Sorgo, il limite sono ancora le infestanti graminacee

I classici composti ormonici a base di 2,4-D + MCPA e anche dicamba + MCPA si prestano a contenere la diffusione di Equisetum
Una coltura che tollera meglio la siccità, ma con meno armi per contrastare le malerbe

Anche nella prossima primavera non è segnalata alcuna novità sostanziale per il controllo delle infestante graminacee, per cui rimane fondamentale gestire con particolare attenzione queste diffuse malerbe con tutte le armi a disposizione, soprattutto prima delle operazioni di semina.

Il primo consiglio è di evitare la coltivazione del sorgo in terreni storicamente infestati da Sorghum halepense, in quanto l’impossibilità di controllo porterebbe ad un estremo peggioramento della situazione. Per quanto concerne le altre specie a ciclo annuale, quali Echinochloa crus-galli, Setaria e Digitaria sanguinalis, il primo passo è una razionale definizione dell’epoca di semina. Ribadendo che sarebbe opportuno evitare la coltivazione del sorgo nei terreni fortemente infestati da queste specie, risulta fondamentale almeno ritardare il più possibile le semine, confidando di poter eliminare le prime ondate di emergenza con le ultime lavorazioni di affinamento dei terreni o con l’esecuzione di trattamenti di bonifica con i formulati a base di glifosate regolarmente autorizzati.

Falsa semina determinante

Il primo passo determinante per semplificate tutta la gestione degli inerbimenti del sorgo, come già ricordato è, nel limite del possibile, un posticipo delle semine orientativamente non prima dell’ultima decade di aprile. In questo modo, razionalizzando al massimo la tecnica della falsa semina, con preparazione anticipata del letto di semina e successiva eliminazione delle infestanti nate con le ultime erpicature o più frequentemente con l’esecuzione di trattamenti con i devitalizzanti sistemici a base di glifosate autorizzati sulla coltura, è possibile limitare le presenze di specie graminacee e nel contempo esercitare anche una totale efficacia sulle precoci infestazioni di poligonacee (Fallopia convolvulus, Polygonum aviculare, Polygonum persicaria e lapathifolium), crucifere (Sinapis, Rapistrum, Myagrum ecc.). Inoltre, con favorevole andamento stagionale, si azzerano anche le primissime ondate di nascita delle classiche specie dicotiledoni a nascita più tardiva, quali Amaranthus, Chenopodium, Solanum ecc..

Pre-emergenza solo per le dicotiledoni

Dopo essere partiti possibilmente su terreno pulito vi è poi la possibilità di effettuare un primo intervento ad azione preventiva, avendo a disposizione però solamente due principi attivi autorizzati, pendimetalin e aclonifen, entrambi fortemente condizionati dall’andamento pluviometrico dopo la loro applicazione. Sia aclonifen (Challenge) che pendimetalin (Activus ME ecc.) si caratterizzano per una più spiccata efficacia nei confronti delle malerbe a foglia larga, mentre l’efficacia graminicida risulta alquanto parziale, anche in considerazione dei quantitativi medio-ridotti che si possono utilizzare per non andare incontro a sgradevoli fenomeni di fitotossicità. Tali interventi quindi si giustificano in linea di massima nei casi ove si prevedono forti infestazioni, in modo da evitare deleteri fenomeni di competizione nelle prime e più delicate fasi di sviluppo della coltura, necessitando successivamente di ulteriori interventi di post-emergenza, oppure al contrario in situazioni di ridotti inerbimenti di specie dicotiledoni “facili”, confidando in un favorevole andamento pluviometrico con la possibilità di giungere alla trebbiatura senza altri interventi di diserbo.

Il primo errore da evitare è partire su terreno con infestanti già nate e sviluppate

Post precoce per le graminacee annuali

Quando ci si trova di fronte a preoccupanti infestazioni di specie graminacee, nonostante aver proceduto ad una razionale preparazione dei terreni ed aver ritardato le semina nelle epoche più indicate e vi sia la necessità se non di eliminarle completamente almeno di limitarne lo sviluppo, l’unica soluzione attualmente disponibile è l’impiego in post-emergenza precoce della miscela di s-metolaclor + terbutilazina (Primagram Gold ecc.). In favorevoli condizioni pluviometriche dopo i trattamenti la componente s-metolaclor può esplicare una sufficiente efficacia graminicida, ostacolando processi germinativi e risultando attivo anche nelle prime fasi di crescita di Echinochloa, Setaria e Digitaria, che si devono quindi trovare al massimo allo stadio di 2-3 foglie. La terbutilazina è in grado di esercitare, oltre alla nota azione residuale, anche una buona attività su eventuali malerbe a foglia larga già emerse (Fallopia, Polygonum persicaria e lapathifolium, Amaranthus, Chenopodium, Solanum, crucifere ecc.), purché le stesse siano allo stadio di plantula (cotiledoni-2 foglie vere). Altro fattore da considerare molto attentamente è lo stadio di sviluppo del sorgo, che per non subire danni a seguito dell’applicazione di s-metolaclor deve avere differenziato almeno 3 foglie. La necessità quindi di rispettare la fase fonologica della coltura e lo sviluppo massimo delle infestanti graminacee non rendono certo agevole il perfetto posizionamento dell’intervento, con una finestra applicativa generalmente non molto ampia.

Nei terreni storicamente infestati da specie graminacee diventano indispensabili semine posticipate e interventi di post-emergenza precoce con s-metolaclor + terbutilazina (Primagram Gold)
Nonostante la sufficiente disponibilità di principi attivi di post-emergenza efficaci, nel sorgo è meglio non posticipare eccessivamente gli interventi

Meno problemi contro le foglie larghe

Fortunatamente la disponibilità di principi attivi per il controllo delle infestanti a foglia larga al momento è da ritenersi sufficiente ed in grado di risolvere la maggior parte problematiche derivanti sia dalla presenza di specie annuali che di perennanti. Le applicazioni devono partite quando si ritengono terminate le ondate di emergenza, cosa che orientativamente si verifica allo stadio compreso tra le 4 e le 6 foglie della coltura. Partendo dalla più “energica” miscela di prosulfuron + dicamba (Casper), indicata anche per strategie “solo post”, è da utilizzare a dosi di 0,300-0,350 kg/ha, soprattutto nei terreni più sciolti, per non determinare l’insorgenza di pericolosi fenomeni di fitotossicità. Molto efficace su Amaranthus, crucifere, composite (ricacci di girasole), ruderali (Ammi majus, Abutilon, Xanthium) e con buona attività anche su perennanti (Convolvulus, Calystegia e in parte Cirsium), in caso di preponderanti emergenze di Chenopodium e Solanum si avvantaggia dell’addizione di mesotrione (Solis ecc.), piridate (Onyx) ed al limite anche di bentazone (Basagran SG). Abbastanza diffuso risulta l’impiego dell’associazione dei collaudati ed economici composti ormonici a base di 2,4-D + MCPA (Dicopur Combi) ed anche MCPA + dicamba (U46 Ultra, Metambane), i quali si giustificano soprattutto per completare l’efficacia di preventivi trattamenti di pre-emergenza nei confronti delle specie perenni, Equisetum compreso ed anche in tutte le situazioni di ridotti inerbimenti, ponendo anche in questo caso una particolare attenzione alle dosi d’impiego in particole con previsione di forti innalzamenti termici. Anche se meno diffuse, sono possibili interventi anche con i formulati singoli di dicamba (Mondak 480 S, Joker) e fluroxipir (Starane HD), particolarmente indicati per il controllo di dicotiledoni perenni (Convolvulus arvensis). I formulati autorizzati a base di mesotrione (Solis ecc.) si prestando ad integrare l’attività degli altri erbicidi sulle più sensibili infestazioni di chenopodiacee e solanacee, fornendo nel contempo una più o meno marcata azione collaterale su graminacee annuali, in particolare quando addizionato a s-metolaclor + terbutilazina, grazie all’azione sinergica che si sviluppa tra i tre principi attivi. Da ricordare infine che nella prossima primavera sarà possibile utilizzate anche il piridate (Onyx), il cui impiego recentemente è state esteso al sorgo. La sua azione di contatto si esplica prevalentemente su amarantacee, chenopodiacee e solanacee, con azione collaterale anche sulle specie ciperacee.

Sorgo, il limite sono ancora le infestanti graminacee - Ultima modifica: 2023-04-20T11:20:09+02:00 da Roberta Ponci

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