Revisione, si spera nel Milleproroghe

Probabile proroga a fine 2024 per la prima scadenza. Resta il fatto che le norme devono ancora essere emanate

La vicenda della revisione delle macchine agricole, resa obbligatoria dopo la modifica all’art. 111 del codice della strada, intervenuta nel 2012, ha assunto toni grotteschi, dovuti all’atteggiamento incerto, per non dire di peggio, del legislatore. Se la revisione si fosse limitata alla verifica dei requisiti minimi per la circolazione stradale – freni, luci, sterzo, gomme – e alla presenza di roll bar e cinture, saremmo già arrivati alla seconda tornata senza avere creato tanto scompiglio.

Magari sarebbe stata controllata solo quella parte del parco macchine che circola spesso su strada e che rappresenta una netta minoranza sul totale, forse con qualche differenza dovuta alla diversa capacità di controllare il territorio da parte degli organi di polizia stradale. Ma la modifica del Codice della strada era stata fortemente spinta dalla pubblicazione del rapporto sugli infortuni correlati alle macchine agricole, che ha pesato sull’emanazione del provvedimento, visto come un’occasione unica per incidere sulla sicurezza del parco trattori nazionale.

I funzionari della Motorizzazione, oppressi dalle carenze di personale e obiettivamente impreparati su una materia complessa come questa, hanno alzato le braccia, così come quelli regionali, che svolgono le funzioni ispettive in materia di sicurezza, non sono formati sulla circolazione. Il palleggio fra i vari enti ha finora impedito di arrivare a definire chi farà la revisione, come la farà e soprattutto dove e quando: nel frattempo però è stato emanato il decreto di natura amministrativa, contenente le date, più volte prorogate da altri provvedimenti.

Tutto il calendario dovrebbe essere rimandato

Allo stato attuale la revisione per le macchine agricole semoventi e i rimorchi agricoli, nonché per le macchine operatrici industriali, immatricolati prima del 31/12/1983, è formalmente scaduta, con conseguenti contestazioni e relativi verbali. Per i suddetti veicoli, immatricolati per la prima volta entro il 1996, la scadenza avrebbe dovuto essere il 31/12/2023, ma la versione originaria del decreto-legge l’aveva prorogato a fine 2024: restano però ancora scoperte le macchine più vecchie, con un pasticcio davvero poco bello. In sede di conversione del decreto, secondo quanto proposto, tutto il calendario (e non solo uno degli scaglioni di età) dovrebbe essere rimandato, con la considerazione che la revisione non è materialmente possibile fino all’emanazione delle relative norme. Così infatti recita il testo della relazione parlamentare all’atto n. 633: “la proroga della revisione delle macchine agricole si rende necessaria considerato che si è ancora in attesa dell’emanazione del Decreto Ministeriale, di concerto tra Ministero delle infrastrutture e trasporti e il MASAF, previsto dal Decreto ministeriale attuativo dell’articolo 111 del Codice della strada (cfr. al decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 20 maggio 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 149 del 30 giugno 2015) che dovrà definire le modalità di esecuzione della revisione ossia gli elementi su cui verte il controllo che verrà effettuato in sede di revisione, le tariffe dovute nonché le officine autorizzate all’effettuazione della revisione”. 

Il testo contiene due affermazioni che possono essere richiamate nel caso in cui ci si trovasse a dover ricorrere – al Prefetto o al Giudice di Pace – su un verbale di contestazione per la mancata presentazione del veicolo alla revisione:

  • mancanza del decreto “tecnico” previsto dal Dm 20 maggio 2015, che contiene norme di natura esclusivamente amministrativa;
  • mancata emanazione delle disposizioni per la materiale esecuzione della revisione.

Considerata l’ampia convergenza delle forze politiche, non solo della maggioranza, su tale materia, è molto probabile che la proroga passi: c’è solo da augurarsi che l’allungamento dei termini tenga conto del fatto che le norme devono ancora essere emanate e che la prima scadenza sarà la peggiore.

Le macchine agricole targate immatricolate entro il 1983 e tuttora in uso potrebbero non essere così numerose, ma il loro stato (dopo oltre 40 anni!) e le difficoltà di reperimento delle parti di ricambio richiederebbero una proroga collegata all’emanazione del decreto applicativo.

Revisione, si spera nel Milleproroghe - Ultima modifica: 2024-01-22T16:51:43+01:00 da Roberta Ponci

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