I fratelli Tosetto, contoterzisti vicentini di lunghissimo corso, adottano da sempre una precisa regola quando devono acquistare una macchina: tra il primo modello di una nuova serie e l'ultimo della gamma precedente, scelgono senza esitazione il secondo. Ce ne spiega il motivo Fernando Tosetto, che assieme ai fratelli Amorino e Nazareno gestisce da decenni l'attività di famiglia: «I nuovi modelli soffrono spesso di qualche difetto di gioventù. Piccoli problemi che, tuttavia, possono complicare il lavoro. In un'attività come la nostra non è il caso di rischiare inutilmente un fermo macchina, soltanto per aver voluto l’ultima versione, quando si poteva tranquillamente optare per l’affidabilità di quella precedente». Questo vale a maggior ragione, aggiunge il contoterzista, per una macchina come la trinciacaricatrice, che ha una campagna breve, ma molto intensa.
Pochi guasti
Applicando questa particolare politica aziendale, i Tosetto hanno ritardato di qualche stagione il cambio della vecchia macchina, aspettando finché la nuova serie Jaguar non fosse pluri-collaudata. A quattro anni dalla firma del contratto e dopo aver visto la macchina una prima volta nella 2012, possiamo dire che non si sono sbagliati. La loro Claas Jaguar 960 infatti, in oltre 1.500 ore di lavoro ha subito o soltanto tre o quattro guasti di piccolo conto, il principale dei quali, peraltro, provocato da una partita di grasso scadente. «È successo che quest'anno – ci spiega Fernando Tosetto – abbiamo dovuto cambiare i cuscinetti del rotore di taglio perché erano rovinati. Analizzandoli dopo la sostituzione, abbiamo notato una patina di grasso rappreso sui medesimi. Pensiamo quindi che il prodotto che abbiamo utilizzato, pur essendo in specifica, non fosse di buona qualità e abbia così finito con il compromettere la funzionalità dei cuscinetti».
Anche gli altri inconvenienti registrati dalla Jaguar nei suoi quattro anni di vita sono stati poco importanti: i proprietari avevano già segnalato, all'epoca del Provato da voi, la rottura di alcuni paraoli, probabilmente facenti parte di una partita difettosa. Sempre a macchina seminuova, si è verificato anche lo scaricamento del climatizzatore, causato da una perdita nel radiatore del medesimo. «Infine – ci dice Il contoterzista – abbiamo dovuto sostituire il motorino che regola l'apertura dei rotori del rompigranella per la rottura di un perno».
Funzionamento ottimale
Come si nota, si tratta quasi sempre di problemi secondari e che non hanno compromesso la funzionalità della macchina. «Dobbiamo però ricordare che ogni anno, in inverno, facciamo una completa revisione della trincia, ispezionandola in ogni suo componente», fa notare il proprietario. Dopo 1.500 ore di lavoro, comunque, si ripete il buon giudizio dei fratelli Tosetto: «Si è dimostrato ciò che pensavamo prima dell'acquisto, ovvero che la Jaguar 960 è un'ottima trinciacaricatrice, anche perché con questa serie erano state apportate alcune modifiche al rotore V-Max, visto che è sulla versione precedente vi era stata qualche incertezza sulla qualità del taglio». Problemi che, ci sembra di capire, non si sono manifestati sulla Jaguar dei fratelli Tosetto. «No, assolutamente: la pulizia del taglio è molto buona, sia che si faccia un trinciato a uso zootecnico, sia che si raccolga per il biogas, ovvero con un taglio molto più corto. Che è poi il tipo di impiego più comune ormai». Al riguardo, i Tosetto hanno avuto un ripensamento dopo l'acquisto: vi avevamo fatto già cenno in occasione del Provato da voi e oggi, due anni dopo, ci confermano che il rotore di taglio a 36 coltelli sarebbe stato più adatto alle loro esigenze. «Abbiamo preso il tamburo da 24 coltelli per avere un taglio zootecnico migliore, ma in realtà questo rotore è forse responsabile di una vibrazione che si avverte proprio quando si fanno i tagli più lunghi. A partire da 14 millimetri – continua Tosetto – si ha questo problema, che a nostro avviso è legato proprio al numero di coltelli del rotore. In più, ormai il taglio lungo non si usa, quindi il 36 coltelli sarebbe stato più attuale. D'altra parte, secondo alcuni questo tamburo avrebbe una produttività leggermente inferiore al nostro e quindi forse è meglio così».
Per il resto, conclude il contoterzista, l'apparato trinciante funziona benissimo. Il rompigranella, in particolare, è estremamente efficiente, come avevamo già visto due anni fa.
Motore e cabina
Le ore di lavoro non sono molte e in effetti il Mercedes OM 502 LA da 16 litri e 623 cavalli fa ancora egregiamente il proprio dovere. «Non abbiamo registrato perdite di potenza e nemmeno cambiamenti nei consumi», conferma Tosetto. Il fabbisogno di gasolio, secondo il contoterzista, è proporzionato alla produttività della macchina che, ricordiamolo, in buone condizioni di lavoro tocca i due ettari e mezzo l'ora. «Dipende dalla quantità di prodotto e dal grado di umidità, ma in generale con un pieno di gasolio – circa 1.000 litri – si fanno tranquillamente dalle 12 alle 14 ore», conclude il proprietario.
Completiamo la descrizione dando un'occhiata all'interno della cabina. «I comandi sono ovviamente comodi come lo erano all'inizio», ci dice Tosetto, e il climatizzatore – aggiunge – dopo il problema iniziale non si è più scaricato. «Continua a essere molto efficiente, anche nelle giornate più calde: è un buon dispositivo, totalmente elettronico, per cui basta impostare la temperatura desiderata per avere un ambiente di lavoro piacevole».
A proposito di elettronica, non possiamo dimenticare che la Jaguar monta il sistema gestionale Cebis, assai completo e sofisticato, ma che al primo impatto era parso ai neo-proprietari anche piuttosto complesso. «In realtà – precisa Tosetto – la nostra era soltanto una prima impressione: infatti, con l'uso, il Cebis si è rivelato davvero semplice. Tanto è vero che anch'io, che salgo su quella trincia una volta all'anno, dopo pochi minuti sono perfettamente in grado di farla funzionare; basta usare il terminale qualche volta per prenderci la mano».