Dopo una stagione, il 2023, che aveva registrato la quinta miglior resa media (142,7 q/ha) negli ultimi 22 anni, il mais in Italia torna a registrare una flessione (-7,8%) fermandosi a una produzione media di 131,5 q/ha. Praticamente negli ultimi 4 anni si sono alternate stagioni in aumento e stagioni in calo.
Questi sono i dati delle prove nazionali coordinate dal Crea-CI di Bergamo e riportati in occasione della “Giornata del mais” che si è tenuta come sempre nel capoluogo lombardo. Il grafico delle rese medie degli ultimi 23 anni (fig. 1) continua tuttavia a evidenziare un trend positivo, indice di un lavoro di miglioramento genetico che sta dando i suoi frutti.
«Gli andamenti meteorologici stanno condizionando molto le rese – ha spiegato Gianfranco Mazzinelli, del Crea-CI di Bergamo, coordinatore delle prove – e in particolare esiste una correlazione positiva tra le rese e la piovosità primaverile/estiva, mentre tra le rese e le temperature estive, soprattutto del mese di luglio, la correlazione è negativa. Nel 2024 abbiamo registrato 63 giorni nel periodo giugno-agosto con temperature al di sopra dei 30 °C (contro i 60 del 2023). Questo dato, correlato con le rese, ci dice che per ogni giorno con temperatura superiore a 30 gradi c’è una diminuzione di resa di circa 0,24 quintali/ettaro. Per non parlare delle precipitazioni, abbondanti sia nel periodo post-semina sia nella fase di raccolta (1.358 mm nel periodo marzo-ottobre a Bergamo, contro gli 863 mm del 2023). In sintesi, l’andamento meteo per l’ennesima volta sfavorevole ha determinato in generale un forte ritardo delle semine, danni da ristagno idrico (asfissia radicale), danni da marciumi radicali, fallanze e riduzione di investimento, risemine, lisciviazione azoto, scarso approfondimento apparato radicale, maggiore predisposizione a stress idrico estivo, forte ritardo nelle raccolte e presenza di aflatossine».
40 ibridi in 15 località e 6 regioni
La rete degli ibridi medio tardivi da granella quest’anno ha analizzato le performance di 40 ibridi in 15 località distribuite nelle 6 regioni maidicole italiane, ovvero Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana. «Purtroppo abbiamo dovuto eliminare due località, una in Lombardia e una in Friuli Venezia Giulia – ha puntualizzato Mazzinelli – a causa dei danni provocati dal meteo avverso. Comunque sono stati inseriti in prova molti ibridi nuovi, suddivisi nelle canoniche Classi Fao 500, 600 e 700. Come detto la media produttiva è stata inferiore a quella dello scorso anno di circa 20 quintali/ha e abbiamo raccolto con circa 2-3 punti percentuali in più di umidità. Le località più produttive sono state quelle del Piemonte, soprattutto Villafranca Piemonte (To), assieme al Friuli Venezia Giulia, mentre le località più stressate e che hanno prodotto di meno sono state Pojana Maggiore (Vi) e Arquà Polesine (Ro). Si tratta di località che negli anni precedenti hanno sempre dato buoni risultati, ma quest’anno hanno subito l’effetto del cattivo andamento stagionale, così come Masi San Giacomo (Fe), Fontanella (Bg) e Marciano della Chiana (Ar).
La media di tredici località ha visto prevalere fra gli ibridi Classe Fao 500 il DM5312 (nuovo ibrido della società Mas Seeds), insieme al P1096 di Corteva Pioneer e al nuovo Kws Alcanto di Kws. Da segnalare anche i due ibridi Portbou (Semillas Fito’) e Mas 59.K (Mas Seeds), che ormai da diversi anni sono sempre ai vertici della classifica.
Per quanto riguarda la classe 600, invece, il più produttivo è stato P1916 di Pioneer, seguito dal nuovo Bayer Dekalb DKC6812 e da un gruppo comprendente Kws Kaleido (Kws), SY Fuerza (Syngenta), Romulo (Sis), Ixabel (Ragt) e Mas.68K (Mas Seeds). Anche quest’ultimo è un ibrido che ormai da diversi anni si posiziona sempre molto bene ai vertici della classifica.
Tra gli ibridi Classe Fao 700, infine, tradizionalmente meno numerosi degli altri, si sono segnalati Zoran (Ragt), P1570 (Pioneer) e Kws Elektro (Kws)».
Aflatossine
Molto attesi, visto l’andamento stagionale, i dati relativi al contenuto di micotossine rilevato dalla Rete di monitoraggio, che sono stati presentati il 21 gennaio scorso in occasione di un incontro sul mais presso la Granaria di Milano. «In linea generale, i fattori di stress hanno favorito l’infezione dei patogeni fungini e le temperature elevate nel periodo di maturazione hanno incrementato lo sviluppo dell’aspergillo – ha riferito Sabrina Locatelli del Crea-CI di Bergamo, responsabile della Rete di monitoraggio –. Le contaminazioni da aflatossine riscontrate alla raccolta nei centri di essiccazione-stoccaggio e lavorazione risultavano molto a macchia di leopardo, ma molto più distribuite e generalizzate rispetto agli anni precedenti. Inoltre, sono stati riscontrati sforamenti sul contenuto di aflatossine M1 nel latte.
Sui 180 campioni analizzati, provenienti da 33 centri di stoccaggio, il 15% aveva un tenore di aflatossina B1 superiore alle 20 ppb, contro il 7% dello scorso anno. Per quanto riguarda le fumonisine, il 61% dei campioni ha registrato un tenore superiore alle 4.000 ppb, nella media purtroppo degli ultimi anni. Dall’analisi della distribuzione nelle varie aree geografiche è risultato che l’aflatossina B1 è stata riscontrata soprattutto nell’area Est e Adriatica, mentre le fumonisine sono state ritrovate in particolare a Ovest. Per quanto riguarda le fumonisine - ha sottolineato Locatelli - la filiera è molto preoccupata per la proposta da parte dell’Ue di abbassamento dei limiti delle fumonisine nel mais come materia prima nei mangimi (da 60 a 10 ppm, ndr). Quanto al deossinivalenolo (Don), è stato riscontrato con un contenuto tra 750 e 1.250 mg/kg nella sola area Ovest nel 17,5% dei campioni, ma nessun campione ha superato il limite massimo dei 1.250 µg/kg. Non sono, infine, stati rilevati quantitativi significativi di zearalenone (Zea)».
Precoci controcorrente
Contrariamente ai medio-tardivi e agli ibridi da trinciato, la rete dei precoci con 31 ibridi in 8 località (limitata a tre regioni Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Toscana) ha dato risultati positivi, con una resa media superiore, anche se di poco, a quella del 2023 (109,1 q/ha contro 108,4 q/ha), grazie in particolare alle performance delle Classi 300 e 400.
Anche nel caso degli ibridi precoci si sono valutate numerose novità da parte delle diverse ditte e anche in questo caso è stata eliminata la località del Friuli Venezia Giulia come per i medio-tardivi.
La semina è stata effettuata entro il mese di aprile in tutte le località, ad eccezione di Sant’Angelo Lodigiano (Lo) dove è avvenuta a maggio. La raccolta è stata effettuata tra fine agosto e fine settembre, tranne che a Sant’Angelo Lodigiano dove, per le insistenti piogge autunnali, si è raccolto in novembre.
Tra i precocissimi Classe Fao 200 ha prevalso un nuovo ibrido distribuito da Sivam, il Lid 3306C, che si discosta un po’ dagli altri ibridi che hanno più o meno la stessa produzione e si differenziano soltanto per l’umidità, dal più precoce SY Impulse (Syngenta) al più tardivo Kissmi CS (Lidea).
Nella Classe Fao 300 il primo posto se lo è aggiudicato il P9911 di Pioneer, seguito da Izzli CS (Lidea), SY Arnold (Syngenta), ES Calderon (Sivam), Kws Hypolito (Kws) e via via tutti gli altri.
Infine, nella Classe 400 ha prevalso il P0551 (Pioneer), che ha distanziato nettamente un gruppo di ibridi Ragt con produzioni simili (RGT Parexx, Socalix, Rxx Axxtronaute, Mexini) e il Mas 448.G.
Terzo anno di calo consecutivo per il trinciato
La rete del mais da trinciato ha visto la presenza di 26 ibridi in cinque località limitate alle regioni Lombardia e Veneto ( 8 della Classe Fao 600 e 18 della Classe Fao 700). Anche in questo caso, purtroppo, una località nel Cremonese è stata eliminata. La resa media (217,7 q/ha di sostanza secca) è risultata inferiore del 10% rispetto al 2023, registrando un calo per il terzo anno consecutivo.
Gli ibridi di classe 600 più produttivi sono stati i già affermati LG31.621 (Limagrain), Kws Poseido (Kws) e Romulo (Sis), seguiti da SY Antex (Syngenta) e Mas 714.M (Mas Seeds), anche quest’ultimo ai vertici produttivi lo scorso anno; tra i 700 hanno prevalso il nuovo Mas 765.A e l’ormai affermato Mas 78.T di Mas Seeds, seguiti da P2105 (Pioneer) e dai nuovi DKC7023 (Dekalb) e Kws Elektro (Kws). Il valore nutritivo espresso in Ufl/q di sostanza secca è risultato maggiore di oltre 5 punti rispetto allo scorso anno; ricordiamo che questo valore è inversamente proporzionale al contenuto della frazione fibrosa (soprattutto Ndf), ma non tiene conto della digeribilità della stessa. I valori dell’Ndf a 12 ore sono risultati superiori di quasi 3 punti rispetto allo scorso anno e alcuni ibridi hanno associato all’alto valore nutritivo anche un’alta digeribilità (LG31.700, P1541, LG31.621, Zapotek, Kws Elektro e Verimo), mentre altri, pur avendo un basso contenuto in Ufl, hanno comunque una digeribilità della fibra superiore alla media (Kws Eusebio e Kws Poseido); infine, vi sono altri ibridi, come SY Fontero, P2105, Platone e DKC7084, che hanno un alto valore nutritivo, ma digeribilità inferiore alla media.