Sarchiare o non sarchiare? I fautori della sarchiatura sostengono che, anche nel caso si sia eseguito un efficiente diserbo, è conveniente comunque prevedere questa operazione, in quanto contribuisce a ridurre l’evaporazione e ad arieggiare la zona radicale. Solo nel caso di terreni leggeri e sabbiosi e nelle colture irrigue questi vantaggi risultano di secondaria importanza e la sarchiatura può essere evitata.
La cosa certa è che la sarchiatura va comunque effettuata solo quando la coltura ombreggia sufficientemente il suolo (per evitare la germinazione tardiva di infestanti nei solchi), ma prima che le piante raggiungano i 60- 70 cm di altezza, misura massima per l’accesso delle macchine. Molto importante è anche la precisione con cui la macchina utilizzata riesce a effettuare l'operazione. A questo proposito siamo andati a sentire il parere di chi, a partire dalla scorsa stagione, sta ricorrendo a un modello particolare di sarchiatrice dotata di guida ottica.
L’azienda in questione è la Euroagricola di Denis Paron, a Rivignano (Ud), già nota per far parte del progetto Life Help Soil sull’agricoltura conservativa. «Abbiamo un’azienda di circa 70 ettari a seminativi e siamo stati tra i primi a ricorrere alle lavorazioni ridotte, fin dai primi anni 90. Negli ultimi anni, poi, abbiamo cominciato anche a praticare l’agricoltura biologica ed è in questo ambito che siamo arrivati alla sarchiatrice. Siamo andati a vederla direttamente in fabbrica, nel nord dell’Austria, dal proprietario Leopold Einböck, assieme ai rivenditori Save (distributore del marchio Einböck per l’Italia) della nostra zona. È un’azienda di tutto rispetto, che segue tante aziende biologiche e quindi ha molta esperienza nel settore. E questa sarchiatrice ci è subito piaciuta».
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