Guardigli Group, obiettivo biogas

Tiziano Guardigli
La forlivese Guardigli Group diciassette anni fa ha iniziato un’avventura in Moldavia, anche se il cuore dell’attività è sempre in Italia. Dove punta in particolare sui servizi ai biodigestori

Una delle tante qualità che deve possedere un’azienda agromeccanica è la versatilità, intesa anche come capacità di seguire clienti dalle caratteristiche diverse, in particolare quelle dimensionali. Ne sa qualcosa la Guardigli Group di Forlì che, come vedremo tra poco, sa giostrarsi molto bene sia sulla realtà italiana, dove le superfici aziendali medie non sono, come sappiamo, particolarmente ampie, sia su quella straniera, dove invece è più probabile incontrare grandi appezzamenti.

L’azienda nasce nel 1977 quando, finita la mezzadria, Roberto Guardigli si ritrova con un ettaro di terra lasciatogli da suo padre (sì, un ettaro, avete capito bene…) e negli anni dà vita a varie aziende agricole, che portano allo sviluppo anche della lavorazione conto terzi. Inizialmente questa riguardava lavori di aratura e trasporti, ma poi si espande, entra nella filiera della bieticoltura e arriva alla installaione di un impianto di biogas nel 2012. Dal 2020 entra ufficialmente in azienda la terza generazione con il figlio di Roberto, Tiziano Guardigli, che comunque fin da ragazzo ha sempre dato una mano in azienda. Altro anno cruciale per Guardigli Group è il 2007, quando la ditta decide di spostarsi anche all’estero, dove inizia un’avventura in Moldavia con un’azienda agricola di 9mila ettari coltivati a colture estensive seguita da Roberto. E nel 2020, come detto prima, Tiziano Guardigli diventa titolare delle aziende del gruppo con sede in Italia, mentre Roberto continua come proprietario di quelle in Moldavia.

La conduzione dell’impesa agromeccanica e delle aziende agricole in Italia è quindi nelle mani di Tiziano e, grazie anche al ricorso a circa 20 dipendenti tra fissi e stagionali, copre in totale 500 ettari, riguardanti colture come grano, mais, coriandolo, patate, cipolle e bietole da seme, ma anche vite (44 ettari). «Non solo ci occupiamo di abbattimento e impianto vigneti – conferma Tiziano – ma effettuiamo anche tutta la vendemmia meccanica e le lavorazioni nel vigneto. Inoltre, possediamo anche un piccolo appezzamento di 2,5 ettari di kiwi giallo, che però non è meccanizzabile».

Le due voci più importanti del fatturato sono la vendemmia e il biogas, ma Guardigli Group svolge tutte le operazioni colturali a parte la fienagione, e si occupa anche di movimento terra con livelle laser ed escavatori. «Non trattiamo la fienagione perché l’appezzamento medio forlivese la rende difficile da gestire – spiega Tiziano – mentre il versante ravennate si presta di più. Comunque, la trinciatura la facciamo».

Parco macchine imponente

Il parco macchine di Guardigli è di tutto rispetto: trenta trattori, tre mietitrebbie, una trinciacaricatrice, due vendemmiatrici trainate, due sollevatori telescopici, una scava-raccogli patate, attrezzature varie per le diverse operazioni colturali (seminatrici, spandiconcime, irroratrici, erpici, rotoloni, trinciaerba per patate ecc.) e per il movimento terra. Non è un’azienda monomarca, ma il marchio Claas è decisamente dominante.

Dal 2015 Guardigli ha iniziato a utilizzare le guide satellitari sulle attrezzature sia in Italia sia all’estero, cominciando così un percorso di crescita tecnologica. Oggi nel suo parco macchine forlivese ha installato otto guide satellitari, di cui tre Rtk, che riesce a usare su dieci mezzi. «Non essendo un’azienda monomarca – spiega Tiziano – avevamo la necessità che le guide fossero in parte intercambiabili o con il volante o con l’antenna o con il monitor. In questo modo siamo riusciti a mappare le aziende e a vedere in particolare il guadagno in termini di ore di lavoro risparmiate durante l’anno. Ma anche la qualità del lavoro è migliorata, qualità che ci viene richiesta soprattutto dalle aziende di grandi dimensioni».

Agricoltura di precisione

Ovviamente, anche nel parco macchine in Moldavia si è fatto ricorso ai dispositivi per l’agricoltura di precisione. «In Moldavia abbiamo montato venti guide satellitari – conferma Guardigli – e abbiamo davvero riscontrato una quantità di ore e di ettari lavorati in meno. Con una superficie media degli appezzamenti di 70-80 ettari, infatti, lavorare 15 cm in meno con la mietitrebbia a ogni passata si traduce in molti ettari “guadagnati” ogni anno, quindi i benefici dell’agricoltura di precisione sono evidenti». La Guardigli Group si è meritata il premio “Contoterzista dell’Anno 2023”, consegnato a fine gennaio 2024 in occasione di Fieragricola di Verona, proprio nella categoria Precision Farming, anche perché non si sta limitando alle guide satellitari. «Stiamo valutando di ricorrere in futuro su più attrezzature al rateo variabile – continua Tiziano Guardigli – in particolare nel campo della concimazione e dei trattamenti, perché soprattutto per la problematica dell’utilizzo dei concimi e dei fitofarmaci tutti quanti dovremo andare più o meno velocemente in quella direzione. L’agricoltura di precisione sarà sempre più indispensabile per tutti i vantaggi che dà, dal punto di vista economico, ecologico e sociale (quest’ultimo soprattutto negli ultimi anni). Insomma, un’azienda agricola e agromeccanica moderna non potrà farne a meno».

Il futuro? Biogas

Chiudiamo con un passaggio sull’associazione provinciale e con le strategie future. «Ho fatto il consigliere per otto anni con due mandati consecutivi e oggi sono vicepresidente di Apima Forlì – spiega Tiziano – quindi credo fermamente nell’attività sindacale e nel supporto che le associazioni possono offrire ai loro soci. Forlì è una realtà piccola e devo ringraziare l’associazione di Bologna per il supporto che ci ha dato negli ultimi tempi nel gestire alcune situazioni poco piacevoli. Oggi il problema più grande è quello del ricambio generazionale, benchè negli ultimi tempi i giovani si siano un po’ riavvicinati. Ma su cinque aziende che chiudono ce n’è una sola che apre, anche se a livello di fatturato complessivo cambia poco, perché l’attività di chi esce viene assorbita dalle altre realtà che continuano».

Tornando a Guardigli Group, le strategie future puntano decisamente sul settore del biogas. «Abbiamo deciso di vendere il nostro impianto, ma di continuare a gestirlo come conto terzi – conclude Tiziano –. È infatti il settore dove intendo investire in futuro: per questo il mio ultimo acquisto è stato un Vervaet Hydro Trike da utilizzare per la concimazione di grano e mais. Si tratta del primo Vervaet venduto nella Bassa Romagna. Avendo avuto un impianto di proprietà per oltre dieci anni, per noi è stato più facile investire nel biogas come conto terzi. Abbiamo poi ordinato anche un carrobotte Vaia e quest’anno stimiamo di lavorare una superficie di almeno 700 ettari tra grano e mais. Credo molto in questa attività e in particolare nel Vervaet, perché ritengo che ci sia un ottimo spazio di utilizzo come conto terzi. E il prossimo acquisto sarà sempre in questo ambito, ovvero uno strip tiller da abbinare al Vervaet».

Guardigli Group, obiettivo biogas - Ultima modifica: 2024-04-29T15:40:45+02:00 da Francesco Bartolozzi

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