Contoterzi Protti, quel valore aggiunto tutto femminile

Fabiana Protti con il marito Paolo Chieregato
Fabiana Protti nel Ferrarese dal 1992 gestisce l’impresa ereditata dal padre. Con il passo in più tipico delle donne

Abbiamo conosciuto la “Contoterzi Protti” otto anni fa (vedi Il Contoterzista n. 9/2014), quando già si segnalava per la grande voglia di fare. La ritroviamo oggi, con la titolare Fabiana Protti fresca di premio “Il Contoterzista dell’Anno” 2021 nella categoria Donne e impegnata più che mai nella gestione della sua azienda ad Argenta (Fe).
Da quando Fabiana nel 1992 decise di continuare l’attività del padre da poco scomparso, di tempo ne è passato e l’azienda ha fatto progressi continui. «Siamo partiti con quattro dipendenti, persone fidate, che mi hanno aiutato negli anni a portare avanti tutto quello che aveva creato mio padre. Dopo poco mi sono sposata e anche grazie all’aiuto di mio marito, Paolo Chieregato, sono riuscita nella “impresa” che ho dovuto portare avanti. Negli anni abbiamo fatto investimenti che ci hanno consentito di entrare in grosse realtà che tuttora ci affiancano nelle nostre attività. Il servizio principale che prestiamo è quello della trebbiatura dei cereali, della soia, del girasole e delle colture da seme. In particolare, lavoriamo nella Valle del Mezzano, cosa che ci ha permesso di raggiungere le dimensioni attuali: per fare un esempio, nel 1996 avevamo 4 mietitrebbie, oggi ne abbiamo 7 della categoria più alta».

Verso il 4.0

Dopo anni di fedeltà a John Deere, per la raccolta la Contoterzi Protti si è spostata verso New Holland (nella fotoa sinistra una CR 9.90 Revelation) e Claas (nella foto una Lexion 750)

Oltre all’attività conto terzi, Fabiana assieme al marito negli anni ha creato alcune aziende agricole che permettono di dare continuità ai dipendenti anche nei momenti di relativa calma. Negli ultimi anni, poi, ha deciso di entrare nel mondo dell’agricoltura 4.0. «Ci stiamo avvicinando, con diversi investimenti fatti negli ultimi tre anni per fornire anche questi servizi – conferma Fabiana –. Abbiamo acquistato sistemi per l’agricoltura di precisione e macchine già predisposte per l’agricoltura di precisione, ma soprattutto stiamo cercando di usarle, al contrario di molti che le hanno comprate, ma non le usano come dovrebbero. Crediamo molto in questo sistema, confortati dalle prove fatte sui nostri terreni, dove abbiamo riscontrato risultati tangibili. Perciò vorremmo portare questa innovazione in maniera concreta anche ai nostri clienti».
Il che è tutt’altro che facile, perché l’atteggiamento degli agricoltori nei confronti di questo servizio non è positivo. «Confermo. Per qualche anno abbiamo offerto questi servizi in maniera completamente gratuita, riscontrando disinteresse da parte degli agricoltori. Bisogna studiare un sistema per far capire loro che dietro c’è sia convenienza economica sia sostenibilità ambientale. Ho la sensazione che non abbiano ancora capito bene di cosa stiamo parlando. Comunque nelle nostre aziende da diversi anni facciamo semina e concimazione a rateo variabile, con significativi risparmi di seme e di concime».

La raccolta rappresenta per la Contoterzi Protti la voce più importante del fatturato

Ma in sintesi in questi ultimi otto anni cosa è cambiato? «Ci siamo avvicinati, come detto, all’agricoltura 4.0, senza aggiungere nuove attività; poi abbiamo comprato dei terreni da aziende che hanno chiuso, ma di sicuro non intendiamo mollare l’attività agromeccanica, anche perché il fatturato conto terzi è aumentato, grazie soprattutto alla raccolta. Ormai trebbiamo circa 3mila ettari di grano ogni anno, anche perché a differenza degli altri, quando abbiamo bisogno di aiuto, chiediamo supporto ai nostri amici contoterzisti. Sono arrivata a fare una campagna grano con tredici macchine, significa che ho dato da lavorare ad altre sei macchine...».

Trattori sempre John Deere

Per quanto riguarda i trattori l’azienda ferrarese è rimasta fedele a John Deere: nella foto a sinistra un 8370 RT, a destra un 6125 R

Tornando al parco macchine, oltre alle sette mietitrebbie, troviamo tre trattori di grossa cilindrata cingolati, diversi trattori da 90-100 cv per semine di tutti i tipi (mais, coriandolo, girasole, ravanello da seme, loietto da seme, bietola da seme), irroratrici, spandiconcime, sarchiatrici, aratri, erpici, coltivatori, livelle, attrezzature per la minima lavorazione ecc. In ogni caso si tratta di un parco macchine sempre aggiornato, non c’è macchina che abbia più di dieci anni, «anche perché le utilizziamo molto – precisa Fabiana –. Negli ultimi due anni abbiamo cambiato quattro macchine da raccolta, spostandoci da John Deere a New Holland e Claas. Come trattori, invece, siamo rimasti fedeli al Cervo: a fine 2021 con la 4.0 abbiamo preso un cingolato (8370 RT) e un 6125 R».

Qualche sporadica “contaminazione” di John Deere anche per i trattori c’è (nella foto un Fendt 939 Vario)

Una questione che sta a cuore di Fabiana è la manodopera. «È un problema molto sentito da noi contoterzisti, ma anche dagli agricoltori. Con tutta la disoccupazione che c’è, non capisco perché si faccia tanta fatica a trovarla. Forse bisognerebbe mettere l’obbligo di formazione nel contratto di acquisto delle macchine nuove, perché il costruttore non la fa e il concessionario spesso non ha il personale preparato, ma per sfruttare al massimo la tecnologia delle mietitrebbie che ho comprato servono formazione e assistenza, non basta più sapere intervenire sulla parte meccanica».

Chiudiamo con il ruolo della donna. Cosa vuol dire essere donna e lavorare in un mondo a prevalente occupazione maschile come quello agromeccanico? «Non è facile, o meglio, non è stato facile – conclude Fabiana –. All’inizio ho avuto grosse difficoltà, perché i commenti erano del tipo “tanto è una donna, cosa vuoi che capisca”. La diffidenza degli uomini rimane ancora abbastanza radicata, soprattutto nelle persone di una certa età, perché è difficile far capire loro questo cambio di passo che noi donne riusciamo a dare, in tutti i settori, non solo in quello agricolo. È una questione di tipo culturale, credo… In ogni caso è stato difficile, ma ce l’ho fatta, perché adesso i clienti mi chiamano per chiedermi cosa ne penso e questa è una grandissima soddisfazione. Anche perché in molti non credevano in me in quanto donna e invece viva le donne».


L’ATTIVITÀ SINDACALE

Nonostante il lavoro la impegni 7 giorni su 7, Fabiana Protti ha dedicato del tempo anche all’attività sindacale. «Siamo soci da tantissimi anni di Unima Ferrara – racconta – prima di me infatti lo era mio padre. Ho avuto anche il piacere di essere in Consiglio per tre mandati, poi ho mollato perché non avevo più tempo. Devo dire che il direttore Michele Pedriali ha dato una grossa svolta all’associazione, con un’impostazione talmente tecnica e professionale che non lascia commenti. È un vero e proprio valore aggiunto, prima non conoscevamo l’esistenza di certi servizi, ora invece l’associazione è veramente operativa su tutti i fronti»

Contoterzi Protti, quel valore aggiunto tutto femminile - Ultima modifica: 2022-04-12T08:56:08+02:00 da Francesco Bartolozzi

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome