Nella scelta dei trattori per vigneto e frutteto esiste oggi l’imbarazzo della scelta tante sono le gamme, i modelli e gli optional a disposizione, che nella maggior parte dei casi sono frutto di ricerche volte a dare le attese risposte ai produttori.
Queste molto spesso sono già arrivate per quanto concerne la dimensione e il peso delle trattrici compatte, soprattutto in riferimento alla larghezza che è un fattore determinante a evitare il compattamento del terreno a ridosso dell’apparato radicale. Gli altri aspetti che vengono sempre valutati in questo tipo di macchine, piccole di dimensioni, ma potenti, sono l’abitabilità e lo spazio in cabina, la visibilità dal posto di guida e la comodità di tutti i comandi. Oltre al superriduttore, che deve permettere velocità anche di 0,3-0,5 chilometri l’ora, necessario nei casi di operazioni di potatura con rifinitura al seguito nei vigneti o di assolcatura drenante interfilare nei frutteti, anche la luce libera da terra viene osservata con attenzione soprattutto per le operazioni di gestione dei residui di potatura. Questa tuttavia non deve compromettere la guidabilità della trattrice in circolazione stradale, visto che il trattore per vigneto e frutteto oggi deve essere il più versatile possibile e quindi necessita di anche di un sistema frenante adeguato a portate anche elevate. Particolarmente apprezzato per le operazioni fra i filari è l’inversore che deve essere comodo e rapido così come le marce intermedie che sono oggi praticamente irrinunciabili.
Ovviamente la scelta della macchina non può prescindere dalla vicina presenza di un centro di assistenza efficiente, rapido ed economico che ancora oggi in molti casi è quello che fa la reale differenza. Ma i produttori hanno ancora forti aspettative nei confronti della case costruttrici e auspicano ulteriori migliorie tecnologiche in grado di ridurre i costi di gestione delle macchine, questo con particolare riferimento ai consumi, ma al tempo stesso anche alla fruibilità delle stesse. Dal punto di vista dei consumi viticoltori e frutticoltori si attendono macchine di elevata potenza, in grado però di generare consumi modesti quando gli sforzi richiesti, per determinate operazioni colturali, sono ridotti al minimo. In questo modo la trattrice compatta risulterebbe essere una macchina veramente molto versatile e, peso a parte, adatta ad ogni esigenza.
Capacità del serbatoio
Parlare di consumi porta inevitabilmente il pensiero a un’imminente esigenza che caratterizza il mondo dei trattori compatti: quella della capacità del serbatoio. I produttori lamentano la necessità di poter contare su serbatoi di capacità per lo meno doppia rispetto a quella attualmente diffusa sulla maggior parte delle trattrici del comparto e la maggiore semplicità tecnologica degli stessi. Esigenza che si mette in evidenza soprattutto in fase di esecuzione dei trattamenti fitosanitari con nebulizzatori, ma anche in fase di utilizzo della macchina per la circolazione stradale. Si consideri per esempio che per la maggior parte delle trattrici l’autonomia utile del serbatoio di serie non è sufficiente ad assicurare una capacità operativa superiore alle 4 ore di lavoro, se si utilizzano nebulizzatori che richiedono un assorbimento di potenza elevato.
Dal punto di vista pratico non sono rari i casi nei quali in occasione del rifornimento della cisterna del nebulizzatore si preferisce effettuare anche il rabbocco del serbatoio proprio per evitare di non riuscire a completare la distribuzione della seconda botte. Ovviamente in questo caso si tratta di necessità risolvibili con una semplice organizzazione, pur in presenza di un minimo dispendio di tempo in più. La cosa diventa più antipatica nel caso di utilizzo della macchine per il trasporto del prodotto, uva o frutta, che può richiedere l’impiego della trattrice anche per tutta la giornata. Il consumo di carburante, quando le macchine percorrono i 40 chilometri orari, è spesso molto elevato. Quella che pare essere una necessità urgente e condivisa da parte di viticoltori e frutticoltori è quella di poter disporre di serbatoi di maggiore capacità, semplici da raggiungere e soprattutto non suddivisi in due o più taniche specifiche ricavate fagocitando parti della macchina in posizioni poco felici e collegate fra loro con soluzioni che richiedono valvole di riempimento che spesso rivelano problemi di efficienza funzionale arrivando addirittura a peggiorare la situazione. Peggioramento talvolta dovuto al non funzionamento delle stesse valvole di travaso che, non consentendo il totale riempimento istantaneo di tutti i serbatoi del trattore, rischiano di non permettere di sfruttarne appieno la capacità teorica oltre a falsare la lettura del corretto livello di carburante dal posto di guida.
Ovviamente chi ha dovuto cambiare più volte queste valvole o restare inaspettatamente senza gasolio nei campi queste cose le sa bene. È per questo che occorre un serbatoio unico, semplice, facilmente accessibile e di capacità prossima ad almeno 80 litri, magari sacrificando anche un poco l’estetica della macchina. Sempre a proposito dei serbatoi, oggi esclusivamente in materiale plastico, occorre particolare affidabilità anche nelle raccorderie che devono essere perfettamente sigillanti e capaci di resistere nel tempo alle vibrazioni per evitare le più piccole micro-perdite di gasolio che sono sempre fastidiose.
Tanto olio idraulico
La presenza di distributori idraulici anche sulle piccole trattrici per vigneto e frutteto non è più una dotazione opzionale, ma praticamente di serie anche se da questo punto di vista occorre sempre valutare con attenzione l’effettiva portata delle pompe e la capacità di raffreddamento dell’olio. Nel vigneto e nel frutteto le attrezzature a funzionamento idraulico sono sempre più diffuse e l’utilità dei distributori di serie sulla macchina sempre più apprezzata, soprattutto se in numero elevato e in posizione sia posteriore che anteriore.
Per quanto concerne macchine che utilizzano l’olio per generare il movimento di pistoni, esempio per la regolazione della posizione delle barre da diserbo o della larghezza della trinciatrice, sono sufficienti portate anche modeste, visto che l’utilizzo del movimento è del tutto occasionale. Per il funzionamento di altri tipi di attrezzature a funzionamento idraulico, rincalzatore, girorami, spollonatrice, cimatrice, la necessità di olio diventa ben più elevata e soprattutto prolungata nel tempo. Da questo punto di vista la possibilità di non dovere utilizzare un serbatoio e un radiatore supplementare da installare sulla trattrice, generalmente al sollevatore posteriore, va a vantaggio della praticità della macchina, oltre che del suo costo. Un buon serbatoio con radiatore supplementare in effetti può costare fra i 2 e i 3.000 euro, che potrebbero essere destinati a implementare le dotazioni idrauliche di serie anche su macchine di potenze modeste che nella maggioranza dei casi ne sono sprovviste. Ovviamente sui trattori che per la maggior parte delle operazioni colturali meccanizzabili non richiedono una potenza elevata devono essere installate non solo pompe, anche più di una, adeguate dal punto di vista della portata, ma anche serbatoi di olio idraulico capienti, oltre a radiatori di raffreddamento dimensionati per evitare ogni minimo surriscaldamento. Non ultimo da questo punto di vista occorre lavorare ancora molto sul posizionamento delle leve di comando dei distributori, che devono essere il più possibile comode e accessibili se non addirittura già dotate di comando joystick allo scopo di evitare la necessità di inserire ulteriori accessori in cabina.
Allineamento automatico
Una esigenza della frutti-viticoltura moderna è anche quella dell’allineamento automatico lungo il filare che potrebbe agevolare l’esecuzione di interventi di precisione che devono mantenere una costante e corretta distanza dal filare. Non si tratta dei sistemi di guida automatici come quelli che utilizzano tecnologia Gps per la definizione dei percorsi, ma di strumenti molto più semplici, fino a oggi applicati artigianalmente per esempio a carri raccolta o potatrici, in grado di sgravare l’operatore dal compito di verificare costantemente la linearità della guida. Con questo accessorio il lavoro per l’operatore diventa sicuramente meno stressante, ma soprattutto assistito. In questo modo le attenzioni dell’operatore possono essere meglio indirizzate alla gestione di altri parametri di regolazione della macchina. Si pensi per esempio a tutte le operazioni nelle quali poter disporre di una precisa linearità di transito nel filare agevola la precisione di esecuzione a partire dal diserbo, nel quale sarebbe possibile ridurre anche la larghezza della striscia diserbata, per arrivare fino alla cimatura o prepotatura. Questo sistema di allineamento automatico a mezzo di sensori o tastatori potrebbe essere predisposto dalla casa costruttrice allo scopo di evitare interventi esterni successivi. Certe aziende addirittura auspicherebbero la possibilità, da valutare in funzione delle norme di sicurezza, di potere utilizzare la trattrice con il compressore per le forbici pneumatiche con allineamento automatico e avanzamento radiocomandato in assenza di operatore a bordo.
Opportunità per i reversibili
La diffusione dei trattori reversibili potrebbe conoscere ulteriori ricerche ed espansione anche su trattrici non solo a ruote isodiametriche, ma anche classiche. Il sollevatore anteriore di fatto non ha ancora soppiantato l’esigenza di disporre in posizione frontale e vicina, di un sistema di sollevamento stabile e robusto. Ovviamente tutto questo non deve sacrificare la comodità di guida che dovrebbe potere restare perfettamente identica fra la posizione normale rispetto a quella retroversa. Tutto questo cabina compresa.
Foto di Claudio Corradi