Merlo ha recentemente consegnato un Panoramic P28.8 alla Base Scott che fa capo alla spedizione alla Nuova Zelanda. Il mezzo verrà utilizzato per tutte le attività logistiche della base oltre che essere protagonista di alcune attività di ricerca scientifica vere e proprie.
Date le condizioni climatiche, infatti, l’Antartide rende impossibile l’insediamento umano.
Oggi , pur non avendo paesi o villaggi, arriva a ospitare in alcuni periodi dell’anno oltre 5.000 persone. Sono gli studiosi e gli scienziati che operano nelle 29 basi esistenti e tra queste troviamo appunto la base Scott.
Il P28.8 ha soddisfatto la lista di specifiche tecniche richieste da Jonathan Leitch, il responsabile tecnico della base, una lista molto dettagliata perché per operare in condizioni estreme nulla può essere lasciato al caso. Le dimensioni contenute erano necessarie per operare in spazi spesso molto ridotti, a causa sia del terreno accidentato, sia del poco spazio di manovra nelle zone adiacenti alla base. Il telescopico doveva inoltre essere in grado di entrare all’interno dei container per caricarli e scaricarli al meglio, e doveva avere un baricentro basso, che consentiva agli operatori di salire e scendere agilmente. La precisione di guida e il controllo dei movimenti del braccio erano un’altra condizione fondamentale per evitare incidenti che potessero danneggiare le costose strumentazioni scientifiche o la base stessa.
Le qualità del P28.8 non sono state dimostrate solo sulla carta, ma anche nella pratica. Power Farming, importatore ufficiale Merlo per la Nuova Zelanda, ha infatti messo a disposizione della Base Scott un P 28.8 per test comparativi. Per affrontare al meglio le condizioni climatiche il Panoramic 28.8 è poi stato preparato con la configurazione “Antartica”, creata ad hoc per i mezzi impegnati nei climi estremi.
Questa fornitura non è però un caso isolato, non si tratta infatti del primo mezzo Merlo che entra in azione al Polo Sud. Sono infatti ben otto i mezzi Merlo impegnati nel continente Antartico presso le basi italiane Dome Concordia (condivisa con la spedizione francese) e Mario Zucchelli. L’esperienza italiana è iniziata nel 1985 e sin da questi primi anni Merlo ha accompagnato la spedizione con i propri mezzi.