Ridolfi, tradizionali ma aperti alle innovazioni

Da sinistra Dino Ridolfi, la moglie Daniela Laloni, i figli Giordano e Alessio Ridolfi (con il nipotino Santiago, quarta generazione), il cugino Erno Ridolfi e il dipendente Daniele Scacaroni (foto Ridolfi)
La famiglia Ridolfi a Montefalco (Pg) svolge i classici lavori conto terzi, con un occhio all’agricoltura di precisione e al biologico

Dopo oltre 15 anni torniamo sulla nostra rivista a far visita a un’impresa agromeccanica umbra. Allora eravamo in zona Città di Castello, oggi invece cambiamo versante e andiamo in quel di Montefalco (Pg), per la precisione da Dino Ridolfi. Una “piccola” realtà, ereditata dal padre e dallo zio e ora gestita assieme alla terza generazione, ovvero i figli Giordano e Alessio e il cugino Erno, con il contributo fondamentale della moglie Daniela sul fronte dell’amministrazione.

Alla stregua di buona parte dei contoterzisti umbri, anche i Ridolfi fanno un po’ di tutto, dall’aratura alla semina, dalla trebbiatura alla fienagione fino alla raccolta della paglia, per un totale di circa 500-600 ettari, ai quali vanno aggiunti, come ormai succede per la stragrande maggioranza degli agromeccanici, 55 ettari di azienda agricola di proprietà e altri 50 ettari gestiti in affitto, più che altro coltivati a cereali e girasole, tutti in asciutta, tanto che il mais i Ridolfi non lo coltivano affatto, proprio perché troppo esigente in fatto di acqua. Cosa che quest’anno si è sentita in modo molto particolare.

La trebbiatura in casa Ridolfi è affidata a una Claas Lexion 630 (in questa immagine, foto Ridolfi) e a una Laverda 296 Lcs LS (integrale)
La trebbiatura in casa Ridolfi è affidata a una Claas Lexion 630 ( foto Ridolfi) e, in questa foto, a una Laverda 296 Lcs LS (integrale)

Stagione a dir poco difficile

«La stagione per il frumento è stata disastrosa – puntualizza subito Dino Ridolfi – per i costi alle stelle (gasolio in primis) e le rese che non hanno superato i 40 q/ha. Se si pensa che due anni fa avevamo raggiunto gli 80 q/ha e che mediamente in questa zona si sta sui 60 q/ha… Per quanto riguarda il girasole, nella pianura verso Cannara tutto sommato se la sono cavata, mentre qui in collina sta cominciando a seccare e anche se piovesse adesso (fine luglio, ndr), non servirebbe a niente. Fortunatamente i prezzi si stanno mantenendo ancora alti, a parte il grano che ha iniziato a calare, per cui speriamo di non andare in perdita quando venderemo».

I Ridolfi sono rimasti sempre sulle lavorazioni tradizionali, anche se stanno cercando di sostituire l’aratro con le minime lavorazioni. «Sui nostri terreni lo abbiamo già eliminato e siamo passati al ripper – conferma Dino – se non altro per consumare meno gasolio, ma molti agricoltori sono ancora fissati con l’aratura. Per fortuna non si va più a 50 cm come si faceva in passato, ma ci si limita a 25-30 cm di profondità. In ogni caso, anche nel caso della semina su sodo ogni 2-3 anni secondo noi è bene intervenire con il ripper».

Trovandoci nella terra del Sagrantino non si può non considerare i vigneti, ma dopo il boom dei nuovi impianti, il business si è fermato. «Effettuavamo impianti – spiega Dino – e tuttora facciamo ancora qualche trattamento, ma sempre meno, perché i nuovi impianti si sono fermati e poche aziende vitivinicole si affidano ancora ai terzisti, se non per la vendemmia meccanica».

Prima di passare a Claas Ridolfi comprava Massey Ferguson, di cui possiede ancora un MF 6490 Dyna-6
Il parco macchine di Ridolfi diventerà passo dopo passo tutto Claas

Il parco macchine è ben fornito, con attrezzature varie, due mietitrebbie, una decina di trattori «e parecchi debiti – scherza Dino –. Il fatto è che vent’anni fa ammortizzavi una mietitrebbia in un paio di anni, ora ne servono molti di più. L’ultima mietitrebbia che ho comprato (due anni fa) è una Lexion 630 della Claas, così come è Claas anche l’ultimo trattore acquistato (un Axion 850) e le macchine per la fienagione (falciacondizionatrice tripla Disco 8500 RC, andanatore Liner 2900 e big baler Quadrant 5300). All’inizio avevo tutti trattori Fiat, poi il Consorzio Agrario di Perugia è passato a Massey Ferguson e ho iniziato a comprare Massey Ferguson, ma ora mi sono “buttato” su Claas e un po’ alla volta tutto il parco macchine sarà marcato Claas. Qui in Umbria Claas Italia ha stabilito una sorta di vendita diretta e mi sono trovato bene, soprattutto con il venditore, Mirco Allegretti, e con l’assistenza vicina e sempre disponibile».

La fienagione è una voce importante del fatturato di Ridolfi ed è tutta affidata a macchine Claas (foto Ridolfi)

Strade nuove

L’attività è ancora redditizia («ma un contoterzista ricco ancora non l’ho trovato», scherza ancora Dino), anche perché, pur se tradizionali, i Ridolfi stanno provando qualche “strada” nuova. «Il passo più importante che abbiamo fatto è stato quello di convertire parte dell’azienda di proprietà a biologico – spiega il figlio Giordano – e di avviare due anni fa una piccola stalla di bovini da carne, costituita attualmente da diciotto capi di Chianina che possono muoversi liberamente nei due ettari di terreno sottostanti la sede dell’azienda e nutrirsi di fieno di ottima qualità. L’attività zootecnica ci serve anche per spostarci sempre più verso la concimazione organica con letame nostro, riducendo così i concimi di sintesi. Altra idea è quella di introdurre i sovesci, mentre per quanto riguarda il biologico, abbiamo iniziato la conversione quattro anni fa e per adesso produciamo cereali (grano duro e tenero) e leguminose. Cosa coltiveremo in futuro non lo sappiamo, ma era importante entrare nel sistema e capire come gestire soprattutto le infestanti».

Claas Axion 870 (foto Ridolfi)
Da due anni i Ridolfi hanno avviato una piccola stalla con bovini da carne

Altra attività significativa introdotta dai Ridolfi è l’installazione e gestione degli impianti di irrigazione, cosa più che mai di attualità. «Proprio quest’anno abbiamo realizzato un grosso impianto a manichetta su 50 ettari di mais, certificato 4.0 e gestito tutto da remoto. Il mais irrigato con questo sistema al momento (fine luglio, ndr) è bellissimo e non sta soffrendo le alte temperature, mentre altri hanno dovuto trinciarlo per riuscire a portare a casa qualcosa. Chi vuole fare mais qui da noi, deve per forza irrigare, ma per fortuna nella fascia tra Assisi e Perugia parecchi lo fanno, perché c’è una falda abbastanza ricca da cui attingere acqua».

Diverse le attrezzature nel capannone di Ridolfi per lavorazioni di vario genere
Nel capannone si trova ancora qualche macchina per il vigneto

Ultima “apertura” dei Ridolfi è quella verso l’agricoltura di precisione. «I trattori che abbiamo sono tutti dotati di satellitare – conferma Giordano – e per il momento ci siano limitati alla guida automatica, che comunque già fa risparmiare perché evita le sovrapposizioni. Ma ci stiamo già muovendo per arrivare alla semina e alla concimazione a rateo variabile e chiudere così il cerchio; ci vorrà qualche anno, ma siamo convinti che il futuro sia quello. Anche se i clienti oggi non le richiedono, il contoterzista deve considerare queste tecnologie un investimento, perché rappresentano comunque una maggiore efficienza anche per lui». E a proposito di risparmi, quello dei conti è un argomento particolarmente scottante in quest’ultimo periodo, vista l’impennata dei costi dei mezzi tecnici. «Non è facile far “digerire” al cliente l’aumento delle tariffe di lavorazione – spiega Giordano – anche perché c’è ancora chi, pur di aggiudicarsi un lavoro, non fa bene i conti e si propone a prezzi troppo bassi. Se proprio vogliamo dirla tutta, quest’anno sarebbe stato necessario raddoppiare le tariffe e invece qualcuno applica gli stessi prezzi dello scorso anno, ma una strategia del genere non può che portare al fallimento».

Vista dall’alto di una parte del parco macchine di Ridolfi. Sullo sfondo lo splendido panorama da cui si riescono a intravedere Assisi, Spello, Foligno e Trevi
Tra i vari aumenti di prezzo, quello del gasolio, praticamente raddoppiato, è la voce che preoccupa di più

Chiudiamo con un veloce passaggio sull’associazione locale, l’Aiapp di Perugia. «Siamo soci già da tanti anni – conclude Dino Ridolfi – dai tempi di mio padre e dell’allora direttore Roberto Boni. Con Laura Boni, figlia di Roberto, ci troviamo addirittura meglio, tiene dietro con precisione alla nostra contabilità e sinceramente per noi è un appoggio indispensabile. Senza trascurare l’aspetto sindacale, che è ancora oggi importante».

Ridolfi, tradizionali ma aperti alle innovazioni - Ultima modifica: 2022-09-12T09:58:35+02:00 da Francesco Bartolozzi

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