Combi Mais apre alla zootecnia

L’obiettivo di Combi Mais rimane quello delle 20 t/ha di resa
Al sesto anno entra nel protocollo anche un ibrido particolarmente indicato per alimentazione animale, granella o pastone

Innalzare la produttività e la qualità del mais per uso zootecnico, portando la redditività a un livello paragonabile a quello della materia prima alimentare. Questa la scommessa dell’edizione 6.0 di Combi Mais, il progetto sperimentale per la produzione sostenibile di mais nazionale, che quest’anno lancia un secondo ibrido – il SY Fuerza (da affiancare al SY Brabus per la filiera alimentare) – dedicato a chi produce granella per mangimi, il primo importantissimo anello di una filiera agroalimentare realmente italiana e di qualità.

Il progetto, che si estende su 27 ettari, è promosso da Innovagri con la partnership di Syngenta, Netafim, Unimer, Cifo, Kuhn, Deutz-Fahr, Topcon Agriculture e il coordinamento dell’Istituto di Agronomia dell’Università di Torino. «Combimais – ha ricordato Mario Vigo, presidente di Innovagri – è partito insieme a Expo, con l’obiettivo di migliorare una delle produzioni più importanti dell’agricoltura italiana. Da allora il progetto è diventato una storia carica di valori, perché parla di Milano – la sperimentazione si svolge a una decina di km dal Duomo – parte dalla tradizione e permette di guardare al futuro. Siamo agricoltori, il nostro compito è produrre e farlo bene, come esige il consumatore di oggi. Con Combi Mais abbiamo ridotto l’uso dell’acqua del 25% e del carburante del 10%. Fatti concreti che parlano di un’agricoltura virtuosa. Il percorso – ha concluso – è ancora lungo. Abbiamo compiuto 6 anni, andiamo ancora a scuola e vogliamo continuare a sperimentare».

Da sinistra Reyneri, Vigo e Scrano

Anche perché, ha ricordato Amedeo Reyneri, dell’Università di Torino, la situazione del comparto mais non è facile. «Nel 2018 abbiamo assistito a un piccolo segnale incoraggiante: la produzione è risalita dell’8-12%, mentre nel 2019 abbiamo registrato un incremento della superficie dell’ordine del 4-5%. Un’importante inversione di tendenza, anche se in parte legata alle difficoltà della soia, che si somma a una ripresa di fiducia. La produttività resta però il tallone d’Achille. Siamo fermi da anni. Perché non esiste un fattore magico che da solo può imprimere una spinta decisiva, ma solo una serie di fattori combinati – dalla genetica all’irrigazione al precision farming – che insieme portano il risultato».

Piattaforma digitale Farmshot

Formula che rispecchia la filosofia di Combi Mais, un protocollo articolato e ampliamente collaudato, che quest’anno si arricchisce di importanti novità. Due le principali: l’introduzione dell’ibrido per uso zootecnico e l’introduzione di Farmshot, piattaforma digitale di Syngenta che permette di identificare fattori di discontinuità nell’appezzamento sulla base di rilevazione Ndvi, ed elabora informazioni di supporto alle decisioni. Fondamentale il contributo del Digital Farming – con sensori, satelliti e banche dati – anche per la corretta gestione della fertirrigazione e dei trattamenti e l’uso di macchinari innovativi che consentono di risparmiare carburante. Quest’anno verrà inoltre effettuata l’analisi qualitativa della granella, con focus non solo sul livello di micotossine, ma anche sul valore nutrizionale. «L’obiettivo – ha ricordato Francesco Scrano, responsabile customer marketing Syngenta – resta la resa a 20 tonnellate a ettaro. Lo scorso anno ci siamo arrivati abbondantemente, quando la media della zona è ferma a 12. La scommessa è alzare l’asticella anche per l’ibrido per animali. Bisogna aiutare chi produce mais in maniera intensa. L’importazione – ha concluso – è arrivata a un livello non più sostenibile».

Combi Mais apre alla zootecnia - Ultima modifica: 2019-06-03T14:44:18+02:00 da Roberta Ponci

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