«La politica riconosca le prerogative agricole degli agromeccanici»

Gianni Dalla Bernardina
L’assemblea generale dei soci di CAI Agromec ha ribadito l’importanza di un provvedimento che modifichi lo status attuale dei contoterzisti

La pandemia da covid-19, gli aumenti sconsiderati (e speculativi) delle materie prime, nonché la crisi generatasi con il conflitto russo – ucraino, hanno fatto emergere sempre più l’importanza del settore primario, per garantire e recuperare quella “sovranità alimentare” che, nel corso degli anni, anche l’Italia ha perduto. Come diretta conseguenza, si afferma sempre con maggiore forza anche la centralità che gli agromeccanici hanno in questa situazione. Tuttavia, il ruolo di questa categoria non è ancora riconosciuto come molti vorrebbero. La politica, in altri termini, deve fare ancora la sua parte, per riuscire a garantire ai contoterzisti l’accesso a importanti contributi e a fonti di finanziamento, oggi riservati solo agli agricoltori e non a chi, paradossalmente, svolge lavori agricoli e contribuisce in modo decisivo alla sopravvivenza di migliaia di piccole aziende agricole. Tanto che gli agromeccanici, appunto, si sentono sempre più agricoltori e non artigiani, come sono oggi formalmente considerati.

Un momento dell'assemblea

Questo, in estrema sintesi, è stato uno dei temi centrali in discussione all’assemblea generale dei soci CAI Agromec (l’aggiunta della denominazione “Agromec” accanto al nome CAI è una novità proprio di questa edizione 2022), svoltasi al Castello di San Giorgio a Maccarese (Roma) il 20 e 21 maggio 2022.

Claudio Destro

La parte pubblica dell’assemblea è stata aperta dai saluti di Claudio Destro, amministratore delegato di Maccarese S.p.A., una delle aziende agricole più grandi d’Italia. «Nel 1999 – ha spiegato tra l’altro Destro – siamo subentrati a una gestione pubblica. Oggi la nostra azienda si estende su 3.200 ettari, conta 1.400 vacche da latte, produce 600 quintali di latte al giorno e ha 500 vitelloni all’ingrasso. Abbiamo 2 impianti di biogas, un impianto fotovoltaico che ci rende completamente autonomi e produciamo tra i seminativi grano duro, orzo triticale, mais e altri cereali. Abbiamo anche un mandorleto super intensivo (2.000 piante per ettaro), che entro quest’anno crescerà ancora, passando da 120 a 200 ettari». Ancora, Destro ha rimarcato anche il ruolo ambientale (questa azienda conta anche 4 oasi WWF) e sociale che ha Maccarese, tra scuole che si trovano all’interno del territorio e istituti con cui collabora, oltre ad essere convenzionata con diverse università italiane.

Mirco Maschio

La parola è poi passata ai main sponsor della giornata, iniziando con Mirco Maschio, presidente di Maschio Gaspardo, gruppo costruttore di una gamma completa di macchine agricole. La società, oggi presente in 114 paesi del mondo e forte di 120 importatori, continua a sviluppare soluzioni innovative per l’agricoltura; tra le ultime arrivate una seminatrice di precisione (Chrono) ad alta velocità (15 km/h, rispetto ai “normali” 7 km/h) che conta ben 7 brevetti. «Nostro obiettivo – ha sottolineato Maschio – è quello di progettare macchine sostenibili, per ridurre sempre più i consumi di carburante, concimi e sementi, contenendo quindi l’impatto ambientale».

Mario Danieli

È quindi stata la volta di Mario Danieli, country manager per l’Italia di Argo Tractors, che ha rimarcato l’italianità di questa holding, che progetta, produce e commercializza i propri trattori tutti “made in Italy”. Attualmente Argo Tractors produce 22.000 trattori all’anno, investe il 5% degli utili in ricerca e sviluppo e conta 1.800 dipendenti. «Nel 2021 siamo arrivati a 580 milioni di euro di fatturato – ha rilevato Danieli – gli indicatori che abbiamo al momento ci dicono che a fine anno potremo arrivare a 700 milioni di euro, poi il target è quello di arrivare al miliardo. Ma ciò che conta più di tutto per noi è il rapporto umano, con i nostri clienti, e il fatto di essere italiani».

Marco Miserocchi (a sinistra) e Massimo Drago

Tra i contributi degli sponsor della giornata anche quelli di Marco Miserocchi di Topcon Agriculture Italia, società giapponese leader nella precision farming («dobbiamo essere in grado – ha detto durante la sua relazione - di fornire cibo al giusto prezzo alla popolazione mondale con un occhio sull’ambiente”), e di Massimo Drago di BKT, società indiana produttrice di pneumatici per l’off road, tra cui appunto pneumatici per trattori.

Gianni Dalla Bernardina

È poi arrivato l’attesissimo momento della relazione del presidente di CAI Agromec, Gianni Dalla Bernardina, che ha toccato diversi “temi caldi” per il comparto degli agromeccanici.

«Ci troviamo oggi – ha sottolineato il presidente - a vivere in una situazione ancora densa di interrogativi e di incertezze per il comparto agricolo e per il nostro Paese. Decenni di globalizzazione ci hanno fatto dimenticare che la produzione primaria in campo alimentare, energetico e industriale, oltre ad equilibrare la bilancia dei pagamenti, ha la funzione di garantire la sicurezza e la disponibilità sul mercato interno. Si devono ribaltare le posizioni ideologiche degli ultimi decenni – ha quindi aggiunto il presidente di CAI Agromec - nelle quali l’agricoltura è stata demonizzata rispetto ad altre attività produttive, al punto di incentivarne la graduale dismissione, sulla base di pregiudizi non sempre supportati da basi scientifiche».

Dalla Bernardina si è poi mostrato molto critico nei confronti della nuova Pac, che rischia di nascere già vecchia. «In questo panorama – ha infatti evidenziato - sembrano non di attualità le regole della nuova Pac, che insistono a tal punto sulla riduzione degli input produttivi, da far pensare che siano state scritte “contro” l’Unione Europea e non semplicemente a favore dell’ambiente. L’attuale declinazione degli indirizzi comunitari sembra essere eccessivamente penalizzante per l’agricoltura italiana, con un sostanziale dimezzamento degli aiuti ad ettaro per quasi tutte le tipologie aziendali; per contro, il regime biologico sembra destinato a godere di ulteriori aiuti. Non è casuale che parte del mondo agricolo abbia chiesto, provocatoriamente, un altro anno (che sarebbe il terzo) di proroga dell’attuale regime di aiuti, per evitare che la Pac possa aggravare una situazione che si prospetta già preoccupante. Secondo una diversa chiave di lettura, un rinvio diventa sempre più probabile alla luce della tiepida accoglienza che il nostro piano strategico nazionale ha avuto a Bruxelles, a cui sono stati fatti oltre duecento rilievi da parte della Commissione Europea».

Poi Dalla Bernardina ha avvertito: «Gli agromeccanici sono in grado di portare innovazione a tutte le aziende agricole, anche a quelle che non accedono alle provvidenze per lo sviluppo rurale. Nonostante le norme comunitarie non escludano a priori la possibilità di finanziare le imprese agromeccaniche, nel Psn (Piano Strategico Nazionale) non se ne trova traccia: se approvato in questa forma si sarà perduta una ulteriore occasione per favorire un reale sviluppo dell’agricoltura italiana». E ancora, ha rimarcato: «È necessario che la politica agraria ponga le imprese agromeccaniche al centro della rivoluzione digitale, approfittando dello spazio lasciato agli Stati membri in termini di definizione delle categorie di beneficiari dei contributi. L'agricoltura digitale assumerà un ruolo sempre più significativo anche per permettere di certificare, fino al consumatore finale, l'origine della materia prima ed i passaggi qualificanti dei processi di produzione e di trasformazione, oltre che essere uno strumento di monitoraggio e programmazione. Appare del tutto velleitario pensare che la moltitudine delle micro e piccole imprese agricole possano vincere da sole la sfida della tracciabilità senza l'appoggio di imprese già abituate a certificare il proprio lavoro».

La 5a assemblea Cai (76esima considerando tutte le assemblee dell'associazione nazionale dei contoterzisti) si è tenuta presso il Castello di San Giorgio a Maccarese (Roma)

Tra i temi caldi all’ordine del giorno, il presidente di CAI Agromec ha sollevato la questione dei contratti di filiera e dell’inquadramento delle imprese dei contoterzisti. «Gli agromeccanici – ha detto - guardano con favore alle disposizioni emanate alla fine dello scorso anno dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali sui contratti di filiera, concretizzatesi nell’emanazione del V bando che destina a tale scopo risorse importanti. Gli agromeccanici possono infatti rientrare tra i soggetti beneficiari in quanto operano nel settore agricolo e agroalimentare. Questo presuppone un passaggio, di natura essenzialmente culturale, che veda il superamento delle logiche individuali in favore dell’inclusione, anche contrattuale, di imprese con attività diverse, integrate in reti d’impresa, in associazioni temporanee e in società a capitale misto. Ci auguriamo inoltre che queste nuove strutture stimolino lo sviluppo di un’imprenditoria più aperta a capitali esterni, per garantire il ricambio generazionale anche oltre i vincoli di parentela. Fra le altre iniziative di carattere sindacale – ha proseguito Dalla Bernardina - non possiamo non ricordare quella relativa all'inquadramento dell'attività agromeccanica, che avrebbe dovuto svilupparsi a partire della presentazione di un emendamento al DDL 982, a firma dell'on. Filippo Gallinella, e che ad oggi non ha avuto positivi riscontri. Prosegue inoltre l’attività in favore dell'albo nazionale delle imprese agromeccaniche, che un tempo era solo un'ipotesi di lavoro ma che ora, dopo l'avvenuta realizzazione di due omologhi albi regionali (Lombardia ed Emilia Romagna, ndr), sembra prendere corpo».

Importanti, infine, sono state altre attività sindacali. «L’anno che si è chiuso – ha ricordato Dalla Bernardina - ha portato una serie di innovazioni nella struttura e nella rappresentanza della Confederazione, che si presenta oggi in Assemblea più forte e coesa. In particolare, è stato predisposto un nuovo organigramma, che prevede l'attribuzione di compiti specifici a vari membri del Consiglio nazionale e della Giunta esecutiva, al fine di realizzare una sorta di “direzione condivisa” della Confederazione capace di abbinare collegialità dei processi decisionali e trasparenza all'interno degli organi sociali. L’azione sindacale e politica esercitata da CAI Agromec ha permesso di intervenire tempestivamente in occasione dei soliti, ricorrenti tentativi di sopprimere l'agevolazione sul gasolio agricolo per le imprese agromeccaniche. Un atteggiamento irresponsabile, perché è solo grazie ai contoterzisti che l'agevolazione può essere usufruita in egual misura, tanto da chi svolge tutti i lavori in proprio, quanto da chi non dispone di un proprio parco macchine, con tutte le situazioni intermedie. Vogliamo infine che l'attività agricola e quella agromeccanica, che ne fa parte integrante – ha poi concluso - siano improntate al principio della responsabilità, per ciò che fanno e per come lo fanno. Vogliamo un'agricoltura moderna, sostenibile e responsabile».

Claudio Gallerani

«Sottoscrivo in pieno la relazione del presidente di CAI Agromec – ha commentato Claudio Gallerani, presidente di Coprob (Cooperativa produttori bieticoli). La crisi ucraina ci ha svegliato e oggi ci sono richiesti zucchero e polpe da barbabietola per produrre biometano. In tale contesto, gli agromeccanici sono nostri partner fondamentali».

 

 

Michele Pisante in collegamento video

«Il ruolo del contoterzismo è fondamentale per potere diffondere tecnologie in chiave digitale e rispondere agli obiettivi dell’Unione Europea – ha sottolineato Michele Pisante dell’Università di Teramo e presidente del cda di Bonifiche Ferraresi, intervenendo in collegamento –. Il contoterzismo sarà sempre più uno dei pilastri dell’agricoltura nazionale, per cui è importante il suo accreditamento da una parte e l’aggiornamento professionale dall’altra».

David Granieri

«Anch’io condivido la relazione del presidente Dalla Bernardina – ha rilevato David Granieri, vicepresidente Coldiretti –. Gli agromeccanici sono una parte fondamentale della filiera agricola. E proprio in epoca covid è stato dimostrato che a questa filiera non è affidata solo la produzione di cibo, ma un pezzo della coesione sociale. Cosa sarebbe successo se, nei mesi del lockdown, quella farina sparita dagli scaffali non fosse subito ritornata disponibile? Quindi sarà utile regolarizzare la posizione degli agromeccanici». Da Granieri non è mancata anche un’altra stoccata alle politiche europee sull’agricoltura. «La nuova Pac – ha aggiunto - nasce desueta; le terre a riposo non ci devono più essere, nell’ottica di dare anche all’Italia una maggiore competitività e di restituirle una capacità di sovranità alimentare».

Gianpaolo Vallardi

L’intervento conclusivo è stato affidato al sen. Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione Agricoltura Senato, che dopo avere ricordato come la stessa Commissione che presiede sia «un punto d’incontro tra grandi sensibilità del mondo ambientale e di chi fa agricoltura», ha rimarcato il recente successo dell’equiparazione tra biodigestato e fertilizzanti chimici. Riprendendo temi toccati anche da altri durante l’assemblea, ha accennato anche alla necessità, per l’Italia, di tornare a una sovranità alimentare. Ancora, Vallardi ha accennato al problema combustibili in agricoltura e al decreto sul biometano («sono 4 anni che ne parlavo in commissione e per 4 anni è stato sempre osteggiato; oggi finalmente è passato senza alcuna polemica e gli impianti a biometano possono essere una soluzione anche per il futuro»), poi ha toccato la questione, ancora aperta, del riconoscimento delle prerogative agricole per gli agromeccanici. «Non mi sono mai sottratto al confronto – ha detto – e ho presentato un disegno di legge in proposito; tuttavia, per avanzare in questo senso occorre fare capire al mondo politico cos’è e cosa fa un agromeccanico. È triste dirlo, ma tanti senatori ancora non sanno cosa sia e che ruolo abbia».

«La politica riconosca le prerogative agricole degli agromeccanici» - Ultima modifica: 2022-05-23T09:38:51+02:00 da Marco Pederzoli

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