Non ci sono solo i camionisti pronti allo sciopero, il caro carburanti con il balzo dei prezzi del gasolio agricolo ha fatto esplodere i costi orari delle lavorazioni agromeccaniche dei terreni cresciuti dal 25% al 100% in più per le operazioni nei campi come aratura, rullatura, erpicatura, raccolta e altre lavorazioni in una situazione in cui l'Italia deve aumentare la produzione nazionale di cibo con almeno un milione gli ettari in più da coltivare da nord a sud per garantire le forniture alle famiglie.
È l'allarme di Coldiretti e CAIagromec, la confederazione degli agromeccanici, in riferimento alla corsa dei prezzi dell'energia, dal gasolio all'elettricità dal gas alla benzina, che pesa dai campi alle tavole degli italiani, passando per logistica e trasporti. Una emergenza proprio alla vigilia delle semine primaverili necessarie all'Italia per garantire la produzione di mais, girasole e soia per l'alimentazione degli animali mentre in autunno le lavorazioni serviranno per il grano duro per la pasta e quello tenero per la panificazione, in una situazione sugli scaffali arrivano i primi razionamenti per le difficoltà all'importazione derivate dalla guerra in Ucraina.
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Presidente di CAIagromec, Gianni Dalla Bernardina hanno costituito un tavolo permanente di lavoro per monitorare e affrontare le problematiche comuni. «Bisogna intervenire con urgenza sul caro gasolio rivedendo la
tassazione, perché rischiamo di fermare i trattori nelle campagne aumentando la dipendenza dall'estero per l'importazione di prodotti alimentari» – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «l'Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che, come dimostrano gli avvenimenti degli ultimi anni, sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato che mettono a rischio la sovranità alimentare del Paese».
«Nella programmazione a lungo termine diviene necessario creare sinergie tra le risorse della Pac e quelle del Pnrr che puntino a rafforzare la ricerca in campo agricolo, diffondere le tecniche di agricoltura di precisione e conservativa, provvedere a infrastrutture logistiche per ridurre tempi e costi, anche ambientali, dei trasporti, costruire bacini per l'accumulo dell'acqua, sperimentare subito in pieno campo le Tea» afferma il presidente di CAIagromec, Gianni Dalla Bernardina nell'evidenziare che si tratta di «interventi che la Confederazione da tempo pone sui tavoli di lavoro e che vanno di pari passo con il riconoscimento del ruolo degli agromeccanici all'interno della filiera agricola».