«Lo dico a costo di essere impopolare: a me questa macchina piace molto». Così, due anni fa, Daniele Rizzi da Castelnovo di Sotto (Re) presentava il suo ultimo acquisto, un New Holland T8.390 arrivato in azienda solo pochi mesi prima e che aveva già accumulato, ai tempi, 350 ore di lavoro. Tante per l'età del mezzo, ma poche per valutare una macchina di quella potenza, che il terzista era intenzionato a far lavorare esclusivamente con l'aratro.
Di terra, in questi due anni, il T8 ne ha girata parecchia, al punto che ormai ha superato le duemila ore. Ed è quindi nelle condizioni migliori per dimostrare quel che sa fare. «Lo so che rischio di sembrare esagerato, ma posso soltanto dire che il T8 mi entusiasma», ci dice questa volta Rizzi. Che, va precisato, è un contoterzista monocolore New Holland e dunque fornisce un giudizio che potremmo definire “di parte”. Se non fosse che in passato non ha risparmiato critiche alle sue macchine, se necessario. Pertanto c'è da credergli quando ci spiega che «se continua così, è stato un acquisto indovinato sotto tutti i punti di vista: dell'affidabilità, per cominciare, perché in tutto questo periodo ha avuto un solo guasto. E poi dei conti, visto che l'ho acquistato a un prezzo vantaggioso e anche il mantenimento è meno dispendioso di quanto previsto».
Cominciamo, allora, a vedere qualche dettaglio di questo trattore dalle tante virtù.
Partiamo però da un “problema”, sebbene marginale: il calo di spunto a 1.300 giri, già segnalato a suo tempo dallo stesso Rizzi. «Quando si parte, dunque a regime abbastanza basso, il motore ha un calo di giri ingiustificato attorno a 1.300 giri. Sembra che in quell'intervallo abbia poco spunto. All'inizio è un handicap che crea difficoltà, poi ci si prende la mano e allora basta entrare nel solco con un po' più di acceleratore per non avere problemi».
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