Combinate per lavorazione e semina di terreni difficili

La meccanica agraria mette a disposizione zappatrici con rotore a lame o a spuntoni e seminatrici affidabili ed efficaci nei suoli tenaci, umidi, ricchi di sassi e residui colturali

La coltivazione dei terreni tenaci e ricchi di sassi presenta non poche difficoltà. Difficoltà che si palesano sin dalla loro lavorazione a causa della resistenza che oppongono agli utensili di lavoro, resistenza che può portare anche alla rottura degli utensili, nonché a gravi danni alla struttura degli attrezzi se non anche agli organi della trattrice. Inoltre, proprio per le loro caratteristiche naturali di tenacità e plasticità questi terreni esaltano la creazione della suola (o crostone) di lavorazione che impedisce il normale sviluppo in profondità delle radici e la percolazione dell’acqua negli strati più profondi. In tali terreni, emergono difficoltà anche durante la semina poiché, per esempio, i sassi possono causare la rottura degli organi assolcatori dei semi oppure provocare loro saltelli che inficiano la corretta deposizione dei semi, causando fallanze o una disomogenea emergenza delle plantule dovuta alla non uniforme profondità di semina. A complicare un quadro già così complesso intervengono anche la presenza di residui colturali ed i fattori climatici la cui instabilità sempre più accentuata comporta finestre di intervento molto ristrette in cui poter svolgere i lavori.

Per ovviare a tutti questi inconvenienti, la meccanica agraria mette a disposizione combinate costituite da zappatrici con rotore a lame oppure a puntoni e seminatrici a distribuzione meccanica oppure pneumatica con deposizione a spaglio localizzato senza contatto diretto degli organi diffusori dei semi con il terreno. Tali combinate hanno il grande pregio di eseguire la lavorazione superficiale e la semina in contemporanea inglobando i residui colturali, anche senza previa trinciatura, riducendo così: tempi di lavoro, numero di passate in campo, compattamento del terreno, consumo di carburante. Consentono un considerevole contenimento dei costi, offrono grande affidabilità dovuta ai loro sistemi ampiamente collaudati e alla robustezza dei componenti ed offrono un uso semplice ed intuitivo. Inoltre, hanno una bassa richiesta di manutenzione.

Di seguito le caratteristiche delle combinate di zappatrice con rotore a lame o spuntoni e seminatrice meccanica o pneumatica con deposizione a spaglio dei semi, utilizzabili anche per colture intercalari come per esempio le cover crop che sempre più appaiono preziose per migliorare sia la fertilità sia le proprietà fisiche del terreno.

Le combinate costituite da zappatrici con rotore a lame oppure a puntoni e seminatrici a distribuzione meccanica oppure pneumatica consentono lavorazione e semina dei terreni difficili riducendo: tempi di lavoro, numero di passate in campo, compattamento del terreno, consumo di carburante – foto Collari

La zappatrice, robusta e infaticabile

La zappatrice è portata dal sollevatore posteriore della trattrice grazie a un robusto castello d’attacco che può presentare anche boccole per l’aggancio rapido ed è dotata di grande robustezza strutturale proprio per poter svolgere al meglio le lavorazioni cui è demandata. Infatti, si avvale di un telaio in scatolati d’acciaio completato da un carter di lamiera d’acciaio che avvolge il rotore al fine di perfezionare la frantumazione e la miscelazione del terreno ed evitare la proiezione dei sassi e zolle verso la trattrice, l’operatore e persone, cose o animali che si vengono a trovare in prossimità dell’area di lavoro. A sua volta, un cofano deflettore posteriore regolabile nell’inclinazione provvede a creare una corretta stratificazione del terreno lavorato.

Coltura di rafano seminata in contemporanea alla lavorazione del terreno utilizzando una zappatrice con rotore a puntoni e una seminatrice meccanica con deposizione a spaglio localizzato senza contatto diretto degli organi diffusori con il terreno – foto Collari

Rotore a lame – spuntoni

L’elemento tipizzante la zappatrice è il rotore orizzontale costruito in acciaio ed avente supporti a tenuta stagna e flange recanti 4-6 utensili rigidi d’acciaio deputati alla lavorazione del terreno. Tali utensili possono assumere forme differenti a seconda del tipo di terreno da lavorare e, grazie al moto impresso al rotore, incidono residui colturali e terreno mescolandoli energicamente. Anche con eventuali concimi (per esempio: urea, calciocianamide oppure reflui zootecnici) distribuiti prima della lavorazione per agevolare la trasformazione dei residui colturali in humus e apportare elementi nutritivi alle colture seminate. Nel caso di terreni difficili, tenaci, anche umidi e con abbondanti residui colturali è opportuno avvalersi di zappatrici con rotore dotato di lame “diritte” che non presentano quindi la tipica conformazione delle zappette a L od a J e aventi profilo verticale leggermente obliquo. Difatti tali utensili esercitano un taglio netto dei residui colturali e incidono il terreno con fessurazioni, lavorandolo, rimescolandolo energicamente e miscelandolo ai residui colturali frantumati grazie al veloce e potente movimento del rotore ed alla particolare conformazione della loro lamina d’acciaio. Il tutto senza creare la suola di lavorazione. Invece, nel caso di terreni difficili, tenaci, ricchi di sassi e con abbondanti residui colturali è opportuno utilizzare zappatrici con rotore dotato di puntoni.

Tali utensili offrono grande resistenza all’impatto con il terreno compatto e con i sassi: penetrano facilmente nel terreno grazie alle punte molto pronunciate ed esercitano un grande dirompimento dello strato superficiale del terreno nonché un taglio rapido dei residui colturali o della vegetazione presente sulla superficie da lavorare grazie al loro profilo ben acuminato. Gli spuntoni infatti sono fissati sul loro supporto con un’inclinazione di 45° in modo da conferire maggiore resistenza strutturale e consentire una facile penetrazione nel terreno. Tant’è che spesso la zappatrice con rotore a puntoni viene utilizzata per la preparazione del letto di semina dei terreni tenaci e ricchi di sassi proprio per la grande capacità di frantumare le zolle e la grande resistenza all’impatto con i sassi possedute dai puntoni.

Analogamente, la zappatrice con rotore a lame diritte aventi profilo verticale leggermente inclinato trova utile impiego nella preparazione del letto di semina dei terreni tenaci proprio per l’elevata capacità delle lame di frantumare le zolle che inevitabilmente vengono a formarsi durante l’aratura dei terreni argillosi.

Il rotore a lame diritte con profilo leggermente inclinato sul piano verticale è indicato per la lavorazione dei terreni tenaci e con presenza di residui colturali – foto Maschio Gaspardo

Catena cinematica

Il rotore della zappatrice riceve il moto dalla pdp della trattrice tramite un albero cardano che si avvale di frizione di sicurezza in modo da staccare temporaneamente il moto al rotore quando incontra un’elevata resistenza, evitando così gravi rotture agli organi di lavoro ed agli organi della catena cinematica, anche interni alla trattrice.

Inoltre, nella catena cinematica di trasmissione del moto al rotore è presente una scatola di rinvio (talvolta anche a più velocità) i cui ingranaggi (pignone e ruota dentata) deviano il moto trasmesso dalla pdp della trattrice alla trasmissione laterale della zappatrice. Tale trasmissione si avvale di ruote dentate e/o pignoni oppure di catena (anche doppia) in bagno d’olio, racchiusi e protetti da un robusto carter che funge anche da contenitore dell’olio o del grasso di lubrificazione ed aspersione del calore che si genera nel movimento.

Il rotore a puntoni è particolarmente efficace nella lavorazione dei terreni tenaci e ricchi di sassi. La presenza di residui colturali non inficia le sue prestazioni – foto Maschio Gaspardo

Controllo profondità di lavoro

Generalmente il controllo della profondità di lavoro della zappatrice è demandato a robuste slitte laterali registrabili sul piano verticale ed a un rullo posteriore regolabile nella sua posizione verticale rispetto al terreno e che può avere differenti conformazioni in funzione del tipo di terreno lavorato.

Il rullo posteriore più utilizzato per lavorare i terreni difficili è il packer dentellato dotato di raschiatori per rimuovere il terreno che ha aderito alla parte liscia del rullo. Difatti, tale rullo esercita una buona ricomposizione del terreno miscelato con i residui colturali, terreno che dopo il passaggio del rullo appare ben livellato e che rimane arieggiato grazie alle fessurazioni superficiali impresse dalla dentellatura del rullo. Per perfezionare il controllo della profondità sono presenti ruote dotate di pneumatici collocate nella parte anteriore della zappatrice e regolabili nella loro posizione sull’asse verticale grazie a sistemi meccanici a manovella.

Nella fotografia una combinata zappatrice con rotore a puntoni e seminatrice pneumatica con deposizione a spaglio localizzato senza contatto diretto degli organi diffusori con il terreno – foto Falc

La combinata

La combinata con la zappatrice può essere realizzata utilizzando una seminatrice meccanica oppure una seminatrice pneumatica. Nel primo caso, la struttura di incernieramento del rullo pareggiatore alla parte posteriore della zappatrice funge da supporto alla seminatrice. Utilizzando la seminatrice pneumatica, invece, la struttura portante della seminatrice viene integrata alla parte posteriore della struttura del castello d’attacco della zappatrice. Ecco la descrizione e il funzionamento delle seminatrici di possibile utilizzo.

La zappatrice può essere dotata di ruote, anche gemellate, per un più preciso controllo della profondità di lavoro – foto Collari

Seminatrice meccanica

La seminatrice meccanica si avvale di una tramoggia tronco piramidale rovesciata per contenere i semi. Tipicamente tale tramoggia è costruita in lamiera verniciata ed ha capacità compresa tra 300 e 900 litri. Grazie a luci poste sul fondo della tramoggia, i semi defluiscono per caduta, agevolata dall’azione di un agitatore, verso l’apparato distributore. Quest’ultimo è rappresentato da tamburi orizzontali dentellati oppure sagomati costruiti in materie plastiche (o più raramente in metallo) posti immediatamente sotto le luci della tramoggia. I tamburi catturano i semi grazie al moto rotatorio ad essi impressi da una ruota metallica dentata che, rotolando sul terreno, muove una trasmissione a catena la quale trasferisce il moto sia ai distributori che all’agitatore posto all’interno della tramoggia.

L’ampiezza dell’apertura delle luci può essere determinata dall’operatore tramite ghigliottine a regolazione meccanica. I semi catturati sono depositati dai tamburi distributori all’interno di tubi convogliatori – seminatori flessibili realizzati in polietilene. Tubi che, regolabili nell’interasse orizzontale e nell’altezza da terra, provvedono alla distribuzione a spaglio dei semi tramite un soffietto finale.

Le combinate “zappatrici con rotore a lame oppure a puntoni + seminatrici a distribuzione meccanica oppure pneumatica” possono essere utilizzate anche per l’inerbimento di frutteti e vigneti

Seminatrice pneumatica

La seminatrice pneumatica si avvale di una tramoggia tronco piramidale rovesciata costruita in lamiera colorata od in acciaio inox avente tipicamente capacità compresa tra 100 e 500 litri. Sul fondo della tramoggia sono presenti luci con apertura regolabile che lasciano defluire i semi verso un tamburo distributore generalmente realizzato in materie plastiche e caratterizzato da dentellature che ruotando, grazie all’azione di un motore elettrico alimentato dal circuito a bassa tensione della trattrice, cattura i semi e li invia ai tubi convogliatori – seminatori flessibili. Qui i semi incontrano un flusso d’aria originato da una turbina mossa da un motore elettrico alimentato dal circuito a bassa tensione della trattrice, flusso d’aria che trasporta velocemente i semi verso un soffietto di plastica che realizza lo spaglio dei semi.

Tra l’altro, all’interno della tramoggia è presente un agitatore mosso elettricamente che facilità l’uscita dei semi tramite le luci della tramoggia. Inoltre, il motore elettrico che genera il moto del tamburo distributore e la turbina che genera il flusso d’aria sono controllati tramite centralina elettronica che, avvalendosi di un sensore di velocità induttivo, determina in automatico un flusso di semi e di aria di trasporto di questi ultimi all’interno dei tubi convogliatori – seminatori proporzionale alla velocità di avanzamento.

Le combinate “zappatrici con rotore a lame oppure a puntoni + seminatrici a distribuzione meccanica oppure pneumatica” possono essere utilizzate anche per l’inerbimento di frutteti e vigneti

Elementi comuni

Il terreno sminuzzato e miscelato con i residui colturali viene proiettato all’indietro dal rotore e indirizzato dal cofano deflettore posteriore verso i tubi convogliatori - seminatori dove il flusso del terreno raccoglie i semi sparsi a spaglio. Quindi il rullo livellatore posteriore interra il seme e ricompone il terreno in superficie per garantire la migliore germinazione possibile. L’assenza di organi assolcatori evita il contatto con il terreno lavorato e quindi i rischi di intasamento e/o rottura degli assolcatori. Inoltre, neutralizza la formazione di ingolfamenti di terreno e residui colturali che tradizionalmente si verificano nei terreni difficili. Tali intasamenti infatti compromettono il buon esito della semina e causano ripetute soste per il loro dipanamento, dilatando così anche i tempi di lavoro.

Le seminatrici possono essere smontate rapidamente per consentire i tradizionali impieghi delle zappatrici sia nell’interramento dei residui colturali, nel diserbo meccanico dei terreni che nella preparazione dei terreni da non seminare immediatamente. Sono adatte per semine di una vasta gamma di colture caratterizzate da semi grandi oppure minuti. Tra le colture più seminate utilizzando combinate di zappatrice con rotore a lame o spuntoni e seminatrice meccanica o pneumatica con deposizione a spaglio dei semi citiamo: cereali a paglia, soia, mais, sorgo, erba medica, rafano.

Combinate per lavorazione e semina di terreni difficili - Ultima modifica: 2024-10-30T09:24:15+01:00 da Roberta Ponci

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