Decespugliatori indispensabili nelle grandi aree verdi

Braccio decespugliatore e decespugliatrice radiocomandata sono di grande aiuto nella manutenzione di grandi aree verdi. Tanto più in zone impervie

Il braccio decespugliatore trova un’ampia gamma di impieghi per la triturazione di erba, arbusti e materiale legnoso sia nella manutenzione del verde e dei bordi stradali sia nell’ambito agricolo e persino nel settore forestale. Solitamente è un attrezzo portato dal sollevatore posteriore del trattore cui viene accoppiato all’attacco a tre punti utilizzando anche sistemi di stabilizzazione, ma esistono anche modelli semoventi.

Il braccio decespugliatore portato è il più diffuso perché disponibile in così tante “taglie” da rendere possibile trovare sia modelli idonei a lavorare accoppiati a trattori compatti sia modelli ideali per trattori di alta potenza. Tra l’altro, accorgimenti tecnici come il dispositivo di avanzamento della testata trinciante comportano un miglior controllo del lavoro e maggiore sicurezza d’impiego del braccio decespugliatore. Così come esalta il lavoro e la sicurezza d’impiego del braccio decespugliatore il sistema con ammortizzatore idropneumatico e accumulatore di azoto che, oltre a consentire l’uniformità dell’altezza di lavoro, contribuisce alla stabilità del cantiere di lavoro. Di seguito, le principali caratteristiche del moderno braccio decespugliatore, sia portato sia semovente.

L’abbinamento retro-portato del braccio decespugliatore avviene tramite l’attacco a tre punti del sollevatore e gli stabilizzatori. Tale abbinamento avvicina il baricentro del braccio decespugliatore al trattore migliorando la stabilità del cantiere di lavoro (Foto Berti)

Struttura portante e braccio articolato dei modelli portati

Il braccio decespugliatore portato dal sollevatore posteriore del trattore è costituito da una struttura portante, costruita con materiale ad alta resistenza, dotata di organi di aggancio ai tre punti del sollevatore posteriore del trattore. Per conferire maggiore stabilità è previsto anche il fissaggio di tiranti tra la struttura portante e i punti di ancoraggio al trattore. I più moderni e grandi modelli offrono, per un più veloce e sicuro accoppiamento al trattore, anche la possibilità di ancoraggio al trattore mediante telai di staffaggio. Sulla struttura portante è incernierato un robusto sistema a snodo su cui viene fissato il braccio composto da due o tre segmenti, costruiti in acciaio altoresistenziale Strenx, incernierati tra loro tramite boccole e perni in acciaio bonificato per assicurare la massima resistenza e durata. Il sistema a snodo che consente l’incernieramento del braccio sulla struttura portante consente uno spostamento del braccio anche di 170 gradi nel piano orizzontale. Generalmente il sistema di incernieramento a snodo è collocato in posizione bassa, coincidente con la base della struttura portante, in modo da conferire maggiore stabilità al cantiere di lavoro. Non mancano però modelli caratterizzati dallo snodo di collegamento tra braccio e struttura posto in posizione sopraelevata, perché tale collocazione consente di sorvolare meglio eventuali ostacoli presenti nell’area di lavoro: basti pensare alle piante di basso fusto messe a dimora tra un appezzamento e l’altro oppure alla segnaletica stradale, presente anche nelle strade vicinali.

La funzione tipica del braccio decespugliatore è di consentire alla testata trinciante di lavorare ad una considerevole distanza dal trattore (Foto Rinieri)
Una particolare configurazione dell’ultimo segmento del braccio determina l’avanzamento della testata trinciante rispetto alla ruota posteriore del trattore, migliorando così la visibilità sull’area di lavoro (Foto Maschio Gaspardo)

Taluni modelli presentano il secondo o il terzo segmento del braccio a estensione telescopica, estensione attuata da un cilindro idraulico. Tale soluzione telescopica consente un maggiore sbraccio: infatti, la funzione tipica del braccio decespugliatore è di consentire alla testata trinciante di lavorare a considerevole distanza dal trattore. Può anche essere adottata una particolare configurazione dell’ultimo segmento del braccio che vede l’impiego di una struttura a parallelogramma servita da un attuatore idraulico per determinare l’avanzamento della testata trinciante. In tal modo la testata trinciante lavora in posizione avanzata rispetto alla ruota posteriore del trattore. Questo accorgimento permette all’operatore di avere maggiore visibilità e migliore controllo sull’area di lavoro e sul lavoro in svolgimento.

Il grande serbatoio dell’impianto idraulico funge anche da contrappeso e assicura la stabilità del cantiere di lavoro (Foto Orsi)
La foto ritrae l’impianto idraulico, connotato da scambiatore di calore, distributori multivalvole e accumulatore di azoto, collocato sulla struttura portante di un moderno braccio decespugliatore (Foto Agrimaster)

Impianto idraulico e sistemi di controllo dei modelli portati

Il braccio decespugliatore portato si avvale di un impianto idraulico autonomo. Infatti, i segmenti del braccio decespugliatore sono azionati da attuatori idraulici, la testata trinciante è mossa grazie a un motore idraulico e la regolazione della posizione della testata è effettuata da attuatori idraulici. Tali sistemi sono alimentati da un distributore multivalvole collocato sulla struttura portante e che attinge, tramite una pompa a ingranaggi o a pistoni assiali mossa dalla PdP del trattore mediante un albero cardanico, a un serbatoio per l’olio idraulico collocato sul lato opposto allo snodo di incernieramento del braccio. Tra l’altro, tale collocazione funge da contrappeso, assicurando stabilità al cantiere di lavoro. Il distributore multivalvole può essere controllato dall’operatore dal posto di guida tramite joystick a comando elettrico, elettro-idraulico oppure elettrico proporzionale, accoppiato a monitor dedicato. Tuttavia, sono presenti nel mercato anche modelli, solitamente di sbraccio contenuto, dotati di comandi manuali con cavi teleflessibili.

Il moderno braccio decespugliatore si avvale di un cilindro idraulico che, in caso di impatto contro un ostacolo, esegue una retrorotazione dalla posizione di lavoro latero posteriore e successivamente riporta il braccio in posizione di lavoro (Foto Kuhn)

L’impianto idraulico del braccio decespugliatore può comprendere anche uno scambiatore di calore con elettroventola al fine di assicurare che l’olio idraulico sia sempre a una temperatura tale da conservare la viscosità ideale per la funzionalità dei congegni idraulici che l’olio deve alimentare. L’impianto idraulico assolve anche compiti di sicurezza: un cilindro idraulico può eseguire una retrorotazione del braccio nel caso in cui la testata trinciante (o altro attrezzo di lavoro) urti contro degli ostacoli.

L’ammortizzatore idropneumatico con accumulatore di azoto mantiene costante la pressione esercitata sul terreno dalla testata trinciante ed evita sbilanciamenti trasversali. Grazie a tale sistema la testata trinciante “galleggia” sull’area di lavoro (Foto Hymach)
I sistemi del moderno braccio decespugliatore sono gestiti tramite joystick a comando elettrico, elettro-idraulico oppure elettrico proporzionale, accoppiato a monitor dedicato (Foto GL1)

Può anche essere presente un ammortizzatore idropneumatico con accumulatore di azoto per assicurare una migliore gestione e compensazione della pressione idraulica. Infatti, per una migliore gestione della sicurezza di lavoro, i modelli più moderni presentano un ammortizzatore idropneumatico con accumulatore di azoto che gestisce i movimenti del braccio di cui, tra l’altro, attua un rapido ritorno in posizione di lavoro nel caso debba superare un ostacolo. L’ammortizzatore idropneumatico con accumulatore di azoto, inoltre, mantiene costante la pressione esercitata sul terreno dalla testata trinciante in modo che, anche lavorando su buche o dossi, l’altezza di taglio sia uniforme e, nello stesso tempo, siano evitati sbilanciamenti trasversali che potrebbero compromettere la stabilità del cantiere di lavoro. Grazie all’ammortizzatore idropneumatico con accumulatore di azoto e ai sistemi di controllo idraulici ed elettrici, la testata trinciante “galleggia” sull’area di lavoro adattandosi al suo profilo. Per attivare tale sistema di galleggiamento, l’operatore deve abbassare il braccio decespugliatore in posizione flottante fino a toccare la superficie di lavoro, regolare il potenziometro sino a che il braccio telescopico non si solleva e quindi abbassarlo nuovamente sino a toccare la superficie di lavoro. A questo punto, il sistema memorizza la posizione e automaticamente adatta la posizione del braccio decespugliatore al profilo della superficie di lavoro. In assenza dell’ammortizzatore idropneumatico con accumulatore di azoto, sul cilindro idraulico del primo segmento del braccio è collocata una valvola idraulica di sicurezza che mantiene il braccio stesso nella posizione impostata, evitando cedimenti.

Le radiocomandate

Recentemente sono apparse nel mercato macchine portattrezzi radiocomandate per l’impiego nelle zone declivi ed impervie. Ne citiamo alcune.

Energreen RoboEVO

Energreen RoboEVO è un porta-attrezzi radiocomandato concepito dai progettisti Energreen per lavorare con grande efficienza su pendenze fino a 55°, salvaguardando l’incolumità dell’operatore grazie al radiocomando con raggio d’azione fino a 150 metri che non espone direttamente l’operatore a rischi indotti dall’attività lavorativa. RoboEVO è connotato dal baricentro basso e da una speciale coppa dell’olio motore che protegge il motore diesel Yanmar 3 cilindri di 40 CV emissionato Stage V. Oltre a questo, RoboEvo si avvale di cingoli con sistema di tensionamento idraulico. Tali cingoli hanno uno specifico profilo che consente una perfetta aderenza al suolo per arrampicarsi su zone collinari e montane, scarpate o dirupi. A conferire a RoboEVO un’elevata polivalenza è anche il sollevatore anteriore ad azionamento idraulico che permette il cambio rapido dell’attrezzo, rendendo il lavoro più facile e multifunzionale. Per l’attrezzo sono sempre a disposizione una linea idraulica a circuito chiuso ad alta portata e due linee idrauliche a circuito aperto a doppio effetto dotate di raccordi rapidi. Difatti, RoboEVO può essere abbinato a un’ampia gamma di attrezzature professionali appositamente studiate da Energreen per un’alta capacità di lavoro e una facile applicazione. Tra queste, oltre alle trinciatrici (anche forestali) citiamo: pala, scavafossi, biotrituratore, barra falciante, ranghinatore a nastro, zappatrice, fresa da neve, lama sgombraneve, verricello forestale, trinciatrice per ceppi e persino l’atomizzatore. RoboEVO è disponibile anche nella versione Vario con carreggiata ad assetto variabile che conferisce un’ancora maggiore stabilità nelle zone fortemente declivi.

Ferri iCUT 3.60 Extra

Ferri iCUT 3.60 Extra è un nuovissimo porta-attrezzi radiocomandato dotato di motore Hatz di 60 CV Stage V, raffreddato a liquido con ventola reversibile a comando sia automatico sia manuale e coppa dell’olio progettata per assicurare sempre la corretta lubrificazione del motore anche a pendenze molto elevate. iCUT 3.60 Extra si distingue per il baricentro molto basso, massima pendenza operativa di 55°, disegno del sottocarro allargabile e impianto idraulico a circuito chiuso per le attrezzature che permette di bilanciare in maniera precisa la potenza erogata in funzione della potenza richiesta. L’impianto separato a circuito aperto per i servizi, anche grazie alla valvola Venting sul distributore, realizza una drastica riduzione della dissipazione quando non si attiva nessun comando (ad esempio nella fase di trasferimento). Il sistema flottante idraulico/pneumatico permette alle attrezzature impiegate di seguire perfettamente l’andamento del terreno e consente di utilizzare attrezzature di diverso peso e dimensioni, mantenendo un bilanciamento ottimale del cantiere di lavoro costituito dall’iCUT 3.60 Extra e dall’attrezzatura. Il sottocarro Extra è costruito in acciaio speciale ad alta resistenza e si avvale di una configurazione con la ruota motrice posteriore rialzata e tendicingolo automatico in modo da garantire maggiore aderenza. Quando è necessario modificare la larghezza del sottocarro, agendo sul radiocomando è possibile effettuare l’operazione di modifica della larghezza del sottocarro passando da 132 a 167 cm in pochi secondi. Due joystick ergonomici del radiocomando garantiscono il controllo totale della macchina e dell’attrezzatura collegata. Il kit di spostamento laterale della testata, disponibile per la testata R1300, con il suo spostamento di 20+20 cm permette di lavorare sui bordi di fiumi, canali e manufatti stradali. Per iCUT 3.60 Extra sono disponibili 3 diversi tipi di cingoli: Extreme per lavorare su pendenze medie e preservare la cotica erbosa, Grip per terreni sassosi e Grip Plus per le condizioni estreme.

MDB Green Climber LV 400 X

Green Climber LV 400 X è una macchina radiocomandata ideata da MDB per lavorare in contesti molto impegnativi ed effettuare: trinciatura di rami, pulizia di terreni incolti, pulizia dei bordi stradali e lavori forestali. Può trovare utile impiego anche nel settore edile per la preparazione del cantiere in aree coperte da vegetazione e addiruttura può eseguire la fresatura dell’asfalto nel rifacimento del manto stradale. Inoltre, la gestione della macchina tramite radiocomando a distanza protegge l’operatore dai rischi di infortunio. Difatti, Green Climber LV 400 X lavora in qualsiasi direzione su pendenze sino a 60° grazie al baricentro più basso della categoria. Ciò anche grazie alla speciale cingolatura in gomma che si rivela utilissima anche nei terreni fangosi. Il sottocarro è dotato di sistema (brevettato) antideragliamento e può essere allargato utilizzando il radiocomndo per portare la carreggiata da 1.180 a 1.580 mm, conferendo elevata stabilità nei pendii. La potenza meccanica è fornita dal motore Yanmar diesel dotato di ventola reversibile ed emissionato Stage V capace di 37 CV con una coppia massima di 109,4 Nm a 1.950 giri/min. La potenza idraulica è data da una pompa idraulica principale da 59 l/min alla pressione di 250 bar e a una pompa dedicata ai servizi di 20 l/min a 180 bar. Tra l’altro, il sistema di collegamento rapido dei tubi idraulici consente facili agganci/sganci, agevolando e velocizzando il cambio dell’attrezzo da utilizzare in lavoro. Attrezzo che può essere spostato lateralmente di 400 mm a destra e 400 mm a sinistra, consentendo di lavorare al meglio nelle bordure. Oltre a tutto ciò, il radiocomando si avvale del sistema Smart Battey System integrato nella macchina e sigillato, dotato di batteria di emergenza autocaricante durante il funzionamento del Climber LV 400 X. Tra le molteplici attrezzature segnaliamo la trinciatrice con larghezza di lavoro di 1.504 mm.

Hymach Herby 50 CLE

Infine, la gamma di porta-attrezzi radiocomandati Hymach Herbhy LE si avvale della motorizzazione Perkins Stage V e offre la scelta tra i modelli: Herbhy 50C LE, Herbhy 50 LE, Herbhy 60 LE ed Herbhy 75 LE, tutti disponibili anche con sistema di interconnessione che li rende idonei all’ottenimento dell’incentivo 4.0. In particolare: Herbhy 50C ha una struttura compatta, per un trasporto agevole e lavorare in spazi ristretti, mentre i modelli 50 LE e 60 LE, dalla struttura più importante, permettono l’abbinamento con attrezzature più pesanti per lavori gravosi. Herbhy 75 LE è concepito per poter affrontare i lavori più impegnativi: con una testata trinciatrice da 200 cm velocizza la trinciatura di erba e arbusti riducendo il numero di passaggi. Con la testata forestale da 165 cm esprime tutte le sue potenzialità come apripista nei contesti boschivi. La motorizzazione Perkins è stata studiata per poter lavorare in continuo anche in pendenze fino a 55° e funziona sempre in condizioni ottimali grazie al sistema di raffreddamento dotato di ventola con rotazione bidirezionale, testata in situazioni ambientali estreme. Inoltre, Herbhy LE consente l’utilizzo di olio biodegradabile per l’impianto idraulico. Numerosi optional consentono di conformare Herbhy LE alle esigenze di ogni utilizzatore. Tra l’altro, gli Herbhy LE possono anche essere utilizzati con attrezzature da fienagione per lavorare su pendii accentuati. Il controllo mediante radiocomando, il sistema antiscivolamento e il tensionamento idraulico automatico dei cingoli rendono i porta-attrezzi Herbhy capaci di lavorare in sicurezza in qualsiasi contesto. Anche in questo caso sono disponibili diversi tipi di cingoli, per limitare la pressione sul terreno, per terreni misti e per pendenze estreme. Il radiocomando, dotato di display grafico, sovrintende tutte le funzioni della macchina, incluso il controllo della velocità e della direzione di marcia.


1RESIDUI DI MANUTENZIONE DEL VERDE

La manutenzione delle aree verdi può seguire diverse tecniche, con o senza asportazione della biomassa vegetale, che in tal caso crea una sorta di pacciamatura che ritarda la ricrescita dell’erba. Quando i residui, compresi quelli legnosi, vengono asportati si possono presentare 3 diversi casi:

  1. Se derivano da attività agricole e forestali e sono utilizzati allo stato naturale in agricoltura, selvicoltura o per produrre energia, non sono considerati rifiuti.
  2. Se derivano dalla manutenzione del verde, fatta da un soggetto privato senza partita IVA, sono rifiuti urbani e possono essere conferiti gratuitamente al servizio pubblico di raccolta.
  3. Se sono prodotti da imprese (come quelle di manutenzione del verde) sono considerati rifiuti speciali e devono essere conferiti (a pagamento) ad impianti autorizzati.

In quest’ultimo caso, per il trasporto è necessario iscrivere l’impresa e l’autocarro all’Albo nazionale dei gestori ambientali, nella categoria 2/b, prevista per chi produce e trasporta rifiuti speciali non pericolosi; l’iscrizione comporta il pagamento di un diritto annuale di 50,00 euro.  Roberto Guidotti


2LA TESTATA TRINCIANTE

Foto Agrimaster

Sia nel braccio decespugliatore portato sia in quello semovente, all’estremità dell’ultimo segmento del braccio è incernierata, grazie a un sistema a snodo, la testata trinciante. Il sistema a snodo è collocato nel baricentro della testata trinciante e insieme a un cilindro idraulico dedicato conferisce alla testata un’ampia flottazione e una rotazione di 246 gradi che consentono di lavorare su superfici inclinate, come per esempio quelle degli argini e dell’interno dei fossati.

La testata trinciante è formata da un telaio costruito in profilati d’acciaio, avente due pareti laterali chiuse, ricoperto da una robusta lamiera di acciaio che delimita la camera di trinciatura. Sulle due pareti laterali chiuse sono alloggiati robusti cuscinetti che supportano un rotore su cui sono fissati gli utensili di triturazione. Data l’enorme importanza che riveste la manutenzione delle grandi aree verdi, la testata trinciante può essere allestita con utensili dalle differenti configurazioni per meglio lavorare sulle biomasse presenti in tali aree. Inoltre, gli utensili hanno una disposizione elicoidale sul rotore in modo da ottenere un inserimento progressivo nella vegetazione e limitare lo sforzo richiesto per la movimentazione dell’apparato trinciante.

Gli utensili hanno disposizione elicoidale sul rotore al fine di ottenere un inserimento progressivo nelle biomasse da triturare e contenere lo sforzo richiesto per la movimentazione del rotore. Gli utensili più utilizzati sono le doppie lame a Y (Foto Berti)

Gli utensili di triturazione più utilizzati sono le doppie lame a Y di acciaio trattato, considerati universali perché capaci di triturare erba, cannette e arbusti con diametro di 3-4 cm. Per triturare arbusti, siepi e materiale legnoso sino al diametro di 10 cm il rotore può essere dotato di mazze concave che, grazie alla loro particolare configurazione, sono in grado di assicurare una maggiore triturazione del materiale legnoso e una maggiore ventilazione che favorisce l’espulsione del materiale trinciato dalla camera di trinciatura. Dovendo lavorare intensivamente su biomasse legnose consistenti, è opportuno dotare la testata trinciante di un rotore forestale che può essere a mazze fisse oppure a denti mobili. Anche nei rotori forestali la disposizione degli utensili è elicoidale per favorire la capacità di lavoro e limitare la potenza richiesta per l’azionamento. La testata trinciante in lavoro appoggia su un rullo fissato nella parte posteriore della camera di trinciatura, rullo che funge anche da regolatore dell’altezza di lavoro. Il moto può essere impresso al rotore direttamente da un motore idraulico flangiato sul rotore e alimentato dall’olio idraulico in pressione proveniente dalla pompa principale del braccio decespugliatore. Più frequentemente però il moto è impresso al rotore da una trasmissione laterale a cinghie dentate azionata da un motore idraulico fissato sulla parete sinistra della testata trinciante. Anche in questo caso, l’alimentazione del motore idraulico è fornita dalla pompa principale del braccio decespugliatore.

Per contenere lo sviluppo delle siepi e dei rami degli alberi presenti in prossimità del bordo strada è opportuno sostituire la testata trinciante con una barra a dischi (Foto Kuhn)

L’evoluzione rafforzata di tale sistema di trasmissione vede l’impiego di pompa e motore idraulico a pistoni assiali, nonché di pulegge dentate e cinghie dentate in kevlar. Difatti, pompa e motore idraulici a pistoni assiali offrono maggiore potenza idraulica rispetto ai tradizionali sistemi pompa e motore idraulico ad ingranaggi. A loro volta, le pulegge dentate offrono una salda presa alle dentature delle cinghie, dentature che hanno anche lo scopo di offrire una maggiore superficie di dispersione del calore generato dall’attrito del movimento. Inoltre, il kevlar è un materiale sintetico che offre un’elevata resistenza all’usura e al calore. Oltre tutto questo, la reversibilità del senso di rotazione del rotore incrementa l’efficacia d’azione e conferisce maggiore sicurezza d’impiego della testata trinciante. Per risolvere brillantemente le diverse problematiche della manutenzione del verde, la testata trinciante può anche essere sostituita da numerose altre attrezzature (barra tagliasiepi, barra troncarami, scavafossi…).


3I MODELLI SEMOVENTI

Energreen ILF Alpha

Il braccio decespugliatore semovente è disponibile in modelli ultra-specialistici di media/alta potenza ed è destinato a impeghi intensivi, anche al fine di poter ammortizzare a breve termine il costo d’acquisto. È costituito da un robusto telaio che appoggia su altrettanto robusti assali capaci di conferire ben tre modalità di sterzata. Sussistono anche modelli cingolati dotati di carreggiata ad assetto variabile per meglio adeguarsi ai terreni declivi e garantire maggiore stabilità del mezzo. Sopra al telaio portante sono collocati: motore, impianto idraulico, cabina e braccio le cui caratteristiche, così come quelle della testata trinciante, sono simili a quelle del braccio decespugliatore portato (già descritte nell’articolo). La trasmissione generalmente è idrostatica.

In questa sede parliamo in particolare dell’Energreen ILF Alpha che può essere allestito con braccio multifunzionale a due o tre segmenti, di cui l’ultimo telescopico, la cui particolare geometria facilita il superamento di ostacoli come ad esempio i segnali stradali. In particolare, il braccio T ha due segmenti con sbraccio di 8 - 10 - 12 metri.  Il braccio modello F ha 3 segmenti con sbraccio di 9,5 - 11 - 12 metri. Il braccio 3P ha tre segmenti con sbraccio di 9,7 metri ed è indicato per la manutenzione dei bordi strada e dei canali. ILF Alpha vanta caratteristiche di tutto rispetto: motore John Deere di 4,5 Litri e 173 CV, impianto idraulico per le attrezzature con portata di 160 l/min e pressione di 290 bar, tre differenti modalità di sterzata e trasmissione idrostatica Heavy Duty che lo rendono altamente performante e polivalente.

Infatti, grazie al braccio articolato equipaggiabile con numerose differenti attrezzature e alla possibilità di essere dotato di sollevatore anteriore, ILF Alpha può essere utilizzato sia nell’ambito della manutenzione di grandi aree verdi che delle aree poste a bordo strada. Partendo dal concetto di assicurare la massima efficienza e sicurezza d’impiego, i progettisti Energreen hanno collocato il motore in posizione posteriore, ottenendo un ottimale bilanciamento della macchina. Alla massima sicurezza d’impiego dell’ILF Alpha concorre anche la moderna cabina girevole di 90 gradi omologata Fops-Rops, disponibile in tre differenti configurazioni, dotata di un efficace sistema di insonorizzazione e di comandi ergonomici gestiti elettronicamente. La cabina, grazie anche al sistema di rotazione di 90 gradi, offre un’ampia visuale sulla zona di lavoro.

Per rendere estremamente agile l’ILF Alpha i progettisti Energreen hanno creato un sistema di trazione a 2 o 4 ruote con un sistema sterzante che, mediante comandi elettroidraulici, può essere impostato in tre differenti modalità: 1) a due ruote sterzanti anteriori per ottenere massima agilità nei trasferimenti; 2) a quattro ruote sterzanti dimezzando così il raggio di sterzata; 3) a quattro ruote sterzanti parallele (modalità a granchio) per districarsi brillantemente da ostacoli.

Per aumentare la mobilità e la capacità di lavoro del braccio decespugliatore, una recente configurazione vede l’applicazione sul braccio di un escavatore gommato, caratterizzato dal baricentro molto basso, di due segmenti telescopici recanti la testata trinciante (Foto GL1)
Anche MDB ha nella sua offerta un modello semovente, l’LV 1400 Dominator
Decespugliatori indispensabili nelle grandi aree verdi - Ultima modifica: 2023-09-18T08:08:26+02:00 da Roberta Ponci

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