Meglio il pre-emergenza o il post-precoce?

Le differenti specie di Lolium stanno diventando la “bestia nera” dei cerealicoltori italiani. Clortoluron, triallate, prosulfocarb flufenacet e anche pendimetalin possono almeno limitare la diffusione di popolazioni resistenti agli erbicidi di post-emergenza classica
Resistenze e cambiamento climatico complicano la vita al diserbo chimico dei cereali a paglia

La gestione chimica delle infestanti risulta ancora una delle tappe fondamentali anche nei cereali a paglia allo scopo, unitamente a tutte le altre pratiche colturali, di massimizzare il potenziale produttivo e garantire la migliore redditività possibile. Rispetto a non tantissimi anni fa, quando la lotta a tutte le infestanti dei cereali era demandata ad uniche applicazioni di post-emergenza di fine inverno o del primo periodo primaverile avendo a disposizione erbicidi sempre e comunque efficaci, la situazione sta lentamente, ma inesorabilmente mutando, obbligando a fare un passo indietro ed in sempre più numerose situazioni a rispolverare le “vecchie” applicazioni di pre-emergenza o post-emergenza precoce con prodotti ad azione residuale.

Le motivazioni che giustificano questi cambiamenti si possono ricondurre essenzialmente alla progressiva diffusione un po’ in tutte le aree cerealicole più vocate di popolazioni di infestanti sia graminacee che dicotiledoni non più sensibili anche ai più collaudati erbicidi di post-emergenza classica, senza tuttavia dimenticare anche i sempre più anomali ed imprevedibili decorsi climatici che rendono sempre più difficoltoso centrare al meglio i necessari interventi diserbanti di fine inverno o primaverili.

Anche le grandi crucifere (Sinapis ecc.) negli ultimi anni hanno manifestato problemi di controllo persino con l’impiego degli erbicidi ad azione specifica (esempio solfoniluree)

Resistenze: non solo la chimica

Come già ribadito ormai da parecchi anni, il fenomeno “resistenza” non è assolutamente da sottovalutare. Gli errori che hanno portato all’esplosione di questo fenomeno sono essenzialmente il ripetuto ricorso ad unici trattamenti di post-emergenza, peggio ancora con lo stesso prodotto, l’utilizzo di dosaggi minimi o addirittura inferiori a quelli indicati nelle etichette, rotazioni troppo strette tra cereali ed anche con altre colture caratterizzate con lo stesso ciclo vegetativo autunno-invernale, quali colza ed altre numerose specie a semina di fine estate, dove purtroppo la lotta contro le infestanti, in particolare quelle graminacee, è demandata allo stesso meccanismo d’azione utilizzato anche sui cereali.

Le differenti specie di Lolium, Avena ed Alopecurus myosuroides sono le graminacee che determinano le maggiori preoccupazioni, dovendo tenere sotto stretta osservazione anche i differenti tipi di Phalaris. Tra le infestanti a foglia larga la fa da padrone quasi esclusivamente Papaver rhoeas, con purtroppo i primi segnali molto preoccupanti segnalati anche di popolazioni di crucifere, come ad esempio Sinapis arvensis. Se escludiamo Avena, verso la quale un buon controllo delle sue emergenze dagli strati più superficiali è garantito solo con l’impiego di triallate, le nascite ed il primo sviluppo tutte le altre malerbe di difficile controllo possono essere efficacemente contenute con l’applicazione di tutti i formulati regolarmente autorizzati in pre-emergenza e post-emergenza precoce.

La chimica tuttavia non può essere considerata l’unica arma per prevenire o risolvere queste situazioni, ma devono essere messe in atto altre importanti pratiche agronomiche, partendo, se economicamente sostenibile, dalla razionalizzazione della rotazione colturale, dalla reintroduzione di lavorazioni del suolo profonde, importanti in particolare per le infestanti graminacee, e soprattutto avvalersi della tecnica della falsa semina, con preparazione anticipata dei terreni ed eliminazione delle prime ondate di nascita con le ultime lavorazioni di affinamento o anche con i più energici e risolutivi interventi con formulati a base di glifosate.

A proposito di glifosate, il cui destino sarà definito a livello europeo nelle prossime settimane, le ultime notizie a livello ufficiale sembrano piuttosto positive, lasciando presagire, o meglio sperare, nel prolungamento del suo possibile impiego, anche se sarà molto probabile assistere a limitazioni nel numero di interventi, in riduzioni dei dosaggi ed esclusione di alcune colture. Nelle situazioni già compromesse e con livelli di infestazione molto preoccupanti, non è da escludere la necessità di rinunciare alla coltivazione dei cereali a paglia, o perlomeno posticipare al massimo l’epoca di semina, dando la possibilità alle malerbe incriminate di emergere e sviluppare per poi procedere alla loro eliminazione con il mezzo chimico o meccanicamente.

Sempre più complicato “centrare” il post classico

Anche l’innegabile mutamento dell’andamento climatico potrebbe determinare un rinnovato interesse per le applicazioni preventive con erbicidi ad azione residuale. Analizzando almeno gli ultimi 3-4 anni si può evincere chiaramente come stia cambiando la distribuzione della piovosità nelle diverse stagioni e più recentemente la tipologia delle precipitazioni, dovendo purtroppo registrare sempre più frequentemente eventi di carattere eccezionale.

A titolo di esempio dall’analisi della piovosità storica registrata nelle aree cerealicole della pianura padana orientale (fig. 1) nei trimestri ottobre-dicembre, epoca di esecuzione delle semine e dei trattamenti di pre e post-emergenza precoce, e febbraio-aprile, quando si realizzano i classici trattamenti di post-emergenza, si più notare che a differenza del periodo 2005-2019, nel quadriennio 2020-2023 nei mesi autunnali e di inizio inverno le precipitazioni rimangono per ora costanti e sufficienti, mentre si osserva una drastica riduzione della piovosità nei mesi tardo-invernali e di inizio primavera.

Con questa situazione e pronti ad essere smentiti nel prossimo autunno, unitamente ai sempre più frequenti abbassamenti termici notturni tardivi, molto spesso ci si trova di fronte a seminativi e a infestanti sofferenti causa stress idrico, determinando a volte la necessità di posticipare i necessari interventi di post-emergenza classica in condizioni più favorevoli alla piena attivazione degli erbicidi di volta in volta utilizzati. Questo ritardo in non pochi casi determina più o meno evidenti decrementi produttivi causa la competizione idrica ed alimentare, con livelli di danno variabili a seconda del tipo e della densità delle infestazioni. È in questa ottica che la distribuzione preventiva degli erbicidi ad azione residuale può essere considerata una sorta di “assicurazione”, riducendo la pressione competitiva e con la realistica possibilità di poter ottenere risultati soddisfacenti anche con un leggero posticipo dei necessari interventi di post-emergenza a seguito di anomalo andamento stagionale.

Le applicazioni preventive esercitano complessivamente un’ ottima efficacia anche sulle nfestazioni di Veronica hederifolia, specie di non agevole controllo in post-emergenza classica

Principi attivi: disponibilità stabile

Fortunatamente anche nel prossimo autunno la disponibilità di erbicidi e formulati regolarmente autorizzati per il diserbo preventivo dei cereali rimane relativamente ampia, non avendo subito, solo per il momento, alcuna variazione a seguito della revisione europea.

Il clortoluron, diffusamente utilizzato in miscela estemporanea con diflufenican (Algor Platin, Dicuran Plus, Zodiac DFF) e disponibile anche allo scopo di integrare l’efficacia di altri principi attivi, presenta un sufficiente e persistente spettro d’azione sia su specie graminacee (Avena esclusa) che nei confronti delle più importanti dicotiledoni a ciclo annuale. La sua spiccata azione graminicida su Lolium e Alopecurus consente interventi di post-emergenza precoce leggermente più posticipati rispetto alle altre miscele utilizzabili nelle prime fasi di sviluppo delle colture. Il suo impiego è subordinato alla varietà coltivata, ricordando che alcune varietà di frumento tenero, oltre a pochissime di grano duro, sono indicate come sensibili a questo principio attivo.

Fortunatamente la maggior parte delle società sementiere indica chiaramente la tolleranza o la sensibilità delle varietà commercializzate. Il triallate (Avadex Factor), per le sue caratteristiche intrinseche, deve essere utilizzato esclusivamente subito dopo la semina, in quanto non efficace su eventuali infestanti già emerse. Caratterizzato da un’ottima selettività, presenta un’ottima efficacia graminicida, comprese le emergenze di Avena dagli strati più superficiali del terreno. Per completare la sua attività sulle specie a foglia larga è diffusamente utilizzato in miscela con il più adatto diflufenican.

Il prosulfocarb, commercializzato sia da solo (Roxy 800 EC, Boiler, Taisen 800 EC) che in miscela pronta con diflufenican (Jura EC), esercita una prevalente efficacia graminicida, con applicazioni sia di pre-emergenza che di post-emergenza precoce, con l’avvertenza, in quest’ultimo caso di intervenire su infestanti nei primissimi stadi di crescita (1-2 foglie). Il flufenacet, autorizzato anche su altre importanti colture erbacee, nei cereali a paglia viene commercializzato singolarmente (Glosset 600 SC) ed in associazione pronta con diflufenican (Battle Delta, Naceto).

Da non utilizzare in pre-emergenza sulle semine su sodo, in caso di varietà di grano duro viene consigliata l’applicazione esclusivamente nei primi stadi di sviluppo della coltura. I numerosi formulati a base di pendimetalin (Most Micro, Stomp Aqua ecc.) si prestano ad integrare o rafforzare l’efficacia di altri principia attivi, avendo a disposizione anche una miscela già pronta con diflufenican(Stopper P). Infine il diflufenican (Mohican 500 SC), caratterizzato da esclusiva azione sulle infestanti a foglia larga e da una spiccata persistenza erbicida, è in grado di controllare la maggior parte delle più comuni specie a ciclo annuale, quali Papaver, crucifere, Veronica. Inserito in numerose miscele utilizzate nelle prime fasi di coltivazione dei cereali è diventato il prodotto chiave nella gestione preventiva delle infestanti a foglia larga.

Le applicazioni preventive esercitano complessivamente un’ ottima efficacia anche sulle nfestazioni di Veronica hederifolia, specie di non agevole controllo in post-emergenza classica

L’epoca di applicazione

La definizione dell’epoca di applicazione più razionale dei formulati ad azione residuale dipende da alcuni semplici fattori quali:

- le variabili modalità di semina (terreno lavorato, minima lavorazione, sodo);

- lo stato granulometrico del terreno;

- le caratteristiche intrinseche dei prodotti che si intendono utilizzare;

- le previsione meteorologiche a breve periodo.

I trattamenti di pre-emergenza esercitano la massima efficacia su terreni finemente lavorati, preferibilmente rullati e con previsione di favorevole piovosità nei giorni immediatamente successivi, ricordando inoltre che il triallate è utilizzabile solo in questa fase, mentre più o meno tutti gli erbicidi ad azione residuale non danno il meglio di sé sulle semine su sodo, causa l’eccessiva presenza di residui colturali.

Le applicazioni di post-emergenza precoce teoricamente possono trovare una valida giustificazione nei casi di semine su terreno più grossolano ed al limite anche in quelle su sodo e soprattutto quando dopo le operazioni di semina si prevede un lungo periodo siccitoso, potendo quindi posticipare le applicazioni più in vicinanza alle prime piogge utili. Occorre tuttavia considerare che questi trattamenti vengono generalmente effettuati nel periodo tardo autunnale o di inizio inverno, con il rischio di abbondante e persistente piovosità e conseguente inagibilità dei terreni.

Norme agroambientali

Le aziende che devono rispettare le norme tecniche definite dai differenti Disciplinari regionali di Produzione Integrata dal punto di vista del controllo chimico delle infestanti dei cereali a paglia non dovrebbero avere problemi insormontabili. Oltre a ricordare la norma trasversale per tutte le colture erbacee inerente il quantitativo contingentato di glifosate, pari 2 litri per ettaro e per anno di formulati contenenti 360 g/l di principio attivo, nell’ultima versione delle norme tecniche è stato definito anche un numero massimo di interventi con principi attivi classificati come “candidati alla sostituzione” (tabella 3).

Nei cereali a paglia, con qualche differenza tra regione e regione, sono consentiti al massimo 3-4 interventi con tali sostanze e nonostante tutti gli erbicidi ad azione residuale appartengano a questa categoria, ad esclusione del solo prosulfocarb, diventa praticamente impossibile non rispettare questo vincolo, anche in relazione al numero limitatissimo di candidati utilizzabili in post-emergenza classica.

Gli unici vincoli cui occorre porre una particolare attenzione riguardano in primo luogo i formulati contenenti clortoluron, ammessi in linea generale solo nelle regione centrali e settentrionali, di possibile impiego solo una volta ogni 3 o 5 anni sullo stesso appezzamento, ad esclusione della Toscana, dove il loro utilizzo è circoscritto ad alcune province con conclamati problemi di resistenza al Lolium. In numerose altre regioni flufenacet e pendimetalin non possono essere utilizzati sui cereali se utilizzati l’anno precedente sulle colture in precessione.

Meglio il pre-emergenza o il post-precoce? - Ultima modifica: 2023-10-17T12:35:22+02:00 da K4

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