Erba medica, numeri positivi

erba medica
Entrate e uscite di una coltura in grado di garantire migliori margini rispetto a cereali e oleaginose

L’erba medica è sempre stata considerata una coltura secondaria nell’agricoltura professionale e poco attrattiva dal punto di vista economico.
Invero si tratta di una convinzione è profondamente errata: i dati economici mostrano una redditività superiore ad altri seminativi tradizionali (cereali a paglia e oleaginose).
Confrontando i diversi scenari di coltivazione italiani, la collina asciutta del centro Italia e la pianura irrigua padana, l’erba medica conferma di essere “la regina delle foraggere”, anche dal punto di vista della redditività e una scelta valida da tenere sempre più in considerazione nei piani colturali di molte aziende agricole.
Ciò è quanto emerge dai dati dei conti colturali del Centro e Nord Italia.

In collina e in asciutta: la scelta di produrre seme
Un’indagine presso agricoltori del Centro Italia ha consentito di individuare le tecniche colturali e il conto economico dell’erba medica in collina asciutta. La produttività del medicaio si estende mediamente per cinque anni: i primi tre per l’esclusiva produzione di fieno e gli ultimi due, spesso, con l’obiettivo principale di produrre seme. Si osserva un forte divario tra il ricavo del primo anno e quello percepibile gli anni successivi, dovuto alla differente produttività (tab. 1).

I prezzi sono stati assunti ad una media di 105 €/t, che rappresentano la media del mercato degli ultimi 10 anni. Nel secondo e terzo anno si raggiunge la massima produzione di fieno che comporta l’innalzamento dei ricavi a 994 €/t. Negli ultimi due invece, la produzione di fieno si riduce a un unico taglio, consentendo alla medica di produrre seme e alzare i ricavi oltre i 1.000 €/ha. I ricavi medi annuali della produzione di fieno, per il periodo di cinque anni di durata del medicaio, raggiungono i 612 euro ad ettaro che vengono incrementati fino a 868 euro ad ettaro dalla produzione di seme.
Passando ai costi, è necessario distinguere i costi d’impianto da quelli successivi di gestione della coltura (tab. 2).

Occorre precisare che i costi includono sia il costo d’uso delle macchine che il costo della manodopera impiegata; in pratica, il costo delle operazioni colturali è pari alle tariffe praticate dai contoterzisti. I costi per la produzione di fieno variano in dipendenza dell’anno e della produttività dei tagli. Nel primo anno, quando si ha un solo taglio e con poca produzione, i costi si attestano sui 146 euro ad ettaro. Durante il secondo e terzo anno invece, si riescono mediamente ad effettuare tre sfalci. Per il primo, che è il più produttivo, si ha un costo più elevato, sia per la maggior quantità di fieno da imballare e trasportare, sia per provvedere alla rivoltatura dello stesso che comporta un’ulteriore costo rispetto agli altri tagli. In questi due anni, dove la produzione di fieno è stata stimata costante, si raggiungono valori di costo pari a 527 €/ha per ciascun anno.

La produzione è ordinariamente raccolta in rotoballe di peso medio di 400 kg cadauna; per ottenere una tonnellata di fieno di erba medica occorrono circa 2,5 rotoballe. Nel quarto e quinto anno avviene la diversificazione della produzione (fieno e seme) che porta a una sostanziale diminuzione dei costi. La motivazione di tale diminuzione è evidente: per l’ottenimento del seme occorre solamente la mietitrebbiatura del prato e il carico e trasporto del prodotto; per il fieno invece, si devono svolgere le diverse operazioni della tecnica di fienagione adottata. I costi per gli ultimi due anni di vita del medicaio scendono dunque di 171 €/ha rispetto a quelli del secondo e terzo anno.
Tirando le somme, nell’anno d’impianto si ha una chiusura negativa con una perdita dovuta alla scarsa produttività dell’unico taglio praticabile e ai costi d’impianto.
Dal secondo anno però, si ottiene un reddito lordo positivo di 466, 7 €/ha che verrà poi incrementato negli anni successivi. La situazione più interessante si manifesta negli ultimi due anni quando si ha la produzione di seme: l’aumento dei ricavi e la contemporanea riduzione dei costi delle operazioni colturali portano in questi anni a un salto di redditività dai 467 €/ha del terzo anno ai 692 €/ha del quarto e del quinto. Nella media quinquennale, la redditività dell’erba medica è di 387 €/ha, a cui aggiungere i pagamenti diretti della Pac, che non sono stati previsti nel conto colturale, in quanto sono indipendenti dalla produzione. Una tale redditività nella collina asciutta del Centro Italia è paragonabile (e superiore in molte annate) a quella del girasole e dei cereali a paglia.

La coltivazione in pianura irrigua
Un’altra indagine presso agricoltori dell’Emilia Romagna ha consentito di individuare le tecniche colturali e il conto economico dell’erba medica in pianura irrigua.
In ambiente irriguo i ricavi aumentano notevolmente data la maggior produttività con una media annua che oscilla tra le 10 e le 11 tonnellate di fieno ad ettaro (tab. 3). Questo dato è distribuito su un medicaio di durata quinquennale sul quale si adoperano cinque sfalci l’anno, ad eccezione del primo anno.

I costi sono leggermente superiori rispetto al caso precedente; la motivazione è dovuta sia dalle tariffe dei contoterzisti (mediamente più elevate in pianura padana rispetto al Centro Italia) sia dall’adozione di pratiche agronomiche aggiuntive.
Alla semina, l’incremento di costo è dovuto alla concimazione di fondo, mentre durante la coltivazione le motivazioni sono la pratica del condizionamento e la rivoltatura del fieno che, data la produzione superiore rispetto alla collina asciutta, vengono ripetute per tutti gli sfalci di ogni anno. In questo caso, il formato di raccolta del fieno è quello di grandi balle parallelepipede (big baler), con un peso medio sui 400 kg/balla, ciò porta un lieve aumento del costo d’imballaggio però consente l’abbattimento dei costi di carico e trasporto che diventa più agevole rispetto alle rotoballe.

Infine, la nuova voce di costo è quella inerente all’irrigazione.
Considerando una media di apporti tra i 40 e 60 mm che varia secondo la piovosità delle annate e dello stadio del medicaio, si è assunto un costo per la pratica irrigua pari 50 €/ha l’anno. Da queste rilevazioni, l’analisi scaturisce che il costo annuale è pari a 656 €/ha per il primo anno, inferiore ai successivi poiché la bassa produttività della medica non consente di entrare per la quinta volta in campo ed effettuare l’ultimo taglio. Mediamente l’agricoltore dovrà far fronte ogni anno ad un costo pari a 738 €/ha.

La redditività
Anche in questo caso, i costi d’impianto insieme a quelli di raccolta portano a chiudere il primo anno in negativo, con una perdita di 129 €/ha.
Dal secondo anno, i costi di impianto sono pienamente recuperati. La redditività, rilevata nell’ambiente irriguo, risulta essere superiore rispetto a quella della collina asciutta, nonostante non sia stata presa in considerazione la produzione di seme, che nella collina asciutta risulta essere la strategia vincente per ottenere un buon margine di redditività.
Nella media quinquennale, la redditività dell’erba medica è di 396 €/ha, a cui aggiungere i pagamenti diretti della Pac, che non sono stati previsti nel conto colturale, in quanto sono indipendenti dalla produzione.
Una tale redditività nella pianura irrigua dell’Emilia Romagna è paragonabile a quella della soia e dei cereali a paglia.

Erba medica, numeri positivi - Ultima modifica: 2019-05-06T16:42:12+02:00 da Lucia Berti

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