Dopo la tornata elettorale, la Confederazione sta incontrando la politica per presentare alla nuova compagine e al nuovo governo le esigenze e le istanze della categoria, che supporta l’agricoltura italiana per affrontare con efficacia le sfide dei prossimi anni. Un’attenzione particolare è focalizzata sulle nuove tecnologie, sulla meccanizzazione avanzata, sulla riduzione dell’impatto ambientale dell’attività agricola, sugli accordi di filiera inclusivi.
Le ultime annate agrarie, ed in particolare questa che stiamo concludendo, manifestano criticità molto gravi come l’incremento folle dei costi di produzione, le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e delle parti di ricambio, a cui si aggiungono le variabili dovute ai cambiamenti climatici, che mettono a rischio i redditi delle aziende.
“Gli agromeccanici stanno rivestendo un ruolo sempre più centrale nello sviluppo del mondo agricolo – sottolinea il presidente dei contoterzisti agricoli Gianni Dalla Bernardina - sia per la possibilità di razionalizzare le attività di coltivazione ma anche perché forniscono sempre più servizi avanzati, puntuali o fino ad arrivare alla gestione aziendale agricola nel suo complesso, che permettono una maggior sostenibilità alle imprese agricole e anche una maggior applicazione della tecnologia su larga scala, a beneficio del comparto e se si vuole anche della società civile tutta con maggiori possibilità di tracciabilità delle produzioni, miglioramento delle qualità intrinseche delle stesse e minor impatto dell’attività antropica sull’ambiente”.
Gli argomenti prioritari posti all’attenzione della politica riguardano sei temi fondamentali:
1) definire il profilo giuridico dell’imprenditore agromeccanico in agricoltura per evitare difficoltà di accesso ad agevolazioni e norme specifiche
2) istituire un albo nazionale degli agromeccanici che qualifichi le imprese e ne attesti la professionalità (come già hanno fatto Lombardia ed Emilia-Romagna),
3) includere a pieno titolo come beneficiarie le aziende agromeccaniche delle provvidenze comunitarie almeno sulla meccanizzazione e sull’innovazione,
4) inserire definitivamente in tutti i progetti di filiera le imprese agromeccaniche, ove risulti compatibile con le rispettive finalità;
5) aumentare la concertazione con la rappresentanza di categoria per gli effetti benefici che le imprese agromeccaniche possono avere su ambiente, sviluppo sostenibile e integrazione della tecnologia applicata al miglioramento delle lavorazioni/coltivazioni/produzioni e quindi alla redditività;
6) proroga al 2023 del credito d’imposta al 40% per le macchine/attrezzature 4.0, per non interrompere il processo di implementazione di tecnologia e innovazione al sistema agricolo.