La Direttiva 2009/127 ha modificato la Direttiva Macchine con nuovi criteri progettuali e costruttivi per le irroratrici; la Direttiva 2009/128 riguarda invece l’uso sostenibile degli agrofarmaci. Roberto Limongelli di Enama ha fatto il punto in occasione del convegno “Direttiva Macchine: l’irroratrice amica dell’ambiente” organizzato da Enama e Gruppo 24 Ore.
Il nostro Paese è tuttora inadempiente rispetto alla norma comunitaria (andava recepita entro il 26/11/2011): ciò fa sì che i tempi di realizzazione del programma di controllo delle macchine irroratrici (fra 550.000 e 600.000, secondo i dati del censimento) si restringano, obbligando Regioni e Province autonome a una corsa contro il tempo per rispettare la scadenza del 2016.
A tal fine l’Enama si è attivata da anni, ancor prima dell’emanazione delle direttive, per istituire una metodologia di controllo sulla funzionalità dei vari tipi di irroratrici, per l’indispensabile attività di consulenza nei confronti degli enti che dovranno svolgere i controlli e a favore delle Regioni che non dispongono delle competenze necessarie, per formare tecnici addetti alle verifiche.
Non è il caso del Veneto che ha messo in piedi un’efficiente servizio di controllo irroratrici (10 centri prova già autorizzati): secondo Gabriele Zecchin della Regione, il controllo sulle macchine rappresenta la chiave di volta per sensibilizzare gli operatori sul corretto uso dei fitofarmaci. A tal fine, ha osservato Zecchin, si assiste a un progressivo interesse per l’ambiente anche dal mondo dell’agrochimica, che stabilisce protocolli più severi rispetto a quelli, già molto precisi, adottati dalle norme europea e regionale, vedi le etichette dei fitofarmaci. La parola passa ora allo Stato, che deve recepire al più presto la direttiva e impartire le necessarie disposizioni a partire dalle macchine più vecchie.
Cristiano Baldoin dell’Università di Padova, ha affrontato le problematiche ambientali legate all’uso delle irroratrici: dall’inquinamento puntiforme (nelle fasi di riempimento, miscelazione, svuotamento e lavaggio dell’irroratrice) a quello diffuso (per deriva del prodotto e ruscellamento). Grafici particolarmente efficaci hanno illustrato il funzionamento dei vari dispositivi atti a ridurre la deriva (ugelli, maniche ad aria, sistemi di captazione delle perdite) e le corrette tecniche di scelta, impiego e regolazione dell’irroratrice.
«Le norme in materia di protezione ambientale non dovrebbero suscitare opposizioni in un Paese come l’Italia, che fonda la propria immagine internazionale sulla qualità dei prodotti agroalimentari, i più imitati nel mondo» così ha esordito Roberto Guidotti di Unima. Le imprese agromeccaniche gestiscono una superficie crescente nella difesa fitosanitaria delle erbacee, per scelta degli stessi agricoltori sia per ridurre i costi sia per ragioni organizzative: il rapido avvicendarsi di principi attivi e formulati impone una conoscenza approfondita che solo un professionista possiede».