Dai ricambi all’after-market

La componentistica interessa anche i clienti finali come gli agromeccanici. Ne abbiamo parlato con Pier Giorgio Salvarani, presidente di Comacomp

La componentistica è spesso considerata un universo parallelo – e minore – nel panorama della meccanica agricola. È però una valutazione ingenerosa, per almeno due motivi. Il primo è che senza i componenti non vi sarebbero, ovviamente, macchine agricole. Il secondo, che questo settore non interessa soltanto i costruttori, che hanno nei componentisti i loro principali fornitori di parti, ma anche il cosiddetto cliente finale. Ovvero, nel caso di nostro interesse, i contoterzisti.

Sono tradizionalmente compresi nella componentistica, per esempio, i ricambi. E tutti sanno che accanto a quelli originali c’è tutto il mondo della ricambistica compatibile, prodotta da ditte di assoluta affidabilità e serietà, che vanno da Ama a Granit Parts, passando per Cermag, GB Ricambi e, naturalmente, Kramp, che in poco più di un decennio ha rivoluzionato il mercato nazionale, digitalizzandolo. Ma non occorre limitarsi al classico filtro o tubo idraulico, in realtà: sono componenti anche tutti i prodotti del cosiddetto after-market, ovvero quei dispositivi che si montano sulla macchina già acquistata – o in fase di acquisto – per migliorarne alcune caratteristiche o aggiungervi altre funzioni. Si pensi per esempio alle guide satellitari multimarchio, ma anche alle telecamere, alla fanaleria supplementare e così via. La personalizzazione del trattore o dell’attrezzo – e molti agromeccanici sono maestri in questo – passa forzatamente dai costruttori di componenti.

Lo stand di Ama a Eima 2022

Un mondo senza crisi

Stiamo parlando di un comparto che spazia dal dado al sollevatore, dall’O-R all’autoguida. Sarà anche per quest’ampiezza di offerta che il settore non ha attraversato, negli ultimi anni, quella crisi che ha invece colpito la meccanica agricola in generale. Il segmento è cresciuto costantemente per quattro anni, arrivando a toccare, nel 2021, il suo record assoluto, con un fatturato di 3,3 miliardi di euro (+660 milioni rispetto al bilancio complessivo del 2018 e +18% rispetto al 2020). Significativo il confronto con la meccanica agricola in generale: mentre quest’ultima scendeva del 5,5%, nel 2018, la componentistica saliva di quasi il 2%. Un divario che si allargava ulteriormente l’anno successivo: -6,3% per la meccanica, +8% per i componenti. «Negli ultimi due anni siamo aumentati a doppia cifra: un fatto tutt’altro che scontato e nemmeno ipotizzabile, in passato, se non in occasione di acquisizioni», fa notare il presidente del settore componentisti di Federunacoma (Comacomp), Pier Giorgio Salvarani, al quale chiediamo di commentare sia lo stato di salute del settore sia l’ultima edizione di Eima, fiera in cui la componentistica gioca, da sempre, un ruolo di primo piano, con due padiglioni dedicati all’interno della manifestazione.

Pier Giorgio Salvarani

L’aumento di fatturato, fa notare Salvarani, ha però luci e ombre: «Non possiamo dimenticare che in parte è stato causato dal rincaro dei prezzi, direttamente conseguente all’aumento delle materie prime. Un rincaro generalizzato che ha portato ad avere fino a quattro aumenti nel corso del 2021, senza peraltro grandi proteste da parte degli acquirenti, se non quel livello di trattativa che è lecito attendersi ogni volta che si prospetta un rincaro dei prezzi. Il loro atteggiamento è legato alla consapevolezza che stiamo operando in un mercato in cui le materie prime sono difficili da reperire, al punto che in certi settori – penso all’elettronica – un singolo elemento costa più dell’intero componente. È il caso dei microchip, per esempio».

Non esiste, secondo il presidente del Comacomp, un settore della componentistica che non abbia beneficiato del buon momento generale. «L’elettronica ha avuto un exploit molto forte, senza dubbio, ma non è il solo abito. L’oleodinamica, per dire, ha tempi di consegna che vanno oltre l’anno. In realtà non c’è un ramo che sia rimasto fermo e le differenze di velocità sono legate alle macchine di cui fanno parte: sono cresciuti di più i componenti delle macchine con più vendite nel corso dell’anno, ovviamente».

Cermag ha nel tempo notevolmente ampliato il proprio ambito di lavoro fino a comprendere un ventaglio di ricambi compatibili con i maggiori marchi di trattori

Il ruolo degli aiuti

«Anche nel nostro specifico settore – quello dei diserbi e trattamenti, ndr – abbiamo vissuto un anno molto positivo. Del resto, il comparto dei trattamenti aveva necessità di essere svecchiato, sia per ragioni ambientali sia di efficienza, dal momento che erano presenti attrezzi anche estremamente datati. Le recenti normative, con gli aiuti per l’ammodernamento del parco macchine, sono state molto utili». Il riferimento è naturalmente a campagne di finanziamento pubblico come Agricoltura 4.0. «È stata senz’altro una buona cosa. Per il 2023, tra l’altro, le agevolazioni sono state rinnovate, anche se in misura più contenuta. Ma in fondo va bene anche così: gli aiuti sono necessari, ma devono essere proporzionati, altrimenti gli agricoltori finiscono col fare acquisti soltanto per il contributo e non per reale necessità».

La spinta dovuta ad Agricoltura 4.0 è stata in parte frenata dalle vicende dell’Est Europa, ma secondo il presidente di Comacomp l’influenza della guerra non è stata forte come si era temuto in un primo momento. «Abbiamo alcuni clienti in Ucraina che hanno continuato a fare ordini anche nei mesi della guerra. Del resto, la terra va coltivata ugualmente, il lavoro in campagna non si può fermare e gli animali continuano a mangiare, per cui è normale che servano anche macchine e ricambi».

La sede della GB Ricambi a Nonantola (Mo)

La componentistica in fiera

Parliamo con Pier Giorgio Salvarani all’interno di uno dei suoi stand (l’azienda ne aveva due) in Eima 2022 ed è quindi d’obbligo un accenno alla manifestazione, vista anche la sua carica in Federunacoma. «Stiamo andando molto bene: non abbiamo i dati sulle affluenze, ma in giro vedo un sacco di gente, per cui speriamo di poter tornare ai numeri pre-Covid», ci dice. Una speranza, come noto, esaudita, dal momento che, alla chiusura dei cancelli, Eima ha registrato il record assoluto di presenze. Merito dei tantissimi espositori, della voglia di tornare a vedersi, ma anche – secondo Salvarani – dell’utilità di manifestazioni di questo tipo. «L’agricoltura ha bisogno delle fiere. Sono momenti di aggregazione, ma anche di analisi delle macchine, con la possibilità di trovare in un unico luogo tutte le novità del mercato. Lo stesso vale per componenti e accessori, che aiutano a mantenere la macchina funzionale e moderna. Vi sono attrezzi che grazie all’accessoristica continuano a essere attuali anche se hanno diversi anni di vita. Parlando di un caso che conosco bene, quello delle barre per diserbo, posso dire che molti dei nostri prodotti permettono di allungare la vita lavorativa delle irroratrici, oltre che di personalizzarle in base alle necessità del proprietario».

Anche per la tedesca Granit Parts il canale web è strategico per raggiungere un mercato che va oltre i confini europei

Nel passato, tuttavia, una forte presenza di costruttori di componenti e ricambi non originali ha generato qualche frizione con i fabbricanti di macchine agricole, che sui ricambi originali puntano per integrare il fatturato derivante dal nuovo. «È vero, in passato c’è stata qualche discussione, ma a mio parere la compresenza di costruttori e componentisti è un connubio che aiuta la crescita generale del settore e dunque fa bene anche ai fabbricanti di macchine agricole. La fiera in fondo è degli associati di Federunacoma e se torna a essere una grande manifestazione, darà modo all’associazione di continuare a garantire i suoi servizi. Compresi i viaggi all’estero, realizzati con l’aiuto dell’Ice, grazie ai quali i nostri soci entrano in contatto con realtà diverse e con potenziali partner».

Anche i componentisti, conclude Salvarani, hanno beneficiato di una vetrina internazionale tanto prestigiosa: «Le aziende italiane hanno avuto la possibilità, negli anni, di farsi conoscere da un pubblico più vasto e dai costruttori di tutto il mondo. Si è così creato un doppio mercato: quello del Sud Europa, particolarmente orientato sulle macchine specialistiche, e quello continentale e nord-europeo, vocato alla produzione di attrezzi di grandi dimensioni, progettati per estensioni elevate e che hanno nella produttività la loro caratteristica principale. Questa doppia sfida ha permesso agli italiani di crescere, anche qualitativamente, nonché di far conoscere il valore dei nostri prodotti».

La sede di Kramp a Reggio Emilia

Versatilità e affidabilità

Da sempre i componenti italiani sono noti per la loro capacità di adattamento e versatilità. Ma per Salvarani hanno ormai colmato anche il gap qualitativo con paesi come la Germania. «Abbiamo da sempre il vantaggio della flessibilità, rispetto ad alcuni colossi europei. Se un cliente chiede a un fornitore italiano di adattare un determinato pezzo, o di farglielo su misura, quand’è appena possibile sarà accontentato; cosa che non sempre accade se si relaziona con un grande gruppo internazionale. Di contro, siamo sempre stati considerati inferiori per qualità e affidabilità rispetto a paesi come la Germania, ma ormai questa visione appartiene al passato. Tra i nostri prodotti e quelli tedeschi, o di qualsiasi altro Paese, non esiste più differenza. Del resto, le auto tedesche montano un gran numero di componenti italiani: qualcosa vorrà pur dire».


1. Ricambisti a Eima 2022

I ricambi sono probabilmente il ramo della componentistica più conosciuto e al tempo stesso più utilizzato da agricoltori e contoterzisti. Mentre infatti ingranaggi, tubi idraulichi e schede elettroniche hanno nel costruttore di macchine agricole o nell’officina il proprio sbocco naturale, i ricambi, soprattutto quelli di uso più comune, sono spesso acquistati direttamente dal proprietario del mezzo, soprattutto se si occupa da solo della manutenzione. Per questo motivo abbiamo fatto un giro nei padiglioni che Eima dedica alla componentistica per vedere quali ricambisti fossero presenti.

Ci riferiamo, naturalmente, ai ricambi compatibili, ovvero quelli non originali, ma che in molti casi sono a essi paragonabili per qualità, mentre risultano quasi sempre vincenti per prezzo. L’importante, come ci hanno spiegato gli addetti ai lavori, è affidarsi a marchi noti e a realtà consolidate. Andare all’avventura su Internet, insomma, può portare a bruttissime sorprese.

Non è certamente il caso di Ama, che mettiamo al primo posto per ragioni di alfabeto, ma che guardacaso è anche prima per fatturato nel nostro Paese. Ama, chi lo conosce lo sa bene, è innanzitutto un produttore di componenti, ma fattura comunque quasi 50 milioni di euro vendendo ricambi sul mercato italiano, grazie a un parco clienti fatto di 6.500 officine, concessionarie e rivenditori sparsi per l’Italia. Formalmente, Ama non vende ai clienti finali, ma in realtà lo fa grazie ai negozi a marchio Agristore: una cinquantina in Italia, parte di proprietà, parte in franchising. Il grosso delle vendite – parliamo di circa l’ottanta per cento – avviene comunque online.

Subito dopo Ama, in ordine alfabetico troviamo Cermag, che si contende il secondo posto, in quanto a fatturato, con l’olandese Kramp. Cermag è invece italianissima: il suo nome è l’acronimo di Centro Ricambi Macchine Agricole: società fondata da Leo Goldoni nel 1989 per distribuire i ricambi dei propri trattori specialistici. Col tempo, ovviamente, l’ambito di lavoro si è notevolmente ampliato fino a comprendere un ventaglio di ricambi compatibili con i maggiori marchi di trattori. Cermag li acquista, fa sapere, perlopiù in Italia e li vende principalmente attraverso il proprio sito internet, online da sette anni, esclusivamente a costruttori, concessionarie e officine. Uno specifico settore è dedicato ai ricambi prodotti quasi su misura da artigiani italiani.

Altrettanto italiana è la GB Ricambi che da Nonantola (Mo) raggiunge i quattro angoli del mondo, ovviamente attraverso Internet. New Holland, Case IH, Same, Lamborghini, Deutz-Fahr, John Deere, Goldoni e da ultimo Kubota sono alcuni dei marchi coperti da questa piccola multinazionale della ricambistica generica, che negli ultimi anni sta dedicando un’attenzione particolare alle mietitrebbie del gruppo Cnh e alle guarnizioni. Da segnalare il notevole investimento per il 2022: 10 milioni di euro per magazzino e impiantistica, grazie ai quali la capacità produttiva interna è aumentata del 50%.

Presente a Bologna anche Granit Parts, gruppo tedesco che prese questo nome 25 anni fa, ma le cui origini affondano nell’officina meccanica di Dietrich Fricke, aperta nel 1923. Oggi Granit Parts vanta una superficie di 90.000 metri quadrati per lo stoccaggio dei materiali a Heeslingen e quasi tremila dipendenti, con 66 sedi in 25 paesi, tra cui l’Italia. Anche in questo caso il canale web è strategico per raggiungere un mercato che va oltre i confini europei.

Ricordiamo, da ultimo, Kramp, che a soli 11 anni dall’apertura di una filiale nel nostro Paese, con 26,4 milioni di fatturato nel 2021 ha ormai occupato il secondo posto tra i ricambisti compatibili presenti in Italia. Strategico, per portare a una crescita del 25% nello scorso anno, il nuovo magazzino, inaugurato nel 2021 e che grazie ai suoi 17mila metri quadrati si superficie consente di rifornire tempestivamente tutta la Penisola. Tra le novità segnalate dal colosso olandese ricordiamo la partnership con Vapormatic, marchio inglese di proprietà di John Deere, specializzato in ricambi compatibili per i più comuni marchi di trattori. In fiera Kramp ha infine portato, oltre ai noti sedili Grammer, la ricambistica Briggs&Stratton, di cui è rivenditore dallo scorso ottobre.


2. Ricambi usati

Girando per gli stand Eima si trovano realtà assai particolari e, a loro modo, interessanti. Per esempio, la CRT, società salernitana specializzata in ricambi usati. «Facciamo questo lavoro da anni, ma finora abbiamo sempre spinto soprattutto i ricambi nuovi. Dallo scorso anno, invece, abbiamo deciso di dare visibilità anche a questo ramo della nostra attività, in forte crescita anche a causa della penuria di ricambi originali sul mercato», ci spiegano allo stand. In sostanza, i meccanici della CRT smontano vecchi trattori e ne riutilizzano le parti ancora in buono stato. «Vi sono pezzi, come ingranaggi o cuscinetti, che si usurano con il tempo e le ore di lavoro, mentre altri non hanno questo problema. Una scatola del cambio, per esempio, se non ha crepe, è perfettamente uguale a una scatola nuova. I nostri ricambi sono tutti controllati, verificati e ripuliti prima di essere messi sul mercato. Molti ci considerano dei demolitori, ma mi piace pensare che la nostra sia un’attività di valorizzazione dell’usato, perfettamente nell’ottica della sostenibilità, che promuove il riuso prima ancora del riciclaggio».

Dai ricambi all’after-market - Ultima modifica: 2022-11-30T16:12:47+01:00 da K4

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