canto loro, rappresentano da oltre 150 anni il tramite ideale fra il progresso tecnico e la sua sostenibilità economica, consentendo alle imprese agricole di accedere alla tecnologia a costi certi, programmabili e senza i vincoli determinati dagli investimenti fatti. Un lungo periodo, dominato prima dalla sostituzione della trazione animale con quella meccanica, poi dalla razionalizzazione degli interventi e ora dalla diffusione dell’automazione: un processo nel quale gli agromeccanici sono ancora protagonisti.

CONTOTERZISTA DELL'ANNO, TERZA EDIZIONE

Continua a crescere la manifestazione dedicata agli agromeccanici più innovativi. Quest’anno all’Eima, infatti, si tiene la terza edizione del premio Il Contoterzista dell’Anno, organizzato dalla rivista “Il Contoterzista” di Edagricole in collaborazione con la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai).

Il Contoterzista dell'anno 2018Come nelle due precedenti edizioni, saranno sei i premi assegnati per ciascuna delle seguenti categorie: Innovazioni tecnologiche, Agricoltura di precisione, Donne, Giovani, Diversificazione e Filiera agroalimentare.
La cerimonia si terrà giovedì 8 novembre alle ore 16.30 presso la Sala Quadriportico del Centro Servizi.

PROGRAMMA DEI CONVEGNI

Martedì 6 novembre 2018
ore 11.30 Sala Italia, Palazzo dei Congressi
Conferenza stampa FederUnacoma

ore 17.30 Fico Eataly World
Conferenza stampa New Holland (a invito)

Mercoledì 7 novembre 2018
ore 10.00 Quadriportico, Centro Servizi (Piano Terra)
Inaugurazione ufficiale EIMA International 2018

ore 11.30 Stand 11, Padiglione 14
Conferenza Stampa Gruppo Kuhn

ore 12.00 Sala Trio, Centro Servizi (Blocco B, I piano)
Conferenza stampa Agrievolution/CEMA

ore 12.30 Sala EIMA Web Tv, Centro Servizi (I piano, terrazza)
Conferenza stampa Irritec

ore 14.30 Sala Europa, Palazzo dei Congressi
Assemblea Agia-Cia

ore 14.30 Sala Quadriportico, Centro Servizi (Piano Terra)
Premiazione Tractor of the Year

ore 14.30 Sala 1, Padiglione 33 Ter
Incontro “Il fenomeno dei furti di macchine agricole” - Unacma

ore 15.30 Sala Quadriportico, Centro Servizi (Piano Terra)
Incontro “Quando l’agricoltura 4.0 aumenta la redditività”

ore 16.00 Sala EIMA Web Tv, Quadriportico (I piano, terrazza)
Presentazione EIMA Agrimach 2019

ore 16.30 Stand C/10, Padiglione 36
Conferenza stampa Merlo

ore 17.30 Stand A/5, Padiglione 14
Conferenza Stampa Trelleborg Wheel Systems Italia Spa

ore 18.30 Stand A11, Padiglione 16
Conferenza stampa Argo Tractors

Giovedì 8 novembre 2018
ore 9.30 Sala Suite, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Conferenza stampa Valtra

ore 10.00 Sala Quadriportico, Centro Servizi (Piano Terra)
Presentazione “Progetto Sicurezza” FederUnacoma

ore 10.00 Sala Sinfonia, Padiglione 36 (I piano)
Presentazione Progetto Nocciola Italia - New Business Media

ore 10.00 Stand C/9, Padiglione 36
Conferenza stampa Bridgestone (a invito: c.pasquini@saywhat.it)

ore 11.00 Sala EIMA Web TV, Quadriportico (I piano)
Presentazione 51ma edizione rassegna Agriumbria

ore 11.30 Sala Notturno, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Conferenza stampa SDF

ore 11.30 Sala Quintetto, Padiglione 36 (I piano)
Direttivo AIIA

ore 11.30 Sala Ouverture, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Incontro “STEP/WATER: una piattaforma informativa sui requisiti costruttivi delle macchine irroratrici per ottenere una migliore protezione delle colture e delle acque” - Cema/ECPA

ore 14.15 Sala Quadriportico, Centro Servizi (Piano Terra)
Convegno “Dati & Agricoltura + Reddito + Efficienza + Tracciabilità” - Image Line/MacGest

ore 14.30 Sala Trio, Centro Servizi (Blocco B, Primo Piano)
Conferenza stampa Kramp Group

ore 14.30 Sala Armonia, Padiglione 36 (I piano)
Assemblea AIIA

ore 14.30 Sala 1, Padiglione 33 Ter
Conferenza stampa Unacma

ore 14.30 Sala Sinfonia, Padiglione 36 (I piano)
Incontro sul tema“Mother Regulation: nuova omologazione europea dei veicoli agricoli” - FederUnacoma

ore 15.00 Sala Notturno, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Conferenza stampa Trelleborg Sealing Solutions Italia

ore 15.30 Sala 1, Padiglione 33 Ter
Incontro “Business e cooperazione allo sviluppo” - Aics

ore 16.00 Sala Suite, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Convegno “La mietitrebbia: una regina dei campi tra passato, presente e futuro” - Archivio Storico Pietro Laverda

ore 16.30 Sala Quadriportico, Centro Servizi (Piano Terra)
Il contoterzista dell’anno - New Business Media

ore 17.00 Sala EIMA Web Tv, Quadriportico (I piano, terrazza)
Presentazione progetto Ra Rake, il ranghinatore a doppia stella di Repossi Macchine Agricole

Venerdì 9 novembre 2018
ore 9.00 Sala EIMA Web Tv, Quadriportico (I piano, terrazza)
Presentazione mercato Zambia e rassegna Agritech 2019 - Clarion Events

ore 9.30 Sala Suite, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Incontro: AEF ISOBUS: Hi-tech for small machines - AEF/FederUnacoma

ore 10.00 Sala Notturno, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Lancio osservatorio Giovani Agricoltori Nomisma - Edagricole

ore 12.00 Sala Ouverture, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Presentazione libro Trattori Agricoli Orsi 1931-64 (Edagricole)

ore 14.30 Sala 1, Padiglione 33 Ter
Incontro Sicura-mente - Ancors/Inail

ore 15.00 Sala Suite, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Incontro “Nuove tecnologie e maggior efficienza. L’agricoltore oggi usa i droni” - Dronitaly

Sabato 10 novembre 2018
ore 9.00 Sala Sinfonia, Padiglione 36 (I piano)
XXVIII Meeting Club of Bologna

ore 9.00 Sala Suite, Centro Servizi (Blocco D, I piano)
Convegno “Digital Transformation nell’AgriFood” - Assintel - Associazione Nazionale Imprese ICT

ore 9.30 Sala Armonia, Pad. 36 (I piano)
Incontro “Biofertilizzanti: risorse ecosostenibili per le aziende agricole” - Herambiente

ore 10.00 Sala Allemanda, Padiglione 33/34 (Lato Ovest)
Incontro “Il benessere dei colori del verde nelle città” - Asproflor

ore 10.00 Sala EIMA Web TV, Quadriportico Centro Servizi (I piano, terrace)
Incontro “Marocco, un Paese in crescita. Le opportunità nel settore agricolo e il SIAM, Salone Internazionale dell’agricoltura” - VeronaFiere

ore 11.00 Sala Italia, Palazzo dei Congressi
Incontro “Agricoltura, alimentazione e salute: Territorio e meccanizzazione agricola” - Accademia Nazionale di Agricoltura (Registrazione)

ore 14.30 Sala Quadriportico, Centro Servizi (Piano Terra)
Elezione Miss Comuni Fioriti - Asproflor

ore 15.00 Sala 1, Padiglione 33 Ter
Incontro “Le agevolazioni dei bandi ISI INAIL per le aziende agricole” - Esseci

Domenica 11 novembre 2018
ore 9.00 Sala Sinfonia, Padiglione 36 (I piano)
XXVIII Meeting Club of Bologna

ore 10.00 Sala Europa, Palazzo dei Congressi
Premiazione Comuni Fioriti - Asproflor

ore 11.00 Sala 1, Padiglione 33 Ter
Talk Show Unacma

Dove va la meccanizzazione? - Ultima modifica: 2018-10-30T09:33:52+01:00 da Lucia Berti

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