Nel cuore dell’Umbria, a Città di Castello e dintorni, troviamo un’area caratterizzata dalla presenza di aziende metalmeccaniche di alto livello, nonché di costruttori di macchine agricole. Uno di questi, Faza, è relativamente giovane, dal momento che l’azienda è nata nel 1989 su iniziativa di tre soci, Fiorenzo Luchetti, Giovanni Collesi e Franco Zangarelli, tuttora al timone dell’azienda, che iniziarono a proporre attrezzature allora limitate come produzione e come gamma rispetto ad adesso, ma poi piano piano, grazie alla continuità di presenza presso la clientela nelle varie zone d’Italia, sono riusciti a penetrare nel mercato.
«Il cambiamento forte si è verificato nel 1993 – spiega Luchetti, direttore generale di Faza – quando un’azienda importante di queste parti cessò l’attività. Da quel filone abbiamo preso molte energie sia nella parte tecnico-operativa sia nella gamma, e questo ci ha permesso di ampliare la nostra offerta e di essere ancora più presenti sul mercato, con un prodotto con caratteristiche interessanti non solo per le piccole cilindrate, ma anche per il settore trattori di alta potenza».
In particolare, dal 1993 sono stati quattro i settori interessati da un significativo incremento: la lavorazione del terreno (con aratri, erpici a dischi, coltivatori, vibrocoltivatori, estirpatori, assolcatori e dissodatori), la concimazione (con tutta la gamma degli spandiconcimi sia per hobbisti sia per professionisti, quindi conici, quadrati, rettangolari, monodisco, bidisco, verniciati, zincati, inox), la fienagione (dai ranghinatori stellari portati a modelli per grandi estensioni, fino a 16 stelle e fino a 8-9 m di larghezza di lavoro, «cosa che ci ha dato la possibilità di presentare i nostri prodotti all’estero, in particolare in Usa, Canada ed Est Europa», spiega Luchetti) e infine la neve. «All’inizio proponevamo spargisale portati e trainati per piccoli trattori, quasi per lavori domestici – conferma Luchetti – poi siamo passati a modelli autocaricanti con caduta diretta o a disco. Sono due macchine con caratteristiche diverse, ma interessanti, perché il disco consente di lavorare in strade ampie dove non ci sono ostacoli, mentre lo spargisale con caduta localizzata, con diverse misure di larghezza di lavoro, permette di lavorare anche all’interno dei centri storici senza creare danni. Sempre per la neve, infine, abbiamo lame anteriori sgombraneve, da 1,00 m fino a 3,50 m».
Il ritorno dello strigliatore
Rimanendo nell’ambito delle macchine, durante le visite ai clienti in giro per il Nord Europa Luchetti e soci hanno scoperto una macchina particolare, lo strigliatore. «Abbiamo iniziato a produrlo nei primi anni 90 e via via aggiornato in base alle esigenze. Siamo stati tra i primi a proporre in Italia questa macchina, che ci ha permesso di essere molto presenti in Nord Europa. Adesso, tra l’altro, grazie alla crescita molto forte del biologico in Italia, questa macchina sta avendo buoni risultati. È, infatti, indispensabile per chi fa agricoltura biologica per eliminare le erbe infestanti appena germinate. Per entrare in mercati caratterizzati da grandi estensioni come la Russia siamo arrivati a produrre il modello SF 120 RH con larghezza di lavoro fino a 12 metri».
Una delle caratteristiche di Faza è quella di proporre tante piccole e medie attrezzature, che risalgono alle fasi iniziali dell’azienda, una sorta di ipermercato per gli hobbisti, dalla piccola trivellina al cassonetto posteriore per portare materiale vario, dalla ruspettina alla betoniera agricola, insomma un mix che fa parte del mosaico di attrezzature della gamma. Ma allo stesso tempo, Faza sta cercando di rispondere alla richiesta di attrezzature tecnologicamente avanzate, cosiddette 4.0, in particolare per quanto riguarda gli spandiconcime. «Non siamo ancora pronti, ma ci stiamo lavorando perché il mercato lo richiede».
Obiettivo crescita al Nord
Tra i clienti di Faza ci sono ovviamente non solo gli agricoltori, ma anche i contoterzisti. «In tutto il Centro-Sud non c’è terzista che non abbia un nostro erpice a dischi o frangizolle – conferma Luchetti – mentre al Nord la presenza non è così forte e dobbiamo farci conoscere di più. Recentemente, comunque, abbiamo introdotto anche al Nord sgombraneve, strigliatori e spandiconcime. Del resto, la qualità delle nostre macchine è al livello degli altri concorrenti e in una fascia di prezzo solo leggermente più bassa, perché se vuoi fare qualità, devi utilizzare materiali di qualità e quindi pagare e farti pagare».
A proposito di concorrenza, c’è una caratteristica che contraddistingue Faza. «Non vogliamo essere presenti sul prodotto di alta fascia – bensì essere un’alternativa di prodotto italiano di qualità, con un rapporto continuo con il cliente che non si esaurisce con la vendita della macchina. Rapportarsi crediamo che sia il modo migliore per garantire continuità, per cui supportiamo quotidianamente i concessionari con il nostro team commerciale».
Chiudiamo con un veloce passaggio sul momento contingente particolarmente delicato per i costi delle materie prime e la reperibilità di certi componenti, che non ha risparmiato nemmeno Faza. «Dal 2018 a oggi abbiamo aumentato i prezzi di listino del 18% – spiega Luchetti – ma oggi non è più sufficiente, perché sono aumentati anche i costi energetici. Anche per questo non intendiamo al momento fare particolari investimenti in futuro, ma concentrarci sul miglioramento e sulla qualità del nostro prodotto».
QUOTA EXPORT AL 50%
Nel 2021 Faza ha realizzato un fatturato di circa 10 milioni di euro, divisi a metà tra export e mercato domestico. In generale, il settore con il fatturato più alto è quello degli spandiconcime, seguito dalla lavorazione del terreno, ma a seconda dei mercati questa importanza cambia: in America e Canada, per esempio, la fanno da padrone spandiconcime e fienagione, mentre in Africa e Arabia Saudita prevalgono le macchine per la lavorazione del terreno (aratri, erpici a dischi, coltivatori), in Europa la concimazione e gli strigliatori, in Russia gli strigliatori e la lavorazione del terreno, in Australia la concimazione e la fienagione. La quota export è in ogni caso ormai consolidata e non si intravedono variazioni a breve termine. «Crediamo molto nell’estero – conferma Luchetti – ma allo stesso tempo in Italia la nostra presenza è capillare, dalle Alpi fino a Pantelleria: dove c’è un venditore di macchine agricole c’è anche una nostra macchina».