Gruppo Pea, nel segno della precisione e della conservativa

Il gruppo Pea nel Bresciano punta sul satellite e sulle lavorazioni alternative. Grazie anche a uno speciale rapporto con Maschio Gaspardo

Non sono molte le aziende agromeccaniche che superano la fatidica soglia dei 15 dipendenti, soprattutto durante la bassa stagione. All’epoca dei raccolti un qualsiasi contoterzista ha almeno quattro o cinque operatori a tempo determinato, per dare una mano con carri e mietitrebbie, in aggiunta al personale fisso, e dunque il numero di occupati sale. Ma crolla in inverno, quando la forza lavoro si riduce all’osso e fa essenzialmente manutenzione degli attrezzi e un po’ di sgombero neve.

In prima linea, da sinistra Luigi, Michele e Carlo Pea, e dietro parte del team

Il gruppo Pea di Verolavecchia (Bs) ha invece la bellezza di 27 dipendenti nei mesi invernali e già da metà marzo i numeri risalgono drasticamente. «In primavera saremo una quarantina e da maggio a ottobre raddoppiamo ancora», dice con naturalezza Michele Pea, che con il fratello Carlo e lo zio Luigi amministra una delle più grosse realtà del Paese. Ottanta persone sono quasi un record nazionale, soprattutto se si considera che la forza lavoro orbitante attorno a quest’azienda non si esaurisce coi dipendenti fissi e temporanei. «Ci sono circa 20 agricoltori e contoterzisti che ci aiutano durante la raccolta, essenzialmente venendo a fare servizio di trasporto con i loro trattori e i loro carri», ci spiega Michele.

Parco macchine invidiabile

Per i trattori, i fratelli Pea si affidano quasi interamente a John Deere

Che da queste parti lavori parecchia gente è del resto dimostrato dal parco macchine, senz’altro invidiabile, che troviamo nel vasto piazzale dell’azienda, divisa in due corpi che si sviluppano a destra e a sinistra della Provinciale 11 Orzinuovi-Borgo San Giacomo. Sono in bella mostra nove trinciacaricatrici, tutte Claas, e quattro mietitrebbie. Poi ci sono i trattori: «Una quarantina, uno più uno meno», secondo la stima del nostro ospite. Quasi tutti John Deere, se si escludono alcuni Fendt. Le potenze variano da 80 a 400 e passa cavalli: in altre parole costituiscono un parco macchine con cui si potrebbero attrezzare quattro o cinque aziende agricole di medie dimensioni per fare tutte le operazioni colturali, dalla lavorazione del terreno alla raccolta.

Spandiconcime Primo Isotronic per agricoltura di precisione

«Per quanto ci riguarda cerchiamo di fare il più possibile lavorazioni alternative, nel segno dell’agricoltura conservativa. Ma soprattutto utilizziamo sempre le tecnologie satellitari». Tutti i trattori, ci spiegano i Pea, sono connessi all’azienda tramite i sistemi di telemetria di John Deere, a eccezione dei Fendt che usano soltanto la guida satellitare. Grazie a questa rete, i proprietari possono conoscere in ogni momento posizione e attività di ogni singola macchina. Tutti i dati di lavorazione, inoltre, sono caricati in tempo reale sul computer aziendale, per la gestione amministrativa ma anche per formare una preziosa banca dati a disposizione dei clienti.

Extreme 365, frutto dell’acquisizione, ormai sette anni fa, del know how Feraboli da parte di Maschio Gaspardo

«Ci siamo strutturati in questo modo da anni. Fummo tra i primi a iniziare, più che altro per offrire un servizio che allora era all’avanguardia, anche se ormai è piuttosto comune e diffuso. A differenza di un tempo, infatti, anche i clienti cominciano a chiedere la raccolta dei dati di lavorazione e soprattutto di produzione. Non tutti, però, sono già disposti a pagarli. D’altro canto la gestione informatizzata torna anche a nostro vantaggio, per cui val la pena farla comunque. Inoltre, ci siamo talmente abituati a questi strumenti che non potremmo più far senza».

Il Gruppo Pea sceglie Claas per la raccolta. In azienda sono presenti quattro mietitrebbie e nove trinciacaricatrici

A maggior ragione, non si può far senza la guida automatica, una volta iniziato a conoscerla. «Se non funziona il satellite, gli operatori non vogliono uscire – spiega Luigi Pea – perché nessuno ha più voglia di controllare costantemente la direzione. Aggiungo anche che se non si deve prestare attenzione a dove si va, si ha più tempo per guardare cosa fa l’attrezzo».

Una partnership consolidata

Tra i tanti attrezzi troviamo anche quattro seminatrici della linea Pinta

Parliamo di attrezzi, allora. Quelli che troviamo attaccati ai trattori, nel giorno della nostra visita, escono tutti dalle linee di Maschio Gaspardo. Ce ne sono anche altri in azienda, certamente, ma è fuori discussione che tra il gruppo Pea e il gruppo Maschio Gaspardo ci sia un certo feeling.

«Iniziammo con le seminatrici: una di precisione, la Manta, e una seminatrice da cereali, la Pinta. Eravamo attorno al 2008. Successivamente acquistammo qualche erpice rotante e, visto che ci trovavamo molto bene, abbiamo consolidato un rapporto che dura tuttora».

Una ventina, secondo i Pea, gli attrezzi Maschio Gaspardo presenti nei loro capannoni. C’è praticamente tutto il catalogo dell’azienda: preparatori combinati come il Dracula, erpici rotanti, trinciaerba, spandiconcime, seminatrici a file e di precisione, tra cui una Centauro Seme e Concime, composta da un erpice rotante da 6 metri e una barra di semina con trasporto pneumatico e doppia linea di interramento: una per il seme, una per il fertilizzante granulare.

Chrono è uno dei fiori all’occhiello della produzione Maschio Gaspardo

Impossibile non citare inoltre, tra le seminatrici, le Chrono, fiore all’occhiello di Maschio Gaspardo nonché della meccanica italiana, per il loro alto contenuto tecnologico. I Pea ne hanno in casa due. «Ci troviamo molto bene con questo marchio. Per cominciare sono macchine progettate in Italia e quindi adatte alle condizioni di lavoro italiane. Inoltre, sono di buona fattura, realizzate con materiali resistenti. Infine, abbiamo notato che se si usano attrezzi dello stesso marchio nelle lavorazioni che si susseguono durante la stagione, si è facilitati perché si impiegano attrezzature progettate dalla stessa mano e nate per lavorare in sinergia».


Lavoro e risparmio con Dracula

Una delle attrezzature più interessanti che troviamo a casa dei fratelli Pea è il Dracula Hydro 430, preparatore combinato di Maschio Gaspardo, composto da due ordini di dischi da 61 cm, due file di ancore per la lavorazione profonda, una ulteriore fila di dischi accoppiati e infine un rullo, che nel caso in questione è di tipo packer ad anelli.
«È un attrezzo molto valido, che nel caso dei cereali vernini ci permette di seminare dopo una sola passata e senza alcun altro intervento. Per il mais, prodotto più delicato, servono due passaggi per essere certi di aver interrato bene i residui della coltura precedente», ci dice Michele Pea. Nel dettaglio, i dischi anteriori incidono i residui, che sono poi interrati dalle ancore, adatte a lavorare il terreno fino a 30 cm di profondità. L’ultima fila di dischi completa l’interramento dei residui e uniforma il terreno, che è poi livellato dal rullo. Passato il quale si ottiene un letto di semina ben preparato e assolutamente pianeggiante.

L’elenco delle attrezzature Maschio Gaspardo in dotazione al gruppo Pea

Coltivatore Combinato: Dracula Hydro 430 1
Erpice Rotante: Aquila Rapido 7000 2
Erpice Rotante: Toro Rapido 7000 2
Trinciatrice laterale: Giraffa XL 1
Trinciastocchi: Gemella 1
Seminatrice Combinata: Centauro Toro 6000 PA2 seme/concime 1
Seminatrice da Cereali: Pinta Isotronic 4
Seminatrice di Precisione: Renata 8 F 2
Seminatrice ad Alta Velocità: Chrono 708 2
Seminatrice di Precisione: Manta 1
Sarchiatrice: HS 8 F 2
Spandiconcime: Primo EW Isotronic full optional 1
Rotopressa a camera e geometria variabile: Extreme 365 HTC black edition 1
TOTALE 21

 

Gruppo Pea, nel segno della precisione e della conservativa - Ultima modifica: 2022-06-15T16:19:53+02:00 da Francesco Bartolozzi

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