Combi Mais ancora una volta più forte del clima avverso

In una stagione negativa dal punto di vista climatico, il protocollo di Innovagri è riuscito a raggiungere una produzione media di 16,8 t/ha

Combi Mais non si arrende nemmeno di fronte a una stagione climatica davvero avversa come quella del 2021. Giunto all’ottavo anno di sperimentazione, infatti, il protocollo di Innovagri per la produzione di mais da granella ha conseguito una resa media di 16,8 t/ha, superiore quindi alla media dell’area di riferimento (circa 13 t/ha), riuscendo a contenere i danni provocati dagli eventi climatici estremi.

Mario Vigo

«In un anno di autentico cambiamento climatico, l’agricoltura per competere e sopravvivere ha bisogno della tecnica e della ricerca, per essere veramente sostenibile – ha commentato Mario Vigo, presidente di Innovagri e ideatore di Combi Mais –. Combi Mais conferma la sua efficacia eccellendo in produttività, sostenibilità e qualità; dopo ben otto anni di applicazione, questa metodologia è la dimostrazione che nel panorama dell’agricoltura del futuro sono elementi fondamentali una tecnica collaudata e il precision farming, oltre al plus della sostenibilità, che è il grande leit motiv del progetto.

Combi Mais, inoltre, sposa i dettami della Pac legati al Green Deal - Farm to Fork e Biodiversità, con l’obiettivo di creare un sistema alimentare orientato quanto più possibile verso modelli sostenibili, attraverso la riduzione di elementi inquinanti, e vero soluzioni di ultima generazione per l’irrigazione a goccia e la micro-irrigazione, con un affidabile calcolo della water use efficiency in ottica di risparmio idrico. Anche la nuova linea di prodotti da forno dolci e salati Milano 100 Pertiche, nata da questo mais speciale, rappresenta il completamento del percorso dal campo alla tavola (From Farm to Fork, appunto), per offrire al consumatore un’alimentazione sempre più sana e sostenibile».

Cover crop in arrivo

Come sempre, il coordinamento di tutti gli step delle attività è stato affidato all’Istituto di Agronomia dell’Università di Torino, guidato da Amedeo Reyneri. «La campagna è stata problematica per tre motivi – ha spiegato il professore –: gelate primaverili tardive (con una minima assoluta ad aprile di -5°C), che hanno frenato lo sviluppo della pianta e portato a una fioritura tardiva; precipitazioni mal distribuite, anche grandinigene, e stress idrico in estate, proprio nella fase di riempimento del chicco; temperature in agosto decisamente superiori alla media. Ma il protocollo Combi Mais è stato costruito per conferire resilienza alla coltura, cioè farle tollerare gli stress e poi ripartire quando le condizioni tornano normali. Per questi motivi possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati ottenuti, anche dal punto di vista qualitativo, perché l’andamento climatico in linea di massima è stato di quelli che favoriscono la comparsa in particolare di aflatossine e fumonisine.


Merita, inoltre, evidenziare l’azione ambientale svolta dal mais, perché parliamo di una coltura che, rispetto ad altre come soia e girasole, lascia molte più tonnellate di carbonio fissato sul terreno e fissa sette volte la CO2 emessa per la coltivazione. E Combi Mais amplifica ancora di più questi vantaggi, come efficienza dell’uso dell’azoto, efficienza dell’uso dell’energia e carbon footprint, in quanto produce mediamente il 10% in meno di CO2 per tonnellata di granella prodotta (il 19% in meno se si prende a riferimento l’appezzamento con i migliori risultati). Infine, in ottica ecoschemi, Combi Mais deve evolversi continuamente, perché se da un lato rientra nel premio per la produzione integrata, dall’altro deve fare di più sull’avvicendamento colturale. Le cover crop come le leguminose, infatti, in avvicendamento al mais arricchiscono il suolo e ci consentono di aumentare l’efficienza. Questo potrebbe essere un nuovo elemento di sfida che introdurremo nel Combi Mais 9.0».

Il protocollo

La sperimentazione ha impegnato 25 ettari dell’azienda agricola Folli in quel di Robbiano di Mediglia (Mi), suddivisi in quattro appezzamenti: il primo seminato con l’ibrido Impulse in subirrigazione (per la produzione di farina), il secondo con Brabus in irrigazione a scorrimento (per la produzione di biscotti), il terzo e quarto sempre con genetica mirata Syngenta.

A illustrare i dettagli della stagione 2021 è stato come sempre l’agronomo Leonardo Bertolani. «Quest’anno abbiamo registrato il minimo di pioggia nel periodo semina-raccolta (278 mm, praticamente metà dell’anno scorso), iniziando la subirrigazione 20 giorni prima e ricorrendo a 5 interventi di subirrigazione contro i 3 del 2020. Le gelate primaverili tardive hanno fermato lo sviluppo delle piante e determinato un ritardo della fioritura di 7-10 giorni. Per il resto, è stato seguito un protocollo ormai consolidato: alla preparazione del letto di semina è stato distribuito il fertilizzante organo-minerale Azteco, N32, MicroLife della Unimer con trattrice Deutz Fahr munita di satellitare Topcon. La semina degli ibridi Syngenta food (Impulse e Brabus) e feed (Bambus, Fontero e Fuerza) è stata effettuata con una seminatrice Maschio Gaspardo tra fine marzo e inizio aprile, con seme trattato con insetticida Schermo di Adama e con starter TopStar 8-35 di Cifo. Il diserbo (Adama) è stato effettuato in un unico passaggio post emergenza a inizio maggio, utilizzando il biostimolatore Sinergon (Cifo). In copertura è stato distribuito il fertilizzante N32 Granuli (Unimer) e da inizio giugno è partita la gestione della subirrigazione su informazione dei sensori di umidità e temperatura del suolo su due dei quattro appezzamenti, che inviano input di allerta al sistema NetaFarm (Netafim) per ottimizzare la subirrigazione e la sommersione. Il trattamento contro piralide e diabrotica e la difesa fungina sono stati affidati a Ionifos+KS64 (Cifo). Infine, la raccolta con sistema di mappatura satellitare (Topcon) è stata effettuata tra l’ultima decade di agosto e la prima di settembre».

I risultati

«Per l’ottavo anno consecutivo le analisi hanno confermato la totale esenzione da micotossine, aflatossine in particolare – ha proseguito Bertolani –. Come rese, abbiamo prodotto l’8% in meno come Brabus (food) e il 3% in meno come Fuerza (feed) rispetto al 2020, ma la nuova genetica ha risposto positivamente alle difficoltà del 2021, soprattutto nel caso della subirrigazione rispetto agli altri anni, anche perché abbiamo il vantaggio di stabilire noi il turno irriguo. A seconda degli appezzamenti siamo andati dalle 16,8 t/ha alle 18,6 t/ha, valori assolutamente positivi rispetto alla media tradizionale, per cui possiamo dire che il protocollo ha permesso di ridurre le perdite causate da un’annata difficile. Dal punto di vista economico, Combi Mais ha consentito il 50% in più di redditività rispetto a una coltivazione tradizionale, mantenendo gli obiettivi di quantità, qualità e sanità della pianta».

Il supporto della Regione Lombardia

Cesare Soldi

«Combi Mais è un progetto all’avanguardia per tre motivi – ha commentato Cesare Soldi, presidente Ami–: prevede già il passaggio per il mais da commodity a specialty (tanto richiesto anche con il piano maidicolo), comprende l’innovazione (grazie ad aziende di alto livello) e fornisce le soluzioni richieste non solo dal Farm to fork, ma anche dalla prossima politica agricola. I prezzi quest’anno sono buoni, ma il settore è ancora in crisi e a livello politico stiamo discutendo al tavolo di partenariato, auspicando il sostegno accoppiato alla coltura e l’apertura alle biotecnologie».

 

Fabio Rolfi

«Il progetto Combi Mais è la realizzazione pratica della filosofia della Regione Lombardia – ha concluso Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia –: puntare sull’innovazione e sulla ricerca per coniugare sostenibilità ambientale e redditività delle aziende. Gli obiettivi imposti dal green deal per la prossima programmazione agricola non possono prescindere dalle esigenze di mercato delle imprese. Le nuove tecnologie permettono di ottenere prodotti migliori, razionalizzando risorse e rendendo più efficienti i cicli produttivi. Ringrazio dunque tutti coloro che hanno collaborato al progetto. La Regione non farà mancare il proprio sostegno anche in futuro».

Combi Mais ancora una volta più forte del clima avverso - Ultima modifica: 2021-10-08T16:48:12+02:00 da Francesco Bartolozzi

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