La fertilizzazione è uno dei primi settori – se non il primo – in cui si iniziò a parlare di dosaggio variabile, ormai diversi anni fa. Questo sia perchè il concime è lo strumento principe per condizionare le rese finali, sia perchè il medesimo incide fortemente sui costi di produzione. L’obiettivo, duplice, è dunque di modificare rapidamente la fertilità del campo e ottimizzare l’impiego del prodotto, evitando sprechi.
Vista l’importanza della materia, sorprende un po’ che soltanto da pochi anni vi sia un’offerta discretamente varia di spandiconcime a dosaggio variabile. I primi agricoltori che vollero applicare questa tecnica, infatti, dovettero arrabattarsi con soluzioni fai da te. Per esempio, trasformare normali spandiconcime (purchè idraulici) in macchine controllate dal Gps, a suon di fatica e cablaggi.
Oggi, fortunatamente, le cose sono cambiate e sul mercato si trovano diversi modelli in grado di leggere e applicare le mappe inserite nel computer dell’attrezzo o nel terminale del trattore (se dispone dell’Isobus).
Ancor più numerose le macchine che praticano una prima sommaria agricoltura di precisione, adeguando il concime distribuito alla velocità di avanzamento: tecnologia più semplice, ma che richiede comunque un software sofisticato. Nelle pagine seguenti ci occuperemo comunque degli spandiconcime più evoluti tecnologicamente, ovvero in grado di fare rateo variabile a tutti gli effetti.
I requisiti
Per prima cosa facciamo una rapida panoramica sui requisiti principali per fare concimazione di precisione. Il primo, imprescindibile, è il collegamento al satellite: senza di esso la macchina non sa in che posizione si trova e dunque l’applicazione del dosaggio variabile diventa impossibile. Altrettanto indispensabili sono le mappe di prescrizione, vale a dire una piantina del campo che stiamo trattando con indicate le varie zone di fertilità e, di conseguenza, quanto prodotto per ettaro si deve distribuire su ciascuna.
Si ricavano, come noto, dalle analisi del terreno, dalle foto agli infrarossi della vegetazione e dai dati sulla produzione raccolti dalla mietitrebbia o dalla trinciacaricatrice.
Antenna satellitare e mappe di prescrizione possono essere collocate sia sul trattore sia sull’attrezzo.
Mentre nel secondo caso lo spandiconcime costituisce un sistema autonomo, nel primo è ovviamente indispensabile il collegamento Isobus, in modo che lo spandiconcime reagisca agli impulsi inviati dal computer del trattore.
Ci sono poi alcune caratteristiche costruttive che lo spandiconcime deve possedere per poter fare rateo variabile. La principale è un sistema rapido ed efficiente di apertura e chiusura delle paratie di distribuzione, in modo da poter regolare con precisione l’erogazione di prodotto in base ai dettami delle mappe. Fino a pochi anni fa andava per la maggiore l’idraulica, mentre oggi tutti i costruttori puntano sugli attuatori elettrici: più veloci, semplici e meno impegnativi, anche a livello di gestione della macchina.
Principio di funzionamento
Resta ora da stabilire come variare la gittata dello spandiconcime: nei punti di confine tra due parcelle con diversa fertilità è infatti utile che la distribuzione avvenga principalmente su uno dei due lati e si riduca (o interrompa) sull’altro. Come ottenere questo risultato è uno dei nodi ancora da risolvere. Solitamente si interviene sul punto di caduta, avvicinandolo o allontanandolo dal centro del piatto, in modo da modificare l’accelerazione che il medesimo imprime ai granuli.
Dal momento che stiamo parlando di distribuzione centrifuga, tuttavia, diciamo subito che non è possibile controllare con assoluta precisione la larghezza di lavoro. I costruttori sono così ricorsi al concetto di stadi: la macchina è cioè in grado di ampliare o ridurre la larghezza utile non in continuo, ma per stadi, che possono andare dai 2 ai 5 o più metri.
In altre parole, uno spandiconcime con stadi da due metri potrà modificare la gittata di due metri in due metri, uno con stadi da cinque metri, invece, avrà una variabilità più che dimezzata rispetto al precedente. Ovviamente più sono stretti gli stadi, più ci si può uniformare alle sotto-aree di fertilità viceversa, se avremo un attrezzo con stadi da 6 metri dovremo adattare la nostra mappa di prescrizione a questo valore. In altre parole, sarebbe inutile suddividere il campo in aree troppo piccole, dal momento che lo spandiconcime non è in grado di rispettarle.
Un altro punto cruciale è la corrispondenza tra erogazione e area di fertilità raggiunta: solitamente gli spandiconcime applicano la prescrizione dell’area in cui si trova l’attrezzo. Pertanto, se subito a fianco del medesimo vi è una micro-zona con esigenze differenti, essa sarà in sostanza ignorata. Si sta lavorando per risolvere questo handicap, per esempio facendo in modo che il computer tenga conto anche delle esigenze delle micro-aree più prossime al punto di passaggio dello spandiconcime, così da avere un livello di precisione sempre superiore. Vediamo, infine, i principali spandiconcime a rateo variabile oggi sul mercato.
Tre modelli per Amazone
Amazone offre questa opzione su tre modelli della sua vasta gamma. Il primo è lo ZA-M, che essendo sul mercato da un po’ di anni non dispone di Isobus ma soltanto di collegamento Canbus e richiede quindi il terminale dedicato Amatron 3 per leggere le mappe di prescrizione.
Al contrario, i più recenti ZA-Ts e ZA-V possono connettersi direttamente al trattore. Altra differenza è nelle saracinesche di regolazione del concime: due per lo ZA-M (una idraulica di apertura/chiusura e una elettrica di regolazione) e una sola, elettrica, per gli altri due modelli. Optional, per tutti, la pesa elettronica, indispensabile perchè il computer possa sapere quanto concime sta distribuendo e adeguare così i dosaggi alla velocità di avanzamento.
Concludiamo con le larghezze di lavoro: Da 15 a 54 metri per ZA-Ts, da 10 a 36 per ZA-V.
Bogballe inverte la rotazione
Primo costruttore a introdurre la pesa sugli spandiconcime, esattamente 25 anni fa, oggi ha scelto l’inversione del disco per realizzare il bordo campo. Il sistema, assicura Bogballe, è semplice e al tempo stesso affidabile grazie alla presenza di due attuatori separati, che permettono di agire indipendentemente sui due piatti, aumentando o riducendo la velocità di rotazione.
Per la concimazione a dosaggio variabile, gli spandiconcime della linee L e M – più piccoli i primi, più performanti i secondi – lavorano su apertura e chiusura delle paratie – anche in questo caso con attuatore elettrico – nonchè sul punto di caduta del concime per modificare la gittata. La gestione è affidata al terminale Calibrator o, via Isobus, al computer del trattore. La macchina lavora su otto sezioni con larghezza minima di 3 metri.
Kuhn: variabilità in real time
Un big del settore che ha molto investito sull’agricoltura di precisione è senz’altro Kuhn. I suoi Axis della serie 2, per esempio, fanno dosaggio variabile sia via Isobus sia con terminale proprio. La distribuzione, che indicativamente va dai 12 metri dell’Axis 20.2 ai 50 massimi del 50.2, è suddivisa in otto sezioni di larghezza diversa, determinate dalla variazione del punto di caduta e da una bocchetta di forma specifica. A differenza dei concorrenti, inoltre, gli Axis calcolano il prodotto distribuito rilevando, oltre al peso, la torsione sugli alberi dei dischi e stimando in base a essa la quantità di concime presente sui piatti.
Fresco di vernice è infine l’Axis 40.1 Hemc, in grado di adeguare la dose di prodotto in tempo reale, su indicazione di sensori Isaria Fritzmeier che rilevano la quantità di clorofilla nelle piante. Soluzione adottata anche da altri, come Amazone.
Kverneland-Vicon a taglia media
Kverneland è senz’altro uno dei capifila dell’agricoltura di precisione, avendo imboccato con convinzione questa strada ormai da anni. Con uno spandiconcime “intelligente”, sostiene il gruppo norvegese, in un’azienda di 100 ettari è possibile risparmiare dai duemila agli ottomila euro l’anno, a seconda della conformazione più o meno regolare degli appezzamenti. Numeri che parlano da soli.
La novità del 2015, per Kverneland e la controllata Vicon, è l’estensione del sistema di precisione Geo Spread agli spandiconcime di taglia media (Kverneland Exacta Cl e Vicon Ro-M), con larghezza da 10 a 24 metri. Isobus compatibili, dotati di monitor Isomatch Tellus, con quattro motori elettrici (due per il controllo delle dosi e due per la larghezza di lavoro) queste macchine vantano il record di riduzione degli stadi: sono larghi soltanto due metri ciascuno.
Dodici sezioni per Sulky
Econov è il nome commerciale scelto da Sulky per i suoi spandiconcime più evoluti. I modelli X40+ e X50+, in particolare, sono dotati di motori elettrici e suddivisione in 6 o 12 sezioni, a seconda della gittata massima. La particolarità cui il costruttore tiene di più è il controllo delle sezioni in linea curva: siccome lo spandimento avviene, come noto, su una curva, Sulky ha ideato un software capace di modificare l’area di lavoro tenendo conto di questo aspetto e dunque di aprire o chiudere le sezioni rispettando la curva di caduta del concime. Massima, inoltre, la possibilità di gestione delle sezioni stesse: se ne possono mantenere attive da 12 a una, per esempio per il fondo campo. Con il controllo Gps è infine possibile distribuire dosaggi diversi sul piatto destro e sinistro e – novità – effettuare la chiusura di campo su entrambi i lati.
Pronti per il rateo variabile
Il dosaggio variabile è soprattutto materia per i grandi costruttori mondiali. Ci sono però anche due italiani ormai pronti a introdurre questa tecnologia, se il mercato giustificherà l’investimento necessario.
Il primo è il bresciano Damax, sicuramente avvantaggiato, dal momento che produce spandiconcime con barre a calate (come il D1700R a 16 file).
Per variare il quantitativo di concime con precisione addirittura a livello di interfila, basta dunque aumentare o ridurre l’erogazione da uno dei dosatori. Cosa che già avviene per adeguare la distribuzione alla velocità.
Precision farming in vigneto
Viticoltura e frutticoltura sono due settori in cui la concimazione a dosaggio variabile può fare la differenza, dal momento che le piante hanno periodicità pluriennale. Due macchine, a quanto ci risulta, permettono di fare precision farming con distribuzione localizzata e nascono entrambe in provincia di Piacenza.
La prima è lo Spread Sat di Casella, basato su ben tre celle di carico per annullare l’errore dovuto alla pendenza e su sei microgranulatori, due per ogni interratore, con portata totale da 72 a 600 kg/ha. Tra le varie funzioni abbiamo il riconoscimento del campo e la ripresa del lavoro dal punto di interruzione.
Non fa interramento, ma distribuzione superficiale, invece, il Cp 150 di Tecnovict, dotato di tecnologia Isobus e sensori di carico e velocità. Lavora con satelliti del gruppo Glonass e può fare sia la regolazione in base alla velocità sia il dosaggio variabile su mappa di prescrizione. Da ricordare, infine, la gamma Mds di Kuhn, pensata anche per il vigneto e adattabile al rateo variabile via Gps.