Filo diretto con il costruttore

Da sinistra Simone, Christian e Angelo Benedetti
L’azienda agromeccanica Benedetti nel Vicentino dista appena 5 km dalla Mascar. E con la ditta di Grumolo delle Abbadesse ha da oltre 10 anni un rapporto speciale

Siamo a Grisignano di Zocco, piccolo paese a forte vocazione agricola in provincia di Vicenza, confinante con il territorio padovano, al quale è legato dal punto di vista geografico, sociale, culturale ed economico.

Qui opera l’azienda agromeccanica Benedetti, una di quelle cosiddette “pure”, cioè che effettuano esclusivamente servizi conto terzi, tutto in ambito agricolo. Nata nell’immediato dopoguerra, oggi è alla terza generazione con alla guida i fratelli Simone e Christian Benedetti, che oggi la gestiscono assieme al padre Pietro e allo zio Angelo. «A parte qualche lavoro di sgombero neve in inverno e di sfalcio dei cigli stradali in estate – conferma Simone Benedetti – la nostra attività è esclusivamente agricola. Effettuiamo tutte le lavorazioni, dall’aratura alla preparazione del terreno, dalla semina ai trattamenti e alle concimazioni fino alla raccolta, per lo più su mais, soia e girasole».

La Maxi 5 dei Benedetti è giunta alla sua quarta stagione di lavoro

In un periodo storico in cui molti hanno scelto la diversificazione delle attività per mantenere la redditività, i Benedetti hanno continuato per la loro strada e sono ancora sulla breccia. «Abbiamo circa 13 ettari di terreno di proprietà e 200 in affitto. Avevamo anche una stalla di 80 vacche in lattazione e oggi ne abbiamo ancora 30.  Purtroppo, dopo l’introduzione delle quote latte, il settore è andato in crisi e anche noi ci siamo dovuti adeguare. Al momento, con il latte a 38 centesimi, l’attività continua a garantire un minimo di reddito, ma non so per quanto potremo mantenerla. Per fortuna l’attività agromeccanica continua ad andare bene. Nonostante i problemi di concorrenza ormai noti a tutti, siamo un’azienda storica della zona e abbiamo sempre avuto un giro di clienti solido e importante, che ci consente di andare avanti».

Oltre 2mila ettari raccolti ogni anno

Con le operazioni di raccolta i Benedetti superano i 2mila ettari di superficie lavorata, mentre con la semina vanno oltre i mille ettari, concentrati nel Vicentino e nel Padovano. Come raccolta effettuano sia trebbiatura (hanno 3 mietitrebbie Laverda in dotazione) sia trinciatura (con due trince della Claas) e si avvalgono dell’aiuto di un paio di dipendenti stagionali nei periodi di lavoro più intensi. Oltre alle macchine da raccolta, hanno in dotazione una quindicina di trattori da 60 fino a 300 cavalli, per lo più marcati Massey Ferguson («marchio scelto più che altro per il legame storico con il concessionario di zona Bassan», ci confida Simone), e ovviamente tutte le attrezzature per le altre operazioni colturali. Gli ultimi due acquisti sono stati due trattori, Massey Ferguson appunto, per la precisione un MF 5712 S (120 cavalli) e un MF 7722 S (230 cavalli). «Cerchiamo di fare investimenti utilizzando solo le nostre forze – spiegano i Benedetti – per questo motivo ogni volta che dobbiamo acquistare una macchina nuova ci muoviamo con molta cautela e facciamo bene i conti».

Un’attività importante dei Benedetti è quella dei trattamenti su mais con trampolo Caffini/Grim

È talmente tanta questa cautela che i Benedetti ancora non hanno fatto il grande passo verso l’agricoltura di precisione. «Usiamo il satellitare solo sull’irroratrice a trampolo per i trattamenti sul mais e sono sicuro che ci potrebbe aiutare molto anche nella semina, ma è un investimento per noi al momento ancora troppo alto, anche perché comporterebbe l’acquisto di macchine più evolute di quelle che abbiamo».

Soci Apima Vicenza già dagli anni 60, i Benedetti affidano all’associazione tutte le loro pratiche burocratiche

Record di ettari seminati in un giorno

A proposito di semina, per la soia i Benedetti hanno scelto un marchio particolare, che ha sede a 5 km dalla loro azienda. Si tratta della Mascar di Grumolo delle Abbadesse (Vi), con il quale nel tempo si è instaurato un rapporto speciale. La macchina in questione è una seminatrice di precisione portata Maxi 5 a telaio pieghevole verticale da 12 file, che quest’anno è giunta alla sua quarta stagione di utilizzo, con risultati positivi sia in termini di affidabilità sia di prestazioni. «Mediamente con la Maxi 5 seminiamo 400 ettari di soia all’anno – ci spiega Simone – anche se quest’anno ne abbiamo seminati 500 dopo l’ingresso di un cliente nuovo abbastanza grande. Nel 2020 abbiamo seminato anche una ventina di ettari di colza. Quest’anno ho raggiunto il record di semina (e diserbo in contemporanea) di 50,4 ettari in 14 ore, per una velocità media di 8,5 km/h, come richiede una semina precisa e omogenea. Siamo molto soddisfatti, in quattro anni non ha registrato mai un problema e non richiede particolare manutenzione, se non l’ingrassaggio delle catene. E anche la velocità operativa è buona, del resto quando si semina non bisogna correre, perché il cliente vuole vedere un lavoro fatto bene».

La macchina richiede un trattore di almeno 120 cavalli di potenza, anche perché ha un telaio abbastanza lungo per consentire i meccanismi di apertura/chiusura. Ripiegata è larga 3,20 m, per cui può circolare su strada senza scorta. L’elemento di semina è standard, con regolazione progressiva del peso tramite molla ad azionamento manuale, con 7 posizioni da 100 kg fino a 120 kg (fino a 150 kg con molla supplementare optional) e i Benedetti hanno scelto di non montare il ruotino premiseme Farmflex. «Nei terreni della nostra zona non è necessario – spiega Simone – e nel caso di terreni un po’ umidi dovresti continuamente staccarlo e riagganciarlo. In compenso, abbiamo scelto le ruote copriseme posteriori da 2 pollici (anziché 1), proprio perché su terreni pesanti con queste riesco a chiudere bene il solco».

Molti pregi, pochi difetti

I Benedetti usano la seminatrice praticamente sempre con il microgranulatore, soprattutto in caso di soia non conciata, e hanno installato un dispositivo particolare di una ditta tedesca per effettuare contemporaneamente anche il diserbo. Anche se le seminatrici Mascar possono essere provviste del sistema di funzionamento elettronico Smart-Drive e sono per la maggior parte Isobus-compatibili, non è questo il caso della Maxi 5 dei Benedetti, che come sistema di controllo della semina hanno scelto il Supercontrol: questo sistema segnala la mancanza di seme sulla fila, dispone di contaettari parziale e totale e indica la velocità di avanzamento e della distanza percorsa.

«Se proprio devo trovare un difetto a questa macchina, citerei il fatto che ha meno opzioni di densità di semina rispetto alla concorrenza e i cambi degli ingranaggi potrebbero essere collocati meglio. Comunque, adesso Mascar ha in produzione la seminatrice con la trasmissione elettrica, quindi il problema non si porrà più». Secondo il costruttore vicentino la scelta della trasmissione a catena è garanzia di affidabilità e omogeneità nella distribuzione del seme sulla fila e comunque è ormai alla fine dello sviluppo un nuovo elemento che si chiama Maxi 6, progettato tenendo conto anche del feedback di clienti come Benedetti. «Noi ci troviamo bene con Mascar proprio perché ascolta i nostri suggerimenti – aggiunge Simone –. Per esempio, abbiamo fatto montare un pistone per pareggiare la macchina, altrimenti quando la alzavi vedevi sempre le due ali più basse ed era facile piantarle da qualche parte. Così invece la macchina rimane sempre in pari. È una modifica che hanno fatto personalmente per noi, non è un optional. Il rapporto con loro, e in particolare con il titolare, è ormai decennale ed è iniziato facendo qualche lavoro proprio per lui. E poi avere un costruttore così vicino a casa anche per la questione dei ricambi è veramente una comodità. Senza dimenticare che rispetto a qualche altro marchio si risparmia qualcosa sull’acquisto».

Il rapporto è così positivo che i Benedetti dopo la seminatrice hanno acquistato anche un’altra attrezzatura Mascar. Si tratta di una rotopressa Monster 770 a cinghie. «Sì, perchè facciamo anche fienagione, su un centinaio di ettari tra erba medica e prati stabili. Purtroppo le stalle in zona sono praticamente scomparse e quindi il lavoro è calato, però arriviamo a produrre circa 3mila balle l’anno».

Anche se i Benedetti sono convinti che una decina d’anni la Maxi 5 possa farli senza problemi, la decisione di quale marchio scegliere per la prossima seminatrice non si pone. Avere così vicino, anche logisticamente parlando, un costruttore li fa stare sereni. E si sposa perfettamente con uno dei principali obiettivi di Mascar: cura e attenzione al cliente con un efficiente post vendita e servizio di assistenza tecnica.

Filo diretto con il costruttore - Ultima modifica: 2021-10-12T12:06:28+02:00 da Francesco Bartolozzi

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