Combi Mais 2025, ottimi risultati in una stagione stabile

La resa media è stata di 176 q/ha. Il protocollo si conferma una risposta vincente alle sfide del cambiamento climatico

Dopo tre annate problematiche (siccità nel 2022, nubifragi nel 2023 ed estrema piovosità nel 2024), finalmente il 2025 è stato un anno sostanzialmente più regolare per il mais. E l’innovativo protocollo Combi Mais per la coltivazione del mais, che già si era distinto in annate difficili, si è confermato ancora di più una risposta efficace verso l’agricoltura del futuro in termini di produttività, qualità e sostenibilità. Questi, infatti, sono i tre pilastri di Combi Mais Eco, così definito nel 2025 per il suo approccio metodologico orientato verso un modello sostenibile – ambientale, sociale, economico – attraverso la riduzione dei mezzi tecnici, senza tuttavia limitare la produzione e la qualità.

«Il protocollo di produzione ha ottenuto un ottimo risultato – ha commentato Mario Vigo, ideatore del protocollo – raggiungendo la media di 17,6 tonnellate di granella di mais a ettaro (contro le 13,5-13,7 del Nord Italia) con punte di 21,5 t/ha, sano dal punto di vista delle micotossine e di eccellente qualità, cosa che consente di conseguire un premio in termini di prezzo».

I dati nel dettaglio sono stati illustrati dall’agronomo dell’azienda agricola Folli (di Mario e Alberto Vigo) Leonardo Bertolani, che ha anche svelato una delle novità di quest’anno, ovvero l’utilizzo in parte dei 25 ettari della sperimentazione di ibridi short corn per il mais zootecnico. «A fronte di costi di coltivazione superiori (del 16-18%) rispetto al mais tradizionale – ha spiegato Bertolani – hanno consentito rese superiori (del 30-38%) e soprattutto un reddito superiore (dai 516 ai 717 €/ha contro un profitto praticamente nullo del mais tradizionale). Nel caso del mais alimentare, invece, Combi Mais ha consentito redditi tra 1.370 e 1.570 €/ha».

L’aspetto economico è stato rimarcato anche da Amedeo Reyneri dell’Università di Torino, coordinatore delle attività del protocollo.

«Con i prezzi attuali (settembre 2025, ndr), rispetto ai 242 €/t del mais nazionale il mais zootecnico con caratteristiche è quotato 260 €/t e quello alimentare 298 €/t – ha evidenziato Reyneri –. Dal punto di vista delle rese, quest’anno Combi Mais ha consentito di produrre rispettivamente 49 q/ha e 39 q/ha in più in confronto alla media nazionale e a quella della Lombardia. Considerando tutti gli undici anni di attività, mediamente il protocollo ha consentito di produrre 63 q/ha in più rispetto alla media nazionale e 50 q/ha in più rispetto alla Lombardia. Infine, molto importante l’aspetto qualitativo: in un’annata caratterizzata da stress termici e forte presenza di elateridi e Aspergillus, rispetto a un mais nazionale che è risultato contaminato da aflatossine, Combi Mais ha registrato per l’ennesima volta un contenuto di aflatossine pari a zero».

Tra le novità di quest’anno da citare anche l’utilizzo di una centralina meteo che consentirà di integrare i dati di raccolta, permettendo di calcolare in tempo reale piovosità, temperature, umidità ed evapotraspirazione.

Una proposta concreta per il mais italiano

Il risultato di grande valore del Combi Mais non poteva passare inosservato dalle Istituzioni presenti al tradizionale Open Day di fine stagione. Hanno partecipato, infatti, Alessandro Beduschi, assessore all’agricoltura della Regione Lombardia, Franco Lucente, assessore ai trasporti della Regione Lombardia, e Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura. E proprio a loro si è rivolto Mario Vigo. «La drastica riduzione delle superfici a mais (da 1.200.000 ettari nel 2004 a 495mila nel 2024) mette a rischio le filiere Dop/Igp italiane (Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma…) che dipendono dal mais nazionale per qualità e tipicità dei loro prodotti – ha concluso Vigo –. Per arginare questa deriva proponiamo, allora, un aiuto specifico accoppiato per il mais sul modello del riso previsto dall’art.32 del Reg. (Ue) 2021/2115. Queste le caratteristiche che dovrebbe avere la misura: importo di 350 €/ha, plafond nazionale di 210 milioni €/anno e superficie eleggibile di circa 600.000 ha. I requisiti sono quelli di un mais coltivato in Italia per qualsiasi destinazione nelle zone vocate della Pianura Padana e nelle aree irrigue del Centro-Sud».

Questa proposta nei giorni precedenti l’Open Day era già stata esposta da Vigo anche ad altri attori della filiera maidicola (vedi mangimisti e Granaria di Milano) e attende una risposta concreta da parte delle istituzioni, pena il forte rischio di estinzione di una coltura fondamentale per il comparto agroalimentare italiano.


I PARTNER

Unimer, leader italiano nella produzione di fertilizzanti solidi a valenza ambientale, per la nutrizione organo-minerale e il miglioramento del suolo; Cifo, azienda storica, specializzata nella nutrizione localizzata alla semina, fertirrigazione e biostimolazione fogliare; Netafim, leader mondiale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di soluzioni per l’irrigazione a goccia e la micro-irrigazione; Bayer Crop Science, con le soluzioni per la protezione delle colture, per la genetica con il marchio Dekalb per la selezione dei migliori ibridi e infine attraverso la piattaforma digitale FieldView per il supporto all’agricoltura di precisione; Agriserv, società di contoterzisti specializzati nell’agricoltura di precisione e gestione dei dati; VH Italia, compagnia assicurativa monoramo europea specializzata nel settore dei rischi agricoli; e Ri.Vi., specializzata nell’assistenza di macchine e attrezzature agricole di ultima generazione.

Combi Mais 2025, ottimi risultati in una stagione stabile - Ultima modifica: 2025-10-22T09:00:11+02:00 da Roberta Ponci

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