Dopo quattro lunghi anni di stop obbligato a causa della pandemia, è tornato il grande festival organizzato da Sergio Bassan con i suoi trattori (e non solo) John Deere.
Per la precisione l’8° Deere Day si è tenuto lo scorso 15 luglio presso Ca’ Corniani, azienda agricola di Genagricola 1851, con il coinvolgimento di 6.500 appassionati (dati Facebook Bassan) del mondo dell’agricoltura da tutta Italia e la presenza di una suggestiva “flotta tecnologica” costituita da più di 50 John Deere in azione.
«Chi ha un John Deere non ha semplicemente un trattore, è una cosa diversa – ha esordito Sergio Bassan, amministratore delegato della Sergio Bassan –. Si tratta di uno stile di vita: noi siamo una tribù, siamo leggenda, per questo non c’è nessuna manifestazione in Italia che richiama così tanta gente e così tanta passione. Noi siamo nati nel 1957 e John Deere negli anni ci ha dato fiducia e territorio, per cui oggi possiamo dire di essere uno dei due principali dealer John Deere in Italia assieme ad Agribertocchi. A livello di territorio come John Deere copriamo il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e un pezzettino della provincia di Ferrara. E poi siamo importatori per Kobelco». In Bassan lavorano 180 persone, di cui 150 circa collaboratori e 30 officine autorizzate che lavorano sul territorio, assieme a 53 furgoni allestiti con officine mobili, per fornire il miglior servizio possibile. «Per questo ottavo Deere Day – ha concluso Bassan – abbiamo puntato sulla connessione, che crea risparmio, reddito e decarbonizzazione perché in sostanza riduciamo il numero di passaggi con i trattori».
L’azienda più grande d’Italia
«Se oggi siamo qua – ha aggiunto Daniele Colombo, responsabile Area Nord Agricoltura, Allevamenti e Agroenergie di Genagricola 1851 – è perché abbiamo una cosa in comune: la passione per l’agricoltura e per la terra, questa terra che 170 anni fa era una palude. Rappresentiamo 24 aziende in Italia e 3 in Romania, 16.000 ettari coltivati, con 350 dipendenti stabili. Abbiamo più di 1.000 ettari vitati e cinque cantine dove produciamo i nostri vini, tre allevamenti, due impianti di biogas e facciamo produzioni di eccellenza perché coltiviamo colture da seme e facciamo tanti contratti di filiera dove si punta sulla qualità del prodotto.
In sostanza, vogliamo essere la più grande azienda per l’Italia, proprio perché siamo consapevoli che c’è bisogno di fare agricoltura in un modo nuovo e sostenibile».
«La tecnologia che oggi è in campo più che mai – ha proseguito Tiziana Favaretto, presidente di Coldiretti Venezia – è sempre a fianco dei nostri agricoltori per un uso mirato dei prodotti fitosanitari e per il risparmio di acqua, quindi per un sempre maggiore rispetto dell’ambiente». Stefania Cane, responsabile marketing del Consorzio agrario del Friuli Venezia Giulia, è partita dai dati del censimento Istat. «Nel triennio 2018-2020 solo l’11 percento delle aziende agricole ha introdotto delle innovazioni, soprattutto in fatto di meccanizzazione, mentre meno del 10% di questo 11% ha portato innovazione all’interno dell’azienda in campo agronomico. Per questo il Consorzio ha deciso di evolvere il proprio ruolo da semplice fornitore di mezzi tecnici a consulente strutturato che possa aiutare a trasferire l’innovazione nelle aziende attraverso partnership come quella con Bassan».
«La storia lunga ormai 186 anni di John Deere è quella di un marchio che prosegue con longevità il percorso verso l’anticipazione dei tempi e l’innovazione – ha rimarcato Simone Nardin, amministratore delegato di John Deere Italia –. Quindi, ricordiamo da dove veniamo, ma non abbiamo paura di innovare e abbracciare realmente la tecnologia per il suo utilizzo. Ecco perché parliamo di macchine connesse e di ettari che possono essere mappati all’interno della nostra piattaforma che chiamiamo John Deere Operations Center. Ma questa innovazione non sarà niente se non arriveranno da parte di agricoltori e contoterzisti il coraggio e l’impegno a utilizzarla in maniera reale. Oggi, infatti, sono ancora pochi i clienti che la utilizzano in maniera “seria” e John Deere conferma la sua volontà di sviluppare concessionari sempre più specializzati per stare al vostro fianco».
L’importanza del dato
A proposito di precision farming, Marco Vidale, responsabile agricoltura di precisione della Sergio Bassan, ha sottolineato come «il reparto precision farming della Sergio Bassan sia in realtà un facilitatore, perché aiuta la concessionaria, ma soprattutto le aziende agricole a seguire quello che è il percorso di sviluppo economico sostenibile. Nel 2023 ho notato un aumento sensibile di tutto quello che è il flusso di lavoro del nostro reparto nella gestione di dati prodotti dalla macchina agricola e quindi dal nostro punto di vista il futuro è orientato all’uso del dato per creare valore. Il dato, infatti, è importante perché genera informazioni, le informazioni generano esperienze, le esperienze raffinano i criteri decisionali, i criteri decisionali compongono le strategie, le strategie creano risultati e i risultati creano leva economica. E se producete dati nel modo corretto, la mano sulla leva economica ce l’avete voi».
Dopo i saluti di Rosanna Conte, europarlamentare, Elisa Trevisan, presidente del Consiglio comunale della città di Caorle (Ve), e Fabiano Barbisan, consigliere regionale, prima del via alle operazioni in campo sono state premiate le 10 migliori aziende nel settore dell’agricoltura di precisione, ovvero: Azienda agromeccanica Massignani di San Donà di Piave (Ve), AgriEnergy Servizi Agricoli di Conselve (Pd), Società Agricola Zilio Benedetto e Vittorio di Villafranca Padovana (Pd), Verde Services di Damiano Maritan di Stra (Ve), Azienda Agricola Betto Demetrio di Pocenia (Ud), Cooperativa Santa Fosca di Vedelago (Tv), Agromeccanica Baschirotto di Salizzole (Vr), Azienda agromeccanica Linea verde di Malo (Vi), Società Agricola Fratelli Vendrame di Codroipo (Ud) e ovviamente Genagricola 1851 di Caorle (Ve).