Società Agricola Tosi, obiettivo autosufficienza

Da sinistra Paolo Masuelli, Stefano Tosi e Pinuccio Mascarello
Il desiderio della società Agricola Tosi Francesco e Figli nel Pavese è quello di autoalimentarsi sempre più. E come parco macchine si affida al concessionario di zona Massey Ferguson

Gestire un’azienda agricola di 500 ettari in Italia non è cosa di poco conto. Se a questo ci aggiungi un allevamento di suini con una capacità di 25mila capi, un impianto di biogas da 300 kWh e un relais di lusso, la situazione si fa ancora più complessa.

Non per i fratelli Stefano e Pietro Tosi, però, oggi titolari della società Agricola Tosi Francesco e Figli di Villanterio, in provincia di Pavia. Che ovviamente si dedicano anima e corpo all’azienda («sono sette anni che praticamente non vado in ferie», ci confida Stefano), ottenendo in cambio tante soddisfazioni.

Ma andiamo con ordine. La società Agricola Tosi Francesco e Figli nasce nel 1996, pur avendo radici molto più antiche: la Cascina Castellazzo, infatti, sede operativa della società, fu acquistata negli anni ’30 dall’industriale milanese Ludovico Strauss, che realizzò un’azienda all’avanguardia per quell’epoca, per essere poi rilevata negli anni successivi da un chimico milanese prima e dai genitori di Stefano e Pietro poi.

«Oggi concentriamo la nostra attività prevalentemente su tre fronti – spiega Stefano –: un allevamento di suini da ingrasso di alta qualità (iniziato nel 1973), coltivazioni agricole (in particolare riso, soia, mais, frumento, orzo) e fonti di energia rinnovabile (impianto di biogas da 300 kWh e impianto fotovoltaico che arriverà a 600 kWh)».

Il riso è una delle colture più seguite dalla società Agricola Tosi

Come raggiungere l’obiettivo

Quest’ultimo punto è di fondamentale importanza per l’azienda Tosi, perché denota la volontà di operare con un’idea di lavoro sempre più “green” e di rendere l’azienda quanto più “autoalimentata” possibile.

«Decliniamo questo desiderio di autosussistenza in due modi – conferma Stefano Tosi –: l’impianto fotovoltaico è riuscito a coprire in parte le nostre esigenze di autoconsumo e quello di biogas ci consente di valorizzare l’elevata quantità di reflui prodotti dall’allevamento suinicolo. Il menu dell’impianto, infatti, si compone per l’85% di reflui zootecnici e per il restante 15% di sottoprodotti derivanti dall’attività agricola (mais, frumento e orzo in primis). Inoltre, l’impianto ci consente di ridurre al minimo (se non annullare) l’impiego di prodotti chimici, perché prediligiamo l’utilizzo di digestato liquido o solido».

L’attenzione alla qualità che fa da filo conduttore nella strategia dei fratelli Tosi si nota anche nell’allevamento di suini. «Tramite l’uso di tecnologie avanzate – precisa Stefano – garantiamo elevati standard certificati di benessere animale e sostenibilità ambientale: luminosità degli ambienti, riscaldamento delle razioni alimentari, corretta circolazione dell’aria, pavimentazioni fessurate, abbattimento delle emissioni odorigene sono solo alcuni dei molti accorgimenti adottati per mantenere elevati standard di salubrità nelle stalle e di qualità nei prodotti».

Sembrerebbe un’impronta quasi industriale quella che i fratelli Tosi hanno dato all’azienda, ma non hanno dimenticato l’importanza di preservare l’aspetto naturalistico.

«Negli anni siamo riusciti a creare una fascia tampone di boschi che separano il terreno coltivato e i corsi d’acqua – ci racconta Stefano –; poi abbiamo instaurato una collaborazione con l’Università di Pavia per il monitoraggio degli uccelli migratori e dei loro nidi ai fini del ripopolamento, e con l’Università di Milano per lo studio della popolazione e della varietà di specie di libellule nelle lanche dell’azienda agricola. Infine, abbiamo aderito al Progetto Calme finanziato dalla fondazione Cariplo per il reinserimento di piante rare in via di estinzione».

Parco macchine adeguato

Inutile dire che per un’azienda agricola di questo livello occorre un parco macchine di livello altrettanto elevato. L’azienda effettua tutte le operazioni colturali in autonomia, eccezion fatta per la mietitrebbiatura e la trinciatura, per le quali si affida a un contoterzista del Lodigiano. E si avvalgono delle tecnologie di agricoltura di precisione, anche perché molte delle macchine sono state acquistate usufruendo del credito 4.0.

Al di là delle innumerevoli attrezzature di cui sono dotati i fratelli Tosi, che spaziano da quelle per la lavorazione del terreno (aratri esa e pentavomere, erpici rotanti e a dischi, coltivatori per lo più marcati Lemken) alle seminatrici (dalla monogerme Monosem a quella da sodo Maschio Gaspardo), dalle irroratrici (Berthoud) agli spandiconcime (Sulky X40 Isobus) per finire con i rotoloni Casella, quella che spicca è la prevalenza di trattori Massey Ferguson.

Cinque, anzi sei trattori Massey Ferguson

I cinque trattori Massey Ferguson in dotazione ai Tosi. Un sesto è in arrivo

Se ne contano cinque e un sesto è in arrivo, a cui vanno aggiunti quattro modelli di un altro marchio, destinati però a essere sostituiti. «La scelta di Massey Ferguson come marchio di trattori si spiega con la loro affidabilità e semplicità d’uso – spiega Stefano –. Nel nostro lavoro abbiamo bisogno di mezzi robusti. Che consumino poco e che richiedano manutenzioni rapide: in questo, Massey Ferguson ha sempre risposto alle nostre esigenze».

Ogni trattore è stato scelto per una funzione specifica, così da avere un parco macchine completo e performante per tutte le esigenze dell’azienda. «Vediamo allora quali sono questi sei modelli in dotazione all’azienda. Partendo dal più potente, l’MF 8740 S da 400 cavalli e con trasmissione a variazione continua (Dyna-VT in casa Massey Ferguson), per passare all’MF 8730 S (295 cv, sempre con Dyna-VT), all’MF 8S.265 (265 cv, anche questo con Dyna-VT), all’MF 7S.190 (190 cv, penultimo acquisto dell’azienda, con, inutile dirlo, Dyna-VT) e l’M 5711 (115 cv, trasmissione Dyna-4). Come accennato prima, è in arrivo il sesto membro della famiglia MF, ovvero l’MF 8S.245 (245 cavalli).

Da sinistra Stefano e Pietro Tosi

La motivazione della scelta di questo marchio in realtà è da collegare anche al concessionario storico di riferimento dell’azienda Tosi, ovvero Agrinovac di San Martino Siccomario (Pv), che fino al 2019 distribuiva un altro marchio e oggi è diventato il primo concessionario in Italia per Massey Ferguson. «Quando un dealer cambia marchio, il cliente si trova di fronte a una scelta – spiega Pinuccio Mascarello, titolare della Agrinovac –: seguire il marchio o seguire il concessionario. Nel caso dell’azienda Tosi hanno scelto la seconda strada e questo ovviamente ci ha gratificato e ci ha dato fiducia. In quel periodo Massey Ferguson stava cambiando approccio con la rete commerciale e puntando molto sulla digitalizzazione, per cui anche noi abbiamo deciso di innovare e di fare investimenti, forti anche dell’ingresso dei figli in azienda e di un personale molto giovane, con tanto entusiasmo e voglia di lavorare».

E a conferma dell’importanza dei rapporti umani nelle scelte di un’azienda, il caso ha voluto che l’Area Sales Manager di Massey Ferguson fosse una persona già nota ad Agrinovac per via di Maschio Gaspardo, ovvero Paolo Masuelli, con cui i rapporti erano ben consolidati. «In questo momento Massey Ferguson ha una gamma di prodotti che offre una qualità e un prezzo assolutamente concorrenziali – interviene Masuelli – perché la qualità che molti sanno fare spesso non va di pari passo con un prezzo adeguatamente corretto. La recente strategia di Massey Ferguson di puntare su alcuni concessionari top affiancando loro altri meno “strutturati” sta ripagando e lo vediamo dal miglioramento delle quote di mercato, soprattutto in certe aree».

Foto di gruppo: da sinistra Giuseppe La Saponara, Teodoro Titieni, Kasian Titieni, Stefano Tosi, Beatrice Tosi (figlia di Pietro), Pietro Tosi, Pinuccio Mascarello e Paolo Masuelli

Progetti futuri

«Il nostro rapporto con Massey Ferguson è stato molto positivo sin dal primo acquisto – aggiunge Stefano Tosi –. Abbiamo scelto il marchio per la sua reputazione di qualità e affidabilità, e posso dire che non mi ha mai deluso. È un marchio che ascolta le esigenze degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti è un riflesso diretto di questo impegno. Anche dal punto di vista del supporto post-vendita il rapporto è sempre stato eccellente. La rete di assistenza è ben strutturata e il personale è sempre pronto a risolvere qualsiasi tipo di problema con rapidità ed efficienza. Questo è un aspetto che apprezzo molto, soprattutto perché in agricoltura i tempi sono serrati e i fermi macchina vanno evitati».

Chiudiamo con i progetti futuri della società Agricola Tosi. «Sicuramente l’ampliamento dell’allevamento di suini – conclude Stefano – anche se ancora stiamo valutando l’eventuale possibilità di spaziare su altre tipologie di animali. E nei prossimi anni ci piacerebbe anche utilizzare il nostro biogas per alimentare un impianto di biometano di almeno 250 Nmc/h».


LA CASA DI VARENNE

Come accennato nell’articolo, i Tosi hanno dato vita a un relais di lusso (Tenuta Il Cigno) a Villanterio nel 2017. L’azienda era storicamente un allevamento di cavalli da corsa realizzato a fine anni ’60 e i fratelli Tosi hanno deciso di dare in gestione a due ragazze la parte relativa a scuderie, pensione dei cavalli e scuola di equitazione. Attualmente ci sono una cinquantina di cavalli tra pensione, scuola e passeggiate e il tutto ovviamente è motivo di attrazione per il relais.

La grande particolarità di questa tenuta è che fino a marzo di quest’anno ospitava Varenne in pensione, il cavallo trottatore più forte e veloce di tutti i tempi, che a fine carriera è stato utilizzato come stallone, con migliaia di figli in tutto il mondo. A marzo 2025 si è appunto trasferito da Pavia a Eboli (Sa), dove continua la sua pensione presso l’allevamento LJ di Dario de Angelis.

Società Agricola Tosi, obiettivo autosufficienza - Ultima modifica: 2025-12-05T16:46:39+01:00 da Francesco Bartolozzi

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