I contoterzisti al CT Day: «Pac anche per noi o bloccheremo le strade»

Precision farming e i nodi del settore al centro del dibattito

"Sostenibilità" è la parola chiave per l'agricoltura del futuro e l'unico modo per raggiungerla è affidarsi alla tecnologia. L'ottava edizione della giornata dedicata agli agromeccanici svoltasi nella sede italiana di Topcon Agriculture ha mostrato le potenzialità dell'agricoltura di precisione e fatto il punto sui problemi della categoria. Uno su tutti: l'impossibilità di accedere ai fondi della Pac

«Se gli agromeccanici continueranno a non poter accedere alla Pac non escludo che uno di questi giorni una mietitrebbia possa imboccare il casello dell'autostrada». Con queste parole il presidente della Cai Gianni Dalla Bernardina ha lanciato dal palco dell'ottava edizione del CT Day l'ennesimo appello al mondo politico affinché faccia in modo che anche i contoterzisti siano riconosciuti come agricoltori e possano beneficiare degli aiuti europei della Pac e quindi accedere ai bandi dei Psr per fare investimenti in tecnologie innovative.

L'agricoltura di precisione è stata il filo conduttore della giornata organizzata dalla rivista il Contoterzista (edita da Edagricole) e svoltasi a Concordia Sulla Secchia (Mo), nella sede italiana di una delle più importanti aziende del settore: Topcon Agriculture. Circa 500 i contoterzisti presenti, arrivati da tutta Italia. Dopo i saluti di Ivan Di Federico e Marco Miserocchi di Topcon Agriculture, relazioni tecniche, tavola rotonda, pranzo e dimostrazioni in campo.

I vantaggi dell'agricoltura di precisione per il reddito agricolo

«Quando si fa un'innovazione se non è redditizia c'è poco interesse a introdurla e tra gli agricoltori è diffusa l'idea che la tecnologia costi troppo. Perché l'acciaio del trattore si tocca con mano, mentre i vantaggi della tecnologia sono un po' più difficili da percepire. E poi la stragrande maggioranza degli imprenditori agricoli non sa usare le nuove tecnologie».

Angelo Frascarelli, docente dell'Università di Perugia, ha invitato la platea degli agromeccanici del CT Day a credere di più nella precision farming. Ma oltre alle parole Frascarelli ha mostrato i numeri di una sperimentazione condotta nel 2019 (un'annata tra l'altro particolarmente difficile dal punto di vista agronomico), su un terreno coltivato a mais nell'azienda agricola Marco Speziali di Roncoferraro (Mn).

I risultati sono stati lampanti: l'agricoltura di precisione conviene sempre rispetto alla tradizionale e nel caso specifico la combinazione migliore è stata quella della minima lavorazione con distribuzione a rateo variabile delle sementi, che ha portato a ricavi di 250 euro a ettaro superiori rispetto all'aratura e alla semina tradizionale.

In generale, anche tutte le altre versioni di precision farming si sono mostrate più performanti della coltivazione classica, sia lo strip till, sia la minima lavorazione combinata con la distribuzione a rateo variabile dei concimi. «Non si può pensare che il reddito agricolo sia fatto solo dai contributi Pac − ha concluso Frascarelli − bisogna cambiare maniera di lavorare, serve un cambio di mentalità degli agricoltori».

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Angelo Frascarelli

L'importanza dei dati per il futuro dell'agricoltura

Sapere esattamente dove sono gli appezzamenti di un'azienda agricola. Possedere mappe di produzione e vigoria. Conoscere in tempo reale le condizioni meteo. Poter scambiare e incrociare da remoto i dati raccolti da sensori, centraline e satelliti è sempre più importante per l'agricoltura.

Nell'ultima edizione di Agritechnica ad Hannover si sono viste macchine che hanno in cabina strumenti per monitorare ogni dettaglio in tempo reale: dalle previsioni meteo al funzionamento dei mezzi. «Perché il clima sta cambiando e le finestre di lavoro sono sempre più corte − ha fatto notare l'agronomo Davide Misturini − quindi bisogna gestire sempre meglio la logistica dei cantieri».

Nelle macchine più moderne tutti i display sono connessi e si lavora su dati che provengono da tutti i mezzi e da tutti i sensori sparsi per i campi. Tutte le informazioni sono poi indirizzate sul computer aziendale e consultabili con facilità. In questo modo si può fornire supporto alla risoluzione dei problemi in tempo reale e costruire una banca dati sulle condizioni dei campi (ad esempio con le mappe di resa), da utilizzare negli anni successivi per gestire semine e concimazioni.

Sostenibilità, agromeccanici pronti a raccogliere la sfida

«Sostenibilità e razionalità sono due concetti che devono marciare in parallelo − ha detto durante la tavola rotonda Gianni Dalla Bernardina − già da anni gli agromeccanici si sono fatti carico della sostenibilità con scelte razionali e con investimenti in innovazione e tecnologia, però manca la razionalità della politica e delle regole. Soprattutto ai giovani dobbiamo dare razionalità, altrimenti è impossibile costruire un futuro per la nostra categoria».

Ad esempio, manca ancora il decreto attuativo sulla revisione e sul gasolio agricolo sono state avanzate proposte di tassazione poi ritirate. Sono state però introdotte nuove regole sullo stoccaggio, che, abbassando da 30 a 10 m³ il limite oltre il quale le aziende agricole devono tenere il registro di carico e scarico, vanno ad aumentare il carico burocratico per agricoltori e agromeccanici. «Una cosa del tutto inutile − ha rimarcato Dalla Bernardina − dato che le aziende agricole ricevono il gasolio in base a precise assegnazioni, a cosa serve questa ulteriore incombenza?».

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Gianni Dalla Bernardina

Serve uno status giuridico che dia accesso alla Pac

Il presidente Cai è poi tornato sul nodo più importante da sciogliere per la categoria, cioè il riconoscimento giuridico degli agromeccanici come imprenditori agricoli per poter godere dei fondi della Pac. «Va detto con chiarezza che purtroppo noi non siamo paragonabili agli imprenditori agricoli − ha sottolineato Dalla Bernardina − si parla di grande famiglia ma noi siamo fuori da questa famiglia perché siamo degli artigiani. Speravamo di entrarci con l'articolo 8 del decreto Gallinella ma poi nella seconda lettura è sparito».

«Di pacche sulle spalle ne abbiamo prese fin troppe − ha concluso il presidente Cai − e forse finora siamo stati troppo buoni: l'imprenditore agromeccanico deve avere un riconoscimento giuridico, sediamoci a un tavolo e troviamo finalmente una soluzione, altrimenti uno di questi giorni non escludo che qualche mietitrebbia si infilerà in un casello autostradale oppure cominceremo a viaggiare con i trattori per strada ai 20 all'ora».

 

I contoterzisti al CT Day: «Pac anche per noi o bloccheremo le strade» - Ultima modifica: 2019-12-13T18:17:19+01:00 da Simone Martarello

1 commento

  1. Siamo e continuiamo a essere troppo buoni e incapaci di pretendere un giusto reddito dal nostro lavoro. Poi la troppa burocrazia fa il resto.

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