I dati sul trend del mercato italiano delle seminatrici dal 2007 a oggi indicano un fenomeno in modo abbastanza chiaro. Il calo del 2009 è stato solo un passaggio a vuoto, perchè nel 2010 i valori sono tornati vicino ai livelli record del 2008 e nel 2011 potrebbero anche superarli. Questo è vero soprattutto in riferimento ai quantitativi prodotti dai costruttori italiani ed esportati, perchè per quanto riguarda il mercato interno la ripresa è un pò meno evidente.
Volendo cercare di quantificare con qualche numero l’annata 2011 come vendite sul mercato italiano, prima di sentire le voci dei principali player del settore, le previsioni volgono tutte al positivo: +10% circa per le seminatrici di precisione e +12% per le seminatrici in linea, con i modelli pneumatici in maggiore evidenza. E se guardiamo all’export, si ipotizza un vero e proprio boom per le seminatrici in linea, con incrementi sul 2010 fino al 37%, mentre quelle di precisione si “limitano” a un +10% circa.
Crescono le combinate
Che l’anno 2011 sia stato davvero positivo per le seminatrici lo confermano anche i costruttori. Secondo Alessandro Cazzin di Maschio Gaspardo in Italia è risultato stazionario il mercato delle seminatrici da sodo e sono cresciute le combinate, mentre all’estero sono aumentate le vendite di entrambe queste tipologie. Più nello specifico, per l’azienda veneta il comparto semina di precisione è cresciuto in Italia dell’11% e all’estero del 30%. Soprattutto nella prima parte dell’anno le seminatrici di precisione destinate all’export hanno avuto un forte exploit grazie all’introduzione di modelli particolari.
Cercando di capire i motivi di questa crescita, secondo Cazzin in Italia sono stati determinanti sicuramente anche i contributi, ma a livello globale a fare da traino sono stati i prezzi dei cereali, per cui le aziende hanno potuto investire in nuovi macchinari. E l’estero è letteralmente esploso: i Paesi dell’Est Europa, Russia in primis, che andavano a rilento si sono risvegliati, ma anche la Germania ha registrato un forte aumento. In effetti soprattutto le combinate, che cominciano a diffondersi anche in Italia, all’estero si vendono molto bene (in Europa sono il business più importante come seminatrici) e Maschio Gaspardo le sta introducendo anche in Inghilterra dove ha da poco rinnovato la struttura distributiva. Rimanendo sempre in tema di estero, anche in Nord America sta proseguendo il lavoro del gruppo di Campodarsego (Pd), dopo l’anno di approccio del 2010, e c’è grande attesa per vedere come verranno accolte macchine grandi come la MaxiMetro. Chiudendo con un’anticipazione sul 2012, è difficile fare previsioni: al momento l’impressione è che non si tornerà ai tempi della crisi, ma se non ci sarà un ulteriore miglioramento, si manterranno questi livelli di vendite.
Comparto vitale
Stagione positiva anche in casa Kuhn, ci conferma Paolo Cera di Kuhn Italia, sia per il settore linea che per la precisione (indicativamente un +26% in termini di fatturato), grazie anche alla rottamazione di fine 2010. Secondo Kuhn Italia l’interesse sta andando verso le seminatrici a doppio disco e combinate, in particolare quelle con preparatori passivi per la minima lavorazione. In tal senso la Regione Lombardia con il suo Psr ha avuto effetti positivi.
Il Seedliner Tour che si è chiuso da poco ha evidenziato quanto Kuhn stia investendo nella filiera semina. Durante le tappe si è registrato un grande entusiasmo e si sono avuti ottimi risultati grazie anche all’ampliamento di gamma nella linea precisione: adesso per esempio viene proposto anche il telaio telescopico con interfila variabile, il modello da mais a 12 file, con elemento seminatore di tipo “americano” (in altre parole, abbandono di quello tipo bietola verso un elemento più da tecniche semplificate). In aree come Cremona e Brescia secondo la filiale di Melegnano (Mi) si è registrato un grande interesse per la macchina da mais con elemento equipaggiato per entrare in situazioni con presenza di residui o addirittura semina su terreno non lavorato. Così come è stata molto apprezzato il modello Maxima presentato in occasione della giornata di Agricoltura Blu a luglio per la semina del mais con elementi da sodo su terreno appena lavorato. In altre parole, l’attenzione dell’agricoltore si sta spostando verso elementi di semina che lavorano in presenza di residuo colturale, sia per un motivo di costi sia perché rientrano nei Psr regionali (Veneto, Lombardia e adesso anche Emilia-Romagna). Inoltre, sottolinea Kuhn Italia, anche le classiche combinate con erpice rotante sono vendute con elemento a disco per la semina ed erpice dotato di denti e coltelli per poter lavorare su terreno non lavorato (a velocità di 5-6 km/h).
Kuhn insiste, inoltre, sull’importanza dell’elettronica applicata alla seminatrice, elettronica usata sia per il controllo e il dosaggio variabile, ma anche per gestire il peso dato agli organi lavoranti della macchina stessa. Ad esempio a Portomaggiore (Fe) la SpeedLiner 4000 ha vinto il premio come macchina che meglio ha interpretato il tema “Il soft farming: precision farming nel rispetto del compattamento del terreno”. L’elettronica in questa macchina gestisce non solo i meccanismi di apertura e chiusura, ma anche la sequenza di lavoro delle varie parti della macchina (dischiera, rullo e modulo di semina) e riesce poi ad affrontare in modo differenziato gli avvallamenti e a registrare automaticamente i diversi carichi di pressione.
In conclusione, secondo Kuhn Italia tendenzialmente tutto il mercato è cresciuto, con un aumento di pari passo per le seminatrici in linea e quelle di precisione (in questo segmento, ad esempio, sono tornate in auge colture come il sorgo). Per il 2012 le previsioni al momento sono abbastanza ottimistiche: mantenimento di questo trend positivo senza necessità di contributi. Del resto, le seminatrici sono macchine ormai strategiche per le colture estensive, rispetto ad esempio agli aratri o ad altre attrezzature per la lavorazione primaria, quindi se si deve investire in una macchina nuova, questa è la seminatrice.
Pre-stagionale ottimo
Rimaniamo su un marchio straniero, distribuito in Italia dalla Save di Nicolò Roveda. Parliamo di Amazone, che dopo un buon 2009 (in controtendenza con il mercato in generale) e un 2010 difficile, quest’anno mette a segno una crescita che potrebbe superare il 30%. Usiamo il condizionale perchè proprio poco prima dell’inizio della campagna di semina il mercato sembra essersi fermato, quindi l’ultima parte dell’anno potrebbe registrare una leggera flessione, nonostante i prezzi dei cereali si stiano mantenendo su livelli ancora decenti. Ma nel complesso i numeri sono più che positivi, grazie soprattutto a un pre-stagionale eccezionale.
Il mercato italiano delle seminatrici secondo Save non ha registrato particolari stravolgimenti: come quote mercato la suddivisione è rimasta sostanzialmente invariata e a dominare sono sempre le seminatrici tradizionali, così come si vendono bene anche le combinate. Quanto all’agricoltura conservativa, si nota un certo interesse per le seminatrici con erpice passivo, anche in funzione della diffusione degli impianti di biogas, nel senso che chi coltiva a scopo biomasse ha bisogno di seminatrici veloci e ad alta produttività (Amazone in questo segmento propone il modello Cirrus, anche se non sono macchine proprio abbordabili come prezzo). La proposta di seminatrici Amazone in Italia è tutta concentrata sulle seminatrici in linea, ma Save sta attualmente sondando anche i modelli di precisione, con due EDX 6000 in prova presso clienti selezionati.
Per il 2012 è presto per fare previsioni: prima dell’estate senza dubbio si poteva ipotizzare di mantenere il trend di crescita dei primi sei mesi, ma la situazione attuale ha un po’ frenato gli entusiasmi. Dovrebbe trattarsi comunque di una situazione transitoria limitata al periodo autunnale e ad economie poco brillanti, ma se i prezzi delle commodity riusciranno a mantenersi sui livelli attuali, il mercato si muoverà ulteriormente.
Contesto generale favorevole
Torniamo in Italia, con un marchio specialista nella semina di precisione. Tutto sommato, secondo Giuliano Fanton di Matermacc la stagione è andata decorosamente, anche se il mercato è stato “viziato” da rottamazione, Psr e contributi per la dismissione delle bietole, quindi una sorta di concomitanza di contributi che hanno spinto le vendite. Ma va riconosciuto che lo scorso inverno i prezzi alti dei cereali hanno sicuramente aiutato ad acquistare macchine. Infine, si veniva da un paio di annate di attesa e incertezza sugli investimenti da fare, per cui è normale che i mercati si siano sbloccati.
Ora bisognerà capire cosa succederà nel 2012, ma senza dubbio oggi gli agricoltori sono contenti, perchè rese e prezzi sono su buoni livelli e quindi c’è ottimismo. Il fatturato Matermacc sta viaggiando su valori superiori del 15% rispetto al 2010, con le pneumatiche di precisione che rimangono sempre la fetta determinante del mercato, anche se l’azienda friulana sta sempre più proponendo nuovi modelli di seminatrici in linea. Queste hanno forse marginalità più basse, ma bisogna anche tener conto delle richieste del concessionario che vende già i modelli Matermacc di seminatrici di precisione e vorrebbe una “full line” di seminatrici Matermacc.
Secondo Matermacc nel 2011 in Italia tutti i costruttori di seminatrici hanno visto crescere i propri fatturati, ma ancora una volta va sottolineato che il fatturato viene realizzato per lo più all’estero (70% nel caso di Matermacc), anche se nel 2011 i volumi di export si sono mantenuti stabili rispetto al 2010, fatta eccezione per i Paesi ex-Csi.
Verso macchine più grandi
Che gli agricoltori italiani si stiano orientando verso la linea delle combinate ce lo conferma anche Sandro Battini di Kverneland Italia. Per la filiale del gruppo norvegese il 2011 è stato un anno positivo sia come seminatrici da grano (sui livelli del 2009), sia come seminatrici da mais.
È proprio in questo segmento che si registra una tendenza verso macchine da 8-12 file, per cui se come volumi più o meno si sono mantenuti gli stessi numeri del 2010, che è stato un anno non straordinario, come fatturato si registrano incrementi del 15-20%. Secondo Kverneland si è osservato un consolidamento di quanto previsto lo scorso anno sulla minima lavorazione, e a conferma di questo Kverneland presenterà ad Agritechnica in novembre novità importanti sulla minima lavorazione sia come seminatrici che come macchine per la lavorazione del terreno. Allo stesso modo viene ribadita l’influenza degli impianti per la produzione di biogas anche su un comparto come quello delle seminatrici, nel senso che queste strutture “obbligano” coloro che devono produrre biomasse per alimentare i suddetti impianti a maggiori produttività ed efficienza, cosa che va di pari passo con la maggior richiesta di macchine più grandi.
Per il 2012 il budget richiesto dalla casa madre norvegese è senz’altro ambizioso, a dimostrazione che il gruppo si sta orientando anche sul mercato italiano per realizzare trend importanti. I prezzi delle commodity comunque dovrebbero consolidarsi, e forse anche aumentare in alcuni casi, nei prossimi due anni, per cui le previsioni sono senz’altro positive. Ragionando a più breve termine, si sta vivendo del portafoglio ordini che è scaturito dalla rottamazione di fine 2010 e dagli stock che si erano praticamente annullati. Ci sarà quindi un rallentamento del mercato a fine autunno e gli ordini caleranno, ma tutto sommato l’annata rimane positiva.
La “nicchia” orticola
Un ultimo passaggio lo dedichiamo alle seminatrici di ortaggi, una nicchia dove Agricola Italiana gioca un ruolo di primaria importanza. Secondo Franco Grappiglia è stato un anno “tranquillo”, tanto che come numero di macchine si è rimasti sui livelli del 2010. A fare da traino è il settore della quarta gamma, visto che in Italia gli ortaggi sono coltivati per lo più sotto serra. Di sicuro, per rimanere in tema di fatturati realizzati per lo più all’estero (90% per Agricola Italiana), si sono ripresi significativamente i mercati dell’Est Europa, Russia in particolare, dove Agricola Italiana quest’anno ha raddoppiato il proprio volume d’affari, grazie anche a sovvenzioni statali di cui ha beneficiato il settore orticolo e al buon lavoro dell’importatore.