Sembrava un’attività nata quasi per caso, senza grandi pretese. Poi, con il tempo ha preso forma e consistenza e oggi è una delle realtà agromeccaniche più importanti dell’Anconetano.
La Ragosto Lavorazioni di Ostra (An) nasce negli anni 70 per mano di Giuseppe Argentati, che inizia la sua attività in società con un vicino di casa che gli aveva chiesto in prestito un trattore per la semina della barbabietola. I suoi figli, Ivaldo e Uliano, si appassionano al lavoro, ma solo nel 1984 avviene la vera svolta.
«Un giorno mio fratello decise di comprare una mietitrebbia in società con altre persone – ci racconta Ivaldo Argentati – anche se io non ero convinto di questo passo. Ma devo dire che fece la scelta giusta, perché piano piano il lavoro è aumentato, alcuni dei soci negli anni sono usciti e nel 2004 abbiamo deciso di proseguire da soli come Argentati Giuseppe. Dal 2004 al 2008 abbiamo lavorato con questa intestazione, finché il mio figlio maggiore Lorenzo, anche lui con una passione innata per l’agricoltura e le macchine agricole, è entrato in società. Quella è stata l’occasione per rivoluzionare il parco macchine ed eliminare quelle più obsolete: nel 2008, infatti, abbiamo acquistato il primo Challenger e abbiamo cominciato a rimodellare anche il parco mietitrebbie, anche se ne avevamo cambiate già una decina dal 1984. Diciamo che abbiamo intrapreso l’attività di agromeccanici in maniera più seria, organizzandoci sempre al meglio per fare qualcosa di più sia come servizio sia come reddito».
Il filo conduttore dell’innovazione
Complessivamente la Ragosto Lavorazioni opera mediamente su oltre 1.000 ettari ogni anno, di cui circa 850 come contoterzi e 200 come gestione in affitto, ai quali vanno aggiunti altri ettari lavorati in Umbria (300 come trebbiatura e un centinaio per tutte le lavorazioni). E il filo conduttore è stato sempre quello dell’innovazione, tanto che l’azienda è stata premiata come Contoterzista dell’anno 2019 proprio in questa categoria. «Noi siamo sempre propensi a essere innovativi – conferma Ivaldo Argentati – e investiamo in macchine sempre più innovative e tecnologiche perché dobbiamo inquinare di meno, calpestare meno i terreni ecc., a beneficio di tutti e anche nostro: se lavori bene, infatti, il cliente alla fine raccoglie qualcosa in più e ti paga con puntualità. Ma tutte le macchine innovative hanno un costo e per poterle ammortizzare devi avere sufficiente lavoro, quindi a ogni investimento che facciamo ci arriviamo per gradi».
Il calpestamento del terreno è uno degli aspetti a cui tiene in particolare la Ragosto Lavorazioni, che ha investito in mietitrebbie ogni volta più produttive e con gommature larghe e in trattori cingolati (vedi Challenger, ma non solo). Ma che ha allargato l’orizzonte anche all’agricoltura di precisione, dotandosi di recente di guida satellitare, in particolare per le operazioni di diserbo e concimazione, per ottimizzare consumi, tempi e manodopera. «Ci piace essere precisi e piace anche ai nostri clienti – spiega Ivaldo – perché evitare sovrapposizioni nelle passate e fare i trattamenti controllando le singole sezioni dell’irroratrice, significa maggior risparmio in mezzi tecnici, tempistiche di intervento ottimizzate e minore inquinamento».
Cinque mietitrebbie in dotazione
Oggi le mietitrebbie in dotazione sono cinque, ma presto dovrebbe cambiare qualcosa. «Appena il business ce lo consentirà – conferma il nostro interlocutore – dovremmo eliminare i due modelli più vecchi e sostituirli con una più produttiva (Claas, probabilmente). Anche per i trattori l’idea è quella di comprarne uno sui 130 cavalli per sopperire a due vecchi FiatAgri e completare la gamma di media potenza: un mezzo, insomma, per rendere più produttiva la seminatrice da girasole a 8 file e migliorare alcuni trasporti».
La Ragosto Lavorazioni è ancora un’entità agromeccanica pura, che effettua tutte le lavorazioni, ma ha nella trebbiatura la voce più importante del fatturato. «Per alcuni clienti iniziamo dalla trinciatura di un campo lasciato incolto fino alla raccolta, compreso il trasporto fino al centro di stoccaggio, e riusciamo a coprire tutte le lavorazioni – spiega Ivaldo –. Chiaramente è la raccolta a farla da padrone, perché sono tante le aziende agricole che non sono in grado di comprarsi una mietitrebbia e quindi hanno bisogno del contoterzista, mentre magari la semina se la fanno da sole. A seguire, altra voce importante è l’aratura, per la quale nel 2019 abbiamo sfiorato i mille ettari, poi l’irrorazione: trattiamo e diserbiamo circa 1.500 ettari tra nostri clienti, terreni in affitto e altre aziende per le quali facciamo la trebbiatura».
Diversificare? No, grazie
Ma in cinquant’anni di attività, la Ragosto Lavorazioni non ha mai pensato di spostarsi dall’agricoltura? «La nostra società ha diverse licenze per poter intraprendere altre attività – risponde Ivaldo – ma non lo abbiamo mai fatto perché, se ci organizziamo per fare un lavoro da professionisti, lo vogliamo fare al massimo delle nostre possibilità. Andare, però, ad avventurarsi in operazioni come la decespugliatura per la provincia, lo sgombero neve per i comuni, la deforestazione, le opere per i Consorzi di bonifica ecc., significherebbe dover partire da zero e andremmo a “far del male” a un collega. In altre parole, noi siamo specializzati sui lavori prettamente agricoli, per cui se capitano 100 ettari in più dove fare l’aratura, la risposta è sì, ma se capitano due giorni di lavoro con il decespugliatore, la risposta è no».
Comunque, i conti in casa Argentati continuano a tornare, anche se è sempre più difficile fare reddito. «Grazie anche ai sacrifici fatti e che faremo, riusciamo a rimanere abbastanza tranquilli anche dal punto di vista economico, diciamo che ci sembra di essere sulla strada giusta. Siamo molto attenti ai conti e compriamo l’attrezzatura in funzione del lavoro che deve svolgere, non per dimostrare di essere più bravi degli altri. E l’approccio non è mai quello del “io voglio”, perché ci porterebbe fuori strada».
I momenti difficili ci sono sempre, per tutti, quindi anche per la Ragosto Lavorazioni, ma con tenacia e motivazione, generate anche dalla presenza di un figlio in azienda e da un fratello che ha grinta da vendere, come si dice, l’unione fa la forza. «Speriamo di essere sulla rotta giusta – conclude Ivaldo – e se c’è da imparare qualcosa di nuovo, siamo sempre pronti. I clienti per ora ci danno ragione e noi lavoriamo per loro, perché la riscossione della fattura serve per pagare la rate, mentre la soddisfazione del lavoro eseguito bene serve per svegliarsi con la spinta giusta il giorno dopo. Insomma, il connubio tra soddisfazione e vedersi onorare le proprie fatture significa viver bene, interiormente ed economicamente.