Risparmi di prodotto nell’ordine almeno del 10 per cento, netto miglioramento delle rese per ettaro, maggior sostenibilità ambientale. Sono, per titoli, i punti di forza delle lavorazioni a dosaggio variabile. Fattori che si adattano perfettamente alla concimazione: non a caso il primo e ancor oggi uno dei più gettonati tra i possibili interventi in precision farming, proprio per gli indubbi vantaggi che comporta a vari livelli.
Visto l’interesse degli agricoltori, gli spandiconcime si sono rapidamente adattati al dosaggio variabile, superando problemi tecnici anche complessi. Uno su tutti, la necessità di aumentare o ridurre l’ampiezza delle aree trattate in base alle mappe di prescrizione, variando al tempo stesso la quantità di concime in esse distribuito: un’operazione che coinvolge concetti di balistica e fisica non facilmente risolvibili.
Rotazione e punto di caduta
Per ottenere il dosaggio variabile e distribuire concime soltanto nelle aree desiderate, i costruttori hanno per la maggior parte agito sul punto in cui il concime cade sul piatto rotante e sulla velocità di rotazione dei dischi. I quali, di conseguenza, richiedono alimentazione elettrica o idraulica, in modo da poter variare indipendentemente la velocità tra il lato destro e quello sinistro. Lo spostamento del punto di caduta permette di regolare l’accelerazione impressa dai dischi al prodotto e di conseguenza la gittata dello stesso.
La possibilità di differenziare le velocità di rotazione, invece, permette di interrompere il lancio di fertilizzante su uno dei due lati oppure di ridurlo fortemente, in caso per esempio di vicinanza ai confini del campo. Dal momento che stiamo parlando di distribuzione centrifuga, tuttavia, non è possibile controllare con assoluta precisione la larghezza di lavoro.
I costruttori sono così ricorsi al concetto di stadi: la macchina è cioè in grado di ampliare o ridurre la larghezza utile non in continuo, ma per stadi, che possono andare da 1 a 5 o più metri. In altre parole, uno spandiconcime con stadi da due metri potrà modificare la dose di due metri in due metri, uno con stadi da cinque metri, invece, avrà una variabilità più che dimezzata rispetto al precedente. Ovviamente più sono stretti gli stadi, più ci si può uniformare alle sotto-aree di fertilità; viceversa, se avremo un attrezzo con stadi da 6 metri dovremo adattare la nostra mappa di prescrizione a questo valore.
I modelli sul mercato
Facciamo allora una rapida panoramica sui vari modelli attualmente in vendita e sulle loro caratteristiche principali.
Amazone. Procedendo in ordine alfabetico, la precedenza va al marchio tedesco, importato in Italia dalla Save. I modelli più performanti, sotto l’aspetto della tecnologia, sono lo ZA-V e lo ZA-TS, dotati di tecnologia Isobus. In particolare, ZA-TS spicca per le prestazioni: velocità fino a 30 km orari e larghezza di spandimento fino a 54 metri, che a seconda del modello possono essere divisi in un numero di sezioni variabile da 8 a 128. La capacità della tramoggia (fino a 4.200 litri) e l’alto contenuto tecnologico ne fanno senza dubbio un attrezzo da contoterzista o grande azienda agricola. La regolazione della larghezza di lavoro si ottiene con il cambio di rotazione dei dischi (sui modelli Hydro) oltre che con l’utilizzo di palette più corte.
Bogballe. Caratteristiche abbastanza simili per la serie M di Boballe, marchio danese presente in Italia grazie a Marchetti Macchine Agricole. Gli M, con tramoggia da tremila a quattromila litri, sono una delle due gamme equipaggiate per fare rateo variabile. L’altra, la serie L, si distingue per dimensioni più contenute e infatti soltanto due suoi modelli sono predisposti per la tecnologia satellitare. Concentrandosi sugli M, diciamo che hanno una larghezza di lavoro compresa tra 12 e 42 metri, sono dotati di accelerometro e inclinometro e offrono ovviamente la pesa elettronica (a una cella). La distribuzione, che può arrivare a 650 kg/min, è affidata al sistema In-centre, in cui i dischi girano in senso concentrico per aumentare la copertura. I bordi, invece, si ottengono facendo cadere il concime in prossimità della parte finale delle palette, soluzione che assicura il dimezzamento dell’ampiezza di lavoro. Infine, il dosaggio variabile: la soluzione per ottenerlo, in casa Bogballe, passa per Navi, una app che permette di connettere lo spandiconcime a un tablet Android e gestire il terminale Calibrator Zurf. Tramite essa, oltre a leggere le mappe di prescrizione, anche ottenute in tempo reale da sensori montati davanti al trattore, è possibile scaricare i dati di lavorazione e trasmetterli in azienda.
Damax. Il marchio di Gottolengo (Bs) propone il suo top di gamma, il D1700R, nelle versioni 16 file e 16 file Extra, come modello in grado di effettuare il rateo variabile, grazie al computer di bordo multifunzione e all’antenna satellitare. Equipaggiato con una tramoggia da 1.700 litri, è dotato di chiusura idraulica parziale (destra e sinistra) e chiusura idraulica delle barre in prima e seconda sezione, per una larghezza di lavoro di 16 metri.
Kuhn. Un big del settore che ha molto investito sull’agricoltura di precisione è senz’altro Kuhn. I suoi Axis della serie 2, per esempio, fanno dosaggio variabile sia via Isobus sia con terminale proprio. La distribuzione, che indicativamente va dai 12 metri dell’Axis 20.2 ai 50 massimi del 50.2, è suddivisa in otto sezioni di larghezza diversa, determinate dalla variazione del
punto di caduta, che può essere realizzata dai Varispeed Pro, attuatori elettrici molto più veloci di un cilindro idraulico. A differenza dei concorrenti, tuttavia, gli Axis calcolano il prodotto distribuito rilevando, oltre al peso, la torsione sugli alberi dei dischi e stimando in base a essa la quantità di concime presente sui piatti. In questo modo, spiega il costruttore francese, registrano il concime che finisce su ogni piatto, mentre i sistemi con pesatura della tramoggia possono soltanto sapere quanto concime sta uscendo nel complesso dalla tramoggia stessa, ma non se su ogni piatto arriva il giusto quantitativo di prodotto.
Kverneland. Un altro costruttore che da sempre scommette sulle tecnologie di precisione è Kverneland. Tra i tanti modelli ad alta tecnologia del marchio entrato da qualche anno a far parte di Kubota abbiamo, in primo luogo, Exacta TL Geospread, punta di diamante di una serie – Exacta, appunto – che offre modelli per tutte le taglie e le esigenze.
In esso Kverneland ha messo davvero il meglio della componentistica: quattro celle di carico con pesatura auto-calibrante in continuo, doppio dosatore per una miglior gestione del prodotto erogato, sistema Isobus certificato Aef. Il dosatore è gestito da due attuatori: il primo regola il punto di scarico del concime, il secondo controlla il tasso di distribuzione. Da notare che, in base al principio Centre Flow, il prodotto cade nel centro esatto del disco, in modo da accelerare progressivamente e minimizzare le rotture. La tramoggia va da 1.500 a 3.900 litri, con larghezza di spandimento compresa tra 12 e 54 metri, regolabile su sezioni di 1 metro in base alle mappe di prescrizione.
Maschio Gaspardo. Uno degli ultimi nati, nel mondo della concimazione di precisione, è il Primo di Maschio Gaspardo. Nella versione EW Isotronic, infatti, lo spandiconcime del gruppo veneto è in grado di fare sia gestione delle bordure sia dosaggio variabile, variando il punto di caduta del concime. Gli aspetti che contraddistinguono il Primo di Gaspardo sono diversi. Per esempio, la doppia serranda del concime. La prima si regola in base alla velocità del trattore e dunque si adegua più lentamente alla fine dell’erogazione in capezzagna. Per questo motivo, in fase di svolta interviene la seconda serranda, anch’essa a controllo elettrico e molto più rapida della prima, avendo soltanto due posizioni: erogazione
aperta o chiusa. Il foro di uscita è sagomato in modo da evitare il cosiddetto effetto dose, ovvero l’errore di dosaggio dovuto alla variazione di velocità del trattore. Segnaliamo, in tema di dotazione tecnologica, il misuratore di inclinazione di serie e la possibilità di scaricare sul cellulare una app con cui fare rapidamente il settaggio dell’attrezzo. La pesatura è affidata a una cella di carico, utile per regolare l’erogazione in base al dosaggio stabilito, mentre la larghezza di lavoro va da 12 a 36 metri.
Matermacc. La ditta friulana realizza una propria linea di spandiconcime, il cui modello di punta – MMX Smart – ha tutto il necessario per fare concimazione a controllo elettronico. Monta, per esempio, la pesa con doppia cella di carico, così come il sensore di inclinazione in grado di rilevare pendenze fino al 25%. I due attuatori elettrici, infine, consentono di regolare in modo indipendente la velocità di rotazione dei dischi. MMX Smart è prodotto in due misure: con tramoggia da 1.500 e 3.200 litri, per una larghezza di spandimento compresa tra 18 e 36 metri.
Sulky. Sulky per i suoi spandiconcime più evoluti punta sulle gamme X40+ e X50+, con tramogge da 1.900 a 4mila litri, per una larghezza di spandimento da 12 a 44 metri (Sulky 40+) o da 24 a 50 metri (Sulky 50+). La particolarità cui il costruttore tiene di più è il controllo delle sezioni in linea curva: siccome lo spandimento avviene, come noto, su una curva, Sulky ha ideato il software Econov, capace di modificare l’area di lavoro tenendo conto di questo aspetto e dunque di aprire o chiudere le sezioni rispettando la curva di caduta del concime. Massima, inoltre, la possibilità di gestione delle sezioni stesse: se ne possono mantenere attive da una a 12, per esempio per il fondo campo. Con il controllo Gps è infine possibile distribuire dosaggi diversi sul piatto destro e sinistro e anche effettuare la chiusura di campo su entrambi i lati.
Dosaggio variabile anche nel vigneto
La possibilità di variare il dosaggio del fertilizzante è preziosa anche nell’agricoltura specialistica. Per questo motivo negli ultimi anni sono nati spandiconcime a rateo variabile adatti, per larghezza e prestazioni, a vigneti e frutteti.
Per esempio, il CP 150 di Tecnovict, dotato di tecnologia Isobus e sensori di carico e velocità. Lavora con satelliti del gruppo Glonass e può fare sia la regolazione in base alla velocità sia il dosaggio variabile su mappa di prescrizione.
Molto simile il comportamento degli MDS di Kuhn, adatto anche al vigneto e predisposto per il rateo variabile via Gps.
Lavora invece con gli interratori lo Spread Sat di Casella, basato su ben tre celle di carico per annullare l’errore dovuto alla pendenza e su sei microgranulatori, due per ogni interratore, con portata totale da 72 a 600 kg/ha.