Agromeccanici multitasking

Da sinistra Andrea Lelli (figlio di Paola Gasparri) con Federico (figlio di Pierluigi), Giovanni, Paola, Giulia (figlia di Giovanni) e Pierluigi Gasparri
Innovazione, filiera e diversificazione sono le tre carte vincenti dell’azienda Gasparri a Marcignana (Fi). Compresa l’attività di agriturismo

Non è raro incontrare realtà agromeccaniche al cui interno lavorano diversi familiari, ma quando questi, tra genitori, figli, zii e cugini raggiungono le 10 unità, il caso si fa quasi unico. Stiamo parlando della Gasparri snc di Marcignana, paesino di 1.200 anime alle porte di Empoli (Fi), che può essere definita un’azienda a conduzione “superfamiliare”, alla quale contribuiscono poi altri 12 dipendenti.

Un’azienda dalle radici antiche, che risalgono al 1930 quando fu fondata da Cesare Gasparri, con tanto di stalla e vigneti, che negli anni si è evoluta fino a introdurre nel 1994 anche i servizi conto terzi. «A metà anni 90 siamo stati praticamente costretti ad abbandonare il bestiame e quindi ci siamo spostati in toto su azienda agricola e contoterzismo – ci spiega Federico Gasparri, uno dei giovani pilastri della Gasparri assieme ai cugini Andrea e Giulia –. Adesso abbiamo un’azienda convenzionale con 40 ettari di vigneti e 500 di seminativi e un’azienda biologica con altri 30 ettari di vigneto e 100 di seminativi. Oltre all’azienda agricola svolgiamo poi servizi conto terzi in agricoltura, manutenzione del verde, sgombero neve e anche movimento terra. Senza contare che dal 2012 abbiamo dato vita anche a un agriturismo». I fratelli Pierluigi, Paola e Giovanni Gasparri sono oggi i titolari della Lavorazioni Gasparri, un’azienda con molteplici attività e differenziate. Concentrandoci sul conto terzi, i Gasparri arrivano a lavorare circa mille ettari l’anno in agricoltura (soprattutto cereali, favino, girasole, fienagione, vigneto e mais da biomassa), dove eseguono tutte le lavorazioni, trinciatura esclusa, con trebbiatura e vendemmia in primo piano. «Come conto terzi sul vigneto – precisa Federico – lavoriamo circa 40 ettari “a pacchetto chiuso” cioè seguendoli in toto, mentre con la vendemmia quest’anno dovremmo raggiungere i 150 ettari. Per questo abbiamo deciso di acquistare una seconda vendemmiatrice trainata Pellenc, che preferiamo ai modelli semoventi perché meno pesante e molto maneggevole».

Filiera e movimento terra

Una parola ricorrente nel vocabolario di Gasparri è filiera. «Partecipiamo a contratti di filiera soprattutto per il grano tenero – conferma Federico – perché ci danno un po’ di ossigeno e ci consentono di valorizzare il nostro prodotto. Recentemente abbiamo avviato una filiera locale di grani antichi in biologico con produzione di farine e pasta, che è sicuramente più redditizia rispetto alla coltivazione dei grani antichi per la grande industria. Tra l’altro, anche tutto quello che produciamo per il settore zootecnico, come foraggi e come mangimi, è biologico».

E un’altra parola d’ordine in casa Gasparri è diversificazione, perché dalla fine degli anni 90 sono entrati anche nel movimento terra. «Abbiamo pensato che mancasse quel settore che sta tra l’edilizia pura e l’agricoltura – racconta Federico –. Siamo partiti con un piccolo escavatore e adesso ne abbiamo cinque, da 18 fino a 150 quintali. In più ci affidiamo a una società di noleggio e lavoriamo molto per la città metropolitana di Firenze, dalla manutenzione delle strade alle livellature, dalle arginature ai lavori forestali e agli sfalci. Abbiamo infatti anche dei bracci decespugliatori, con modelli che vanno dai 6 fino ai 13,5 metri di sbraccio, ma presto ci doteremo anche di un modello semovente (Energreen, ndr). Al momento il movimento terra rappresenta il 40% del fatturato totale dell’azienda, per cui l’agricoltura rimane l’attività principale. Faccio presente che negli ultimi otto anni il nostro fatturato si è praticamente decuplicato e contiamo di crescere ancora, anche grazie alla presenza di forze giovani in azienda e alle tecnologie 4.0».

Agricoltura 4.0

Il 4.0 ci offre l’assist per parlare del parco macchine, perché anche grazie al credito d’imposta 4.0 i Gasparri hanno fatto acquisti negli ultimi due anni. «Sì, lo abbiamo sfruttato per comprare nel 2021 una mietitrebbia Trion 530 Montana della Claas (una delle prime arrivate in Italia, tant’è che è in realtà una pre-serie) e due trattori specializzati Nexos sempre di Claas, e nel 2022 un Massey Ferguson 8S.265 e un escavatore Eurocomach 60. L’ultimo acquisto, invece, un Claas Axion 870, lo abbiamo preso con il bando Inail. Attualmente il parco macchine comprende 25 trattori, 2 mietitrebbie, 5 escavatori, 2 ruspe e tutte le altre attrezzature, dagli aratri ai coltivatori, dalle dischiere alle seminatrici, dagli spandiconcime alle irroratrici, fino alle vendemmiatrici, alle macchine per la fienagione e agli strigliatori per il biologico».

Tecnologia 4.0 è sinonimo di agricoltura di precisione e un’azienda così giovane non può non utilizzarla. «L’agricoltura di precisione è un concetto molto difficile da far recepire al tessuto agricolo del Centro Italia, perché molti ancora non ci credono e non vogliono pagare il servizio che siamo in grado di offrirgli. Tanto per intenderci, lo scorso anno abbiamo proposto la mappatura di resa sulle mietitrebbie a soli 5 euro in più a ettaro e nessuno ha voluto farla. Avendo anche terreni di proprietà, ovviamente noi siamo partiti qualche anno fa con le concimazioni e i trattamenti fitosanitari e adesso produciamo anche le mappe di resa, con ottimi risultati. Ci manca la semina a rateo variabile, ma è solo questione di tempo».

Prossimo passo: “delocalizzazione”

Il prossimo grosso passo dei Gasparri per il futuro è “delocalizzare” l’azienda. «Lo spazio qui ormai è diventato insufficiente – ci spiega Federico – per cui abbiamo in programma l’acquisto di un nuovo capannone in zona industriale, con appezzamento di terra annesso. Un’operazione che richiederà tre anni circa, un passo importante che richiede molto impegno, perché dovremo ricreare tutto da zero, ma che non possiamo più rimandare. Del resto, con anche le macchine per il movimento terra, gli autotreni e un camion bilico in arrivo, qui non riusciamo più a gestire la situazione».

Un altro argomento “sempreverde” quando si parla di attività agromeccanica è la concorrenza. «C’è, anche se dipende dai lavori, e io ne cito un’altra legata agli affitti – segnala Federico – per cui a livello di seminativi si è arrivati a prezzi assurdi. Per il resto è il solito discorso delle tariffe non rispettate. Premesso che lo scorso anno abbiamo dovuto, come tutti, adeguarle agli aumenti dei prezzi dei mezzi tecnici e del gasolio, c’è ancora chi si offre sottocosto, soprattutto su operazioni come trebbiatura e aratura dove la voce gasolio è la più importante. In quei casi conviene lasciare a loro il lavoro, anche perché si fanno del male da soli. Credo siano molto più importanti i servizi che offri, la qualità del lavoro che svolgi, la flessibilità e non ultima la puntualità. Mantenendo i prezzi equi per tutte le aziende, noi siamo stati in grado di offrire sempre questo standard qualitativo elevato e questo ha fatto guadagnare sì anche noi, ma in primis i clienti».

Chiudiamo come spesso facciamo con un passaggio sull’aspetto sindacale. Essendo al confine tra Firenze e Pisa, i Gasparri appartengono all’associazione di entrambe le province, affiliate Cai Agromec. «Far parte di un’associazione – conclude Federico – è importante da un lato per la contabilità (anche se non è il nostro caso) e dall’altro per le questioni burocratiche come i buoni gasolio, la circolazione su strada ecc. E poi sono convinto che per i problemi di prezzo di cui parlavo prima, l’associazione sia l’unica che può avere un po’ di polso per cercare di contrastare il lavoro sottocosto e tutelare la categoria».

Agromeccanici multitasking - Ultima modifica: 2023-05-22T10:59:30+02:00 da Francesco Bartolozzi

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