Divieti di circolazione per i mezzi pesanti

Non ci sono novità “pericolose” per le macchine agricole nel 2022. Restano pertanto i soliti dubbi interpretativi sulle merci trasportate

Seguendo il noto copione, a metà dicembre è stato firmato il consueto decreto ministeriale che limita la circolazione fuori dai centri abitati per i veicoli adibiti al trasporto di cose di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 t. Anche questa volta non ci sono novità sostanziali rispetto allo scorso anno e restano pertanto i soliti dubbi interpretativi sulle merci trasportate, che lasciano ancora troppo spazio alle scelte soggettive dei prefetti, specialmente per il trasporto di materie prime destinate all’alimentazione animale.

Di positivo dobbiamo registrare che non ci sono novità “pericolose” per le macchine agricole, che restano sempre escluse dai divieti di circolazione festiva, con una sola eccezione (peraltro rarissima) trattata nel riquadro a parte. Proprio perché escluse per natura, le macchine agricole non devono essere munite né di particolari autorizzazioni (a parte quella per l’eccezionalità, quando ricorre), né del cartello verde con la lettera “d” nera, che obbligatorio solo per gli autocarri.

L’esonero per i mezzi agricoli è stato una grande conquista, perché ha eliminato un adempimento che il trascorrere degli anni, e l’evoluzione della rete viaria, avevano reso ormai inutile. Sono altresì esonerati dai divieti festivi i trasporti di piccole quantità di gasolio (fino a 1.000 litri) destinate a rifornire le macchine in campo o in cantiere, essendo soggetti ad esonero parziale o totale dalle norme Adr. Infine, fra i mezzi esclusi dai divieti si annoverano le macchine operatrici, descritte all’art. 58 del Codice della Strada, in quanto non abilitate ad eseguire trasporti ma solo allo spostamento di cose o macchinari connessi al cantiere o al ciclo operativo della macchina stessa.

La situazione anomala venutasi a creare dal 2020 a causa della pandemia ha modificato pesantemente le abitudini degli italiani, portando le correnti turistiche ad abbandonare la viabilità secondaria. Un’evoluzione spesso “pilotata” dagli enti locali, che per la frenesia di liberarsi del traffico pesante, hanno reso impraticabile la maggior parte dei passanti urbani, con rallentatori, strettoie, riduzione e modifica di corsie, apparecchi misuratori di velocità ecc. Grazie a questi artifici, il costo dei trasporti (tutti, compreso quello privato) è aumentato a dismisura, così come l’impatto ambientale: esistono località dove bisogna percorrere almeno un chilometro per ogni 100 metri di strada chiusa o vietata, con un danno che nessuno si prende la briga di valutare. Piuttosto che affrontare questa “corsa ad ostacoli”, non solo i veicoli pesanti, ma anche quelli privati si riversano sulle autostrade (dove esistono) per percorrere brevissimi tratti, che le hanno fatte invecchiare di colpo per eccesso di traffico. A causa del crescente disinteresse verso i trasporti agricoli, che “bruciano” ore preziose nell’attesa di completare il carico, sono assai numerosi gli agromeccanici che hanno acquistato direttamente autocarri, autotreni e autoarticolati per il trasporto delle derrate agricole, oppure per le attività nel settore delle costruzioni e del genio civile.

Gli autoveicoli e loro rimorchi, con massa complessiva autorizzata superiore a 7,5 t, sono esonerati dai divieti, se eseguono solo alcuni tipi di trasporti; in tal caso devono essere dotati del pannello verde con la lettera “d” di colore nero.

I soggetti esonerati

Sono oggetti di esonero dal divieto gli autoveicoli:

  • che trasportano prodotti agricoli deperibili, fiori recisi, frutta e ortaggi freschi, anche quando non sono soggetti al regime di temperatura controllata (Atp);
  • adibiti al trasporto del latte fresco;
  • quando trasportano semi vitali non germogliati, una definizione poco chiara e difficile da interpretare: per esempio, il grano da seme potrebbe rientrarvi, ma non quello da macina;
  • adibiti al trasporto di alimenti per animali da allevamento (quindi il mangime pronto, oppure il foraggio) o materie prime per la loro produzione: la voce è stata così modificata a partire dal 2021, ma bisogna poter dimostrare che il cereale, poniamo, è destinato alla produzione di mangimi e non all’alimentazione umana;
  • che trasportano rifiuti derivanti da servizi di raccolta e nettezza urbana;
  • adibiti allo spurgo di fosse biologiche e pozzi neri.

Nella definizione di “materie prime” per la produzione di alimenti per animali d’allevamento dovrebbero rientrare a buon diritto i foraggi freschi ed essiccati, i cereali foraggeri (in granella o trinciati), nonché le polpe di barbabietola ed altri prodotti similari di impiego zootecnico.

Se invece il trasporto riguarda prodotti di diversa natura, è necessario richiedere alla prefettura l’apposita deroga, a precise condizioni, fra cui:

  • rischio di un rapido deterioramento del prodotto;
  • esistenza di situazioni particolari, debitamente documentate;
  • delimitazione dell’area in cui avverrà la circolazione in deroga;
  • durata, che può estendersi all’intero periodo di raccolta dello specifico prodotto.

Il calendario non aumenta il numero dei giorni di divieto rispetto allo scorso anno, per venire incontro alle istanze del mondo dell’autotrasporto, già soggetto a innumerevoli difficoltà operative legate alla pandemia e ad un costo dei carburanti che non ha uguali nel resto d’Europa.


 


Strade vietate alle macchine agricole

L’intervento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (ora della Mobilità sostenibile) che escluse le macchine agricole dai divieti festivi fu sacrosanto, ma ci sarebbe bisogno di un ulteriore atto di indirizzo nei confronti dei comuni, che talvolta non distinguono fra il traffico pesante di passaggio e quello che accede alle proprietà private. Apporre un divieto di transito ai mezzi oltre 3,5 t, senza deroghe, significa vietare l’esercizio delle attività agricole, così come restringere la carreggiata con barriere e altri ostacoli: i mezzi agricoli non possono andare in autostrada, né farsi 15 km di tangenziali per non attraversare il centro abitato. Esistono infatti alcune categorie di strade, come le autostrade e le superstrade, con caratteristiche analoghe, che sono per natura vietate alle macchine agricole, oltre ad eventuali altre strade che, pur non rientrando in tali categorie, sono provviste dell’apposito cartello di divieto.

Una situazione simile riguarda le macchine agricole eccezionali che devono percorrere tratti di strada non compresi fra quelli percorribili, nelle (poche) regioni che hanno realizzato l’archivio regionale delle strade; spesso sono strade a fondo cieco, che sono però gli unici accessi ai fondi agricoli. Nell’eventualità che la macchina le dovesse percorrere (per necessità come lavori di manutenzione, sgombero neve, spargisale, ecc.), bisognerà chiedere l’autorizzazione all’ente proprietario, anche quando tale necessità deriva da un contratto d’appalto. In questi casi – piuttosto rari – il permesso di transito vale solo per i giorni feriali, non compresi nel calendario dei divieti festivi: se si verificasse tale necessità (neve, per esempio) bisogna chiedere la deroga al Prefetto, come se si trattasse di un autocarro.

 

Divieti di circolazione per i mezzi pesanti - Ultima modifica: 2022-01-17T09:53:52+01:00 da Roberta Ponci

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