Marchetti Macchine Agricole 140 anni e non sentirli

Da sinistra Federico, Paolo e Alberto Marchetti
Nel 2022 l’azienda di Este (Pd) ha festeggiato quasi un secolo e mezzo di storia. E ha aggiunto un nuovo marchio da distribuire

“Io sono ancora qua… eh già…”. Anche quest’anno Paolo Marchetti ha scelto le parole di “Eh già” di Vasco Rossi per aprire la sua tradizionale giornata, questa volta carica di un significato particolare, visto che il 2022 ha rappresentato il 140esimo anno di attività del gruppo di Este (Pd).

Era infatti il 1882 quando il bisnonno Ernesto Marchetti iniziò la sua attività da fabbro, lavorando il ferro per gli aratri e costruendo vomeri e coltri. Nonno Oreste proseguì in questa attività e dei suoi quattro figli, Elio Marchetti, padre di Paolo, seguì le orme di Oreste, mentre gli altri fratelli e cugini avviarono altre due società, la Ocem (costruzione di rotaie per parchi di divertimento) e la Marchetti Costruzioni Meccaniche (specializzata appunto in costruzioni meccaniche).

Elio Marchetti produsse il primo microgranulatore della storia, ideato in particolare per la barbabietola da zucchero, che allora necessitava di un insetticida da distribuire durante la semina. A questo seguirono un vibrocoltivatore e delle sarchiatrici interfilari per il mais. Elio, inoltre, credeva nella lavorazione a più strati, da qui l’idea di produrre un ripuntatore ad azione vibrante per lavorare in profondità. La MMA mise sul mercato anche un dosatore-iniettore per fertilizzanti liquidi da collegare ai rotoloni, e delle sarchiatrici con guida posteriore, ma forse la macchina più innovativa fu la seminatrice monogerme da mais “Benac” negli anni 60.

La seminatrice da mais monogerme “Benac” prodotta da Marchetti Macchine Agricole negli anni Sessanta

Paolo Marchetti (attuale titolare della Marchetti Macchine Agricole) entrò in azienda nel 1970 e fu lui a cambiarne il volto, spostandola verso l’importazione e la distribuzione di macchine agricole di eccellenza, oggi rappresentate da sei marchi internazionali: Tecnoma (irroratrici), Lindsay (irrigazione), Bogballe (spandiconcime), Quivogne (lavorazione terreno), Kongskilde (per la parte relativa alla lavorazione del terreno, mentre la fienagione è gestita da Cnh) e AgroTom, costruttore di macchine per la lavorazione del terreno e la semina, ultimo arrivato, al posto di Köckerling. Oggi MMA è giunta alla quinta generazione, con Alberto (responsabile settore lavorazione terreno e semina) e Federico Marchetti (responsabile settore irrigazione) che affiancano il padre Paolo nella gestione dell’azienda.

Fuori Köckerling, dentro AgroTom

AgroTom è una società sita a Poznan (Polonia), fondata nel 2005, a conduzione familiare, ma contraddistinta da una produzione moderna. Dallo stabilimento di Poznan escono circa 1.600 macchine/anno, che vengono vendute in 30 stati diversi (l’80% del fatturato si realizza nella Comunità europea, il restante 20% in Canada, Usa, Sudamerica e Australia).

«AgroTom offre soluzioni innovative per un’agricoltura moderna e costruzioni semplici, ma robuste, unite a facilità di utilizzo – ha spiegato Alberto Marchetti –. La componentistica è di alta qualità e il know-how agronomico elevato grazie allo stretto contatto con gli agricoltori, per un rapporto qualità/prezzo molto interessante».

Le macchine più importanti riguardano la minima lavorazione e la semina in linea, con i coltivatori a disco in primo piano.

«Offrono un’ampia gamma tra modelli portati, semi-portati e trainati – ha spiegato Alberto – per larghezze di lavoro da 2,20 a 12,00 m. Ma non sono da meno i coltivatori ad ancore e combinati a dischi e ancore, anche questi portati, semi-portati e trainati con larghezze da 2,20 a 5,40 m, dischi dentati su uno o due assali, ancore con profilo diritto o ricurvo, disposte su due o tre assali, con sicurezza a bullone o a molla, e infine dischi pareggiatori (fila singola/doppia) e rulli compattatori. Sempre in tema di minimum tillage da segnalare i preparatori combinati a molle, portati, semi-portati e trainati, con larghezze da 2,50 a 10 m, equipaggiati con livella frontale, molle di diverso profilo su tre o quattro assali e rulli posteriori di finitura, eventualmente preceduti da livella».

Altre attrezzature da minima lavorazione sono i ripuntatori, anche questi offerti in un’ampia gamma da 2,20 a 4 m, dotati di ancore con sicurezza a bullone o sicurezza no-stop idraulico, per una profondità massima di lavoro di 60 cm, e rulli posteriori di finitura con cuscinetti autolubrificanti, eventualmente preceduti da livella.

In occasione della giornata Marchetti ha presentato anche l’ultimo modello di sarchiatrice Kongskilde Vibro Crop Intelli (con telecamera)
Sarchiatrice Kongskilde Vibro Crop Intelli (con telecamera)

Nel portafoglio prodotti troviamo inoltre coltivatori frontali (da 3 a 6 m, a telaio fisso o richiudibile idraulicamente), rulli compattatori da 5 a 8 m di larghezza di lavoro, chiusura idraulica da 2,40 o 3 m e anche aratri reversibili da 3 a 5 corpi, luce libera sotto telaio 80 cm, inter-corpo 100/80 cm, ancore con sicurezza a bullone o sicurezza no-stop idraulico e profondità massima 35 cm.

Chiudendo con la semina, le seminatrici in linea di AgroTom (portate, semi-portate e trainate) lavorano su larghezze da 2,50 a 4 m e sono adatte a semina convenzionale, minima lavorazione e sodo. I coltri di lavorazione sono a dischi da 460 o 510 mm, con eventuale livella frontale; la distribuzione del seme è meccanica o pneumatica a bilanciere con doppio disco o a scarpetta (modello PS). Completano il quadro il sistema di controllo e monitoraggio semina, il kit distribuzione micro-dosi, il traccia-file e i marcatori pre-emergenza. È disponibile anche una versione combinata ATSU, ovvero semina e concimazione in unico passaggio. La barra di semina è sganciabile per poter usare la macchina con ad esempio seminatrice monogerme.

Marchetti Macchine Agricole 140 anni e non sentirli - Ultima modifica: 2023-01-23T08:08:12+01:00 da Francesco Bartolozzi

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