«L'edizione di Enovitis di quest’anno ci ha offerto l’opportunità di riflettere a tutto campo sul futuro dell’agricoltura 4.0 applicata al comparto vitivinicolo: ci troviamo di fronte a un settore costantemente orientato all’innovazione e alla digitalizzazione dei processi, promosso da imprenditori dotati di una rilevante preparazione tecnologica e gestionale, che li rende in grado di generare sempre nuovi margini di valore aggiunto, nell’esercizio di un’attività moderna e sostenibile».
Con queste parole il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina, ha sintetizzato la partecipazione congiunta della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani e della sua referente territoriale Atima-Asti a Enovitis in Campo, fiera interamente dedicata alle tecnologie per la viticoltura, tenutasi nei giorni scorsi a Mombaruzzo, nell’Astigiano.
La manifestazione ha permesso di verificare come il crescente tasso di meccanizzazione nelle lavorazioni in ambito vitivinicolo stia chiamando in causa sempre più insistentemente il ruolo delle imprese agromeccaniche, protagoniste di una vera e propria agricoltura “in outsourcing”, non solo nelle aree di pianura, ma anche in quelle collinari.
«Le imprese in grado di erogare servizi di coltivazione in conto terzi e le ditte specializzate - ricorda Dalla Bernardina - sono sempre più attive anche nel comparto viticolo, con un ventaglio di prestazioni che spaziano da quelle relative all’impianto di nuovi vigneti fino ad arrivare alle operazioni di raccolta: il tutto con un’applicazione costante delle nuove tecnologie che rappresentano un punto di forza ineludibile dell'agricoltura moderna».
Tra gli aspetti qualificanti della partecipazione di Cai e Atima a Enovitis, che ha visto la presenza nello stand istituzionale di Cai di oltre 230 associati alla Confederazione, attivi nel settore viticolo, si è distinta la presenza di tutta l’attrezzatura relativa al centro di controllo funzionale e regolazione delle macchine irroratrici, che ha consentito di realizzare prove in campo di controllo funzionale delle macchine irroratrici di prodotti fitosanitari.
«Tra i nostri obiettivi vi è quello di proseguire nella campagna di sensibilizzazione degli operatori agricoli sulla necessità di minimizzare l’impiego di fitofarmaci a beneficio della salute globale degli ecosistemi - ha sottolineato Gianluca Ravizza, enotecnico consigliere di Cai e direttore di Atima -. In questa prospettiva, la base sociale che rappresentiamo si dimostra attenta alla necessità di soddisfare con la massima professionalità gli obblighi normativi vigenti e, al tempo stesso, punta a raggiungere livelli crescenti di sostenibilità nei processi produttivi. Ne sono esempi i progressi compiuti in una serie di operazioni quali il controllo meccanico delle infestanti sottofila del vigneto in luogo del diserbo chimico, la defogliatura realizzata con macchine di precisione e l’impiego di vendemmiatrici che oltre a tutelare la qualità delle uve sono in grado di certificarne la provenienza secondo un’ottica di totale tracciabilità delle produzioni».
Tra i contributi offerti da Cai e Atima nella due giorni tecnologica hanno trovato spazio anche alcuni momenti di approfondimento sul futuro della formazione nell’agricoltura specializzata, con un particolare riferimento alla sfida dell’agricoltura digitale. «L’informazione sulle materie prime, la loro origine e i loro processi di trasformazione costituisce una variabile cruciale in vista di una piena valorizzazione dei prodotti agricoli e agroalimentari - ha ricordato Ravizza -. A questo proposito, un’adeguata preparazione all’uso delle tecnologie dell'informazione in agricoltura può consentire alle imprese agricole e agromeccaniche di svolgere compiti essenziali per quanto riguarda la certificazione della provenienza dei prodotti e il rispetto degli indicatori di qualità richiesti dai regolamenti comunitari e dai mercati».