Il costo delle operazioni di fienagione, dall’iniziale fase di taglio fino al trasporto a destinazione, rappresenta la parte maggioritaria del costo di produzione del fieno: se prendiamo per buono il valore di 130 euro per tonnellata, almeno 70-75 euro sono riconducibili ai costi di raccolta. A questo valore, di per sé piuttosto elevato, devono essere aggiunti i costi accessori per radunare le balle a bordo campo o nel punto in cui possono essere conservate o caricate per la consegna alla stalla, che possono assumere un peso crescente in relazione alla distanza da percorrere.
La Tab. 1 ci mostra come si compone il costo della fienagione, nelle due ipotesi di lavorazione in conto proprio (su un minimo di 64 ettari di prati, per una media di 4 tagli all’anno) o per conto terzi, su una superficie assai maggiore, quale è quella dominata da un’impresa specializzata. Il confronto è stato fatto, volutamente, a parità di mezzi impiegati, ma per il contoterzista si parla ormai di superfici ben maggiori, gestite con cantieri a produttività ancora più elevata.
Nel caso considerato siamo partiti da una falciacondizionatrice semi-portata da m 2,5 di larghezza, che però viene sempre più spesso integrata (con un trattore più potente) da una portata frontale, in modo da raggiungere una larghezza complessiva di almeno 5 metri. Per la gestione del foraggio tagliato è ormai invalso l’uso di ranghinatori di grande capacità di lavoro, con larghezza multipla rispetto a quella di taglio, azionabili da trattrici di potenza analoga e quindi con costi similari (per il trattore) e minori per il ranghinatore, se proporzionato alle superfici da lavorare. Riducendo il costo per ettaro di queste operazioni si incide in misura considerevole su quello totale, anche se il “collo di bottiglia” rimane quello dell’imballatura, a cui si può ovviare affiancando due presse di classe elevata, capaci di tenere il passo degli altri cantieri.
Occhio al meteo
Uno dei maggiori problemi della fienagione, che a livello di piccola e media azienda agricola viene spesso trascurato, è proprio quello del coordinamento delle varie fasi di lavoro: ancor oggi si vedono agricoltori che “buttano in terra” più erba di quanta poi riescano a raccogliere, rischiando così di incappare in qualche pioggia con relativo decadimento della qualità. Non guasterebbe poi un’occhiata alle previsioni meteorologiche, magari emesse da qualche ente di sicura affidabilità, come l’Aeronautica Militare o le regioni e le relative agenzie di sorveglianza ambientale, che spesso hanno un servizio meteo molto efficiente. Non guasterebbe poi neppure un rilievo in campo, per verificare quali prati siano già pronti per la raccolta e quali siano ancora indietro, in modo da frazionare e distribuire il lavoro che, soprattutto per i primi tagli, può dare luogo a picchi non facilmente sostenibili.
A questo proposito esistono strumenti più sofisticati della semplice visione, che fatalmente può essere influenzata da giudizi soggettivi o dall’impossibilità di valutare lo stato della coltura oltre una certa distanza dal punto di osservazione. Questi sistemi si fondano sul rilievo a distanza da satelliti (come i Sentinel 2 dell’Esa, l’agenzia spaziale europea) che sorvolano periodicamente gli appezzamenti che ci interessano e consentono sia la semplice sorveglianza sia l’analisi della resa, a un costo di qualche centinaio di euro all’anno e senza limiti di superficie. Per il contoterzista che si avvale di tale strumento diventa assai più facile programmare la raccolta e gli interventi successivi, avendo a disposizione una mappa accurata e precisa di quali appezzamenti raggiungeranno a breve lo stadio di maturazione richiesto, e la relativa superficie.
Le versioni più perfezionate consentono inoltre di stabilire quali saranno le condizioni meteo previste per il singolo campo, con una buona affidabilità se si rimane in un ambito temporale di pochi giorni, evitando di iniziare il lavoro e di doverlo poi lasciare a metà, per trascurare un appezzamento sul quale la probabilità di pioggia è minima o nulla. È degno di nota il fatto che questi strumenti, nati per il monitoraggio delle colture e per costruire le mappe di prescrizione per la fertilizzazione con macchine a rateo variabile, possano servire anche come supporto decisionale per l'organizzazione della fienagione.
Movimentazione delle balle
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda la movimentazione delle balle, che è sempre meno conveniente lasciare in campagna a causa del deterioramento qualitativo determinato dagli agenti atmosferici, e che può incidere notevolmente sul costo complessivo. La sola attività di raduno delle balle comporta infatti spostamenti per almeno 2 km/ha, a cui si devono aggiungere i tempi di presa delle balle e di scarico a bordo campo, con un tempo minimo di una decina di minuti per ettaro. Dieci minuti, per una macchina che costa 60 euro all’ora, equivalgono a 10 euro, una somma tutt’altro che trascurabile, a cui va aggiunto il costo del trasporto in cascina, che prevede lo sganciamento del veicolo per effettuare il carico.
Una soluzione più veloce, ma più costosa, richiede un secondo mezzo con operatore per il trasporto; se il numero di balle lo richiede, la soluzione ottimale è quella di impiegare due pianali, uno dei quali viene caricato mentre l’altro viaggia. La capacità di carico del rimorchio è un parametro fondamentale per calcolare i costi di trasporto, perché il costo della trattrice che lo traina non varia in modo significativo per potenze da 80 kW (con capacità di traino fra 14 e 20-25 t, a seconda del tipo di omologazione) e la classe dei 100 kW, che può arrivare a superare le 30 t. I costi orari dei due trattori non sono molto diversi, se guardiamo ai valori riportati nella Tab. 1, ma fra i minimi e i massimi indicati il fattore è di 1 a 2, il che significa poter dimezzare il tempo di trasporto a destinazione.
Trasporto su strada
Grazie alle modifiche al codice della strada introdotte dalla legge 156/2021, la lunghezza dei convogli agricoli non è più un fattore limitante per il trasporto delle balle di fieno (e paglia), essendo oggi possibile sfruttare per intero la lunghezza di 12 metri prevista per i rimorchi. Il nuovo limite di lunghezza del convoglio è stato infatti fissato in 18,75 m (come per gli autotreni) e questo consente il traino di rimorchi a pianale molto lunghi.
L’aggiornamento normativo può avere ulteriori effetti sulla fienagione, perché consente il traino di convogli di due macchine agricole operatrici trainate, come la pressa e il carrello accumulatore, per la formazione di piccole cataste a bordo campo, un’esigenza molto sentita specie per le big baler. Con un carrello capace di accatastare 3 balle, il numero di viaggi necessari per radunarle a bordo campo si riduce a un terzo, se contiamo anche quello effettuato dal cantiere di pressatura, così come si riduce il rischio che si bagnino nel caso in cui dovesse piovere.
A proposito di trasporti, è bene ricordare che se il trasporto su strada delle balle di fieno o di paglia può determinare lo spargimento di piccoli frammenti, il carico deve essere coperto: gli organi di polizia stradale giudicano soggettivamente, caso per caso, si ha dispersione di frammenti o no. Non a caso gli agromeccanici specializzati nella pressatura, soprattutto per la paglia e per le balle legate a spago, si sono attrezzati con rimorchi dotati di sistemi di copertura semiautomatici, montati su telaio a saliscendi, simili a quelli applicati agli autocarri.
Si potrà obiettare che tali sistemi hanno un costo sensibile, e che sarebbe possibile ottenere lo stesso risultato con la copertura con una rete a maglia fitta, ma il sistema automatico evita di salire a piedi sulle balle, che in talune condizioni sono altamente scivolose. Considerando la notevole altezza da terra della sommità del carico, la salita a piedi è sconsigliabile, anche perché comporta azioni che possono fare perdere l’equilibrio anche ad operatori allenati.