L’autunno è la stagione privilegiata per la semina delle cover crop. L’andamento meteo-climatico infatti favorisce l’attecchimento e lo sviluppo delle cover crops a ciclo invernale permettendo, se non di ridurre, almeno di semplificare, gli interventi agronomici di coltivazione. Questo è importante dato che questa coltura non produce un raccolto vendibile, ma solo benefici di ordine agronomico (ed ecologico, ovviamente).
Più precisamente le cover crop, pur fornendo alcuni benefici diretti e monetizzabili, come quelli che si manifestano in termini di riduzione degli input colturali (diserbi, concimi e concimi organici in particolare), tendono a manifestare i loro effetti agronomici più significativi sul medio periodo. Il ritorno economico appare incerto agli occhi dell’imprenditore che quindi implementa questa coltura in modo da contenere al massimo gli esborsi di denaro. Tuttavia, il suo impianto deve essere condotto in modo tale da garantire un’uniforme copertura del suolo e una produzione di biomassa adeguata alla tipologia di cover crop impiegata per non vanificare gli sforzi intrapresi.
Gli approcci per raggiungere questo obiettivo possono essere di due tipi: o si limitano al massimo le spese di impianto, evitando diserbi, concimazioni e lavorazioni del terreno, eventualmente limitate allo strato più superficiale; o si anticipano alcuni interventi destinati alla coltura primaverile in modo da sfruttare le finestre operative autunnali che possono essere più ampie. Ad esempio, nel caso delle lavorazioni può essere utile realizzare in autunno gli interventi di decompattazione o eseguire concimazioni organiche o minerali di fondo o applicare strategie per contrastare le infestanti più persistenti. Sono due approcci validi che vanno scelti in base al suolo, al clima, all’andamento meteorologico e all’organizzazione aziendale.
Diversi sistemi a disposizione
La semina della cover crops può essere fatta adottando diversi sistemi. Il più semplice, idoneo soprattutto per cover crop realizzate con specie di cereali e applicabile solo per cover crop monospecifiche, è quello che fa ricorso allo spandiconcime centrifugo. Questa attrezzatura, se è presente in azienda con un modello di ultima generazione, è in grado di realizzare un lavoro adeguato al contesto. Il terreno però deve essere opportunamente preparato e dopo la semina va comunque eseguito un intervento che favorisca la copertura del seme e il contatto fra seme e terreno.
L’impiego di seminatrici convenzionali porta a un risparmio di seme e a un migliore attecchimento. Quando si dispone di seminatrici da sodo si può evitare la lavorazione del terreno, riducendo i costi e migliorando la tempestività di intervento.
Negli ultimi anni sono stati promossi commercialmente miscugli di semi non solo di diverse specie, ma addirittura di diverse famiglie botaniche con lo scopo di combinare gli effetti positivi che caratterizzano ciascuna di esse. Tutto ciò, però, crea un problema in fase di impianto proprio perché i semi possono essere fra loro molto diversi per dimensioni, forma e peso specifico: elementi che influenzano la galleggiabilità sia in aria e sia all’interno di una tramoggia. La diversa “galleggiabilità” dei semi di un miscuglio induce una stratificazione all’interno della tramoggia, tempi diversi di percorrenza all’interno dei tubi adduttori delle seminatrici, diversi raggi di caduta nel caso di distribuzione per reazione centrifuga. Tutto ciò è molto evidente quando si usano poacee microterme da foraggio, come ad esempio la loiessa, molto usata come cover crop. Nelle semine di miscugli è facile osservare una forte irregolarità nella distribuzione delle specie utilizzate.
L’impianto della cover crop
Questo problema può essere superato in diversi modi. Ad esempio alcune seminatrici per la semina di cereali autunno vernini consentono di compartimentare la tramoggia dividendola in due sezioni in modo tale da poter caricare separatamente due diverse tipologie di seme. Quando è presente un secondo dosatore è possibile regolare in modo differenziato le quantità erogate garantendo il rispetto delle dosi previste per le due specie. Di norma in queste attrezzature la semente delle due specie può essere convogliata in unico elemento di semina, creando così una casuale alternanza sulla fila, o può essere dirottata su due elementi di semina vicini in modo da seminare le due specie a file alternate. In ogni caso è possibile ottenere una buona qualità di semina, sicuramente in linea con le (non troppo elevate) esigenze agronomiche della cover crop. Nel caso però le due tipologie di seme siano convogliate nel medesimo elemento, bisognerà verificare se le profondità di semina sono compatibili dato che dovrà essere scelto un valore intermedio a quello ottimale per le singole specie.
Alcune seminatrici inoltre offrono la possibilità di effettuare, oltre a una semina convenzionale, anche una semina con distribuzione a spaglio sulla fila che può risultare efficace per l’impianto di una cover crop, se la seminatrice dispone di adeguati elementi interratori. Il sistema di concimazione che equipaggia molte seminatrici a righe permette inoltre di provvedere alla semina di un’altra tipologia di seme elevando il numero delle specie seminabili contemporaneamente.
Una terza possibilità è offerta dalle seminatrici aggiuntive, spesso denominate seminatrici per cover crop, dotate di azionamento elettrico, compatibili Isobus, caratterizzate da ridotte dimensioni e capacità (e per questo da riservare alla semina di semi minuti). Sono delle tramogge di piccola o media capienza, equipaggiate con dosatori volumetrici, al pari di una seminatrice, gestibili elettronicamente, dotate di opportuni dispositivi per la distribuzione. Queste possono essere installate sul timone della seminatrice (a righe o di precisione) o sul telaio di coltivatori o erpici predisposti per lavorare superficialmente il suolo. In quest’ultimo caso si può perseguire una perfetta semina a spaglio. Queste tramogge aggiuntive sono proposte per la semina delle cover-crop, la distribuzione di fertilizzanti granulari o di fitosanitari, come ad esempio sostanze anti-lumaca.
Il dosatore è in genere del tipo a scanalature e consente la semina di una vasta gamma di prodotti con dosi comprese tra 1 e 50 kg/ha (valori orientativi). Questa capacità di selezione è pienamente compatibile con le dosi di semina di miscugli che, indicativamente, possono essere limitate a soli 2 kg/ha nel caso della Facelia, a 10-15 kg/ha dell’avena, o attestarsi intorno ai 20 kg/ha nel caso del pisello o della veccia e ancora superiori per i cereali a paglia. Le dosi aumentano al ridursi del numero di specie. Va segnalato che alcune case costruttrici offrono l’opportunità di sostituire il dosatore adeguandolo alla dimensione della semente e quindi alla dose distribuita.
Il terreno ringrazia
Le seminatrici a righe equipaggiate con i dispositivi sopra descritti offrono diverse e interessanti ipotesi di impiego, ampliando la gamma delle soluzioni agronomiche a disposizione dell’agricoltore. Questi dispositivi, infatti, rendono possibile la semina contemporanea di colture consociate (tecnica riproposta oggi soprattutto nell’ambito di aziende foraggero-zootecniche), l’applicazione di simultanea di concimi diversi o di concimi e prodotti fitosanitari ecc.
Si può concludere che le cover crop a ciclo invernale, coltivate quindi in attesa dell’impianto della coltura primaverile, permettono di gestire il terreno in modo valido e conveniente, evitando di lasciare i suoli incolti esposti all’erosione, alla lisciviazione dei nutrienti, all’impoverimento biologico, alla depauperazione della sostanza organica e alla riduzione della capacità di scambio cationico. Inoltre, la possibilità di consociare diverse specie permette di perseguire ulteriori vantaggi, sfruttando le caratteristiche di specie botaniche diverse, o di stimolare sinergie particolari. Per esempio, ai fini sia del controllo dell’erosione sia della decompattazione del suolo l’impiego contemporaneo di due o tre specie appartenenti a famiglie botaniche diverse sembra sortire effetti maggiori rispetto all’impiego di una sola specie.
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SCELTA DEL MISCUGLIO PER COVER CROP INVERNALE
Le specie che compongono il miscuglio vanno scelte a seconda delle funzioni che si vogliono enfatizzare e della compatibilità reciproca.
Le poacee (graminacee) hanno una forte capacità di intercettare i composti azotati, sono dotate inoltre di un apparato radicale superficiale, fascicolato, di norma molto esteso, contraddistinto da una ottimale capacità anti-erosiva. La copertura del suolo è in genere ottima (dipende ovviamente anche dalla densità di semina) e per questo sono in grado di svolgere un’azione di controllo sulle infestanti.
Le fabacee (leguminose) incrementano la dotazione di azoto del terreno grazie ai processi di azotofissazione, forniscono sostanza organica di più rapida decomposizione grazie proprio al maggior contenuto di azoto, sono, per contro, meno efficienti nell’azione di cattura dell’azoto liberato nel suolo. Inoltre, essendo piante ad impollinazione entomofila, hanno tutte una buona attitudine mellifera.
Le brassicacee (o crucifere) possono aiutare a contenere lo sviluppo di nematodi, funghi e altri patogeni del suolo. Infatti, molte specie di questa famiglia botanica (attenzione anche alla varietà!) hanno un elevato contenuto di glucosidici e glucosinolati che, in presenza di acqua ed attività enzimatica, vengono idrolizzati con produzione di diverse molecole tra cui isotiocianati e nitrili caratterizzati da un’azione biocida nei confronti di nematodi e funghi del terreno. Se si vuole massimizzare l’azione biocida, è necessario ricorrere però all’interramento superficiale dell’intera pianta, secondo la tecnica del sovescio. Alcune varietà sono usate nella lotta contro i nematodi come piante -trappola, e in questo caso la loro azione la esplicano anche durante la coltivazione.
Senapi, rafani e rucole sono però specie che non sopportano bene il freddo e quindi nel nord Italia sono piuttosto impiegate in semine primaverili precoci piuttosto che in semine autunnali. Per migliorare la resistenza al freddo, ad esempio della senape bruna, le semina autunnali si possono anticipare a fine estate. In miscuglio può essere utilizzata in questo periodo anche la Facelia, una specie della famiglia delle borraginacee, se si anticipa la semina in modo da garantire un maggior sviluppo della pianta o, in alternativa, anche in purezza, a inizio primavera. Questa specie è apprezzata per l’ottima copertura e la straordinaria attitudine mellifera.
Le specie più utilizzate nelle cover crop a ciclo invernale
specie | famiglia | apparato radicale | caratteristiche | altre caratteristiche |
Cavolo d'Abissinia, Brassica carinata | Brassicacee | fittonante | buona produzione di biomassa, buona copertura, discreto controllo sulle infestanti (variabile da specie a specie), buona capacità di cattura dei nutrienti | Alcune specie con azione biocida generica o con azione nematocida specifica (piante trappola) - supporto agli insetti pronubi - discreta attitudine mellifera – alcune specie hanno ridotta resistenza al freddo |
Colza da foraggio, Brassica napus | ||||
Senape bruna, Brassica juncea | ||||
Senape nera, Brassica nigra | ||||
Rafano, Raphanus sativus cv. Boss | ||||
Rucola, Eruca sativa | ||||
Favino nero, Faba minor | Fabacee | fittonante | discreta produzione di biomassa, scarsa azione protettiva del suolo (variabile da specie a specie), discreto controllo sulle infestanti, scarsa attività di cattura dei nutrienti | azotofissazione, azione decompattante sul suolo, supporto agli insetti pronubi, buona attitudine mellifera |
Pisello da foraggio, Pisum sativum | ||||
Trifoglio incarnato, Trifolium incarnatum | ||||
Veccia comune, Vicia sativa | ||||
Veccia vellutata, Vicia villosa | ||||
Avena nera, Avena sativa nera | Poacee | fascicolato | ottima produzione di biomassa, ottima azione di copertura, ottima azione di controllo sulle infestanti, ottima capacità di cattura dell'azoto | specie a impollinazione anemofila, nessuna azione biocida |
Loiessa, Lolium m. rigidum | ||||
Orzo, Hordeum vulgare | ||||
Segale, Secale cereale | ||||
Triticale, x triticosecale |